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RELAZIONI INDUSTRIALI RELAZIONI INDUSTRIALI - Aidp

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tà e dei tempi in cui si svolge: non è più solo dentro<br />

l’aula, ma avviene in ogni momento della giornata, in<br />

azienda e fuori. Le tecnologie Web 2.0 consentono di<br />

fornire formazione “just-in-time / point-of-need / bite-sized”<br />

a scelta su PC, smart phone o MP3 player<br />

dell’utente. Inoltre la diffusione delle Community online<br />

(YouTube, Flickr, Facebook, LinkedIn, Second<br />

Life) ha reso possibile il trasferimento del social networking<br />

alle Organizzazioni: fruire formazione è immediato<br />

e facile come scambiarsi foto o trovare un’informazione<br />

sul web.<br />

Trend evolutivi legati agli Investimenti in formazione<br />

(“quanto”)<br />

i. Diffusione della cultura della produttività<br />

Si è già accennato alla tendenza delle aziende a richiedere<br />

formazione contestualizzata al business di<br />

appartenenza: tale tendenza va di pari passo con la richiesta<br />

di misurare la ricaduta degli interventi formativi<br />

e valutarne l’impatto in termini di contributo alle<br />

performance aziendali.<br />

A questo proposito, è interessante il dato che emerge<br />

dal WorkForse Study: circa tre quarti delle aziende italiane<br />

intervistate (71%) utilizzano il “Costo del personale/Ricavi”<br />

e i “Giorni totali di formazione per dipendente”<br />

per misurare il contributo del capitale<br />

umano alle performance aziendali. Si tratta evidentemente<br />

di metriche ancora distanti da una effettiva ed<br />

efficace misurazione del contributo dei singoli ai risultati<br />

organizzativi.<br />

È necessario invece valutare il ritorno degli investimenti<br />

in formazione con un approccio strutturato<br />

(Return on Learning) non solo in termini di gradimento<br />

e successo dell’iniziativa, ma anche di trasferimento<br />

nell’operatività corrente delle competenze desiderate<br />

e di contribuzione ai risultati di business.<br />

Per rendere possibili tali misurazioni cambia la progettazione<br />

stessa della formazione: si prevede, già<br />

nella fase di analisi dei fabbisogni, il set up di indicatori<br />

di performance specifici che vadano a misurare<br />

l’impatto sul business dei nuovi comportamenti<br />

adottati dalle persone a seguito degli interventi formativi<br />

(comportamenti anch’essi già identificati e<br />

predefiniti, come accade anche nel Key Behaviour<br />

Boost). Tali valutazioni sono accompagnate, a garanzia<br />

del forte commitment sui ritorni dell’investimento,<br />

da soluzioni di Value Based / Success Fee<br />

Deal disegnate ad hoc con le aziende.<br />

l. Snellimento e semplificazione catalogo corsi<br />

Se da un lato le aziende richiedono nuovi contenuti<br />

per adattarsi ai trend del mercato, dall’altra hanno l’esigenza<br />

di concentrarsi sulle priorità per ottimizzare<br />

l’efficienza della formazione: riducono il ricorso alla<br />

formazione esterna, la durata dei programmi formativi<br />

e delle soluzioni residenziali, selezionano meglio i<br />

contenuti e le popolazioni target, rivedono le modalità<br />

di erogazione. A un maggior uso di formatori interni<br />

affiancano in modo mirato la ricerca di collaborazioni<br />

ad hoc e su specifici ambiti con corporate academy,<br />

business school, società di consulenza, manager<br />

di azienda, professori universitari.<br />

Con l’ottica Lean Learning si propongono cataloghi<br />

corsi snelli e semplificati realizzati in base alle effettive<br />

priorità, si concentra l’offerta formativa per le famiglie<br />

professionali più numerose su pochi corsi di eccellenza<br />

(esempio per addetti commerciali, gestori,<br />

neoassunti), si opera con ottica “priorità” vs ottica “a<br />

pioggia” per calibrare le esigenze di potenziamento<br />

delle competenze dei singoli individui con le richieste<br />

del mercato globale, ottimizzando allo stesso tempo<br />

l’efficienza della formazione.<br />

m. Ricorso ai Fondi InterProfessionali<br />

La crisi economica ha incrementato il ricorso ai finanziamenti<br />

dei Fondi InterProfessionali e dei Programmi<br />

Europei, come si è accennato in apertura.<br />

L’offerta formativa in questo caso deve essere arricchita<br />

con alcune attività complementari che consentono<br />

l’accesso e la gestione della formazione finanziata: si<br />

tratta di un vero e proprio servizio “chiavi in mano” che<br />

permette la gestione delle diverse fasi previste per accedere<br />

e fruire dei finanziamenti dei Fondi (dalla strutturazione<br />

del piano formativo, al monitoraggio, alla rendicontazione)<br />

e garantisce il rispetto delle regole e dei<br />

parametri previsti per l’ottenimento del finanziamento<br />

nel corso dell’intera durata dell’Intervento.<br />

Conclusioni<br />

Il mercato della formazione nel nostro Paese, per<br />

quanto stia vivendo le profonde trasformazioni brevemente<br />

illustrate in questo articolo, è ancora in ritardo<br />

nel quadro europeo e globale.<br />

Per colmare il gap con gli altri Paesi è importante innanzitutto<br />

che la formazione esca dalla nicchia specialistica<br />

in cui si ancora oggi spesso si trova, separata<br />

dal resto dell’azienda e tendenzialmente avulsa dai<br />

processi di business e colga, anche in via anticipatoria,<br />

le dinamiche del mercato.<br />

Solo un approccio integrato che operi a più livelli e sinergicamente<br />

su più processi di gestione e sviluppo<br />

HR e che sia fortemente connesso alle dinamiche di<br />

business può far sì che la formazione rappresenti effettivamente<br />

una leva strategica per le Organizzazioni,<br />

impattando in modo significativo non solo sulle<br />

performance aziendali ma anche sulla soddisfazione<br />

e motivazione delle persone.<br />

32 | DdP | GIUGNO 2011

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