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Banca della comunità - Cassa Rurale di Rovereto

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14<br />

mission<br />

aziendale<br />

Bilancio Sociale e <strong>di</strong> missione 2011 » Identità Bilancio Sociale e <strong>di</strong> missione 2011 » Identità<br />

A tali principi universali la Cooperazione trentina affianca la sua Carta dei Valori:<br />

un documento me<strong>di</strong>tato e con<strong>di</strong>viso ‘a sostegno dell’azione etica dei soci e <strong>della</strong><br />

<strong>comunità</strong>’, in particolare ‘<strong>di</strong>nanzi alle nuove responsabilità e sfide incombenti’ per<br />

via dello‘sviluppo impetuoso del mercato’. Pur affrontando la competizione nei<br />

mercati locali e internazionali guidata dal principio dell’efficienza, infatti, con<br />

la sua Carta dei Valori la Cooperazione afferma la propria unicità e <strong>di</strong>stintività<br />

rispetto alle imprese private e pubbliche, perseguendo il profitto cooperativo<br />

attraverso modalità e strumenti coerenti con l’etica cooperativa, tramite la libera<br />

associazione <strong>di</strong> persone che si stringono in un patto mutualistico solidale, a<br />

sostegno dell’intera <strong>comunità</strong>.<br />

Un impegno che fin dal suo Atto Costitutivo, in data 30 gennaio 1899, è stato<br />

fatto proprio anche dalla <strong>Cassa</strong> <strong>Rurale</strong> <strong>di</strong> <strong>Rovereto</strong>, allora <strong>Cassa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to <strong>della</strong><br />

Società Operaia Cattolica con sede in via Rialto 49.<br />

La lunga e articolata storia <strong>della</strong> <strong>Cassa</strong> <strong>Rurale</strong> <strong>di</strong> <strong>Rovereto</strong> è quin<strong>di</strong> segnata da<br />

un filo <strong>di</strong> continuità che attraversa i decenni. Un filo che tramite quell’Atto<br />

Costitutivo stesso si riallaccia ai principi cooperativi fondanti, e che me<strong>di</strong>ante la<br />

Carta dei Valori <strong>della</strong> Cooperazione trentina e la specifica Mission traduce ancora<br />

oggi quei principi in modalità d’azione quoti<strong>di</strong>ana e <strong>di</strong> programmazione futura, in<br />

linee-guida per l’operato <strong>di</strong> ogni giorno, nel rispetto <strong>di</strong> un’identità che continua a<br />

<strong>di</strong>mostrarsi attualissima e premiante.<br />

“Nell’esercizio <strong>della</strong> sua attività la <strong>Cassa</strong> <strong>Rurale</strong> si ispira<br />

ai principi cooperativi <strong>della</strong> mutualità senza f ini <strong>di</strong><br />

speculazione privata e agisce in coerenza con i principi<br />

e le linee guida <strong>della</strong> cooperazione trentina. Essa ha lo<br />

scopo <strong>di</strong> favorire i soci e gli appartenenti alle <strong>comunità</strong><br />

locali nelle operazioni e nei servizi <strong>di</strong> banca, perseguendo<br />

il miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni morali, culturali ed<br />

economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo <strong>della</strong><br />

cooperazione e l’educazione al risparmio e alla previdenza”.<br />

“<br />

STORIA<br />

Da ‘Come un ponte. Cento e più anni <strong>di</strong> storia <strong>della</strong> <strong>Cassa</strong> rurale <strong>di</strong><br />

<strong>Rovereto</strong>, <strong>di</strong> Pietro Cafaro:<br />

Anno 1899. “Negli occhi, gli effetti <strong>della</strong> grande crisi che da un ventennio<br />

attanagliava tutta l‘Europa e che qualche commentatore non aveva esitato a<br />

definire ‘l’età delle <strong>di</strong>sgrazie’. (…)<br />

Nel panorama del cre<strong>di</strong>to cooperativo che in Trentino poteva vantare già qualche<br />

decennio <strong>di</strong> storia, vedeva la luce a <strong>Rovereto</strong> un istituto <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, del<br />

tutto anomalo perché solo contiguo alle altre esperienze già presenti sul territorio:<br />

la <strong>Cassa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to <strong>della</strong> Società Operaia Cattolica non era né una <strong>Cassa</strong> rurale<br />

né una banca popolare, ma un ibrido assomigliante un po’ all’una e un po’ all’altra.<br />

