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Testo - Storicibarnabiti.it

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ECUMENISMO<br />

volontà di Cristo, è di scandalo al mondo<br />

e danneggia la santissima causa della<br />

predicazione del Vangelo a ogni<br />

creatura» (UR 1). L’imput ecumenico<br />

per il ristabilimento dell’un<strong>it</strong>à cristiana<br />

è venuto proprio dalla missione, cioè<br />

dall’esigenza missionaria della evangelizzazione<br />

del mondo. Non poteva e<br />

non può essere diversamente. Non si<br />

può infatti pretendere di evangelizzare<br />

o addir<strong>it</strong>tura di ri-evangelizzare rimanendo<br />

divisi, senza collaborare, dimenticando<br />

l’essenziale dell’ident<strong>it</strong>à e della<br />

vocazione cristiana! La separazione dei<br />

cristiani compromette l’evangelizzazione<br />

e la loro testimonianza. La preoccupazione<br />

missionaria sta quindi alle origini<br />

del movimento ecumenico e rimane<br />

sempre attualissima. Per rendersene<br />

direttamente conto basterebbe consultare<br />

i preziosi indici anal<strong>it</strong>ici degli otto<br />

volumi dell’Enchiridion oecumenicum,<br />

alle voci missione, evangelizzazione,<br />

testimonianza...<br />

un<strong>it</strong>à e credibil<strong>it</strong>à<br />

Nel luglio scorso a Lione il Patriarca<br />

ecumenico Bartolomeo I, nel contesto<br />

della celebrazione del 50° anniversario<br />

della fondazione della Conferenza delle<br />

Chiese d’Europa (KEK), ha affermato<br />

che «le Chiese in Europa saranno in<br />

grado di proclamare efficacemente il<br />

Vangelo di Cristo solo se dialogheranno<br />

e lavoreranno a stretto contatto tra<br />

loro», e ha proposto una cooperazione<br />

meglio organizzata e strutturata tra la<br />

KEK, voce delle diverse Chiese e Comun<strong>it</strong>à<br />

ecclesiali europee, e il Consiglio<br />

delle Conferenze episcopali<br />

d’Europa (CCEE), voce della Chiesa<br />

cattolica: «siamo convinti che una<br />

icona copta dell’Amico di Cristo<br />

Conferenza di tutte le Chiese europee<br />

possa all’unisono rispondere al meglio<br />

al comandamento sacro di ristabilire la<br />

comunione ecclesiale e servire l’uomo<br />

contemporaneo posto di fronte a una<br />

molt<strong>it</strong>udine di problemi complessi». La<br />

proposta è stata inoltrata a Benedetto<br />

XVI e ci si augura che, ricordando i<br />

cento anni da Edimburgo, possa essere<br />

realizzata anche come risposta concreta<br />

all’ispirazione dello Spir<strong>it</strong>o che non<br />

cessa di sorprendere nel sollec<strong>it</strong>are<br />

sempre nuovi passi verso la piena comunione<br />

cristiana mondiale pure attraverso<br />

circostanze, date, celebrazioni,<br />

persone... Ma un’ipotesi di lavoro comune<br />

è stato notato, esiste già: è la<br />

Charta Oecumenica (Strasburgo 2001)<br />

... ancora da recepire a livello europeo!<br />

E, sempre a Lione, fr. Alois di<br />

Taizé ha posto una domanda molto seria:<br />

«Come essere credibili, parlando di<br />

un Dio dell’amore, se i cristiani restano<br />

separati?». Nè sono da dimenticare gli<br />

atti della 13 a Conferenza mondiale sulla<br />

missione e l’evangelizzazione del<br />

nuovo millennio (Atene 2005), che<br />

aveva tra i temi in agenda: «come mettere<br />

a punto una teologia missionaria<br />

che abbia respiro ecumenico».<br />

la diaconìa ecumenica<br />

non è un lusso, ma un dovere<br />

Dalla Conferenza di Edimburgo,<br />

certamente non improvvisata, da quell’inizio<br />

ecumenicamente imprevedibile,<br />

non si è più tornati indietro! Si continua,<br />

infatti, a camminare in avanti<br />

con fiducia, tra gioie e fatiche, luci e<br />

ombre, verso l’un<strong>it</strong>à, grazie allo Spir<strong>it</strong>o<br />

