carera-gen10.pdf [4209 Kb] - Consorzio dei Comuni Trentini
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Per non dimenticare<br />
Ferruccio Festi<br />
Nel momento in cui una persona viene a<br />
mancare, lascia sempre un gran vuoto,<br />
non solo nei familiari, negli amici,<br />
ma anche nella comunità in cui è vissuto, ha<br />
operato e di cui ha fatto parte per anni.<br />
La comunità di Fiavé ha recentemente perduto<br />
alcuni suoi componenti, si è quindi impoverita,<br />
in quanto è stata privata dell’esperienza<br />
e del loro prezioso contributo. Tra questi<br />
voglio ricordarne uno in particolare, che ho<br />
avuto modo, sia pure per breve tempo, di<br />
frequentare e conoscere, apprezzandone le Ferruccio Festi<br />
sue doti e le sue qualità.<br />
Il ricordo va a Ferruccio Festi, persona nota non solo a<br />
Fiavé, dove era nato, ma anche nei paesi della valle, dove<br />
ha svolto la sua attività.<br />
Nasce il 2 Novembre 1930, data sulla quale, ironicamente<br />
scherzava, alludendo alla ricorrenza <strong>dei</strong> defunti; si spegne<br />
il 17 Agosto del 2009, dopo alcuni mesi di malattia con<br />
ricovero in ospedale.<br />
Sin da giovane lavora con il padre nel laboratorio di falegnameria,<br />
dedicandosi prevalentemente alla costruzione di carri<br />
agricoli. Dopo la morte del padre e con il sopraggiungere<br />
dell’industrializzazione del settore, Ferruccio è ormai in<br />
grado di proseguire in proprio e da solo l’attività paterna,<br />
che porterà avanti fino al 1970.<br />
Nel frattempo, raggiunta una certa tranquillità economica<br />
dovuta al suo lavoro, può pensare a formarsi una famiglia.<br />
Nel 1968, infatti, sposa Bianca Azzolini di Dasindo. La<br />
nuova famiglia è subito allietata dalla nascita di Augusta nel<br />
’69, di Sara nel ’71 e da ultimo Francesco nel ’74. Sono gli<br />
anni in cui Ferruccio nel poco tempo libero si dedica con<br />
grande passione e impegno nel gioco del tamburello.<br />
Problemi finanziari lo costringono a chiudere l’attività e<br />
a trovare un lavoro alle dipendenze. È il momento per<br />
Ferruccio di riconvertirsi in una nuova occupazione. Per i<br />
successivi quattro anni lavorerà presso l’azienda agricola<br />
Maso Clena.<br />
Infine, dopo questa breve parentesi, torna alla sua attività<br />
iniziale, lavorando ininterrottamente dal ’73 al ’90 (anno<br />
di Antonio Bozza<br />
del suo pensionamento) presso il laboratorio<br />
di falegnameria <strong>dei</strong> Fratelli Luchesa.<br />
Ferruccio, persona dalla vita semplice e normale,<br />
ma lavoratore instancabile, alterna il<br />
suo tempo libero fra piccoli lavori, che esegue<br />
nel vecchio laboratorio di famiglia, e il lavoro<br />
della campagna. È in questo periodo che ho<br />
avuto modo personalmente di sperimentare la<br />
sua grande capacità e disponibilità.<br />
Uomo riservato, schivo nell’apparire, difficilmente<br />
parlava di sé e <strong>dei</strong> suoi problemi, ma, se<br />
richiesto, era sempre pronto ad ascoltare, consigliare, suggerire<br />
e aiutare concretamente. Molto legato alla famiglia,<br />
amava profondamente i suoi nipotini. Questo è il Ferruccio<br />
privato, persona che ha lasciato un grande rimpianto nei<br />
suoi familiari, i quali, nell’annuncio funebre, hanno voluto<br />
esprimere questo loro sentimento con i versi tratti da una<br />
poesia di Montale:<br />
….“ Ho sceso, dandoti il braccio,<br />
almeno un milione di scale<br />
ed ora che non ci sei<br />
è il vuoto ad ogni gradino<br />
anche così è stato breve,<br />
il nostro lungo viaggio.”<br />
Ma c’è anche, come ho cercato di dire all’inizio, un Ferruccio<br />
“pubblico“, che ha servito con costante dedizione la<br />
nostra comunità di Fiavè per diversi anni. Molti ricorderanno,<br />
infatti, il suo impegno trentennale come comandate del<br />
corpo <strong>dei</strong> Vigili del fuoco volontari di Fiavè, dal 30/11/59<br />
fino al 19/03/90 e successivamente come amministratore<br />
nell’ASUC di Fiavè dal 21/02/2001 al 12/02/2006.<br />
Sono ruoli che fanno onore a questo nostro concittadino che<br />
ci ha lasciati e per questo vogliamo ringraziare, ricordandolo<br />
con affetto nelle pagine di questo nostro giornalino, perchè<br />
come dice il Foscolo nel suo Epistolario:<br />
“Quanto più ci ricorderemo delle persone perdute, e ci<br />
affliggeremo per esse,<br />
tanto più impareremo ad imitare le lor buone qualità e ad<br />
amarle quantunque perdute.”<br />
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