classificazione di popolamenti forestali dell - Ambiente - Regione ...
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FAGGETE (FA)<br />
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evitando interventi uniformi. La conversione a fustaia può essere ottenuta con tagli <strong>di</strong><br />
avviamento, rilasciando uno o più polloni per ceppaia, a seconda <strong>dell</strong>a densità iniziale e <strong>dell</strong>o<br />
sviluppo ed evitando <strong>di</strong> isolare del tutto le chiome nel primo <strong>di</strong>radamento; al fine <strong>di</strong> ridurre la<br />
presenza <strong>di</strong> <strong>popolamenti</strong> monoplani, contemporaneamente alla ceduazione, sono auspicabili<br />
l'apertura <strong>di</strong> piccole buche in corrispondenza dei principali portaseme, con l'obiettivo <strong>di</strong> ottenere<br />
localmente la rinnovazione anticipata del bosco. Le vecchie matricine, anche se deperenti,<br />
dovranno essere rilasciate.<br />
Il mantenimento <strong>dell</strong>a ceduazione, da attuare preferibilmente per gruppi, è possibile<br />
esclusivamente nel caso <strong>di</strong> cedui ancora a regime o misti, sempre rilasciando il faggio come<br />
riserva, oppure per i <strong>popolamenti</strong> con funzione <strong>di</strong> protezione per frane superficiali, al fine <strong>di</strong> non<br />
appesantire i versanti.<br />
La gestione <strong>dell</strong>e rare fustaie attuali deve essere improntata ai principi <strong>dell</strong>a selvicoltura<br />
prossima alla natura con il taglio a scelta per gruppi, al fine <strong>di</strong> accelerare i processi <strong>di</strong> passaggio<br />
verso forme <strong>forestali</strong> con maggiore stabilità; tale intervento permette <strong>di</strong> ottenere, me<strong>di</strong>ante<br />
prelievi <strong>di</strong> piccoli gruppi e <strong>di</strong>radamenti, soprassuoli <strong>di</strong>setanei. L’obiettivo selvicolturale sarà un<br />
complesso <strong>di</strong>setaneo per <strong>popolamenti</strong> elementari (gruppi), tra loro coetanei, corrispondenti al<br />
mosaico climacico e non la <strong>di</strong>setaneità per piede d’albero.<br />
In generale, nel me<strong>di</strong>o periodo, è necessario creare le con<strong>di</strong>zioni per la futura gestione con<br />
prelievi riferibili al taglio a scelta colturale per gruppi (200-1000 m 2 ), con periodo <strong>di</strong> curazione<br />
variabile fra 10 e 20 anni. In base a questi presupposti, nei <strong>popolamenti</strong> più equilibrati o ad<br />
incerta <strong>di</strong>namica è auspicabile lasciare agire la <strong>di</strong>namica naturale attraverso il continuo<br />
monitoraggio (evoluzione controllata); nelle giovani fustaie e nelle strutture tendenzialmente<br />
coetaniformi si procederà a <strong>di</strong>radamenti o tagli intercalari e, nei cedui, alla conversione. Questi<br />
interventi non andranno realizzati uniformemente su tutta la superficie, ma in modo libero<br />
alternando l’intensità del prelievo in funzione <strong>dell</strong>e con<strong>di</strong>zioni stazionali locali. In tutti i casi non<br />
si dovrà intervenire su tutta la superficie oggetto progetto <strong>di</strong> taglio, ma occorre lasciare non<br />
meno <strong>di</strong> 1/3 <strong>di</strong> superficie in<strong>di</strong>sturbata. Sono, inoltre, auspicabili interventi <strong>di</strong> reinserimento <strong>di</strong><br />
tasso, agrifoglio, abete bianco e <strong>di</strong> latifoglie mesofile da realizzare realizzati in concomitanza<br />
con interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>radamento. Per i <strong>popolamenti</strong> cedui del limite superiore del bosco (sottotipo<br />
superiore a mirtilli), <strong>di</strong> ridotta fertilità e spesso con portamento contorto, non sono necessari<br />
interventi gestionali attivi, quanto il loro monitoraggio, valutando <strong>di</strong> volta in volta la possibilità<br />
<strong>di</strong> realizzare avviamenti all’alto fusto o deboli <strong>di</strong>radamenti.<br />
Interventi da evitare<br />
1) Il ripristino <strong>dell</strong>a ceduazione e l'apertura <strong>di</strong> buche in corrispondenza dei soggetti <strong>di</strong> tasso ed<br />
agrifoglio, dato che l’eccessiva illuminazione ha effetti deprimenti nei confronti <strong>dell</strong>e due<br />
specie;<br />
2) I tagli successivi uniformi, in quanto generano la formazione <strong>di</strong> soprassuoli uniformi per<br />
gruppi più o meno gran<strong>di</strong> e determinano interruzioni eccessivamente ampie <strong>dell</strong>a copertura<br />
forestale. In taluni casi specifici, su grosse proprietà private o consortili, in boschi <strong>di</strong> buona<br />
fertilità e <strong>di</strong> facile accesso è possibile applicare i tagli successivi adattati.<br />
Raccomandazioni per il mantenimento e miglioramento <strong>dell</strong>a bio<strong>di</strong>versità<br />
Ai fini <strong>dell</strong>a tutela <strong>dell</strong>a bioversità non vi sono particolari raccomandazioni, ad esclusione <strong>di</strong><br />
evitare le ceduazioni ed i tagli <strong>di</strong> <strong>di</strong>radamento uniformi. Per mantenere i nuclei <strong>di</strong> pino uncinato<br />
e alcune radure a mirtilli è anche possibile l'apertura <strong>di</strong> buche ed il contenimento <strong>dell</strong>a<br />
vegetazione arbustiva.