Giugno - Luglio - Agosto 2011 - Costa Etrusca

di Emilio Guardavilla
Allora io v’ho preparato
questa giomella di
acciughine marinate
che sò speciali. “Alla povera”
le ‘hiamano al mi paese perché
le facevano ‘uando s’era poveri,
ha’ ‘apito beccaccino? When we
were poor, right cockhold. Ora
‘nvece ‘he siamo tutti signori ‘he
si mangia magrobiotio, o come
si dice un lo so. Maybe ipocalorio.
It maybe. Pol’esse.
Ognimodo io mi so arzato a ‘na
cert’ora e l’ho pulite a modino
l’acciughe, vedi ‘ome? L’ho
scapate, gl’ho levato la testa, le
lische e l’interiori, però l’ho
lasciate attaccate pe la ‘oda,
assennò i filetti se ne vanno
tutti pe conto suo e un’està bene.
Anche pe chi vede.
Ner mentre che dormivi sem-
pre dalla scimmia c’avevi iersera,
ho fatto scioglie ir sale nell’aceto,
di vino bianco però
che è un po’ meno acito, e ho
rumato per bene. L’ho messe a
ghiace una accanto all’artra e l’ho
affogate nell’aceto salato.
Come andrebbe fatto a voiartri,
accident’a chi v’ha ‘mbarcato
la prima vorta! Malidetto me e
quando ho fatto il libretto, armeno
se mentre andavo ‘n capitaneria
mi troncavo ‘na gamba
così unne facevo di nulla!
Allora poi l’ho coperte co la pelliola
e alla via ‘osì fino a mezzogiorno.
Quasi quattr’ore sì,
four, come ir Four Roses, bravo!
Quello lo ‘onosci bene,
n’avè paura!La pelliola sì, come
si dice, the film, yeah. Ma
quale cine sette cervelli? La
pelliola trasparente, seven
brains! Ir cellofa sì, no quella
57
TUTTE LE SERE, DOPO IL CESSA-LAVORI, IL NO-
STROMO UGO RIUNISCE ALCUNI MEMBRI DELLA SUA
CIURMA ETEROGENEA E FEDELE, INTORNO AD UN
DESCO IMPROVVISATO MA DAL POTENZIALE ENO-
GASTRONOMICO INFINITO. BOCCHE DA DELIZIARE
CON LA SUA CUCINA SEMPLICE ED ESTEMPORANEA,
CONDITA - TRA UN COLPO DI MESTOLO E UNA
BATTUTA AL VELENO - DAGLI ESTROSI ESPEDIEN-
TI DI UNA VITA PER MARE.
d’alluminio come la tu fidanzata
Svetlana, quer popò di bugliolo
…
Bada, senti ‘ome so fresche. ‘ueste
l’hanno prese ‘uì sottoosta
dove vengano a depone l’ova.
Di ‘uesti tempi le pigliano le
paranze ‘olla luna piena o co le
lampare ma ci vole un bel grumeggio
se un c’hanno la mangianza
giusta.
Poi l’ho sgocciolate e l’ho messe
‘uì dentro, uno strato di acciughine,
uno di cipolla rossa
tagliata fina fina e olio di ‘uello
meglio. E avanti ‘osì. C’ho
messo anche un poino di sale
via via, ma l’idea più artro. E
l’ho fatte marinà in frigo fino al
cessa-lavori che l’ho levate pe
falle inchiepidì. Perché quest’acciughine
‘uì so come se fossero
crude ma so cotte dall’aceto,
the vinegar of course, che
le ‘oce ma senza brucialle. Bada
‘uì che lavori! Look at here
what sort of works!
Undestand? Imparagliele alla
Svetlana ‘osì poi te le fa anche
lei ‘nvece d’andà a fa i ‘hinotti
in qua e in là pe Gdynia.
What is a chinotto? No, niente
Pavel. Poi te lo spiego, vai,
quando siamo soli, però.
Ora pe fa un bel lavoro ci vorrebbe
una manciatina di peperoncino
da sbriciolacci sopra.
Il pane l’hai affettato? O cosa
aspetti, che si mette ir pavese?
Take that knife, please, e fai delle
fette un po’ altine. Ir cantuccio
lo piglio io che so ir più anziano.
E ora s’apre un paio di bocce di
quello bono. Quello bianco.
White wine, sure!
Ma però voi annacquatilo,
ascortatemi a me. Water it
down, listen to me …