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Insieme ottobre 2011 - BCC Vignole

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N. 66 - <strong>ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />

insieme<br />

di Giancarlo Gori<br />

presidente <strong>BCC</strong> <strong>Vignole</strong><br />

editoriale<br />

IL NUOVO STATUTO<br />

Cari soci,<br />

dopo l’articolo apparso sul precedente numero di <strong>Insieme</strong>, che trattava<br />

delle modifiche statutarie approvate durante l’ultima assemblea<br />

straordinaria dei soci, tenutasi nello scorso mese di maggio, abbiamo<br />

avvertito la necessità di tornare nuovamente sull’argomento, richiamando,<br />

ancora una volta, la vostra attenzione sull’importanza e sul valore del<br />

nuovo statuto sociale (allegato a questo numero di <strong>Insieme</strong>), che segna<br />

un importante passo in avanti nel processo di autoregolamentazione<br />

della vita interna del Credito Cooperativo e della nostra Banca.<br />

Un valore dettato dalla forza che assume lo statuto quale fonte di<br />

regolazione dell’assetto delle competenze societarie, nell’assoluto rispetto<br />

del principio di distribuzione tra le attività di gestione, che competono al<br />

management, e le attività di indirizzo e di controllo di competenza del<br />

Consiglio di Amministrazione.<br />

Uno strumento, dunque, di tutela e di garanzia propri del sistema<br />

democratico che caratterizza la gestione della Banche di Credito<br />

Cooperativo e che incentiva la partecipazione attiva dei soci alla vita della<br />

Banca.<br />

Fino dall’inizio del secolo scorso, quando nacquero molte Casse Rurali, i<br />

loro statuti sono stati lo specchio della società contingente, evolvendosi<br />

poi nel corso dei decenni successivi e adeguando i propri principi ispiratori<br />

ai cambiamenti sociali in atto.<br />

È quanto accaduto anche alla nostra Banca. Molte, nel corso degli anni,<br />

infatti, sono state le modifiche apportate allo statuto sociale. Da quelle<br />

approvate negli anni Settanta, con la diminuzione della percentuale di<br />

agricoltori che dovevano essere presenti nella compagine sociale, a<br />

quelle degli anni Ottanta, quando furono approvate nuove norme per la<br />

elezione degli amministratori, per dare continuità all’amministrazione della<br />

cooperativa di credito, fino alle modifiche apportate negli anni Novanta,<br />

quando le originarie Casse Rurali furono trasformate nelle attuali Banche<br />

di Credito Cooperativo.<br />

Riguardo alle modifiche approvate durante l’ultima assemblea, esse<br />

rafforzano ulteriormente l’importanza della qualità della governance delle<br />

<strong>BCC</strong>, solo lambite dalla grave crisi economica che ancora ci attanaglia,<br />

grazie al loro radicamento al territorio e all’economia reale delle famiglie e<br />

delle piccole e medie imprese.<br />

Uno statuto che garantisce l’equilibrio tra la continuità e il graduale<br />

rinnovamento nel governo della Banca, riducendo, nel contempo,<br />

il rischio di conflitti di interesse, attraverso la norma che prevede<br />

l’incompatibilità del ruolo di amministratore con lo svolgimento di incarichi<br />

politici e amministrativi pubblici. Ma il nostro è uno statuto che favorisce<br />

ulteriormente anche la partecipazione dei soci alla vita della cooperativa,<br />

attraverso l’istituzione di consulte dei soci. Una norma, quest’ultima,<br />

ampiamente anticipata già due anni fa, quando costituimmo i Comitati<br />

Zonali di Prato e dell’Area Empolese.<br />

insieme ° <strong>ottobre</strong> <strong>2011</strong>

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