Archeologia e storia dei castelli - Precedente versione del sito
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31. Rocchetta Sant’Antonio, Castello D’Acquino.<br />
I1 recupero <strong>del</strong>la ceramica definita invetriata<br />
policroma, databile al XIV secolo,<br />
portò alla conservazione di suddetto materiale<br />
durante gli sterri <strong>del</strong> castello di<br />
Brindisi, allo studio <strong>del</strong> castello di Oria 55<br />
e, recentemente, di Manfredonia 56 . A<br />
Brindisi il castello, costruito da Federico II<br />
con materiale di reimpiego, si protende sul<br />
mare con una pianta trapezia, e con poderosi<br />
torrioni angolari circondati da un<br />
largo e profondo fossato.<br />
Abbiamo già assimilato il concetto che la<br />
— 29 —<br />
<strong>Archeologia</strong> e <strong>storia</strong> <strong>dei</strong> <strong>castelli</strong><br />
diversa ubicazione <strong>del</strong>le strutture ha reso<br />
lo stato <strong>del</strong>le stratificazioni vario e perciò<br />
unico, sebbene le cause <strong>del</strong>le trasformazioni<br />
pavimentali e portanti siano da attribuire<br />
ad eventi ben distinti: ogni castello è<br />
bacino di depo<strong>sito</strong> e segue la morfologia<br />
<strong>del</strong> territorio, <strong>del</strong>la roccia con le sue pendenze<br />
e le sue asperità, adattamento quest’ultimo<br />
che si accentuerà volutamente<br />
nel castello-palazzo di Rocchetta S. Antonio.