18.06.2013 Views

Villa Reale - Monza Club

Villa Reale - Monza Club

Villa Reale - Monza Club

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

autonomia lungo tutto il corso della sua storia. La<br />

Brianza, a differenza di Milano, vanta una classe<br />

imprenditoriale straordinaria, ma più proletaria<br />

che borghese. L’imprenditoria milanese, invece,<br />

nasce dalla borghesia agricola, terriera. La Brianza<br />

nasce da operai e piccoli artigiani che crescono, si<br />

mettono in proprio e che in ogni cosa che fanno<br />

ci mettono sempre qualcosa in più. Questa è una<br />

specificità della Brianza e fa sì che essa non abbia<br />

una tradizione di potere. Inoltre <strong>Monza</strong> è una città<br />

che ha una storia particolare di antagonismo con<br />

Milano, antica e profonda. Odio e amore. La Chiesa<br />

monzese, ad esempio, segue il rito romano e non<br />

quello ambrosiano. Il desiderio della città di essere<br />

altro rispetto a Milano, è qualcosa di molto più<br />

antico, che affonda le radici in un’identità secolare<br />

che torna ad emergere».<br />

E i giovani brianzoli, sono come i loro genitori o<br />

li trova diversi?<br />

«Incarnano i valori e le tradizioni di chi li ha<br />

preceduti; inoltre, dispongono di una preparazione<br />

culturale e professionale che in parte mancava ai<br />

loro genitori. È fondamentale creare una classe<br />

dirigente locale e su questo la Brianza deve<br />

investire. Mi auguro che la cosiddetta società<br />

civile cominci a credere davvero in una nuova<br />

classe dirigente fatta da imprenditori, professori<br />

universitari, ricercatori e politici. Un gruppo di<br />

leader che sarà alla guida delle industrie, che farà<br />

politica, che diventerà protagonista assoluto del<br />

cambiamento in atto e di quelli che verranno. Se<br />

io fossi il Presidente della nuova Provincia, mi<br />

impegnerei prima di tutto nella formazione di alto<br />

profilo delle nuove leve: quei giovani che oggi<br />

stanno uscendo dal liceo per entrare in università,<br />

ma che devono essere formati perché tra vent’anni<br />

la Brianza possa continuare ad eccellere come ha<br />

fatto in passato, ma con un modello inevitabilmente<br />

diverso».<br />

Un uomo di cultura come lei... è vero che ascolta<br />

Vasco Rossi e rivede film come “Il Gladiatore” e<br />

“Le vite degli altri”?<br />

«C´è un trucco: in realtà il gladiatore nel film<br />

si chiama Massimo, come me, quindi scatta un<br />

meccanismo di identificazione facile. Al di là di<br />

questo, comunque, non amo dividere cultura e<br />

intrattenimento con rigore. Non credo che la musica<br />

sia solo classica e che quella pop sia solo rumore<br />

o che il cinema sia solo quello d’autore o che<br />

quello di intrattenimento non valga nulla. Non amo<br />

32 N.47 CM<br />

questi confini, per di più non sono un intellettuale,<br />

ma un politico, il che vuol dire avere “pensiero”<br />

pur essendo una persona comune. L’errore più<br />

grande che può fare un politico è innamorarsi delle<br />

sue idee, come talvolta fanno gli intellettuali o i<br />

professori che fanno analisi e approfondimenti<br />

straordinari ma perdono la praticità e la concretezza<br />

fondamentali per avere una visione realistica».<br />

La Tv è il vero mattatore dei nostri tempi, pur<br />

essendo sempre più scadente e diseducativa...<br />

“<br />

Si pensa che il sapere, il pensiero e<br />

l’elaborazione personale siano una<br />

pratica elitaria: vorrei sottolineare<br />

che in Lombardia si staccano più<br />

biglietti a teatro che allo stadio<br />

L’assessore Zanello<br />

insieme ai politici<br />

monzesi (il sindaco<br />

Mariani e l’assessore<br />

Maffè in testa)<br />

accompagna il ministro<br />

dei Beni culturali Sandro<br />

Bondi in <strong>Villa</strong> <strong>Reale</strong>,<br />

lo scorso settembre<br />

