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26 gennaio 2011<br />
PAZIENTI BORDERLINE:<br />
«TIENIMI FERMO MA NON<br />
MI TOCCARE»<br />
Molte persone con un disturbo borderline di personalità sono sensibili, intelligenti e<br />
disciplinate. Eppure soffrono di paure, di crisi, di altalene di sentimenti, del loro «essere<br />
diversi». Si può trovare aiuto nella clinica diurna Waldhaus a Coira.<br />
«I pazienti borderline possono vivere bene con<br />
i loro disturbi di personalità, devono solo sapere<br />
come», dice Rahul Gupta, medico capo<br />
del reparto di <strong>Psichiatria</strong> specialistica del Servizio<br />
psichiatrico dei Grigioni (PDGR). Il «come» i pazienti<br />
con un «disturbo di personalità emotivamente<br />
instabile», come si definisce nel linguaggio scientifico<br />
il disturbo «borderline» (linea di confine), lo<br />
imparano durante una terapia, per lo più di carattere<br />
ambulatoriale, nella clinica Waldhaus a Coira.<br />
Spesso a essere colpite sono giovani donne tra<br />
i 16 e i 25 anni. La loro vita è un’altalena di sentimenti.<br />
«Il motore è surriscaldato o sovraraffreddato»:<br />
sintetizzano così l’esperienza-borderline<br />
Rahul Gupta e Werner Guler, direttore del reparto<br />
di <strong>Psichiatria</strong> specialistica nella clinica diurna di<br />
psicoterapia Waldhaus. Chi è colpito da questo<br />
disturbo è in grado di distinguere soltanto tra<br />
«buono e cattivo» e tra «bianco e nero».<br />
«La vita quotidiana dei pazienti è caratterizzata da<br />
crisi, da conflitti relazionali, d<strong>alla</strong> paura dell’abbandono,<br />
da difficoltà sociali e talvolta anche da<br />
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