Daniela Locatelli, Il mito dellÕuomo macchina e ... - Arbor scientiarum
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sensi non si limitano a registrare passivamente, ma integrando i dati a seconda del loro<br />
temperamento.<br />
In La verité des Sciences Mersenne aggiunse che “i diversi temperamenti dei sensi sono la ragione<br />
per cui gli oggetti ci sembrano diversi” o, meglio ancora “gli oggetti dei sensi ci sembrano diversi<br />
secondo le diverse disposizioni dell’organo”, ragion per cui sulla sola conoscenza sensibile non è<br />
3 possibile costruire alcuna scienza che goda delle caratteristiche dell’oggettività e del rigore. Per<br />
istituire, quindi, una fisica senza far astrazione dei dati della psicologia, Mersenne rispose, ne<br />
L’impieté des Deistes, che questo sarebbe possibile se si matematizzassero natura e scienza.<br />
In definitiva, la soluzione è per Mersenne quella di dimostrare che la conoscenza sensibile, senza<br />
il conforto della ragione, non è conoscenza, ma pura registrazione di impressioni, e di conseguenza<br />
non può essere meccanizzata. L’idea, che cominciò a svolgersi fin dal 1623 nelle Quaestiones in<br />
Genesim, prese forma compiuta solo nel 1634, quindi, probabilmente, in concomitanza alla<br />
discussione del cartesiano Traité de l’homme, ma ciò non deve farci pensare ad un prestito di idee,<br />
piuttosto ad un prestito di argomentazione. Galileo, che aveva proposto l’idea di eliminazione delle<br />
nozioni qualitative dalla scienza, fece notare che, se oltre al moto e alla vegetazione, anche la<br />
sensazione è il risultato di un concorso di azioni puramente meccaniche, allora l’intera sfera delle<br />
attività animali avrebbe potuto essere meccanizzata e considerata analoga a quella di qualsiasi<br />
<strong>macchina</strong>.<br />
In tutto questo vortice di idee, che rappresentarono il perno motore della cultura moderna, l’idea<br />
dell’animale-<strong>macchina</strong> si trova in una posizione costantemente attivatrice. Nata in ambito etico e<br />
psicologico, essa ha generato una serie di concettualizzazioni dalle quali sortiranno la scienza e la<br />
filosofia meccanicistica. 4<br />
1.2. L’uomo-<strong>macchina</strong> nel Seicento: Cartesio e i cartesiani<br />
In apertura al suo Traité de l’homme, apparso postumo nel 1664, Cartesio scrive:<br />
je suppose que les Corps n’est autre chose qu’une statue ou machine de terre que Dieu forme tout<br />
exprés, pur la rendre la plus semblable à nous qu’il est possibile: en sorte que, non seulement luy donne<br />
au dehors la couleur et la figure de tous non membres, mais aussi qu’il met au dedans toutes les pieces qui<br />
sont requises pour faire qu’elle marche, qu’elle mange, qu’elle respire et enfin qu’elle imite toutes celles<br />
den nos fonctions qui peuvent estre imaginées proceder de la matière, et ne dependre que de la disposition<br />
des organes. Nous voyons des horloges, des fontaines artificielles, des moulins, et autres semblables<br />
machines, qui n’estant faites que par des hommes, ne laissent pas d’avoir la force de ce mouvoir d’elles<br />
mesmes en plusieurs diverses facons; et il me semble que ie ne sourais imaginer tant de sortes de<br />
monvements en celle-ci, que ie suppose estre faite des mains de Dieu, ny luy attribuer tant d’artifice, que<br />
vous n’ayez sujet de penser qu’il en eut avoir encore d’avantage 5 .<br />
Con queste parole si apre il manifesto dell’antropologia meccanicistica; esso, probabilmente, non<br />
ebbe sulla cultura del XVII secolo la presa che avrebbe avuto qualora fosse stato pubblicato, come<br />
l’autore sperava di fare, entro un unico grande discorso che inglobasse il Mondo delle cose materiali<br />
e quello dell’Uomo. Un sistema che rappresentasse, in definitiva, il sostituto meccanicistico<br />
dell’idea classica di Cosmo ed in cui uomo e natura avrebbero dovuto essere oggettivati sugli stessi<br />
concetti base di moto e di figura. <strong>Il</strong> porsi, in seguito, il problema della trascendenza dell’uomo<br />
rispetto alla natura corporea, impostarne i termini e le ipotesi di lavoro, avrebbe significato il<br />
3 P.A. ROSSI, Metamorfosi dell’idea di natura, cit., pp. 70-71.<br />
4 Ivi.<br />
5 R. CARTESIO, Traité de l’homme, in Oeuvres, ed. Adam-Tannery, XI, 119-215.<br />
4