Filippo Guagnano - Ssai - Ministero Dell'Interno
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CONTRIBUTI E SAGGI<br />
andava consolidandosi intorno a quel corpo di alti e, col tempo, sempre più autorevoli<br />
funzionari della Inspection Générale des Finances, il cui punto di forza era<br />
costituito dal carattere interministeriale della sua attività 10 , l’amministrazione italiana,<br />
nata dal disegno cavouriano del 1853, faceva registrare la presenza di strutture<br />
ispettive solo in alcuni ministeri. La scelta, caldeggiata da Cavour 11 , recava,<br />
verosimilmente, il segno di un’intrinseca debolezza della neonata amministrazione<br />
unitaria, quasi marchio di origine che ne avrebbe contrassegnato la fisionomia nel<br />
corso del successivo sviluppo storico.<br />
Per quanto interessanti, le esperienze maturate nel primo quarantennio di<br />
vita amministrativa unitaria, fra le quali indubbiamente più significative furono<br />
quelle dei ministeri della Pubblica Istruzione 12 e dell’Interno 13 , non ebbero quella<br />
portata e quella incisività tali da indurre un consolidamento della funzione ispettiva.<br />
Anzi, le frequenti riorganizzazioni dei corpi ispettivi, con alternanza di soppressioni<br />
e nuove istituzioni, per effetto di normative tra loro non sempre coerenti,<br />
e l’ostilità manifestata dagli apparati ministeriali deputati a compiti di amministrazione<br />
attiva relegarono la funzione ai margini della vita amministrativa, riducendola<br />
“a un’incidenza tanto frammentaria e, alla lunga, così insignificante” 14 .<br />
Tuttavia, le esperienze condotte nel <strong>Ministero</strong> dell’Interno, in special modo<br />
durante la direzione crispina, segnalavano, almeno nei proponimenti dichiarati, il<br />
tentativo di edulcorare la natura autoritaria dell’ispezione, individuando nell’attività<br />
dell’ispettore, di colui cioè che “porta il pensiero, l’occhio, la mano del governo<br />
ai diversi centri e alle più lontane periferie” 15 , uno scopo anche didattico e col-<br />
10<br />
Cfr. QUERMONNE J. L., L’appareil administratif de l’État, Paris, Éditions du Seuil, 1991, 83.<br />
11<br />
Cfr. MELIS G., Storia dell’amministrazione italiana (1861-1993), Bologna, Il Mulino, 26, nota 37.<br />
12<br />
Ibidem, 86-8.<br />
13<br />
Cfr. GIANNETTO M., “Dalle ispezioni alle questure e prefetture al controllo della società civile. Il servizio<br />
ispettivo del <strong>Ministero</strong> dell’Interno fra età liberale e fascismo”, sta in MELIS G. (a cura di), Etica pubblica e amministrazione.<br />
Per una storia della corruzione nell’Italia contemporanea, Napoli, CUEN, 1999, 138-59; MELIS, Storia<br />
dell’amministrazione italiana, 88-9 e 158-60; SEPE, Amministrazione e storia, 399-400.<br />
14<br />
MELIS, Storia dell’amministrazione italiana, 86.<br />
15<br />
Così Giuseppe Palumbo Cardella, collaboratore di Crispi, il quale completava il suo pensiero in questi termini:<br />
l’ispettore “repentinamente sorprende sul fatto l’andamento di un ufficio; ne controlla l’esercizio, ne corregge<br />
i difetti; ne ravviva la virtù; moltiplica, riparando e ammaestrando, la benefica influenza regolatrice”. La citazione<br />
è riportata da GIANNETTO, Dalle ispezioni alle questure e prefetture, 140, nota 7.<br />
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