16.06.2013 Views

Daniela Locatelli, Il mito dellÕuomo macchina e ... - Arbor scientiarum

Daniela Locatelli, Il mito dellÕuomo macchina e ... - Arbor scientiarum

Daniela Locatelli, Il mito dellÕuomo macchina e ... - Arbor scientiarum

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

utile per verificare un’idea che già si era fatto e formato seguendo il “metodo”, ossia l’idea che<br />

“ogni conoscenza che gli uomini possono avere della natura – scrive alcune righe prima del brano di<br />

cui sopra – è ricavata da ciò (ossia dai principi della geometria e della meccanica) dato che tutte le<br />

altre nozioni che si hanno delle cose sensibili sono confuse ed oscure” 16 . Difatti, a ben ricordare, è<br />

così che egli conclude:<br />

così come è certo che tutte le regole della meccanica fanno parte della fisica, allo stesso modo tutto ciò<br />

che è artificiale è di per ciò stesso naturale 17 .<br />

1.3. L’uomo-<strong>macchina</strong> nel Settecento: La Mettrie e i materialisti<br />

Dopo aver studiato medicina prima a Parigi, poi a Leida, in Olanda, allievo dell’illustre Hermann<br />

Boerhaave, medico spinoziano sostenitore di un radicale meccanicismo fisiologico, Julian Offray de<br />

La Mettrie si colloca tra gli esponenti più radicali e lucreziani dell’<strong>Il</strong>luminismo francese.<br />

Ancora oggi conosciuto più come filosofo che come studioso di medicina, egli, grazie al proprio<br />

passato di medico militare, ebbe modo di poter osservare sulla sua stessa persona le conseguenze<br />

psichiche di una malattia organica: ciò gli permise di potersi fermamente convincere della stretta<br />

interdipendenza che intercorre tra anima e corpo, fino a ricondurre le cause dei processi psichici a<br />

modificazioni ed eventi di sola natura corporea.<br />

Tali attente osservazioni finirono con la radicalizzazione in senso fortemente materialista di quella<br />

che era stata la sua formazione originaria, incentrata su Locke e Newton, sviluppando anche linee di<br />

pensiero diffuse in ambiente inglese e rese successivamente pubbliche attraverso l’opera Histoire<br />

naturelle de l’âme, del 1745, in seguito Traité de l’âme, opera che attirò su La Mettrie ogni genere<br />

di persecuzione, sia da parte dei religiosi che dei politici. L’Olanda, al tempo libera e tollerante, non<br />

si rivelò affatto luogo sicuro, tanto che il nostro filosofo fu costretto a rifugiarsi a Berlino, sotto la<br />

protezione del grande Federico II di Prussia, considerato il sovrano protettore dei Lumi e monarca<br />

illuminato lui stesso, amico anche di Voltaire e Algarotti, Eulero, d’Alembert e Lagrange.<br />

Alla corte di Federico II il medico-filosofo rimase fino al 1751, anno della morte, libero di potersi<br />

finalmente dedicare ai suoi studi preferiti e scrivendo, in un arco di tempo assai breve, quelle opere<br />

che gli avrebbero aperto le porte del pensiero scientifico, dall’Homme machine del 1747<br />

all’Homme-plante dell’anno successivo, da Anti-Sénèque del 1750 al Système d’Epicure del 1751,<br />

dalle Réflections philosophiques sur l’origine des animaux del 1750 a Les animaux plus que<br />

machines dello stesso anno, sino al meno conosciuto Discours préliminaire, appositamente scritto<br />

per l’edizione completa delle Oeuvres philosophiques, uscita a Berlino a cura dell’autore stesso<br />

proprio nel 1751, anno della scomparsa. L’anno seguente sarà proprio lo stesso sovrano, Federico II<br />

di Prussia, a volerne fortemente scrivere l’elogio accademico, pubblicato poi sulle pagine più che<br />

prestigiose della Histoire de l’Académie Royale de Berlin, istituzione della quale il medico e<br />

filosofo francese era stato figura d’elite.<br />

Se in un primo momento La Mettrie si presentò come un tenace e convinto fautore del<br />

meccanicismo cartesiano, in seguito ne respinse il dualismo ontologico tra res cogitans e res<br />

extensa, risolvendo la prima nella seconda, ossia il pensiero nella realtà: la differenza tra animale e<br />

uomo gli parve essere infatti solo di tipo quantitativo, e non qualitativo. All’interno della metafisica<br />

cartesiana tutto ciò che poteva essere attribuito all’anima poteva essere spiegato facendo ricorso al<br />

solo concetto di modificazione inerente alla materia. Lo stesso pensiero umano ne usciva come una<br />

sorta di prolungamento della sensazione che di fatto lo produce, comune a ogni animale e di<br />

carattere interamente materiale. Andando molto al di là del modello cartesiano di spiegazione fisica<br />

della realtà naturale, La Mettrie arrivò sino al punto di affermare che tutta la materia è senziente,<br />

anche per quei livelli che apparentemente paiono essere più inerti e bassi, andando così a sostenere<br />

16 Ivi.<br />

17 Ivi.<br />

8

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!