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Sapete che vi dico? Adesso basta<br />

Per l’avvio di una nuova vita c’è<br />

bisogno di un bu<strong>on</strong> avvocato,<br />

assicura Sim<strong>on</strong>e Perotti nel suo<br />

ultimo libro. La cosa, evidentemente,<br />

n<strong>on</strong> turba tutti quelli che s<strong>on</strong>o<br />

corsi in massa ad acquistarlo.<br />

A cosa imputa il successo del suo<br />

libro esaurito in soli 4 giorni? Al<br />

fatto di aver intercettato il desiderio<br />

di tutti noi di voler cambiare vita?<br />

SIMONE PEROTTI «Effettivamente deve aver colpito<br />

il sottotitolo “lasciare il lavoro e cambiare<br />

vita”, perché nessuno poteva averlo ancora<br />

letto in soli 4 giorni ed innescato il passaparola,<br />

evidentemente assieme all’editore abbiamo<br />

messo un dito nella piaga. L’Italia soprattutto<br />

fra quelli che hanno fra i 35 e i 50 anni ha un<br />

po’ il nervo scoperto su questa cosa».<br />

Perché lei ha deciso di cambiar vita,<br />

n<strong>on</strong> era soddisfatto della sua vita<br />

precedente, n<strong>on</strong> era gratificato a<br />

sufficienza?<br />

SIMONE PEROTTI «No, no al c<strong>on</strong>trario. Io s<strong>on</strong>o<br />

stato un dirigente d’azienda, come tantissimi<br />

ce ne s<strong>on</strong>o, ho lavorato in varie aziende facendo<br />

un bellissimo lavoro che è quello della<br />

comunicazi<strong>on</strong>e, delle relazi<strong>on</strong>i pubbliche, della<br />

pubblicità, del marketing, ero molto gratificato.<br />

Avevo potuto fare la mia piccola strada, la mia<br />

piccola carriera. Nel mio libro scrivo proprio che<br />

cambiare vita per fuggire, quando c’è qualcosa<br />

che n<strong>on</strong> va, è un pessimo inizio, perché quando<br />

si fugge poi si tende a cercare una specie di<br />

“El Dorado” dietro l’angolo, dove<br />

scorre latte e miele ma che invece<br />

n<strong>on</strong> esiste. Io ho voluto cambiare<br />

vita per poter essere più libero,<br />

dalla schiavitù del traffico, da<br />

impegni, agende e viaggi... tutte<br />

cose che, sec<strong>on</strong>do me, occupano<br />

troppo spazio nella nostra vita».<br />

❖<br />

Parliamo di libertà, lei<br />

afferma che “questa<br />

nuova acquisita libertà<br />

ricordatelo n<strong>on</strong> è una<br />

scampagnata per bu<strong>on</strong>temp<strong>on</strong>i<br />

ma è una guerra”.<br />

Ci spiega a cosa si riferisce?<br />

SIMONE PEROTTI «Voler essere liberi nel 2009, in<br />

Europa, nell’Occidente sviluppato è una cosa<br />

piuttosto complicata. Apparentemente siamo<br />

liberi, apparentemente godiamo di molto<br />

benessere, apparentemente abbiamo tanti<br />

strumenti a disposizi<strong>on</strong>e, tante fibre ottiche,<br />

tanti gadget, però n<strong>on</strong> siamo davvero liberi. Ho<br />

riempito quattro pagine di punti, c<strong>on</strong> l‘asterisco<br />

accanto, di cose che n<strong>on</strong> possiamo fare: dallo<br />

scegliere l’ora in cui svegliarci alla mattina o a<br />

cui andare a dormire la sera, dallo sceglierci le<br />

pers<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> cui passiamo 10 ore al giorno, dall’andare<br />

in vacanza tutti insieme, al dover fare<br />

tutti le stesse cose. Tutto questo grande elenco<br />

di cose n<strong>on</strong> indica l’identikit di un uomo libero<br />

ma quello di uno schiavo e questo può anche<br />

piacere se si è molto motivati nella propria carriera,<br />

a me, ad un certo punto, è sembrato un<br />

<strong>on</strong>ere troppo grande».<br />

L I F E S T Y L E<br />

Sim<strong>on</strong>e Perotti è una pers<strong>on</strong>a che ha deciso di mettere un punto fermo alla propria vita e di<br />

rivolgersi verso altri e più gratificanti obiettivi. Questa esperienza ha dato origine ad un caso<br />

editoriale il suo libro “Adesso basta” infatti, ha esaurito la prima tiratura in soli quattro giorni.<br />

