La Tradizione Cattolica - Fraternità Sacerdotale di San Pio X
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B) riempiendomi <strong>di</strong> nozioni e/o immagini<br />
decisamente nocive [ho fatto solo<br />
un esempio, citando il de Sade, per far capire<br />
come lo strumento internet mi espone con<br />
gran<strong>di</strong>ssima facilità a deviare dalla ricerca<br />
intrapresa]; quin<strong>di</strong> come minimo…<br />
C) ho perso tempo [«Tempus breve<br />
est…» (1 Cor 7, 29)];<br />
D) mi sono messo in occasione più o<br />
meno prossima <strong>di</strong> peccato [«Chi, senza<br />
ragione sufficiente, non fugge un’occasione<br />
<strong>di</strong> peccare, per il fatto stesso fa un peccato<br />
della stessa specie della colpa, nel cui pericolo<br />
si mette o rimane» (10)], con il rischio<br />
concreto <strong>di</strong>…<br />
E) perdere l’anima.<br />
Niente male.<br />
E tutto ciò perché? Per non tener conto,<br />
da un lato, della potenzialità dello strumento<br />
e, dall’altro, delle sagge regole dettate<br />
dalla prudenza bimillenaria <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Madre<br />
Chiesa.<br />
Giovanni 8, 34,«Chi fa il peccato è schiavo del<br />
peccato»<br />
Ma soprattutto, per non tenere conto<br />
del fatto che la facoltà <strong>di</strong> peccare non è libertà<br />
ma servitù. Altro che “liberi <strong>di</strong>…”.<br />
<strong>San</strong> Tommaso così commenta il passo<br />
<strong>di</strong> Giovanni 8, 34, in cui si legge «Chi fa il<br />
peccato è schiavo del peccato»: «Ogni cosa<br />
è ciò che le conviene secondo la propria<br />
natura. Quando dunque è mossa per impulso<br />
estraneo, non agisce in modo autonomo, ma<br />
per influenza altrui, cioè servilmente. Ora,<br />
l’uomo è [un essere] ragionevole per natura.<br />
Quando dunque agisce secondo ragione,<br />
agisce <strong>di</strong> propria iniziativa e secondo la<br />
propria natura: questa è libertà. Quando,<br />
invece, commette peccato, agisce contro<br />
ragione e allora egli è sospinto quasi da un<br />
altro e imprigionato entro i limiti altrui;<br />
perciò chiunque commette il peccato è<br />
schiavo del peccato» (11). E qui chiudo,<br />
con una frase storica da mandare a memoria:<br />
«Rara temporum felicitas,<br />
ubi sentire quae velis,<br />
et quae sentias <strong>di</strong>cere licet»,<br />
la cui traduzione farà fuggire inorri<strong>di</strong>to<br />
l’ultimo superstite dei miei tre Lettori:<br />
«Rara è la felicità dei tempi<br />
in cui è lecito pensare ciò che vuoi<br />
e <strong>di</strong>re ciò che pensi»<br />
(Tacito, Hist. I, 1, 19).<br />
—————-<br />
Note:<br />
1. Per libertà qui il Papa Leone XIII intende<br />
il libero arbitrio, definito più avanti come<br />
«facoltà <strong>di</strong> scegliere tra i mezzi che conducono<br />
ad un determinato fine». È libero colui che ha la<br />
facoltà <strong>di</strong> scegliere tra più cose.<br />
2. Leone XIII, lett. enc. Libertas, 20 giugno<br />
1888, cit.<br />
3. <strong>Pio</strong> XI, lett. enc. Divini Illius Magistri<br />
del 31 <strong>di</strong>cembre 1929.<br />
4. Dizionario <strong>di</strong> teologia morale, Roberti-<br />
Palazzini, ed. Stu<strong>di</strong>um, Roma 1961, voce Censura.<br />
5. Id., ib.<br />
6. Id., voce In<strong>di</strong>ce dei libri proibiti.<br />
7. Id., ib.<br />
8. Enciclope<strong>di</strong>a <strong>Cattolica</strong>, col. 1825ss,<br />
voce<br />
In<strong>di</strong>ce.<br />
9. Cit. in Marcel Lefebvre, Lo hanno detronizzato,<br />
ed. Amicizia Cristiana, Chieti, 2009,<br />
pag. 92.<br />
10. Dizionario <strong>di</strong> teologia morale, cit.,<br />
voce Occasionario.<br />
<strong>La</strong> <strong>Tra<strong>di</strong>zione</strong><br />
<strong>Cattolica</strong><br />
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