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<strong>JPMorgan</strong> <strong>Investment</strong> <strong>Funds</strong><br />

Relazione dei Gestori degli Investimenti<br />

Per l’esercizio finanziario conclusosi il 31 dicembre 2010<br />

Analisi dei mercati durante il 2010<br />

Il 2010 è stato un anno positive per i mercati globali, in particolare per i titoli azionari, durante il quale l'indice MSCI World Index è aumentato del 20,1% in<br />

termini di euro (fonte: FactSet, indice di rendimento totale). I titoli azionari hanno guadagnato terreno, sulla scorta dei robusti utili aziendali e delle<br />

migliorate prospettive economiche. In tutto il mondo, governi e banche centrali hanno lavorato per sostenere la ripresa economica mondiale e allontanare i<br />

mercati dal rischio di una doppia recessione; il mercato azionario ha risposto positivamente a queste iniziative. I titoli obbligazionari hanno fatto registrare<br />

una buona performance in termini di euro, nonostante le preoccupazioni relative al debito sovrano poiché l'alleggerimento quantitativo e le preoccupazioni<br />

di deflazione hanno mantenuto bassi i rendimenti. L'indice <strong>JPMorgan</strong> Global Bond ha segnato un rialzo di 13,8% in termini di euro nell'arco del periodo in<br />

esame (fonte: J.P. Morgan).<br />

L'anno era cominciato con una continuazione della ripresa dei mercati del 2009, incoraggiata dalle speranze che il ritmo della ripresa economica globale<br />

accelerasse. Tuttavia, entro la fine di aprile era diventato chiaro che vari fattori contrari ostacolavano la crescita globale. Negli Stati Uniti, si registrava una<br />

significativa mancanza di crescita dell'occupazione nonostante la forte crescita degli utili aziendali. In Cina, con la ripresa delle esportazioni si è diffuso il<br />

timore che l'economia potesse surriscaldarsi essendo già stata inondata di liquidità dalle banche che erano state incoraggiate a concedere più crediti dal<br />

governo. Pertanto, non è stata una sorpresa il fatto che il governo cinese abbia aumentato i tassi di interesse e il requisito di riserva bancaria nel corso<br />

dell'intero anno allo scopo di domare le pressioni inflazionistiche.<br />

A maggio, i timori per la sostenibilità della ripresa economica globale sono peggiorati quando l'economia greca e dovuta ricorrere al soccorso dell'Unione<br />

Europea (UE) e del Fondo Monetario Internazionale dopo essere giunta sull'orlo del collasso per effetto dell'enorme debito pubblico. La crisi greca ha<br />

innescato concrete preoccupazioni in merito alla solidità finanziaria di altri paesi periferici di Eurolandia con un debito pubblico particolarmente elevato -<br />

principalmente Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna. I rating di credito di questi paesi periferici sono stati rivisti al ribasso e gli spread dei titoli a reddito fisso<br />

sono aumentati per effetto dei tentativi degli operatori di ridurre i loro rischi. Verso la fine dell'esercizio finanziario, i rendimenti obbligazionari hanno<br />

raggiunto nuovi valori record e la propensione al rischio è diminuita sulla maggior parte dei mercati, quando una seconda operazione di soccorso di<br />

un'economia in difficoltà per il debito sovrano, questa volta per l'Irlanda, ha fatto aumentare le preoccupazioni per la stabilità dell'euro. Le quotazioni<br />

dell'oro hanno subito un significativo rialzo per effetto della fuga verso i beni rifugio da parte di molti investitori di prima grandezza.<br />

La crisi del debito sovrano persiste ancora, ma provvedimenti importanti sono stati adottati dall'UE per ridurre il rischio di ulteriori crisi, inclusi criteri più<br />

rigorosi per la concessione del credito e soglie di liquidità più alte per le banche. Le autorità normative statunitensi hanno inoltre approvato la legge di<br />

riforma della normativa finanziaria Dodd Frank mentre nel corso dell'esercizio finanziario sono state annunciate le riforme bancarie Basilea III. Queste<br />

riforme prevedono che le banche devono restringere la quantità di denaro liquido disponibile per il credito e incrementare le proprie riserve di capitale. Nel<br />

frattempo, i governi hanno introdotto politiche fiscali più rigorose. Il nuovo governo di coalizione nel Regno Unito, eletto a maggio del 2010, ha introdotto<br />

una serie di decisi tagli della spesa pubblica e aumenti fiscali nella manovra finanziaria di emergenza di giugno che hanno richiamato alla mente gli anni del<br />

governo Thatcher.<br />

Con la ripresa economica negli Stati Uniti ancora evidentemente fragile, Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve statunitense (Fed), ha parlato della<br />

necessità di una seconda iniziativa di alleggerimento quantitativo (QE2) per evitare l'insorgere di condizioni deflazionare e sostenere le quotazioni degli<br />

asset. A settembre e ottobre si è verificata una significativa ripresa dei mercati alimentata dalle aspettative degli investitori per un annuncio. I rendimenti<br />

delle obbligazioni sono calati a mano a mano che gli investitori hanno modificato le priorità di allocazione dando preferenza ai titoli azionari. A novembre la<br />

