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❖ L ’ E S P E R T O R I S P O N D E<br />

Calvi e c<strong>on</strong>tenti?<br />

Questo è il periodo della caduta dei capelli. La calvizie,<br />

inoltre, se rappresenta un problema per gli uomini diventa,<br />

addirittura, inaccettabile per le d<strong>on</strong>ne.<br />

Per parlare di questo abbiamo<br />

c<strong>on</strong>tattato il professore Andrea<br />

Peserico Direttore della clinica<br />

dermatologica presso l’Università<br />

di Padova.<br />

Bu<strong>on</strong>giorno, allora questo è un periodaccio per<br />

la caduta dei capelli, ma ogni volta in autunno<br />

abbiamo questo problema che i capelli cad<strong>on</strong>o?<br />

ANDREA PESERICO «Certamente, questo lieve<br />

aumento della caduta dei capelli che si presenta<br />

in primavera e in autunno è normale, perché in<br />

realtà ricorda quando eravamo degli animaletti<br />

e facevamo la muta perché noi capelli ne perdiamo<br />

tutti i giorni perché c’è un ciclo cad<strong>on</strong>o ricresc<strong>on</strong>o<br />

eccetera, però è un ciclo assincr<strong>on</strong>o , quindi<br />

ne perdo un certo numero oggi ne perdo un<br />

certo numero domani un certo numero dopodomani<br />

e n<strong>on</strong> me ne accorgo sostanzialmente,<br />

quando a motivo della luce solare eccetera per<br />

tutta una serie di questi<strong>on</strong>i ambientali che ci<br />

influenzano questi cicli si sincr<strong>on</strong>izzano, allora<br />

ne vedo cadere apparentemente di più, è solo<br />

una questi<strong>on</strong>e di sincr<strong>on</strong>izzazi<strong>on</strong>e della caduta».<br />

Ma quando noi vediamo questo diradamento,<br />

quando l’uomo si accorge che sta perdendo i<br />

capelli che cosa sta succedendo?<br />

ANDREA PESERICO «In realtà n<strong>on</strong> è che cad<strong>on</strong>o i<br />

capelli, in realtà è che si rallenta la crescita quindi<br />

è un pò diverso».<br />

Qui si parla di problemi di tipo androgenetico?<br />

ANDREA PESERICO «Androgenetico che vuol dire<br />

alopecia dell’uomo e questo lo diceva già<br />

Aristotele 2000 anni fa, che diceva che i capelli<br />

n<strong>on</strong> li perd<strong>on</strong>o le d<strong>on</strong>ne i bambini e gli e<strong>on</strong>uchi,<br />

infatti se noi diamo ad una d<strong>on</strong>na del testoster<strong>on</strong>e,<br />

ovvero degli androgeni degli orm<strong>on</strong>i maschili,<br />

anche la d<strong>on</strong>na andrà inc<strong>on</strong>tro ad una alopecia<br />

androgenetica ad una calvizia maschile, le<br />

potranno crescere i peli e così via, in realtà<br />

anche le d<strong>on</strong>ne produc<strong>on</strong>o un pò di androgeni<br />

maschili ma questi s<strong>on</strong>o in qualche modo<br />

mascherati dagli estrogeni».<br />

Che differenza c’è tra calvizie e cadute dei capelli ?<br />

ANDREA PESERICO «S<strong>on</strong>o due cose completamente<br />

diverse, nel senso che le calvizie s<strong>on</strong>o quel diradamento<br />

che si vede in certe parti del cuoio<br />

capelluto, si vede la rarefazi<strong>on</strong>e dei capelli<br />

soprattutto nella parte alta del capo, quella tipica<br />

che si vede “la pelata del maschio” diciamo<br />

e questa è dovuta più a una caduta di capelli che<br />

ad un difetto di crescita, perché gli orm<strong>on</strong>i vanno<br />

ad influire sull’attività del follicolo piosebaceo. La<br />

caduta dei capelli invece è una cosa molto più<br />

generica perché i capelli cad<strong>on</strong>o normalmente<br />

perchè tutti i capelli cad<strong>on</strong>o, il problema è se ne<br />

Un calvo celebre e felice<br />

l’attore Bruce Willis.<br />

cad<strong>on</strong>o di più di quanto ne stanno crescendo».<br />

La calvizie è una malattia ereditaria e quindi<br />

incurabile?<br />

ANDREA PESERICO «No, intanto la calvizie n<strong>on</strong> è<br />

ereditaria però c’è una predisposizi<strong>on</strong>e genetica,<br />

n<strong>on</strong> è una malattia ma è un carattere sessuale<br />

sec<strong>on</strong>dario cioè è normale per un maschio<br />

adulto poter avere un certo livello di calvizie,<br />

tanto è vero che c’è l’hanno anche i primati superiori».<br />

Arriviamo alle cure, ci s<strong>on</strong>o parecchie cose in<br />

giro che serv<strong>on</strong>o a n<strong>on</strong> perdere i capelli o addirittura<br />

