Il Centro per la Cultura Cooperativa ha curato le ... - Confcooperative
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E se il mondo agricolo viveva una partico<strong>la</strong>re difficoltà non poteva<br />
che soffrirne una provincia come quel<strong>la</strong> di Cuneo, in cui questo settore<br />
continuava ad avere un aspetto molto importante dal punto di vista<br />
economico e cultura<strong>le</strong>.<br />
Infatti come possiamo vedere dal<strong>la</strong> tabel<strong>la</strong> che segue (Tab. A)<br />
Tab. A 3<br />
<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione in età <strong>la</strong>vorativa che svolgeva <strong>la</strong> propria o<strong>per</strong>a nel<br />
settore agricolo secondo i dati del censimento del 1971 è pari al 31%<br />
in provincia di Cuneo; un dato interessante se confrontato con <strong>la</strong><br />
media regiona<strong>le</strong> piemontese (12%) e con quel<strong>la</strong> naziona<strong>le</strong> (17%). <strong>Il</strong><br />
confronto tra i dati del censimento 1951 e quello del 1971 ci dà anche<br />
un segno del massiccio esodo dal<strong>la</strong> campagna verso altri <strong>la</strong>vori che in<br />
modo partico<strong>la</strong>re <strong>ha</strong> colpito <strong>la</strong> nostra provincia: in vent’anni il 28,40%<br />
dei coltivatori <strong>ha</strong> abbandonato <strong>la</strong> terra, una media su<strong>per</strong>iore sia al<br />
20,46% dell’intero Piemonte che al 24,98% del territorio naziona<strong>le</strong>.<br />
<strong>Il</strong> considerevo<strong>le</strong> numero di coltivatori diretti esistente in provincia di<br />
Cuneo e l’al<strong>la</strong>rmante e non ancora esaurito esodo dal<strong>la</strong> campagna<br />
aveva mobilitato <strong>le</strong> forze migliori del sindacalismo agricolo loca<strong>le</strong>, in<br />
primis <strong>la</strong> Coldiretti, che a metà anni Settanta si interrogò sul fenomeno<br />
occupaziona<strong>le</strong> presentando anche al<strong>la</strong> stampa i dati di una sua ricerca,<br />
effettuata tra il 1975 e l’inizio del 1976, da cui si poteva dedurre il<br />
rischio di un ulteriore impoverimento del<strong>la</strong> presenza giovani<strong>le</strong> in<br />
agricoltura. 4 <strong>Il</strong> Direttore del<strong>la</strong> Coldiretti provincia<strong>le</strong> Nata<strong>le</strong> Carlotto<br />
così si esprimeva a commento di questa realtà: «Si tratta di un<br />
prob<strong>le</strong>ma gravissimo che deve essere affrontato mediante una<br />
programmazione attenta. I giovani che rimangono in campagna<br />
devono essere aiutati mediante incentivi che da un <strong>la</strong>to li pongano sul<br />
piano socia<strong>le</strong> al<strong>la</strong> pari con gli altri giovani e dall’altro li sostengano<br />
economicamente. È un loro diritto fruire di tutte <strong>le</strong> comodità che<br />
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