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Daniela Locatelli, Il mito dellÕuomo macchina e ... - Arbor scientiarum

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così noi possiamo distinguere tra estensione materiale e virtuale, avendo ogni creatura questa duplice<br />

estensione. L’estensione materiale è quella che la materia corpo o sostanza ha in sé, ma senza movimento<br />

e azione. Questa estensione, propriamente parlando, non è né più grande né più piccola poiché rimane<br />

sempre la stessa. L’estensione virtuale è il movimento o l’azione che ha una creatura data<br />

immediatamente da Dio o ricevuta immediatamente da qualche creatura compagna. 40<br />

Ogni movimento che procede dalla natura interna di una creatura, non da qualche fonte estranea, è<br />

vitale:<br />

questo io chiamo un movimento di vita, che non è soltanto locale e meccanico come gli altri, ma ha in sé<br />

una vita, e una virtù vitale, e questa è l’estensione materiale di una creatura. 41<br />

Allora il movimento che si comunica da un corpo ad un altro avverrà in virtù di una sorta di atto<br />

creativo:<br />

come Dio e Cristo soltanto possono creare la sostanza di qualsiasi cosa, allora nessuna creatura può creare<br />

o dare l’essere a qualche sostanza, se non come strumento, come una creatura dà esistenza al movimento<br />

o all’azione vitale, non da se stessa, ma solo in subordinazione a Dio come suo strumento. Nello stesso<br />

modo il movimento in una creatura può produrre movimento in un’altra. E ciò è tutto quello che una<br />

creatura può fare per muovere se stessa o una sua creatura compagna, cioè come strumento di Dio. 42<br />

Dunque, nei corpi non va riconosciuto solo l’attributo della quantità e della figura, ma anche la<br />

presenza della vita e in ciò è possibile riconoscere un movimento prodotto dall’esterno ed una<br />

trasmissione di un movimento o azione vitale. Qui la somiglianza con quanto dirà un giorno Leibniz<br />

è davvero notevole.<br />

È evidente che Anne Conway propone una visione ancora più radicalmente spiritualista di quella<br />

di More, per quel che riguarda l’idea di estensione. Per More, infatti, qualsiasi cosa, se esiste, è<br />

estesa, ed evidentemente è Dio ad essere assolutamente esteso, non certo la materia. Ed è dalle<br />

caratteristiche della materia, dalla sua impenetrabilità per esempio, che è possibile definire la<br />

coesistenza di più spiriti nello stesso luogo e la loro reciproca penetrabilità, cosa che ai corpi non è<br />

possibile. Da qui More individuerà una gerarchia di spiriti mediani che intervengono nella piramide<br />

delle creature. Ad alcuni di essi spetta anche il compito di agire come un principio plastico in grado<br />

di far incarnare le anime nei corpi. Man mano che More si addentrerà nella disamina delle<br />

caratteristiche essenziali che distinguono la materia dallo spirito, giungerà ad affermare che lo<br />

spirito, oltre ad essere esteso, possiede una specifica qualità, la spissitudo essentialis. Tale attributo<br />

dello spirito sarà poi ancora di più spiegato e articolato all’interno della nozione di spazio infinito in<br />

un’opera della maturità, ossia l’Enchiridion metaphysicum. Questa spissitudo essentialis consente<br />

allo spirito di autodilatarsi, di autocontrarsi e di spingersi in qualsivoglia spazio, anche in quello<br />

interiore degli esseri umani. Anne Conway si spinge più in là, riconoscendo una “presenza<br />

intrinseca” divina in ogni sostanza creata:<br />

si può osservare qui un tipo di spiritualità divina o di sottigliezza in ogni movimento e in ogni azione di<br />

vita di cui nessuna sostanza creata o corpo è capace, cioè attraverso una presenza intrinseca, che, come<br />

sopra è stato provato, non compete a nessuna sostanza creata, e compete ad ogni movimento e azione<br />

qualsiasi. Infatti il movimento o azione non è una certa materia o sostanza, ma un suo modo di essere. E<br />

quindi la presenza intrinseca è nel soggetto stesso, così che il movimento possa passare da corpo a corpo<br />

anche alla più grande distanza se si trova un medio adatto, che lo trasmetta. 43<br />

40 Ivi, 142.<br />

41 Ivi.<br />

42 Ivi, 143.<br />

43 Ivi, 141.<br />

22

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