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classificazione di popolamenti forestali dell - Ambiente - Regione ...

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PRODROMI DELLA TIPOLOGIA FORESTALE DELL’EMILIA-ROMAGNA<br />

1.1.4 La Tipologia Forestale, uno strumento evolutivo per la gestione forestale: il caso del<br />

Piemonte<br />

Si è precedentemente visto come nella regione Veneto le informazioni sulla tipologia forestale<br />

siano state integrate e parzialmente mo<strong>di</strong>ficate nel corso degli anni con una serie <strong>di</strong> nuovi<br />

contributi; <strong>di</strong> pari passo ad una serie <strong>di</strong> implicazioni a livello gestionale e <strong>di</strong> programmazione<br />

forestale anche in Piemonte è avvenuto un processo simile.<br />

I prodromi <strong>dell</strong>'attuale tipologia forestale in Piemonte vanno fatti risalire alla seconda metà degli<br />

anni '60 e primi anni '70, ovvero ai lavori <strong>di</strong> Gian Paolo Mon<strong>di</strong>no, Andrea Giordano ed altri,<br />

relativi alle Alpi Cozie (valli <strong>di</strong> Susa e Pellice), svolti per conto <strong>dell</strong>' Istituto Sperimentale per la<br />

Selvicoltura <strong>di</strong> Arezzo (Moran<strong>di</strong>ni et al. 1969; Giordano et al., 1970; Giordano et al., 1972;<br />

Giordano et al., 1974). Si tratta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> considerabili tra i primi esempi italiani <strong>di</strong> approccio<br />

pluri<strong>di</strong>sciplinare vegetazionale, pedologico, dendrometrico e selvicolturale, con una <strong>di</strong>agnosi<br />

stazionale applicata alla selvicoltura e all'assestamento forestale all'interno <strong>di</strong> un territorio ristretto,<br />

al fine <strong>di</strong> fornire in<strong>di</strong>cazioni utili per la programmazione forestale e territoriale; veniva<br />

empiricamente accostato, ad una serie <strong>di</strong> dati dendroauxometrici, un tipo <strong>di</strong> vegetazione ed un tipo<br />

<strong>di</strong> suolo. Figura <strong>di</strong> spicco e <strong>di</strong> riferimento in questo campo per l' équipe formatasi, fu Alberto<br />

Hofmann, collaboratore in seguito anche all'INPL (poi IPLA S.p.A.): risalgono a questo periodo,<br />

ad opera <strong>di</strong> G.P. Mon<strong>di</strong>no, anche i prodromi <strong>dell</strong>'utilizzazione dei gruppi ecologici <strong>di</strong> specie in<br />

campo forestale italiano con l'accostamento <strong>dell</strong>e specie vegetali alle forme <strong>di</strong> humus (specie del<br />

mull, specie del moder, specie del mull-moder, ecc), in<strong>di</strong>catore ecologico sintetico <strong>dell</strong>e con<strong>di</strong>zioni<br />

stazionali (Giordano et al., 1970; Giordano et al., 1972; Giordano et al., 1974, Mon<strong>di</strong>no, 1975).<br />

Successivamente a quegli anni e a quei lavori, sotto la spinta <strong>dell</strong>a <strong>Regione</strong> Piemonte, sorse<br />

l'esigenza <strong>di</strong> strutturare in modo più organico ed ampio le conoscenze relative a suoli e vegetazione<br />

forestale ai fini <strong>dell</strong>a programmazione territoriale: si svolse, tra la fine degli anni '70 e i primi anni<br />

'80 il lavoro relativo all'elaborazione <strong>dell</strong>a prima carta forestale regionale (IPLA, <strong>Regione</strong><br />

Piemonte, 1981) e <strong>dell</strong>a carta <strong>dell</strong>a Capacità d'uso dei suoli del Piemonte (IPLA, <strong>Regione</strong><br />

Piemonte, 1982), entrambe 1:250.000.<br />

In parallelo, a partire dai primi anni '80 e sempre sotto l'impulso regionale (IPLA - <strong>Regione</strong><br />

Piemonte, 1980, 1982 e anni seguenti), furono avviati gli stu<strong>di</strong> per i piani naturalistici e <strong>forestali</strong><br />

dei Parchi naturali regionali piemontesi: pur non essendo ancora in auge il concetto <strong>di</strong><br />

"bio<strong>di</strong>versità", parallelamente allo stu<strong>di</strong>o ecologico-<strong>di</strong>namico e dendroauxometrico <strong>dell</strong>a<br />

vegetazione forestale, furono in questo ambito applicati alcuni tra i primi in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> selvicoltura<br />

naturalistica in Piemonte e <strong>di</strong> approccio al bosco come habitat. Anche l'arboricoltura da legno ha<br />

potuto usufruire <strong>di</strong> un approccio stazionale strutturato: si citano qui gli stu<strong>di</strong> sul pino strobo e sulla<br />

robinia (IPLA, 1982; Giordano et al., 1987) nei quali la <strong>di</strong>agnosi stazionale veniva basata sull'<br />

incrocio dei dati relativi alle unità <strong>di</strong> terre e alla capacità d'uso dei suoli con una <strong>di</strong>agnosi<br />

fitoecologica e fito<strong>di</strong>namica basata sulle serie <strong>di</strong> vegetazione e l'uso puntuale <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori vegetali.<br />

Fu quin<strong>di</strong> a seguito <strong>di</strong> tutta questa serie <strong>di</strong> lavori e <strong>di</strong> esperienze, grazie ai lavori <strong>di</strong> G.P. Mon<strong>di</strong>no<br />

(per una prima sintesi preliminare vedasi Mon<strong>di</strong>no, 1992) e ad approfon<strong>di</strong>menti vegetazionali<br />

svolti attraverso una serie <strong>di</strong> tesi <strong>di</strong> laurea realizzate a cavallo tra gli anni '80 e '90 che si giunse,<br />

sotto l'esempio <strong>di</strong> quanto realizzato in Veneto, alla sintesi tipologica regionale, pubblicata poi nel<br />

1996. Fu con l'inventario forestale <strong>dell</strong>e valli Ossolane (IPLA-<strong>Regione</strong> Piemonte, 1993) che si<br />

realizzò la prima applicazione cartografica ed inventariale basata su una strutturazione in tipi<br />

<strong>forestali</strong> a livello regionale: si ricorda qui in particolare la prima carta dei tipi <strong>forestali</strong> (strutturati<br />

ancora ad un livello embrionale), redatta per la valle Antrona nel 1992-1993. In parallelo venivano<br />

sempre più ad affermarsi criteri fitoecologici e fito<strong>di</strong>namici nell'impostazione degli in<strong>di</strong>rizzi per la<br />

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