classificazione di popolamenti forestali dell - Ambiente - Regione ...
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CERRETE (CE)<br />
52<br />
INDIRIZZI GESTIONALI<br />
Posizione nel ciclo <strong>di</strong>namico e tendenze evolutive<br />
Queste cerrete <strong>di</strong> bassa quota possono essere considerate un particolare climax edafico<br />
nell’ambito <strong>dell</strong>a vegetazione dei querceti misti collinari nei quali intervengono oltre al cerro<br />
anche nella composizione del popolamento potenziale le altre specie quercine (rovere, farnia e<br />
roverella) pur in percentuale decisamente minoritaria: facies a castagno <strong>di</strong> origine antropica sono<br />
inoltre presenti in questo contesto. Le fasi pioniere o secondarie <strong>di</strong> ricolonizzazione dopo i tagli<br />
boschivi sono sovente caratterizzate dall’orniello o dalla robinia, mentre siepi o boschetti dei<br />
Prunetalia sono sovente collegate <strong>di</strong>namicamente a questo tipo forestale.<br />
In<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> intervento<br />
Nella maggiore parte dei casi si tratta <strong>di</strong> fustaie, spesso derivanti da conversione <strong>di</strong> cedui<br />
composti, localizzate all’interno <strong>di</strong> aree protette o in nuclei accorpati <strong>di</strong> antiche tenute nobiliari.<br />
In tale ottica, anche in considerazione del fatto che sono le spesso le uniche superfici boscate <strong>di</strong><br />
un certo interesse nella fascia <strong>dell</strong>’alta pianura, il proseguimento del governo a ceduo è possibile<br />
sono nelle var. con castagno e con robinia. Nella maggiore parte dei casi occorre, sia assecondare<br />
l’avviamento all’alto fusto, sia proseguire la gestione del governo a fustaia pluriplana per gruppi.<br />
In questa ottica particolare attenzione va posta alla rinnovazione <strong>dell</strong>e querce (cerro, rovere,<br />
farnia), i cui semenzali o giovani in<strong>di</strong>vidui devono essere liberati dalla concorrenza <strong>di</strong> arbusti,<br />
del bianco, ma soprattutto <strong>dell</strong>’orniello che nelle attuali situazioni evolutivo-colturale tendono ad<br />
occupare ogni spazio.<br />
Nelle fustaie biplane date da uno strato superiore <strong>di</strong> cerro ed uno inferiore, molto denso, <strong>di</strong><br />
orniello, occorre procedere con <strong>di</strong>radamenti <strong>di</strong> bassa intensità, con l’obiettivo <strong>di</strong> stabilizzare gli<br />
in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> querce e non favorire eccessivamente lo sviluppo <strong>dell</strong>’orniello; tuttavia è possibile<br />
aprire localmente qualche buca per favorire lo sviluppo <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> orniello.<br />
Il st. termofilo (CE11X) può essere lasciato alla libera evoluzione, senza però trascurare il<br />
continuo monitoraggio al fine <strong>di</strong> poter valutare la necessità <strong>di</strong> locali interventi, da eseguire<br />
seguendo i principi <strong>dell</strong>a selvicoltura prossima alla natura.<br />
Interventi da evitare<br />
Sono da evitare i prelievi <strong>di</strong> singoli alberi, in particolare se <strong>di</strong> rovere e farnia. All’interno <strong>dell</strong>e<br />
Aree protette o dei SIC è da evitare la prosecuzione del governo a ceduo.<br />
Raccomandazioni per il mantenimento e miglioramento <strong>dell</strong>a bio<strong>di</strong>versità:<br />
Occorre salvaguardare le aree <strong>di</strong> brughiera relitte intercluse, procedendo ad eliminare la<br />
rinnovazione <strong>di</strong> specie <strong>forestali</strong> che con l’abbandono tendono ad occupare tali spazi.