<str<strong>on</strong>g>UNO</str<strong>on</strong>g>MAGAZINE 52<br />

Ma tutti si poss<strong>on</strong>o<br />

permettere di cambiare<br />

vita oppure è<br />

necessario aver<br />

messo da parte delle<br />

risorse ec<strong>on</strong>omiche?<br />

SIMONE PEROTTI «Anzitutto<br />

vorrei dire che io ho iniziato<br />

dal basso, n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o figlio di<br />

notai, politici, parlamentari<br />

o cose del genere, mi s<strong>on</strong>o<br />

messo in un settore in cui<br />

c<strong>on</strong>tavano molto le relazi<strong>on</strong>i.<br />

Ho iniziato guadagnando<br />

60.000 lire lorde al giorno,<br />

quando mi chiamavano in<br />

agenzia di relazi<strong>on</strong>i pubbliche.<br />

Ho avuto la possibilità di fare un pochino<br />

di carriera e sebbene, negli ultimi 5, 7 anni,<br />

guadagnassi molto bene, prima n<strong>on</strong> era affatto<br />

così. A Milano quando si fa questo tipo di vita<br />

bisogna poi anche spendere molto, quindi in<br />

realtà io n<strong>on</strong> ho molti soldi da parte. Me lo<br />

chied<strong>on</strong>o tutti, diciamo che ne ho per 3, 4 anni<br />

giusto se le cose n<strong>on</strong> si mett<strong>on</strong>o bene, però<br />

devo fare una serie di lavori, di piccoli lavori per<br />

guadagnare i soldi che mi serv<strong>on</strong>o. Io ho l’impressi<strong>on</strong>e<br />

che il vero vincolo di chi vuole cambiare<br />

vita n<strong>on</strong> sia tanto quello dei soldi, perché<br />

in dieci, quindici anni, che io indico come<br />

tempo necessario per raggiungere il sogno di<br />

cambiare vita, si può fare molto di più di quello<br />

che pensiamo per prepararci anche ec<strong>on</strong>omicamente.<br />

Poi, però, bisogna rischiare».<br />

Intervista raccolta da Claudio Campagnolo<br />

Photo A. Galati<br />

❖ L ’ E S P E R T O R I S P O N D E<br />

Che fare se l’amore<br />

si trasforma in disamore?<br />

Gianna Schelotto, psicologa e psicoterapeuta, a Padova<br />

in occasi<strong>on</strong>e dei 40 anni di “Telef<strong>on</strong>o Amico”, ha parlato<br />

dei più importanti temi riguardanti l’ascolto e la solidarietà.<br />

Tra le richieste di aiuto più frequenti fatte al Telef<strong>on</strong>o Amico ci s<strong>on</strong>o<br />

quelle sugli amori mancati e sugli amori finiti. In questi casi la cosa<br />

più importante è aiutare la pers<strong>on</strong>a a capire che, quando un amore<br />

finisce o va male, spesso accade perché si ama troppo poco se stessi.<br />

È importante recuperare l’amore verso se stessi?<br />

GIANNA SCHELOTTO «È importante, soprattutto, n<strong>on</strong> utilizzare una storia finita male come un<br />

ennesimo segno della propria indegnità, della propria colpevolezza ma ripiegarsi, c<strong>on</strong>centrarsi<br />

e cercare di dare di più a se stessi».<br />

Come si inserisce in questo c<strong>on</strong>testo il c<strong>on</strong>cetto di solidarietà?<br />

GIANNA SCHELOTTO «Si inserisce molto bene perché nel momento in cui una pers<strong>on</strong>a viene aiutata<br />

a ric<strong>on</strong>oscere se stessa e ad apprezzarsi, diventa più empatica rispetto agli altri. Cioé è<br />

più facile comunicare attraverso le emozi<strong>on</strong>i, quando n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o le barriere che elevano le<br />

pers<strong>on</strong>e che si sent<strong>on</strong>o in colpa, che si sent<strong>on</strong>o indegne e che hanno un senso di inferiorità».<br />

Quando un amore n<strong>on</strong> si realizza o, peggio, fugge da noi qual è l’errore più<br />

frequente che commettiamo in questi frangenti?<br />

GIANNA SCHELOTTO «Spesso si chiede all’altro molto più di quanto l’altro possa dare e, siccome<br />

l’altro n<strong>on</strong> è in grado di darci ciò che chiediamo, pensiamo di n<strong>on</strong> essere amati mentre invece<br />

bisognerebbe soltanto rivedere e ricollocare le nostre aspettative e anche la capacità di<br />

essere disp<strong>on</strong>ibili per l’altro».<br />

Il famoso “chiodo scaccia chiodo” funzi<strong>on</strong>a ancora?<br />

GIANNA SCHELOTTO «Funzi<strong>on</strong>a nel senso che se io mi sento abband<strong>on</strong>ata e penso che nessuno<br />

si voglia più occupare di me, la prova che qualcuno ancora si sta occupando di me, mi ridà un<br />

po’ di sicurezza. Ma, detto questo, se n<strong>on</strong> si risolv<strong>on</strong>o i problemi che s<strong>on</strong>o stati alla base del<br />

fallimento del rapporto precedente, ci s<strong>on</strong>o grandi possibilità che fallisca anche il successivo».<br />

