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54<br />

Odysseo e il sogno oltre il destino<br />

IL MIO NOME È NESSUNO.<br />

IL GIURAMENTO<br />

di valerio Massimo Manfredi<br />

Ulisse, chi è Ulisse? Odysseo, Ulisse, Nessuno.<br />

Nel suo nuovo romanzo Il mio nome è<br />

Nessuno. Il giuramento (Mondadori) Valerio<br />

Massimo Manfredi narra uno dei pilastri della<br />

cultura letteraria occidentale: la storia di<br />

Odysseo, re di Itaca, dalla nascita fino all’ultimo<br />

viaggio. In questo primo volume, dei<br />

due che sono in programma, ripercorriamo le<br />

vicende della vita di Odysseo fino alla distruzione<br />

di Troia.<br />

Scritto in prima persona, il<br />

romanzo ci riporta alle atmosfere<br />

dell’età degli eroi,<br />

facendoci superare le barriere<br />

spazio-temporali fino a<br />

ricreare oggi un sentimento<br />

di partecipazione tale a vicende<br />

così lontane che difficilmente<br />

riusciamo a staccarci<br />

dal testo. “Raccontaci<br />

ancora, Odysseo, raccontaci<br />

della tua vita, non ti fermare”:<br />

così ci cattura la prosa<br />

di Manfredi. E quello che<br />

tu senti lontano nel tempo<br />

e nello spazio, scopri a poco<br />

a poco essere uno dei fondamenti<br />

del tuo spirito, dei<br />

Disponibile su<br />

www. cubolibri.it<br />

molteplici sentimenti che agitano proprio te,<br />

uomo del XXI secolo.<br />

La curiosità, l’invidia, la gelosia, l’avidità, il<br />

timore sono gli stati d’animo che l’epica suscita<br />

nei lettori di ogni tempo e che raccontata<br />

in soggettiva diventa materia di sogno.<br />

Con Odysseo ci si abbandona ancora al sogno,<br />

anche e soprattutto quando nelle battaglie<br />

leggiamo il destino segnato delle vittime<br />

e presagiamo l’inevitabile condanna di chi<br />

vince con l’inganno.<br />

Sono forse le scene di guerra quelle che espri-<br />

recensioni<br />

mono al meglio il modo di Manfredi di raccontare<br />

le storie epiche. La guerra di Troia,<br />

come la conquista di Persepoli in Alexandros,<br />

fa risuonare nella nostra anima la fatica degli<br />

uomini e degli animali e il senso ultimo<br />

di impotenza di fronte alle decisioni del fato.<br />

Sembra che gli uomini siano condannati alla<br />

violenza, che cioè la loro avidità di conoscenza<br />

o di conquista li spinga naturalmente al<br />

dolore della lotta.<br />

In un certo qual modo è questa<br />

la claustrofobia che si respira<br />

a volte nell’epica e che forse<br />

solo il personaggio di Odysseo<br />

sembra vincere. In un mondo<br />

dove tutto è predeterminato e i<br />

destini degli uomini sono tutti<br />

incrociati, la curiosità e ‒ perché<br />

no ‒ la sfacciataggine di<br />

Odysseo abbattono quell’asfissia<br />

del pensiero che la costrizione<br />

del sognare può lasciare<br />

ai lettori. Odysseo rompe così<br />

la narrazione del suo mito per<br />

diventare in ogni interpretazione,<br />

in ogni racconto, nuovo<br />

mito. Sebbene lui stesso sia determinato<br />

dal fato, la volontà<br />

che lo anima è già prossima al sentimento del<br />

libero arbitrio che scopriremo appieno molto<br />

tempo dopo le sue gesta. È l’ingegno allora<br />

l’unico strumento che consente l’evoluzione<br />

dell’uomo. Anche se l’ingegno sembra essere<br />

a sua volta una condanna. Nell’esercizio di<br />

questo strumento l’uomo però può rompere<br />

gli schemi ed essere sempre allo stesso tempo<br />

se stesso oppure nessuno. Odysseo allora<br />

diventa il grado zero di ogni evoluzione del<br />

pensiero. O del sogno, se la sua storia fosse<br />

davvero tutta una finzione. (Luigi Orlotti)<br />

pretesti | Novembre 2012

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