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classificazione di popolamenti forestali dell - Ambiente - Regione ...

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Negli anni '60 furono condotti in ambito IUFRO (Ellemberg ed., 1967) alcune esperienze<br />

comparative tra questi meto<strong>di</strong> tipologici, con particolare riferimento al loro uso applicativo a<br />

livello cartografico. A partire dagli anni '70 del secolo scorso, anche la Francia sviluppò un proprio<br />

sistema tipologico stazionale in ambito forestale (Becker M., 1986; Brethes A., 1989; Delpech R.,<br />

Dumé G., Galmiche P , 1985; Rameau J.C., 1986 e 1987; Timbal J., 1982). L' elaborazione<br />

numerica dei dati, in particolare attraverso le analisi multivariate contribuì, a partire dal 1980 ad un<br />

notevole incremento <strong>dell</strong>e potenzialità <strong>di</strong> trattamento dei dati relativi ai <strong>di</strong>versi fattori (floristici,<br />

pedologici, ecologici, dendrometrici, ecc) utilizzati nell'analisi <strong>dell</strong>e fitocenosi <strong>forestali</strong>.<br />

1.1.3 I tipi <strong>forestali</strong> in Italia: cronistoria, contenuti, evoluzione<br />

Come già riferito in precedenza, uno dei primi lavori <strong>di</strong> sintesi a livello regionale (“Stu<strong>di</strong><br />

vegetazionali finalizzati all’assestamento forestale”) fu elaborato, ma non pubblicato proprio per la<br />

<strong>Regione</strong> Emilia Romagna da Ferrari, Paiero e Del Favero nel 1986. Il primo lavoro compiuto sui<br />

Tipi <strong>forestali</strong> a livello italiano fu pubblicato nel 1990 ("La vegetazione Forestale del Veneto" <strong>di</strong> R.<br />

Del Favero - O. Andrich - G. De Mas - C. Lasen e L. Pol<strong>di</strong>ni); la descrizione <strong>dell</strong>e Categorie e dei<br />

Tipi presenta già in questa prima e<strong>di</strong>zione una sud<strong>di</strong>visione in <strong>di</strong>stretti climatici (me<strong>di</strong>terraneo,<br />

esalpico, mesalpico ed endalpico). Nell' ambito <strong>dell</strong>a Categoria vengono brevemente descritti i<br />

singoli Tipi <strong>forestali</strong> ed i sottotipi, con i possibili interventi <strong>di</strong> carattere selvicolturale. Spesso le<br />

relazioni fra le possibili unità descrittive vengono espresse me<strong>di</strong>ante transects o profili vallivi,<br />

mostrando come i Tipi <strong>forestali</strong> variano al variare <strong>dell</strong>e con<strong>di</strong>zioni ecologiche.<br />

L' anno successivo i medesimi Autori, a completamento del lavoro precedente, pubblicano il<br />

manuale applicativo "Guida all'in<strong>di</strong>viduazione dei Tipi Forestali del Veneto", il quale contiene le<br />

chiavi per l' in<strong>di</strong>viduazione <strong>dell</strong>e Categorie e dei Tipi ed una seconda parte de<strong>di</strong>cata alle schede<br />

descrittive dei singoli Tipi. Questa scheda é composta da alcuni elementi essenziali: la carta<br />

schematica <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione <strong>dell</strong>' unità nella <strong>Regione</strong>, un semplice <strong>di</strong>agramma ecologico su due assi<br />

cartesiani per situare nello spazio l'unità nei riguar<strong>di</strong> <strong>dell</strong>a variabile umi<strong>di</strong>tà del suolo e <strong>dell</strong>a sua<br />

<strong>di</strong>versa potenza, il <strong>di</strong>stretto climatico, l' esposizione, il substrato, il tipo <strong>di</strong> manipolazioni<br />

antropiche più ricorrenti, le possibili confusioni con unità affini e, infine, brevi elenchi <strong>di</strong> specie<br />

in<strong>di</strong>catrici. Rispetto alla precedente e<strong>di</strong>zione <strong>dell</strong>a Vegetazione forestale del Veneto, nella seconda<br />

del 1993, da parte <strong>di</strong> Del Favero e Lasen, vengono riorganizzate ed aggiunte molte unità, anche<br />

sulla base <strong>di</strong> ulteriori rilievi, con relativa revisione <strong>dell</strong>e chiavi <strong>di</strong> riconoscimento e <strong>dell</strong>e specie<br />

in<strong>di</strong>catrici; viene inoltre effettuato un ampliamento <strong>dell</strong>a parte selvicolturale.<br />

Ancora più recentemente nel volume “Bio<strong>di</strong>versità e in<strong>di</strong>catori nei tipi <strong>forestali</strong> del Veneto” (2000)<br />

vengono apportate alcune mo<strong>di</strong>fiche parziali alla strutturazione dei tipi dei primi anni ’90 del<br />

secolo scorso (Del Favero et al., 1990 e 1991, Del Favero e Lasen 1993), una serie <strong>di</strong> integrazioni<br />

<strong>di</strong> dati provenienti da data base regionali nel campo <strong>dell</strong>’assestamento forestale, dendrometrico,<br />

pedologico, ecologico, incen<strong>di</strong> boschivi, ecc) e una parziale rivisitazione nomenclaturale. Sono<br />

affiancati ai caratteri descrittivi anche dati inventariali e vengono sviluppati in<strong>di</strong>catori utili a livello<br />

gestionale, quali:<br />

• pregio cromatico (in<strong>di</strong>ce numerico, più dettaglio <strong>dell</strong>e specie)<br />

• pregio faunistico (in<strong>di</strong>catori specie ad habitat protetto, specie ad habitat protetto, altre<br />

specie pregiate)<br />

• pregio floristico e vegetazionale (in<strong>di</strong>catori floristici)<br />

• pregio tecnologico (caratteristiche tecnologiche e <strong>di</strong>fetti ricorrenti del popolamento)<br />

• suscettività alle calamità naturali come gli incen<strong>di</strong> (potenziale pirologico, mo<strong>dell</strong>i <strong>di</strong><br />

combustibile), la stabilità meccanica potenziale basata su profon<strong>di</strong>tà del suolo, apparati<br />

13<br />

PRODROMI DELLA TIPOLOGIA FORESTALE DELL’EMILIA-ROMAGNA

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