La Tradizione Cattolica - Fraternità Sacerdotale di San Pio X
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da san Tommaso, che si applica dappertutto<br />
in campo morale. Ora il fine evidente<br />
dell’atto sessuale è, come abbiamo detto,<br />
la generazione <strong>di</strong> un altro essere umano:<br />
questo è il bene cui tende l’atto. Connesso<br />
all’atto è anche il piacere che è pure<br />
esso un bene, or<strong>di</strong>nato a facilitare e ad<br />
inclinare alla generazione, favorendo anche<br />
l’amore coniugale. Altrettanto evidente<br />
è il fatto che tra i due beni, il primo è <strong>di</strong><br />
gran lunga superiore: la generazione <strong>di</strong><br />
una persona è un bene incomparabilmente<br />
più prezioso rispetto a un piacere transitorio.<br />
Questo deve essere necessariamente<br />
subor<strong>di</strong>nato alla generazione della persona<br />
umana.<br />
Questo peccato è sì <strong>di</strong>stinto dall’aborto,<br />
ma in verità si inserisce nella sua stessa logica:<br />
se il fine del piacere è più meritevole <strong>di</strong><br />
essere perseguito nell’atto sessuale rispetto al<br />
fine che è la generazione <strong>di</strong> un figlio, il valore<br />
riconosciuto al piacere transitorio supera in<br />
qualche modo il valore dato alla vita <strong>di</strong><br />
un’altra persona. Allora perché non sarebbe<br />
più importante e quin<strong>di</strong> perché non dovrebbe<br />
prevalere il piacere, o la tranquillità della coppia,<br />
o il benessere fisico e psichico della donna<br />
sulla vita del figlio? Una stessa logica unisce<br />
contraccezione, atti omosessuali e aborto.<br />
Non stupisce allora, dopo quanto detto,<br />
che la Chiesa giu<strong>di</strong>chi così severamente il<br />
Dossier<br />
Colui che - contro l’or<strong>di</strong>nazione manifesta<br />
della natura imposta dall’Autore<br />
della natura, che vuole che l’atto sessuale<br />
sia aperto alla vita - impe<strong>di</strong>sce deliberatamente<br />
il fine principale dell’atto, sia me<strong>di</strong>ante<br />
meto<strong>di</strong> contraccettivi, sia in un rapporto<br />
omosessuale, compie un atto gravemente<br />
egoistico poiché subor<strong>di</strong>na (al punto<br />
<strong>di</strong> escluderlo positivamente) il bene <strong>di</strong><br />
una nuova vita al proprio piacere sensuale.<br />
Il peccato contro natura è a suo modo<br />
un peccato contro la vita: senz’altro<br />
non si tratta della <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> una vita<br />
esistente attualmente, ed in ciò si <strong>di</strong>fferenzia<br />
ad esempio dall’aborto (perciò il danno<br />
materiale è molto più grave nel caso<br />
dell’aborto), ma intenzionalmente si priva<br />
dell’esistenza una vita futura a cui l’atto è<br />
imme<strong>di</strong>atamente or<strong>di</strong>nato: la nuova vita<br />
non è più un’astratta possibilità ma il fine<br />
dovuto e naturale dell’atto posto. Perciò<br />
san Tommaso non esitò a <strong>di</strong>re che «dopo<br />
il peccato <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o, me<strong>di</strong>ante il quale<br />
una natura umana esistente in atto viene<br />
<strong>di</strong>strutta, tiene il secondo posto questo<br />
tipo <strong>di</strong> peccato, me<strong>di</strong>ante il quale si impe<strong>di</strong>sce<br />
la generazione della natura umana»<br />
(21).<br />
Osservando la natura, in particolare la natura umana,<br />
scopriamo le sue leggi, per leggervi la Volontà del<br />
Creatore che or<strong>di</strong>na tutto al bene delle Sue creature.<br />
peccato contro natura. Come ricorda papa <strong>Pio</strong><br />
XI: «Non vi può esser ragione alcuna, sia pur<br />
gravissima, che valga a rendere conforme a<br />
natura ed onesto ciò che è intrinsecamente<br />
contro natura. E poiché l’atto del coniugio è,<br />
<strong>di</strong> sua propria natura, <strong>di</strong>retto alla generazione<br />
della prole, coloro che nell’usarne lo rendono<br />
stu<strong>di</strong>osamente incapace <strong>di</strong> questo effetto,<br />
operano contro natura, e compiono<br />
un’azione turpe e intrinsecamente <strong>di</strong>sonesta.<br />
Quin<strong>di</strong> non meraviglia se la Maestà <strong>di</strong>vina,<br />
come attestano le stesse Sacre Scritture, abbia<br />
in sommo o<strong>di</strong>o tale delitto nefando, e<br />
l’abbia talvolta castigato con la pena <strong>di</strong> morte...»<br />
(22).<br />
17<br />
<strong>La</strong> <strong>Tra<strong>di</strong>zione</strong><br />
<strong>Cattolica</strong>