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Nuova serie (1976) XI, fascicolo 3-4 - Brixia Sacra

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Il Sant' Antonio è una delle tele più finite del nostro concittadino (15). . Bello<br />

e vario d'impianto, espressiva la fisionomia. Manca un po' di sfondo ma · le<br />

nubi sono disegnate con senso d'arte e il cielo è indovinato. Stuona nell'insieme<br />

l'avambraccio del Bambino, presenta una notevole scorrezione che, che. disgra­<br />

'ziatamente, l'autore non potrà ormai togHere. togliere. La cornice, ornante la tela, è una<br />

pregevolissima opera del' 700. Le Via Crucis, sono in maggior parte copie d'altri<br />

autori. Ma sono copiate bene, Con con varietà e moto. Il Galperti tentò unirle<br />

111 in un unico stile informatore. Sembrerebbe vi sia riuscito» (16).<br />

.<br />

Le quattordici tele (cm. 1l0x90 ciascuna, ad olio) (17) sono tuttora appese<br />

:li ai poderosi pilastri del Duomo, ed in effetti, come giustamente rileva il<br />

Marini, hanno una loro aria personale, un fare caratteristico, un timbro già<br />

novecentesco che le riscatta dall'essere confinate nell'ambito puro e semplice<br />

della copia. Ciò soprattutto in virtù di una generalizzata cromia chiara e intrisa<br />

di luce, che conferisce un senso di ariosa leggerezza anche al {orte forte plasticismo<br />

che ehe il Galperti ha saputo conferire alle figure. . Qui l'artista si dimostra abile<br />

nell'impiegare uno sfumato delicato e luminoso, di alta scuola, quale forse aveva<br />

potuto apprendere dalla frequentazione dci dei grandi lombardi del nostro Ottocento.<br />

Le stazioni I-Il-III sono tutte tiepolesche nell'impianto e nella impostazione<br />

delle figure: : ma sono pervase di un incancellabile sapore tra l'ottocentesco<br />

ed il novecentesco, che deriva dall'uso di una cromÌa cromìa particolare (e per nulla<br />

tiepolesca, questa) e dallo sfumato aereo ed acquoso, delicato, che si diceva.<br />

La quarta stazione -<br />

una delle più pit! riuscite quanto alla qualità della pittura<br />

-<br />

mostra una bella capacità sintetica nella pennellata, pochi colori ben<br />

distaccati e ben distribuiti; mentre nella quinta l'artista abbonda con eon quello<br />

sfumato tutta delicatezza, sulle figure prese dal Tiepolo.<br />

La VI stazione tenta un'impostazione più monumentale delle altre: tutta<br />

enucleata nella scena centrale ove ave s'incontrano la Veronica in abito senape ed<br />

il Cristo in tunica rosso vivo. Lo sfondo è molto sommario, così come è generalmente<br />

sintetizzato nei dipinti del Galperti rispetto a quelli del Tiepolo.<br />

Le stazioni VII, VlI, VIII, IX, X, <strong>XI</strong> X I sono tutte di chiara impostazione tiepolesca,<br />

ma se la VII VlI è suggestionata da Gian Domenico anche nei colori modulati<br />

sulle gamme dei beiges, la VIlle VIII e la IX sono più vivaci nella cromìa; cromìaj l' <strong>XI</strong><br />

(15)<br />

Si riferisce al dipinto del Duomo.<br />

(16) O 0.(., .c., p. 163.<br />

Nella stessa opera, alla p p. . 51, il Marini aggiunge, oltre alle opere che già gii! abbiamo menzionato:<br />

;donato: la tempera ornante il plafond del dci teatro di Verola, raffigurante rafliguran!e il Trionfo della<br />

luce «e non è male condotta ». ...<br />

Un paesaggino di proprietà Alessandro Rasa, «che merita il più sincero encomio ».<br />

«La morte venne a rapido capirlo a l'Arte e agli ~gli amici ~mici ancora giovane, quando poteva dare d~r('<br />

altri lavori, e forse i migliori,. il 2 gennaio 1905. Era nato il 6 gennaio 1862 ». ...<br />

(17)<br />

Sono generalmente tutte tolte in buono stato stalo di conservazione.<br />

meno<br />

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