Fed ha annunciato un pacchetto di alleggerimento quantitativo (QE2) superiore alle aspettative e pari a 600 miliardi di USD, che è stato accolto<br />

favorevolmente dal mercato.<br />

L'anno si è concluso positivamente con dati macroeconomici in rialzo provenienti da tutto il mondo, che hanno contribuito ad alleviare ulteriormente le<br />

preoccupazioni relative alla forza della ripresa economica. Negli Stati Uniti il terzo trimestre ha fatto registrare un netto miglioramento del trend degli utili<br />

aziendali, mentre la crescita economica è risultata molto più consistente di quanto previsto. In Europa, nonostante le preoccupazioni per il debito sovrano, i<br />

paesi primari europei hanno fatto registrare buoni risultati con la Germania che prevedeva di realizzare un incremento del Prodotto Interno Lordo del 3,6%<br />

nel 2010 (fonte: <strong>JPMorgan</strong> Securities). Inoltre, i mercati emergenti, una tendenza generalizzata nel 2010, hanno continuato a prosperare facendo da volano<br />

per la crescita economica mondiale.<br />

Prospettive per il 2011<br />

Gli indicatori economici principali, unitamente a un'ulteriore politica di stimolo suggeriscono una ripresa generalizzata dell'economia globale nel corso dei<br />

prossimi mesi. Riteniamo che i mercati emergenti faranno da battistrada con un ulteriore robusta crescita nel 2011, ma negli Stati Uniti e in Europa persisterà<br />

una crescita inferiore al trend. La questione per gli investitori è e il miglioramento dell'economia reale è già stato scontato dai mercati azionari.<br />

È probabile che i mercati emergenti saranno i principali beneficiari dell'iniziativa QE2, a mano a mano che la nuova liquidità creata confluisce nei mercati che<br />

crescono più rapidamente ed offrono rendimenti più elevati. La chiave del successo dei mercati azionari emergenti sarà la realizzazione di una crescita più<br />

consistente tanto degli utili aziendali quanto dei dividendi rispetto ai paesi industrializzati, tuttavia esistono motivi di preoccupazione per l'impatto del<br />

pacchetto QE2 sull'inflazione dei mercati emergenti. La Cina, in particolare, è a rischio, avendo fatto registrare verso la fine del 2010 un tasso di inflazione dei<br />

prezzi al consumo che ha raggiunto il +5,5%.<br />

Nel frattempo, è probabile che la crescita nei mercati industrializzati rimanga relativamente bassa, a causa delle difficili manovre di contenimento dei deficit<br />

di bilancio in atto in questi paesi e per effetto del ridotto tasso di creazione di posti di lavoro. La crisi del debito sovrano contribuirà nel 2011 a smorzare la<br />

ripresa economica, particolarmente in Europa, dove le difficoltà intrinseche derivanti dall'adozione di una moneta unica e dal mantenimento di tassi di<br />

interesse comuni senza legami fiscali più stretti diventano più evidenti. Se l'UE e la Banca Centrale Europea non riusciranno ad attuare una decisa politica di<br />

supporto è probabile che la volatilità rimanga alta nella regione.<br />

Nonostante l'incertezza economica, i titoli azionari europei e statunitensi continuano ad essere interessanti. In Europa, i dati relativi al trend degli utili<br />

rimangono resilienti (sebbene in fase di rallentamento). Le esportazioni saranno agevolate dall'indebolimento dell'euro e le valutazioni appaiono<br />

convenienti rispetto al trend in base al rapporto prezzo/utili. Negli Stati Uniti, il pacchetto QE2 ha dimostrato l'impegno della Fed nel supportare la crescita<br />

economica e proteggere l'economia dal rischio di deflazione, il che significa che possiamo attenderci una combinazione di crescita lenta ma continua<br />

associata a una bassa inflazione - uno scenario economico favorevole ai titoli azionari.<br />

I Gestori degli Investimenti<br />

4 aprile 2011<br />

Le informazioni contenute nella presente relazione hanno carattere storico e non necessariamente indicative di prestazioni future.<br />

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