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Non siamo un Paese per gay, adolescenti a rischio suicidio

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IL CAFFÈ 3 marzo 2013<br />

L’uomo del pentagramma<br />

“Sono resuscitato<br />

con la mia musica”<br />

Giovanni Allevi<br />

CAROLINA<br />

CENNI<br />

ilcaffè<br />

Settimanale di attualità, politica, sport e cultura<br />

‘Le notti le trascorro sveglio.<br />

Soffro di insonnia e ne vado<br />

anche fiero. Ho <strong>un</strong>a grande<br />

stima del buio. Le maggiori idee<br />

si partoriscono nel buio della<br />

notte o dell’anima.<br />

Finalmente è felice. Lo ammette con soddisfazione, ridendo.<br />

Riccioli neri ribelli e <strong>un</strong> tono di voce che mette subito di buon<br />

umore, il Maestro Giovanni Allevi ce l’ha fatta e lo racconta a Il<br />

Caffè: “Adesso guardo la partitura del mio concerto <strong>per</strong> violino,<br />

frutto di questa rinascita e di questa lotta interiore dilaniante<br />

dovuta ad <strong>un</strong>o scontro con il mondo accademico, e sono realmente felice”.<br />

Lui non si è arreso alla critiche di chi gli contestava di fare solo musica<br />

commerciale, di essere <strong>un</strong> semplice prodotto da marketing. Un confronto<br />

da cui è uscito vittorioso non tanto <strong>per</strong> l’eventuale consenso suscitato,<br />

ma piuttosto <strong>per</strong> il fatto che quel concerto <strong>per</strong> violino ora esiste: “Per me<br />

già averlo scritto è <strong>un</strong>a grande vittoria - continua il compositore -. Ora che<br />

la partitura è pronta, mi rendo conto che qual<strong>un</strong>que commento positivo<br />

o negativo non va a spostare <strong>un</strong>a nota di quello che c’è sul pentagramma.<br />

Quindi, mi aggrappo a questa oggettività e sono felice”.<br />

Giovanni Allevi, pianista, compositore, direttore d’orchestra e scrittore<br />

italiano, ha ridefinito i canoni di <strong>un</strong>a nuova musica classica contemporanea,<br />

vendendo oltre mezzo milione di cd e facendo incetta di dischi<br />

d’oro e platino. Ad ogni sua <strong>per</strong>formance viene acclamato come<br />

<strong>un</strong>a rockstar, che in fondo è quello che è. La “rockstar” della musica<br />

classica contemporanea, colui che ha avuto il merito di avvicinare<br />

moltissima gente a note considerate di nicchia, d’elité. Il Maestro ha<br />

avuto la capacità di renderle popolari creando non pochi fastidi e<br />

scontenti tra gli artisti e i critici della musica classica. Giovanni Allevi<br />

ha colto l’attimo. Ha capito che era in atto <strong>un</strong> cambiamento e l’ha cavalcato<br />

vittorioso.<br />

L’artista e il successo<br />

Il Maestro porterà il suo nuovo progetto sinfonico “S<strong>un</strong>rise” sabato 16<br />

marzo 2013 alle 20.45 al Palazzo dei Congressi a Lugano. Oggi ogni suo<br />

cd ha più successo di quello precedente, ogni concerto raccoglie<br />

maggiori consensi. Soddisfare le esigenze del pubblico potrebbe essere<br />

sempre più difficile: “Nel momento in cui scrivo la musica non<br />

mi preoccupo mai di quello che può essere il riscontro - spiega Allevi<br />

-. È anche vero che il successo è <strong>un</strong> fardello che non è facile da sostenere,<br />

ma sono convinto che l’artista debba creare la propria o<strong>per</strong>a <strong>per</strong><br />

