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Non siamo un Paese per gay, adolescenti a rischio suicidio

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34<br />

VIRGOLETTE<br />

TRA<br />

MARIAROSA MANCUSO<br />

Guerra tra dame agli<br />

Oscar. Anne Hathaway<br />

vince come migliore<br />

attrice non protagonista,<br />

<strong>per</strong> la strappalacrime<br />

Fantine che rapata a<br />

zero canta “I Dreamed a Dream” (il<br />

brano che nel giro di mezza giornata<br />

rese celebre Susan Boyle: arrivata<br />

sul palco di Britain’s Got Talent<br />

come <strong>un</strong>a Cenerentola vestita<br />

male e pettinata peggio, tirò fuori<br />

<strong>un</strong>a voce celestiale). Jennifer Lawrence<br />

vince come attrice protagonista,<br />

<strong>per</strong> il film di David O. Russell<br />

“Il lato positivo”, dal 7 marzo<br />

anche nelle sale ticinesi: <strong>un</strong>a com-<br />

media romantica originale e rara,<br />

forte di <strong>un</strong>a ragazza lontana dagli<br />

stereotipi del genere. Al primo app<strong>un</strong>tamento<br />

con Bradley Coo<strong>per</strong>,<br />

ordina <strong>un</strong>a scodella di cereali <strong>per</strong><br />

tenere le distanze: “questo non è<br />

<strong>un</strong> app<strong>un</strong>tamento”. Lui rimane<br />

male, ma è abbastanza bizzarro<br />

<strong>per</strong> insistere nel corteggiamento.<br />

Guerra tra dame, <strong>per</strong>ché se andiamo<br />

a curiosare su internet Anne<br />

Hathaway ha scatenato <strong>un</strong>a campagna<br />

d’odio, anche prima di vincere<br />

la statuetta. Mentre Jennifer<br />

Lawrence colleziona complimenti.<br />

L’ex Catwoman (splendida in “Il ritorno<br />

del cavaliere oscuro” di Christopher<br />

Nolan, dove non fa <strong>un</strong>a<br />

piega se mettono in dubbio la sua<br />

virtù, ma è disposta a uccidere se le<br />

danno della stupida) viene trattata<br />

come <strong>un</strong>’antipatica prima della<br />

classe. Una <strong>per</strong>fezionista senza<br />

schermi<br />

‘<br />

L’ORSO<br />

AZZURRO<br />

Lynn Schooler<br />

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cauzione <strong>per</strong> uscire dal carcere, facendo<br />

<strong>per</strong>dere le proprie tracce).<br />

Era <strong>per</strong>fettamente a suo agio nel<br />

blockbuster hollywoodiano “The<br />

IL CAFFÈ 3 marzo 2013<br />

L’odiata Anne e la coccolata Jennifer<br />

cuore, furba e ipocrita, capace di<br />

fare gli sgambetti alle colleghe <strong>per</strong><br />

avere <strong>un</strong>a parte. Una figlia d’arte<br />

(sua madre recitava in “Les Misérables”,<br />

proprio nella parte di Fantine)<br />

che ha studiato nelle migliori<br />

scuole e ha conquistato il successo<br />

senza troppa gavetta.<br />

Jennifer Lawrence non è meno determinata.<br />

Al festival di Venezia<br />

con “The Burning Plain” di Guillermo<br />

Arriaga, pagò di tasca sua<br />

MARCO BAZZI<br />

azzurro (Guanda), scritto da<br />

Lynn Schooler, che <strong>per</strong> trent’anni ha<br />

L’Orso<br />

fatto il fotografo e la guida in Alaska,<br />

è la storia di <strong>un</strong>a fotografia. E della ricerca<br />

di <strong>un</strong> orso speciale. Azzurro, app<strong>un</strong>to. L’orso<br />

