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classificazione di popolamenti forestali dell - Ambiente - Regione ...

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FAGGETE (FA)<br />

3.3.7 Inquadramento vegetazionale<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista fitosociologico i vari Autori che hanno stu<strong>di</strong>ato la vegetazione <strong>dell</strong>e faggete<br />

<strong>dell</strong>’Appennino settentrionale hanno dato interpretazioni e strutturazioni <strong>di</strong>verse.<br />

Nella monografia <strong>di</strong> Hoffmann (1991) sulle faggete italiane, quelle emiliano-romagnole presentano<br />

un marcato carattere me<strong>di</strong>o-europeo; tale autore <strong>di</strong>stingue tre tipi principali <strong>di</strong> faggeta: eutrofica<br />

(Eu-Fagion) o dentario-faggeto, termofila (Cephalanthero-Fagion) e acidofila (Luzulo-Fagion) o<br />

luzulo-faggeto.<br />

Secondo la strutturazione adottata da Pignatti (1998) esistono in <strong>Regione</strong> Emilia–Romagna 5<br />

associazioni <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> faggeta, 3 nell’ Appennino Emiliano e 2 nell’Appennino Romagnolo; al<br />

Cardamino chelidoniae – Fagetum Br. Bl. et Moor 1938 appartengono gli abieti-faggeti con felci<br />

situati circa tra il Taro e il Reno tra i 800 e 1000 m <strong>di</strong> quota, al <strong>di</strong> sopra <strong>dell</strong>e quali e fino al<br />

piacentino è presente il Trochiscantho – Fagetum Gentile 1974 a quote tra i 1380 e 1600 m Le<br />

faggete acidofile <strong>dell</strong>’Appennino ligure-emiliano situate tra i 930 e i 1275 m appartengono al<br />

Luzulo pedemontanae – Fagetum.<br />

In Romagna le faggete appartengono alle due associazioni del Centaureo montanae – Fagetum<br />

Ubal<strong>di</strong> 1975 (all’estremità meri<strong>di</strong>onale <strong>dell</strong>a <strong>Regione</strong>) e all. Seslerio italicae – Fagetum Paglia<br />

1995, considerabili come faggete del Cephalanthero – Fagion <strong>dell</strong>’ Appennino romagnolo tra i<br />

800 e 1200 m; già Zangheri (1966) affermava la presenza <strong>di</strong> faggete depauperate del<br />

Cephalanthero-Fagion per tutto l’Appennino romagnolo, specialmente nella fascia inferiore <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione.<br />

Aspetto <strong>di</strong>battuto a volte in letteratura è se le faggete pure e gli abieto-faggeti siano <strong>di</strong>fferenziabili<br />

e appartenenti ad unità <strong>di</strong>verse: secondo Hoffmann (1969, 1974, 1991) e Padula (1988) nelle<br />

Foreste Casentinesi non ci sono specie <strong>di</strong>fferenziali tra faggete e abieti-faggeti; ciò nonostante<br />

viene affermato che in questo contesto territoriale esiste un climax faggio-abete tra 900 e<br />

1250(1350) m <strong>di</strong>fferenziato da un climax a faggio puro (o aceri-faggeto) situato più in quota, tra<br />

1250 (1350) e 1650 m (crinale).<br />

Ubal<strong>di</strong> (cit) infine presenta una strutturazione ulteriormente <strong>di</strong>fferenziata <strong>dell</strong>e faggete presenti in<br />

<strong>Regione</strong>, ma non staremo in questo contesto ad approfon<strong>di</strong>re tali <strong>di</strong>squisizioni fitosociologiche.<br />

Da quanto emerge in letteratura e dall’esperienza <strong>di</strong> terreno svolta, esiste dunque una indubbia<br />

<strong>di</strong>versità floristica tra faggete emiliane e faggete romagnole: risulta tuttavia problematico renderla<br />

evidente in tipologia forestale in quanto, come afferma Zangheri (1966) esistono “infinite<br />

sfumature” floristiche nelle faggete appenniniche. Tra le specie meri<strong>di</strong>onali esclusive<br />

<strong>dell</strong>’Appennino romagnolo significative sono ad esempio Arisarum proboscideum (presente in<br />

faggete a sud-est al passo del Muraglione) oppure Acer obtusatum nelle Foreste Casentinesi,<br />

mentre Acer opulifolium è la specie del gruppo Acer opalus nell’Appennino emiliano e quello<br />

romagnolo settentrionale. Luzula pedemontana è ad esempio un in<strong>di</strong>catore <strong>dell</strong>e faggete acidofile<br />

<strong>dell</strong>’Appennino emiliano, che non è più presente a sud-est del bolognese, mentre all’inverso<br />

Cardamine chelidonia <strong>di</strong>venta sempre più rara a nord fino nell’alto Trebbia. Ulteriore esempio è<br />

quello <strong>dell</strong>e specie del genere Sesleria: in particolare Sesleria cylindrica è presente esclusivamente<br />

nell’Appennino piacentino, mentre Sesleria italica è presente esclusivamente all’estremità<br />

meri<strong>di</strong>onale <strong>dell</strong>’Appennino romagnolo (es.: Sassi <strong>di</strong> Verghereto, fino al passo del Muraglione a<br />

N); Sesleria autumnalis è poi <strong>di</strong>ffusa qua e là nell’ Appennino emiliano.<br />

La tipologia forestale <strong>dell</strong>e faggete <strong>dell</strong>’Emilia Romagna, pur nella consapevolezza che esistono<br />

queste importanti sfumature fitogeografiche terrà conto solo marginalmente <strong>di</strong> queste<br />

informazioni floristiche, privilegiando maggiormente i fattori ecologici <strong>di</strong> base che <strong>di</strong>fferenziano la<br />

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