<strong>un</strong> impulso interiore non curandosi né delle critiche né del consenso<br />

che questa può suscitare”. E ci riesce. La sua giornata tipo inizia con la<br />

notte insonne. “<strong>Non</strong> so se dire purtroppo, <strong>per</strong>ché vado fiero della mia<br />

insonnia - osserva divertito Allevi -. Ho <strong>un</strong>a grande stima del buio. Le<br />

maggiori idee si partoriscono nel buio della notte o dell’anima”. La<br />

mattina si dedica all’attività compositiva con l’ispirazione sì, ma anche<br />

con costanza: “Per comporre l’ispirazione è necessaria, ma va<br />

plasmata attraverso <strong>un</strong> lavoro che è da amanuense . Un lavoro duro<br />

sulla partitura, sull’orchestrazione. Cerco di impormi degli orari <strong>per</strong><br />

portare avanti questo discorso musicale che mi prende talmente tanto<br />

che mi dimentico anche di mangiare. Quando posso <strong>per</strong>ò adoro<br />

guardare i Simpson”.<br />

Il suo sogno<br />

Nel curriculum di Allevi non c’è più posto. E denso di attività, premi,<br />

onorificenze e collaborazioni. Viene da chiedersi se ci sia qualcosa<br />

che non ha ottenuto, qualcosa che non ha fatto e che vorrebbe fare.<br />

Qualcosa che sogna: “Così su due piedi senza pensarci neanche <strong>un</strong> attimo,<br />

vorrei potermi buttare con il paracadute - conclude l’artista -. E<br />

non <strong>per</strong>ché ho bisogno di emozioni forti, <strong>per</strong>ché le provo tutte le volte<br />

che suono il pianoforte, faccio <strong>un</strong> concerto o dirigo <strong>un</strong>’orchestra. Mi<br />

piace l’idea che ci sia tutto questo forte vento che mi entra dentro la<br />

testa e si porta via i pensieri. Sì, è ciò che desidero”. ccenni@caffe.ch<br />

Q@simplype<strong>per</strong>osa<br />

Direttore responsabile Lillo Alaimo<br />

Vicedirettore Libero D’Agostino<br />

Caposervizio grafico Ricky Petrozzi<br />

Società editrice 2R Media<br />

Presidente consiglio d’amministrazione Marco Blaser<br />

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‘Per fare il calciatore ad <strong>un</strong> certo<br />

livello ci devi mettere la volontà,<br />

<strong>per</strong>ché senza sacrifici non arrivi<br />

da ness<strong>un</strong>a parte e problema non<br />

è legato all’età, ma al fatto che<br />

la differenza la fa il giocatore<br />

L’uomo del calcio<br />

Raimondo Ponte<br />

39<br />

‘<br />

TRA<br />

VIRGOLETTE<br />

“Chi vuole vincere<br />

sa mettersi in gioco”<br />

SCHIRA<br />

li ladomeMASSIMO<br />

RESPONSABILE MARKETING<br />

Maurizio Jolli<br />

Quando vivi il calcio come lo ha vissuto Raimondo Ponte<br />

nella sua carriera prima di giocatore, e poi di allenatore, il<br />

concetto di “es<strong>per</strong>ienza” si allarga in maniera esponenziale.<br />

Centrocampista duro, ma dai piedi buoni e con il vizio<br />

del gol - soprattutto con la maglia del Grasshop<strong>per</strong> e con<br />

quella della nazionale - in panchina ha mantenuto quell’aura di severità<br />

che manifestava già quando in campo macinava chilometri. Sviluppando<br />

anche la scorza necessaria a capire ed accettare <strong>un</strong> mondo come<br />

quello del pallone, che sa essere brutale. Come nella sua ancor fresca<br />

es<strong>per</strong>ienza sulla panchina del Bellinzona, durata “l’espace d’<strong>un</strong> matin”.<br />

“Sì - sottolinea col sorriso l’allenatore del Lugano -, si può dire che a Bellinzona<br />

sono arrivato dall’uscita nord dell’autostrada, ma sono uscito<br />

da quella sud…” Direzione Lugano, app<strong>un</strong>to, dove il 58enne di Windisch<br />

ha da poco iniziato l’avventura con la sua terza squadra ticinese.<br />

Ed è già costretto a pescare nella sua decennale es<strong>per</strong>ienza <strong>per</strong> pensare<br />

al futuro del club bianconero. “Per p<strong>un</strong>tare ad andare in Serie A servono<br />

i giocatori giusti ed è questo il lavoro che sto svolgendo in questo <strong>per</strong>iodo<br />

