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Filippo Guagnano - Ssai - Ministero Dell'Interno

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CONTRIBUTI E SAGGI<br />

negoziale nella disciplina del pubblico impiego, intendeva affrontare un passaggio,<br />

ritenuto cruciale, del percorso verso la modernizzazione della Pubblica Amministrazione:<br />

la questione del personale. Inoltre, le difficoltà incontrate in passato dall’Ufficio<br />

per la riforma nell’assicurare il coordinamento delle iniziative finalizzate<br />

all’innovazione amministrativa 42 , a causa delle resistenze di alcuni ministeri culminate,<br />

in qualche circostanza, nella rivendicazione di una posizione di guida contro<br />

le prerogative stesse dell’Ufficio 43 , suggerirono di dislocare presso il Dipartimento<br />

“un contingente di cinque ispettori di finanza comandati dalla Ragioneria generale<br />

dello Stato e di cinque funzionari particolarmente esperti in materia, comandati<br />

dal ministero dell’Interno” con “il compito di verificare la corretta applicazione<br />

degli accordi collettivi stipulati presso” l’universo delle amministrazioni pubbliche<br />

44 .<br />

In tal modo, il controllo sull’efficienza e l’economicità dell’azione amministrativa<br />

faceva leva sulla funzione ispettiva, portando all’interno della struttura che<br />

avrebbe dovuto condurlo quelle professionalità maturate nel corso della storia<br />

amministrativa nell’ambito di ministeri (Interno e Tesoro) affermatisi come strutture<br />

portanti dell’assetto amministrativo del Paese.<br />

L’esperienza dei primi anni di attività dell’Ispettorato, il cui mandato si attestava<br />

su un ambito concettualmente circoscritto ma quantitativamente esteso, non<br />

si dimostrò risolutiva del vecchio nodo del coordinamento, scontando, ancora una<br />

volta, la difficoltà del raccordo con altre amministrazioni e del conseguente governo<br />

del timone dell’innovazione. Ciononostante, l’opera degli ispettori fu in grado<br />

di stimolare, almeno in parte, quella circolazione di informazioni tra le diverse<br />

amministrazioni e tra centro e periferia, la cui mancanza aveva rappresentato un<br />

ostacolo alla realizzazione di ogni disegno di modernizzazione. Per questa ragione,<br />

al fine di rafforzare l’azione del Dipartimento della Funzione Pubblica sull’altro<br />

42<br />

Cfr. SEPE, ibidem, 415-31, spec. 420-2 e 427-8.<br />

43<br />

Fu il caso, ad esempio, del progetto concernente la meccanizzazione dell’attività amministrativa, lanciato dall’Ufficio<br />

per la riforma nel 1952, ma la cui direzione fu rivendicata dal Provveditorato generale dello Stato, con<br />

la conseguenza che il coordinamento sfumò in una suddivisione di compiti tra le due strutture. Sul punto v.<br />

SEPE, ibidem, 424-5.<br />

44<br />

Art. 27, co. 4, l. 29.03.1983, n. 93.<br />

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