farli ricrescere, che cosa funzi<strong>on</strong>a realmente?<br />

ANDREA PESERICO «Allora, bisogna capire intanto<br />

che tipo di caduta, nella caduta del maschio<br />

ovvero la alopecia androgenetica ci s<strong>on</strong>o due<br />

prodotti sostanzialmente, uno che si usa per via<br />

topica che è il Minoxidil e che è stato scoperto<br />

per caso perché veniva usato per l’ipertensi<strong>on</strong>e,<br />

hanno visto che chi ne faceva uso gli crescevano<br />

i capelli, quindi è un prodotto che si applica sul<br />

cuoio capelluto e stimola la crescita del capello e<br />

poi c’è un altro prodotto che si prende invece per<br />

bocca e che va in qualche modo a saturare i<br />

recettori per gli androgeni cioè quindi va a bloccare<br />

l’azi<strong>on</strong>e sul follicolo piosebaceo dell’azi<strong>on</strong>e<br />

degli androgeni è un prodotto che è lo stesso che<br />

si usa per problemi di ipertrofia prostatica solo a<br />

dosaggi molto molto molto inferiori».<br />

Quindi è meglio usare quello topico forse?<br />

ANDREA PESERICO «Ma no, anche l’altro si usa se<br />

usato correttamente n<strong>on</strong> ha mai avuto effetti collaterali,<br />

solo che ambedue questi prodotti n<strong>on</strong><br />

funzi<strong>on</strong>ano su tutti, funzi<strong>on</strong>ano solo in un’alta<br />

percentuale di pazienti ma n<strong>on</strong> in tutti e n<strong>on</strong> si sa<br />

perché in alcuni n<strong>on</strong> funzi<strong>on</strong>ano e poi soprattutto<br />

quando smetti di prenderli ricomincia tutto da<br />

capo essendo un processo fisiologico».<br />

Intervista raccolta da Barry Mas<strong>on</strong><br />

<str<strong>on</strong>g>UNO</str<strong>on</strong>g>MAGAZINE 46<br />

S<strong>on</strong>nambulismo<br />

Circa il 3% degli adulti soffre di<br />

s<strong>on</strong>nambulismo ne parliamo c<strong>on</strong><br />

la dottoressa Giorgia Chinaglia<br />

del centro multidisciplinare della<br />

medicina del s<strong>on</strong>no di Dolo.<br />

Svegliare all’improvviso un s<strong>on</strong>nambulo<br />

sembra n<strong>on</strong> sia così pericoloso<br />

come si credeva un tempo,<br />

però può avere, comunque, c<strong>on</strong>seguenze<br />

importanti?<br />

GIORGIA CHINAGLIA «Certamente sì, classicamente<br />

si dice sempre di n<strong>on</strong> risvegliarlo<br />

perché se viene risvegliato potrebbe essere<br />

aggressivo. N<strong>on</strong> è così, semplicemente<br />

il s<strong>on</strong>nambulo ha il suo certo modo di<br />

c<strong>on</strong>durre e gestire i movimenti che sta<br />

facendo ed ha una sua vigilanza un po’<br />

particolare. Se noi lo svegliamo completamente<br />

il soggetto n<strong>on</strong> capisce bene dove<br />

si trova e quindi può avere dei comportamenti<br />

un po’ strani ma, semplicemente,<br />

perchè n<strong>on</strong> comprende che cosa sta<br />

facendo e perché si trova in quella stanza.<br />

Quindi n<strong>on</strong> un comportamento direi violento,<br />

ma il comportamento di una pers<strong>on</strong>a<br />

sorpresa che si domanda “che cosa sta<br />

facendo qui se ero a letto e stavo dormendo?”.<br />

Ben diverso invece è il comportamento<br />

violento delle pers<strong>on</strong>e che vanno<br />

a mettere in atto ciò che stanno sognando<br />

ecco, in questo caso, sì che risvegliare<br />

il paziente può essere utile e per due<br />

ragi<strong>on</strong>i: perchè così il paziente n<strong>on</strong> si fa<br />

male e, soprattutto, n<strong>on</strong> fa male a chi gli<br />

sta vicino. Ma questa n<strong>on</strong> può essere che<br />

una misura, ovviamente, temporanea è<br />

f<strong>on</strong>damentale, infatti, che questi pazienti<br />

vengano diagnosticati e curati a differenza<br />

dei s<strong>on</strong>nambuli che c<strong>on</strong>vivranno c<strong>on</strong><br />

un disturbo innocente».<br />

Un atteggiamento del tipo “gridare<br />

nella notte perché si è spaventati<br />

da qualcuno che ci sta inseguendo”<br />

può essere c<strong>on</strong>siderato<br />

s<strong>on</strong>nambulismo?<br />

GIORGIA CHINAGLIA «Questa è una bellissima<br />

domanda, perché questo è un altro<br />

disturbo ancora, per cui il paziente che<br />

grida solamente è un paziente che ha un<br />

disturbo che si chiama “pavor nocturnus“<br />

ed anche questo è un disturbo di per sè<br />

assolutamente innocente. A volte però<br />

finiamo per dover dare dei farmaci perché<br />

il disturbo è talmente frequente da rendere<br />

il paziente così angosciato da n<strong>on</strong> voler<br />

più andare a letto, ma ripeto di per sè n<strong>on</strong><br />

si tratta di una vera è propria malattia».

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