(…)<br />

L’istituto nasceva in un ambiente urbano, era rivolta principalmente ai lavoratori<br />

<strong>di</strong>pendenti dell’industria e dell’agricoltura, aveva lo scopo principalmente <strong>di</strong><br />

educare al risparmio, ma non <strong>di</strong>sdegnava <strong>di</strong> impiegare la raccolta in attività <strong>di</strong><br />

piccolo cre<strong>di</strong>to.<br />

Tra le varie Casse sorte e presenti nel territorio Trentino alla fine dell’800 e l’inizio<br />

del ‘900 l’unica ancora oggi esistente <strong>di</strong> origine urbana è questa”.<br />

“La <strong>Cassa</strong> non aveva fini <strong>di</strong> lucro: quasi tutto l’utile andava a fondo <strong>di</strong> riserva<br />

tranne una piccola porzione che veniva <strong>di</strong>stribuita tra gli azionisti (esattamente<br />

come presso le banche popolari). Il meccanismo <strong>di</strong> erogazione dei prestiti era<br />

originale, dato che oltre a quello consueto in denaro poteva avvenire sotto forma<br />

<strong>di</strong> buoni (Boni) d’ acquisto <strong>di</strong> generi <strong>di</strong> prima necessità.<br />

Il successo dell’esor<strong>di</strong>o è testimoniato dalla sua crescita imme<strong>di</strong>ata: gli 83 soci<br />

<strong>della</strong> prima ora erano già lievitati a 153 un anno e mezzo più tar<strong>di</strong>; le rimanenze al<br />

31 <strong>di</strong>cembre 1900 registravano depositi per 31.902 corone ed impieghi in prestiti<br />

per 16.710 corone (rispettivamente 159.510 e 83.550 € dei nostri giorni).<br />

Nel 1914, poco prima che lo scoppio <strong>della</strong> Grande Guerra trasformasse <strong>Rovereto</strong><br />

e il suo territorio in campo <strong>di</strong> battaglia ed avamposto delle truppe imperiali, i<br />

soci erano lievitati a 269, i depositi a 225.550 corone (902.200 €) e i prestiti a<br />

187.946 corone (751.784 €). Intanto accanto al prestito al consumo cominciava a<br />

far apparizione il prestito all’agricoltura: la <strong>Cassa</strong> gradualmente stava mutando la<br />

propria natura avvicinandosi sempre più alla tipologia ‘classica’ <strong>della</strong> cassa rurale”.<br />

“Il Trentino uscì dalla Guerra duramente provato, e <strong>Rovereto</strong> in modo particolare.<br />

Tra gli anni ’20 e gli anni ’30 su tutto il territorio nazionale ed anche in Trentino<br />

banche e casse rurali soffrirono molto. Non poche si trovarono in <strong>di</strong>ssesto e<br />

portarono sul lastrico soci e clienti.<br />

Venne meno la Società Operaia Cattolica, sostituita da altre organizzazioni,<br />

mentre la <strong>Cassa</strong> <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to mutò la ragione sociale in Banco Agricolo Operaio<br />

<strong>di</strong> <strong>Rovereto</strong>. L’erogazione del cre<strong>di</strong>to assunse caratteri più marcatamente bancari,<br />

abolendo definitivamente i Boni d’acquisto, mentre anche lo stretto mutualismo<br />

lasciava il posto ad una attività cooperativa aperta anche ai non soci.<br />

I pochi dati contabili ancora <strong>di</strong>sponibili <strong>di</strong>cono <strong>della</strong> grande <strong>di</strong>fficoltà a raggiungere<br />

i livelli dell’anteguerra. (…) A causa <strong>di</strong> questa crisi, nel 1934, il Banco Agricolo<br />

fu lì per lì per essere messo in liquidazione. La sorte <strong>della</strong> società sembrava ormai<br />

segnata, ma poi la fiducia prese il sopravvento ed il Banco riprese la normale<br />

„<br />

1899<br />

1934<br />

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