La Tradizione Cattolica - Fraternità Sacerdotale di San Pio X
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vengano educati secondo valori <strong>di</strong>versi da<br />
quelli dei genitori. Purtroppo, come noto, a<br />
partire dalla Rivoluzione francese, vengono<br />
accentuati i tratti <strong>di</strong> una politica anticlericale,<br />
già emersi con il “giuri<strong>di</strong>zionalismo” (o<br />
“giuseppinismo”) settecentesco, mirata a<br />
privare la Chiesa <strong>di</strong> ogni influenza e potere<br />
all’interno degli stati, a <strong>di</strong>struggere le opere<br />
della regalità sociale <strong>di</strong> Cristo, a relegarne le<br />
attività nell’ambito della sfera spirituale,<br />
comunque sotto un ferreo controllo dello<br />
stato stesso.<br />
Così, se fino alla Rivoluzione francese,<br />
le scuole, e in generale l’educazione dei<br />
giovani, erano pressoché totalmente gestite<br />
da or<strong>di</strong>ni religiosi, nel corso dell’Ottocento<br />
si assiste a un continuo assalto a questa tra<strong>di</strong>zione,<br />
con politiche miranti alla soppressione<br />
delle scuole cattoliche e alla gestione<br />
da parte dello stato <strong>di</strong> tutta la formazione<br />
scolastica, <strong>di</strong>venuta appunto, “pubblica” (in<br />
Italia dopo il Risorgimento, in Germania<br />
con il “Kulturkampf” <strong>di</strong> Bismarck, in Francia,<br />
a inizio Novecento, con la soppressione<br />
<strong>di</strong> più <strong>di</strong> 3000 scuole cattoliche). Nel Novecento<br />
poi i regimi totalitari, in particolare<br />
comunisti, hanno accentuato questo monopolio<br />
della scuola, trasformandola nello<br />
strumento fondamentale <strong>di</strong> plasmazione<br />
ideologica della gioventù, secondo il modello<br />
roussoiano dello “stato pedagogo”.<br />
Oggi la scuola <strong>di</strong> stato, o pubblica, si<br />
ammanta del titolo <strong>di</strong> laica o liberale, ovvero<br />
ama presentarsi come una scuola che<br />
permette che al suo interno siano sostenute<br />
tutte le possibili opinioni e credenze, da<br />
parte sia degli studenti, che degli insegnanti;<br />
in essa dunque può crescere anche un<br />
fanciullo cattolico, si <strong>di</strong>ce, visto che nessuno<br />
gli impe<strong>di</strong>rà <strong>di</strong> manifestare il suo pensiero<br />
o la sua fede. Ma i fatti e la storia <strong>di</strong>mostrano<br />
che all’interno della scuola liberale<br />
così concepita si impone ben presto<br />
un’ideologia comune segnata dal naturalismo,<br />
dal liberalismo, da un più o meno larvato<br />
anticristianesimo. Inoltre, anche a voler<br />
credere che una scuola laica e tollerante<br />
sia possibile, essa rappresenterebbe già un<br />
male e un pericolo per un giovane cattolico,<br />
abituandolo a crescere <strong>di</strong>scutendo e dubitando<br />
<strong>di</strong> tutto e facendo propria una mentalità<br />
che considera la fede cristiana<br />
un’opinione rispettabile fra altre e niente<br />
più.<br />
Crisi della Chiesa, crisi della scuola<br />
A partire dal Concilio Vaticano II,<br />
come noto, è iniziata una paurosa crisi della<br />
Chiesa e uno dei segni più gravi, anche se<br />
non il più vistoso, della crisi in questione è<br />
rappresentato dal fatto che proprio a partire<br />
dal Concilio la gerarchia episcopale cattolica<br />
ha smesso <strong>di</strong> sottolineare quanto sia importante<br />
che i giovani cattolici frequentino<br />
scuole cattoliche appartenenti ai tanti or<strong>di</strong>ni<br />
de<strong>di</strong>cati all'istruzione e alla formazione dei<br />
giovani (1). Gradatamente, e in modo sempre<br />
più netto, vescovi e conferenze episcopali<br />
hanno iniziato a manifestare approva-<br />
<strong>La</strong> <strong>Tra<strong>di</strong>zione</strong><br />
<strong>Cattolica</strong><br />
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