del Signore che persegue, comunque,<br />

l’attuazione del suo disegno, «con sapienza<br />

e pazienza» (UR1). Non cessa,<br />

infatti, di sorprendere, ripeto, nell’ispirare<br />

nuovi pensieri, nell’indicare nuove<br />

prospettive e iniziative, nel suggerire<br />

nuove vie e nuove mete intermedie,<br />

ma soprattutto nel richiamare alla conversione<br />

del cuore, alla sant<strong>it</strong>à della<br />

v<strong>it</strong>a, alla preghiera privata e pubblica<br />

per l’un<strong>it</strong>à dei cristiani. Il decreto conciliare<br />

c<strong>it</strong>ato è arrivato a dire che queste<br />

ultime, ma fondamentali esigenze,<br />

devono essere r<strong>it</strong>enute come «l’anima<br />

di tutto il movimento ecumenico e si<br />

possono giustamente chiamare ecumenismo<br />

spir<strong>it</strong>uale» (UR 4).<br />

Tutte le Confessioni cristiane sono<br />

concordi nel riconoscere che, nonostante<br />

l’impegno nel lavoro ecumenico,<br />

l’un<strong>it</strong>à rimane sempre un dono di<br />

icona dei due discepoli di Emmaus<br />

con Gesù lungo la strada<br />

Dio da richiedere insistentemente con<br />

fede, ma è soprattutto negli ultimi anni<br />

che tale esigenza è emersa con maggiore<br />

evidenza e urgenza. Ci si sta accorgendo<br />

sempre meglio, infatti, che<br />

assemblee, convegni, dichiarazioni,<br />

studi, vis<strong>it</strong>e, incontri ufficiali, realizzazioni...,<br />

non bastano, pur riconoscendone<br />

la prezios<strong>it</strong>à e l’importanza. I nostri<br />

progetti e programmi sono sempre<br />

lim<strong>it</strong>ati, come pure le nostre forze...<br />

perché siamo umani e la causa a noi<br />

affidata è altissima. Con realismo riconosciamo<br />

che alcune difficoltà persistenti<br />

potrebbero scoraggiare e frenare<br />

l’impegno ecumenico, ma con altrettanto<br />

realismo dobbiamo riconoscere<br />

che non mancano pos<strong>it</strong>ivi spiragli risolutivi<br />

che ravvivano la speranza. È sotto<br />

gli occhi di tutti, ad esempio, il cambiamento<br />

di clima attuale, in particolare<br />

nel dialogo ortodosso-cattolico e<br />

anglicano-cattolico. La recente Cost<strong>it</strong>uzione<br />

apostolica di Benedetto XVI, audace<br />

e generosa nei confronti degli anglicani,<br />

è una conseguenza del lungo<br />

dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica<br />

e la Comunione anglicana.<br />

Gesù Cristo non si stanca di ripetere<br />

al Padre la sua preghiera: «siano<br />

una cosa sola come noi e il mondo<br />

creda che tu mi hai mandato» (Gv<br />

17, 21-22), ricordando così a tutti i<br />

cristiani che l’obiettivo dell’un<strong>it</strong>à<br />

non ha un fine in sè stesso, non è solo<br />

quello di un’un<strong>it</strong>à tra loro e a loro<br />

esclusivo beneficio, ma è per la missione,<br />

l’un<strong>it</strong>à e la pace nel mondo<br />

intero, a servizio quindi dell’uman<strong>it</strong>à.<br />

È la tipica diaconìa ecumenica.<br />

Eco dei Barnab<strong>it</strong>i 4/2009 11

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