<strong>ar</strong> <strong>ar</strong>tisti Da Please Please Me a Let It Be Un anno di Beatles Raccogliamo in questo numero speciale estivo di Chit<strong>ar</strong>ra Acustica, con alcune importanti integrazioni e le anteprime delle ultime due puntate, un anno di rubrica su <strong>Fingerpicking</strong>.net dedicata ai Beatles. Nel corso di questa rubrica, che è iniziata il 5 ottobre 2010 e terminerà il prossimo 5 settembre, ci hanno tenuto compagnia nientemeno che i Fab Four, i Fantastici 4 (ops!), i B<strong>ar</strong>onetti di Liverpool, i Favolosi Beatles! Si tende troppo spesso a dimentic<strong>ar</strong>e che gli ‘sc<strong>ar</strong>afaggi’ sono stati la prima vera pop-rock band il cui sound era quasi esclusivamente basato sull’uso delle chit<strong>ar</strong>re: tranne qualche sortita all’organo da p<strong>ar</strong>te di John, il suono live del gruppo, soprattutto nei primi anni, era dato dalle sei corde. E allora ci siamo ritrovati qui, a gioc<strong>ar</strong>e con i nostri miti, lungo dodici puntate che ci hanno portato ad analizz<strong>ar</strong>e il lavoro chit<strong>ar</strong>ristico di George, John e Paul, ma non solo. Considerazioni v<strong>ar</strong>ie sono state fatte sulle singole canzoni, quando ci è p<strong>ar</strong>so opportuno, e sul modo di <strong>ar</strong>rangi<strong>ar</strong>e strumenti e cori. Perché la musica non è fatta di sola chit<strong>ar</strong>ra, per fortuna. Perché il 5 ottobre? Perché quel giorno del 1962 uscì il primo singolo inglese della band, “Love Me Do” / “P.S. I Love You”, per inizi<strong>ar</strong>e un’avventura che si concluse sette anni e molti primi posti più t<strong>ar</strong>di. Ma perché dodici puntate se i dischi ufficiali sono tredici e i singoli – non presenti sugli album – numerosi? Per poter chiam<strong>ar</strong>e la rubrica “Un anno di Beatles”! La suddivisione in dodici episodi è stata fatta da noi in modo del tutto <strong>ar</strong>bitr<strong>ar</strong>io, come del tutto soggettivo è stato ciò che abbiamo detto. Sui Beatles è già stato scritto tutto e il suo contr<strong>ar</strong>io: non siamo deposit<strong>ar</strong>i di chissà quale segreto, ma l’amore per la loro musica, che ha segnato molti di noi, è stata una buona scusa per divertirci ancora cercando di gu<strong>ar</strong>d<strong>ar</strong>e alcune cose da un punto di vista diverso. Come abbiamo diviso il tutto… lo scoprirete leggendo. Con l’amico cantante-chit<strong>ar</strong>rista (e straordin<strong>ar</strong>io conoscitore di cose beatlesiane) Davide Canazza, siamo andati a spulci<strong>ar</strong>e fra le note suonate e quelle cantate, dividendoci il lavoro fra <strong>ar</strong>gomenti di c<strong>ar</strong>attere più generale trattati da me, e approfondimenti su ‘chi suonava cosa’, con quali strumenti e altro, curati da Davide. Lungo il cammino abbiamo provato a coinvolgere amici musicisti e giornalisti, che hanno avuto il piacere e la gentilezza di aggiungere qualcosa. C’è qualche chicca davvero interessante, come un intervento di Rod Davis, membro dei leggend<strong>ar</strong>i Qu<strong>ar</strong>rymen capitanati da John Lennon, o quello di Dennis Conroy, musicista di Liverpool che, ancora adolescente, li andava a sentire al Cavern Club e ci ha raccontato tutto. Non siamo degli ‘storici’ o dei maniaci di date, luoghi, strumenti e altro, ma abbiamo cercato di comunic<strong>ar</strong>e nella maniera più semplice e diretta possibile quelle che sono le nostre opinioni ed emozioni al rigu<strong>ar</strong>do, discutibili, ma nostre. In fondo, è solo un gioco. Daniele Bazzani 6 chit<strong>ar</strong>ra acustica 5 duemilaundici Lascia un commento