- racconta Ponte al Caffè -. Individuare i profili migliori <strong>per</strong> la prossima<br />

stagione. Per lottare finalmente <strong>per</strong> l’obiettivo di salire di categoria.<br />

Ma non è facile, <strong>per</strong>ché i giocatori devono mettersi in mostra in <strong>un</strong> campionato<br />

spesso sottovalutato, in cui non basta avere delle qualità. Per<br />

emergere in Challenge League bisogna anche correre, correre tanto. I<br />

profili che stiamo cercando devono insomma avere qualità e quantità e<br />

dimostrare tanto impegno”.<br />

Date di… “scadenza”<br />

Tra i tratti caratteristici di Ponte, a saltare immediatamente all’occhio è<br />

certamente la schiettezza nell’esporre le proprie idee. Anche quando<br />

non sono “popolari”, come quelle sui giovani e sulla formula di campio-<br />

nato. “Con il passaggio a 10 squadre rispetto alle 16 precedenti non è<br />

che il livello sia aumentato di molto - spiega -. Anzi. Vedo ancora in<br />

campo giocatori che qualche tempo fa non avrebbero messo piede in<br />

campo anche se le squadre erano di più. Ci sono stati tanti cambiamenti<br />

e non sempre hanno fatto del bene”. E anche sulla possibilità di impiegare<br />

più giovani nelle squadre <strong>per</strong> far crescere il movimento grazie ad<br />

<strong>un</strong>a base più larga, il giudizio è… “tagliente”. “Ma <strong>un</strong> giovane se è bravo<br />

gioca di sicuro - osserva Ponte -. Anzi, dirò di più: a 18 o 19 anni, quelli<br />

buoni vincono già i campionati in Su<strong>per</strong> League in ruoli importanti, decisivi.<br />

Se sono in pochi a giocare, significa che gli altri non hanno le qualità<br />

<strong>per</strong> farlo. Poi mi chiedo cosa significhi il termine ‘giovane’; non è che<br />

ci sia <strong>un</strong>a data di scadenza. A 17-18 anni posso concedere errori di maturazione,<br />

ma a 21-22 non sei più giovane e se non giochi in ruoli chiave<br />

almeno in Challenge League è segno che manca qualcosa”.<br />

Volontà e obiettivi<br />

Un altro aspetto che emerge in modo chiaro dalla filosofia di Raimondo<br />

Ponte è la necessità di avere <strong>un</strong>a forza di volontà molto sviluppata e spirito<br />

di sacrificio <strong>per</strong> emergere nel calcio. Una forza che lui stesso ha<br />

messo alla prova con i suoi trasferimenti da giocatore al Nottingham<br />

Forrest e al Bastia (dove ebbe molti problemi) negli anni Ottanta, quando<br />

ancora il calciatore svizzero era visto all’estero come <strong>un</strong>a specie di<br />

“animale esotico”. “Per fare il calciatore ad <strong>un</strong> certo livello ci devi mettere<br />

tanta volontà, <strong>per</strong>ché senza sacrifici non arrivi da ness<strong>un</strong>a parte -<br />

conferma il tecnico del Lugano -. Il problema non è tanto legato all’età,<br />

quanto al fatto che la differenza vera la deve fare il giocatore stesso. Ed è<br />

<strong>un</strong> peccato che diversi giovani non approfittino della visibilità della<br />

Challenge <strong>per</strong> crescere, preferendo la panchina o la trib<strong>un</strong>a in Su<strong>per</strong><br />

League. È <strong>un</strong> errore non mettersi in gioco”. mschira@caffe.ch<br />

Q@MassimoSchira<br />

Tel. 091 756 24 00 – Fax 091 756 24 97<br />

DISTRIBUZIONE<br />

Maribel Arranz<br />

marranz@rezzonico.ch<br />

Tel. 091 756 24 08<br />

Fax 091 756 24 97<br />

STAMPA<br />

Ringier Print - Adligenswil AG - Druckzentrum Adligenswil<br />

6043 Adligenswil - Tel. 041 375 11 11 - Fax 041 375 16 55<br />

Tiratura (dati Remp ‘11)<br />

58’106<br />

Lettori (dati Mach ‘11)<br />

114’000<br />

Abbonamento annuo Fr. 59.– (prezzo promozionale)

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