«Personalmente guardo poca televisione, non per<br />

scelta ideologica, ma per mancanza di tempo.<br />

Credo che abbia fallito la sua missione e perso<br />

di vista la grande opportunità che le è propria,<br />

ovvero produrre cultura. Probabilmente la scelta di<br />

proporre programmi di facile consumo e l’idea di<br />

essere popolare è stata scambiata con la banalità:<br />

questo mi spiace molto. Credo che una Tv capace<br />

di produrre cultura sarebbe molto apprezzata<br />

dalla gente. Si pensa che il sapere, il pensiero e<br />

l’elaborazione personale siano una pratica elitaria:<br />

vorrei sottolineare che in Lombardia si staccano<br />

più biglietti a teatro che allo stadio. Se anche chi<br />

fa Tv, comunicazione e stampa partisse da questo<br />

dato, probabilmente farebbe un prodotto diverso e<br />

più apprezzabile».<br />

I suoi figli Lorenzo e Beatrice cosa le<br />

hanno detto di questo anno scolastico sotto<br />

l’imprimatur Gelmini?<br />

«Dal loro punto di vista non è cambiato molto.<br />

Credo che il ministro Gelmini faccia bene<br />

a chiedere un miglioramento della scuola.<br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

Purtroppo oggi ci sono istituti dove occorre<br />

applicare più rigore e serietà mentre in altri c’è<br />

anche troppa rigidità. I miei figli mi raccontano<br />

di studenti arrivati a inizio o metà anno da altre<br />

scuole, soprattutto dal Sud, che hanno un livello di<br />

preparazione molto diverso dal nostro. Del resto<br />

anche i professori universitari affermano che tra uno<br />

studente che ha frequentato il liceo da noi e uno che<br />

lo ha frequentato al Sud c’è un abisso. Sono tre i<br />

problemi molto seri che riguardano la scuola e che<br />

vanno affrontati con determinazione: il primo è la<br />

qualità degli insegnanti, che è mediamente buona<br />

ma deve comunque migliorare; l’altro problema<br />

riguarda la carenza delle infrastrutture, in molti casi<br />

obsolete e fatiscenti; il terzo punto critico è che sulla<br />

scuola gravano oggi una serie di problemi che in<br />

realtà sono la conseguenza dello sgretolamento delle<br />

famiglie. Non si può pensare che la scuola risolva<br />

questioni irrisolte nei nuclei familiari: scaricarle<br />

sulla scuola è gravissimo e pericoloso».<br />

Quali sono i progetti che riguardano il suo<br />

futuro politico?<br />

«La mia ambizione è di continuare a fare<br />

l’Assessore alla Cultura in Regione Lombardia<br />

e contribuire a rendere il nostro territorio<br />

protagonista di un cambiamento sul ruolo<br />

delle regioni, che ci sarà a breve con la<br />

delocalizzazione di molti enti, non solo in Italia,<br />

ma in Europa e nel mondo. Soprattutto visto il<br />

fallimento del processo di unificazione europea<br />

e di creazione di un’Europa politica, che tuttavia<br />

rimane un progetto imprescindibile e da cui<br />

bisogna ripartire. È oggettivo ormai il fatto che<br />

la competizione a livello mondiale si realizzi tra<br />

macro aree, ovvero quella dell’euro e quella del<br />

dollaro. Senza contare che in Asia si affermerà<br />

una sola moneta e la Cina ha addirittura<br />

proposto di creare una moneta mondiale.<br />

Ma al di là di questo, ci sono macro e micro aree<br />

che competono tra loro: Milano e la Lombardia,<br />

Torino, Venezia, ma anche Parigi e Londra,<br />

città che contano mediamente 20 milioni di<br />

abitanti, le grandi aree metropolitane del mondo.<br />

Non dimentichiamo che il nostro capoluogo si<br />

confronta con Londra, Shangai, Tokyo, non con<br />

Roma o Napoli e ora in vista dell’Expo questo<br />

concetto vale ancora di più».<br />

A parte la cultura, ha un’altra passione?<br />

«Sono uno sportivo e mi piace sciare...<br />

soprattutto sulle nostre montagne lombarde».<br />

N.47<br />

CM 33

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!