dei ghiacciai. Ed è la storia di <strong>un</strong> fotografo<br />

giapponese che con l’autore si mette alla<br />

ricerca di quell’orso, che non vedrà mai.<br />

Michio Hoshimo morirà sbranato da <strong>un</strong><br />

grizzly sul versante russo delle coste d’Alaska,<br />

al di là dello Stretto di Beering. Era andato<br />

in quelle foreste <strong>per</strong> fotografare orsi.<br />

Ma qualc<strong>un</strong>o aveva lasciato del cibo a por-<br />

tata degli animali e <strong>un</strong> esemplare era di-<br />

ventato <strong>per</strong>icoloso, associando gli uomini<br />

alla possibilità di nutrirsi.<br />

Sembra <strong>un</strong> po’ la storia di M13, anche se<br />

questa ha <strong>un</strong> doppio epilogo fatale: l’orso<br />

viaggio e soggiorno (non previsti<br />

dal budget promozionale del film)<br />

<strong>per</strong> essere presente al Lido e rilasciare<br />

interviste. Scelta azzeccata:<br />

vinse il premio Mastroianni come<br />

migliore attrice emergente. Fu ammiratissima<br />

nel film indipendente<br />

“Un gelido inverno” di Debra Granik,<br />

dove cacciava e scuoiava scoiattoli<br />

<strong>per</strong> sfamare i fratellini (la<br />

madre era malata, il padre aveva<br />

dato il tugurio di famiglia come<br />

libri<br />

Continua nelle<br />

sale la sfida tra<br />

le dame da<br />

Oscar Hathaway<br />

e Lawrence<br />

Tra uomo e orso<br />

c’è <strong>un</strong> confine<br />

e resta invalicabile<br />

viene abbattuto, ma dopo aver devastato il<br />

campo e ucciso il fotografo che, nonostante<br />

le raccomandazioni delle guide, aveva deciso<br />

di dormire in tenda.<br />

Dopo la morte dell’amico giapponese, l’au-<br />

tore continua a cercare l’orso azzurro, e <strong>un</strong><br />

giorno lo vede sulla riva, navigando <strong>un</strong> fiume<br />

a bordo di <strong>un</strong> gommone.<br />

“Quando arrivai a <strong>un</strong>a cinquantina di metri<br />

di distanza la bestia alzò gli occhi e mi guar-<br />

IL LATO POSITIVO<br />

Nei cinema ticinesi dal 7<br />

marzo il film che ha<br />

dato la statuetta d’oro a<br />

Jennifer Lawrence;<br />

sotto la “rivale” Anne<br />

Hathaway, oscar come<br />

attrice non protagonista<br />

de “Les Miserables”<br />

H<strong>un</strong>ger Games”, guerriera da sanguinario<br />

reality show.<br />

Le hanno <strong>per</strong>donato <strong>per</strong>fino il grido<br />

di gioia “ho battuto Meryl Streep”,<br />

lanciato dal palco quando vinse<br />

il Golden Globe. Nella corsetta<br />

<strong>per</strong> ritirare l’Oscar, ha inciampato<br />

negli scalini, guadagnandosi <strong>un</strong>a<br />

standing ovation. L’avesse fatto<br />

Anne Hathaway, sarebbe sembrata<br />

<strong>un</strong>a mossa studiata <strong>per</strong> commuovere<br />

il pubblico.<br />

dò: nella luce del crepuscolo sembrava <strong>un</strong><br />

fantasma color cenere. A quaranta metri si<br />

girò di lato, mostrandomi il grigioazzurro<br />

intenso del dorso e del fianco. A venti metri<br />

abbassò la testa e riprese a mangiare (…).<br />

Quindici metri, dodici, <strong>un</strong>dici: spensi il motore,<br />

liberai <strong>un</strong> remo dai fermi e lo usai <strong>per</strong><br />

raggi<strong>un</strong>gere la riva. Appena toccai il fondo<br />

presi la borsa. L’orso sentì il rumore della<br />

chiusura lampo e sollevò il muso, con <strong>un</strong>o<br />

stelo di loglio che gli penzolava dalla bocca.<br />

Incurante della luce scarsa, senza pensare<br />

all’esposizione, sollevai la macchina fotografica<br />

e feci scattare l’otturatore”.<br />

Schooler vuole avvicinarsi il più possibile all’orso,<br />

ma… “Prima che potessi gi<strong>un</strong>gere a<br />

riva oltrepassai il limite stabilito dall’animale,<br />

il confine invalicabile tra il mio spazio e il<br />

suo, e lo vidi girarsi e irrigidirsi <strong>per</strong> affrontarmi”.

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