Insieme ottobre 2011 - BCC Vignole
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33 il territorio<br />
palline che venivano cotte utilizzando<br />
delle piastre, le cosiddette<br />
“schiacce”: una sorta di stampi<br />
fatti a tenaglia, simili a quelli<br />
dei necci, con disegnati fiori stilizzati,<br />
soli, girandole, con i quali<br />
si ottenevano delle cialde rotonde<br />
e decorate molto più grandi<br />
di quelle attuali. Dagli anni ’40<br />
del secolo scorso, invece, i brigidini<br />
venivano cotti su degli stampi<br />
in ferro riscaldati con resistenze<br />
a elettricità. Una tecnica che<br />
ha resistito fino intorno al 1980,<br />
quando fu costruita, per la prima<br />
volta, la macchina dei brigidini,<br />
detta “la giostra”, che ha<br />
sostituito le tipiche tenaglie di<br />
metallo e, attraverso un complicato<br />
congegno, in pochi minuti<br />
sforna decine e decine di cialde,<br />
cotte tra due dischi di metallo incisi<br />
con i caratteristici disegni dei<br />
fiori a cinque petali.<br />
E nel tempo è cambiato anche il<br />
modo di trasportarli e di conservarli<br />
in maniera da non sbriciolarli,<br />
considerata la leggera consistenza.<br />
Prima si trasportavano in corbelli<br />
di vimini, ricoperti di carta cerata,<br />
quindi in corbelli di zinco che<br />
garantivano una maggiore conservabilità<br />
del prodotto, mantenendo<br />
i brigidini croccanti e profumati<br />
per un certo periodo di<br />
tempo, fino agli attuali sacchetti<br />
trasparenti confezionati in eleganti<br />
scatole di cartone.<br />
Prodotti con ingredienti semplici<br />
e genuini, come uova, zucchero,<br />
farina e l’aggiunta di poca acqua<br />
ed essenze di anice, i brigidini<br />
sono straordinari da gustare da<br />
soli o in mille varianti: con panna<br />
e cioccolata, con marmellate alla<br />
frutta, con crema pasticcera,<br />
al cioccolato o alla nocciola, con<br />
il gelato o come dolce di fine serata,<br />
accompagnati da un buon<br />
bicchiere di vinsanto del nostro<br />
Montalbano.<br />
Abbinamenti che, oggi, fanno<br />
dei brigidini una prelibatezza da<br />
buongustai e che, da dolce dei<br />
poveri e del popolo, sono diventati<br />
una delizia del palato, valorizzati<br />
anche da un apposito<br />
“Consorzio del Brigidino di Lamporecchio”,<br />
costituito una quindicina<br />
di anni fa per diffondere<br />
l’originalità di questo prodotto<br />
tipico toscano, sia in Italia sia<br />
all’estero, attraverso il proprio<br />
marchio di garanzia.<br />
IL BRIGIDINO, DEUS<br />
EX MACHINA DELLA FIERA<br />
Le Fiere di Quaresima sono anch’esse<br />
una costumanza paesana ed universale,<br />
alla quale i fiorentini hanno recato il<br />
crisma delle loro bizzarrie. Dalla prima<br />
domenica di Quaresima, fino a quella<br />
delle Palme, ogni Quartiere, a turno, ha<br />
la sua fiera brulicante di pagliacci che<br />
si esibiscono nel mezzo delle piazze, di<br />
chiromanti che predicono la sorte assise<br />
in baldacchino, di lanciatori di coltello<br />
e mangiatori di fuoco, di illusionisti<br />
e lettori di pensiero. Non un Luna-Park,<br />
ma una Fiera. Dove tuttavia non si trattano<br />
vacche né pannine, ma si mangiano<br />
dolci e ci si diverte. Recandovici,<br />
vedrete banchi e banchi, uno accanto<br />
all’altro, in due file dirimpettaie che si<br />
estendono nella lunghezza del quartiere e che straripano di frittelle,<br />
di torrone, di “schiacciata” indigena, di zucchero filato, tutto ciò che<br />
vi potete immaginare di dolce e di semplicemente confezionato,<br />
adatto al gusto e alla borsa di un pubblico popolare. Noccioline<br />
americane, mandorlati, zibibbo, pani di ramerino a ceste, a carrettate<br />
intere, com’è naturale. E i brigidini! Il brigidino è il deus ex<br />
machina della Fiera. Lo si impasta e cuoce sotto i vostri occhi. Lo si<br />
mangia tiepido e croccante. È in virtù del suo richiamo che la gente<br />
affolla la fiera. Il brigidino è una cosa di nulla, appena un’ostia di più<br />
grandi dimensioni, pure ha una consistenza, una fragranza, un sapore<br />
che si scioglie in bocca. I carretti ne sono pieni, dapprima, ma<br />
via via che l’ora monta e la folla cresce, si formano le code in attesa<br />
davanti ai banchi dal fornelletto sul treppiede, ove l’esperto brigidinaio<br />
rigira le sue “schiaccie”. I venditori sono tutti vestiti di bianco,<br />
con in testa copricapi da cuochi di grande albergo. Magnificano la<br />
merce a squarciagola, persuaso ognuno di essere stato eletto da<br />
Santa Brigida in persona a custode dei segreti per la confezione del<br />
biscotto di cui la Santa fu l’inventore.<br />
Da “Cronache di poveri amanti”, di Vasco Pratolini<br />
insieme ° <strong>ottobre</strong> <strong>2011</strong>