Intervista raccolta da Claudio Campagnolo<br />

<str<strong>on</strong>g>UNO</str<strong>on</strong>g>MAGAZINE 53<br />

Nella foto: Gianna SCHELOTTO, psicologa, c<strong>on</strong> la collega<br />

Serenella SALOMONI moderatrice dell’inc<strong>on</strong>tro promosso<br />

da “Telef<strong>on</strong>o Amico”. (Ph. M.Maschio ©)<br />

L’INCONTRO IN PILLOLE<br />

Telef<strong>on</strong>o Amico fermarsi ad ascoltare una pers<strong>on</strong>a<br />

che soffre è molto difficile per chi, come uno psicologo, n<strong>on</strong><br />

ha fatto un percorso terapico – spiega la psicologa<br />

Serenella Salom<strong>on</strong>i – chi risp<strong>on</strong>de al “Telef<strong>on</strong>o Amico”<br />

resta nell’an<strong>on</strong>imato così come il terapeuta si mette sempre<br />

alle spalle del paziente in posizi<strong>on</strong>e nascosta.<br />

L’amore che problema il problema principale<br />

nelle pers<strong>on</strong>e che chiamano il “Telef<strong>on</strong>o Amico” è l’amore.<br />

Spesso chiamiamo amore molte cose che n<strong>on</strong> hanno nulla a<br />

che fare c<strong>on</strong> l’amore. Esso nasce, anzitutto, dall’amore per<br />

se stessi, in quanto se n<strong>on</strong> mi voglio bene cerco nell’altro un<br />

ripianamento. Le d<strong>on</strong>ne che, senza uomini, si sent<strong>on</strong>o come<br />

mutilate è perché dev<strong>on</strong>o colmare dei vuoti: questo n<strong>on</strong> ha<br />

nulla a che vedere c<strong>on</strong> l’amore.<br />

L’amore genitoriale spesso quella mancanza di<br />

amore genitoriale, che viene messa come causa della frenetica<br />

ed incessante ricerca d’amore in un partner, n<strong>on</strong> c’è<br />

stata in effetti. Semplicemente ci si trova di fr<strong>on</strong>te a pers<strong>on</strong>e<br />

che chiedevano più amore di quello che i loro genitori<br />

erano in grado di dare; pers<strong>on</strong>e che hanno una sorta di<br />

voracità affettiva e n<strong>on</strong>, quindi, genitori che n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o stati<br />

in grado di amare.<br />

I figli e il distacco anche trattenere i figli nei distacchi<br />

familiari, che s<strong>on</strong>o necessari alla crescita, è una forma<br />

di disamore, in questo senso è esemplificativo il mito di<br />

Achille e Teti. Teti immerge nel fiume il figlio Achille ma lo<br />

trattiene tenendolo per il tall<strong>on</strong>e, quel tall<strong>on</strong>e che sarà il<br />

suo punto debole e vulnerabile per tutta<br />

la sua vita.<br />

Sentimento e fisicità la sessualità<br />

è comunicazi<strong>on</strong>e, n<strong>on</strong> basta il desiderio<br />

fisico ma serve la capacità di darsi<br />

veramente all’altro.<br />

La seduzi<strong>on</strong>e amare vuol dire<br />

sedurre, ma in modo positivo e quindi<br />

c<strong>on</strong> il reciproco scambio degli aspetti di<br />

sé che n<strong>on</strong> si c<strong>on</strong>osc<strong>on</strong>o, nel gioco seduttivo<br />

dell’amore. Entrare nella testa dell’altro<br />

e dominarlo n<strong>on</strong> è seduzi<strong>on</strong>e ma<br />

l’esercizio di un potere che porta c<strong>on</strong> sé solo disamore.<br />

L’amore dopo gli Anta l’amore è un sentimento<br />

giovane n<strong>on</strong> è una cosa da giovani. Dipende dall’autostima<br />

di una pers<strong>on</strong>a il poter essere amata per come è, n<strong>on</strong> per<br />

come appare. Se n<strong>on</strong> c’è autostima, n<strong>on</strong> c’è amore.<br />

Disamore diffidare di tutti coloro che dic<strong>on</strong>o “lo faccio<br />

per il tuo bene”.<br />

La solitudine ci s<strong>on</strong>o vari tipi di solitudine: quella per<br />

assenza, quella per eccesso di presenza. La solitudine per<br />

mancanza di sé è la solitudine più difficile da affr<strong>on</strong>tare;<br />

quella da mancanza di altri, a volte, può anche essere cercata<br />

se si tratta del voler star soli per pienezza di sé.<br />

Margherita Maschio

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