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Affari Istituzionali - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria

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SANITÀ<br />

OSPEDALE BRANCA: “PIÙ FACILE E SERIO<br />

MANTENERE APERTO IL PUNTO NASCITA<br />

CHE CHIUDERLO” - LA “COMPLETA VICI-<br />

NANZA” DI GORACCI (PRC-FDS) AI CITTA-<br />

DINI DELL'ALTO CHIASCIO<br />

Perugia, 1 dicembre 2011 - “Chiudere il punto<br />

nascita dell'ospedale comprensoriale Gubbio-<br />

Gualdo Tadino (Branca) è fuori da ogni seria ipotesi.<br />

I cittadini residenti nei comuni dell'Alto<br />

Chiascio, giustamente allarmati, hanno raccolto e<br />

stanno ancora raccogliendo migliaia di firme per<br />

scongiurare questa eventualità. A loro va la mia<br />

completa vicinanza”. Così il consigliere regionale<br />

del Prc-Fds, Orfeo Goracci per il quale “alla politica<br />

ed a chi amministra non può sfuggire che i<br />

cittadini di questi territori sono preoccupati perché<br />

troppo spesso le scelte di tagli, razionalizzazioni,<br />

risparmi previsti dai programmi regionali<br />

hanno avuto da queste parti piena realizzazione,<br />

mentre altrove, anche della stessa alta <strong>Umbria</strong>,<br />

no”. Goracci tiene a precisare che “nessun cittadino,<br />

e nemmeno il sottoscritto, avrà qualcosa da<br />

eccepire su operazioni che, contenendo le spese<br />

inutili prodotte da repliche di strutture non indispensabili<br />

e di servizi non primari che esistono<br />

nella nostra regione, siano in grado di assicurare<br />

e migliorare i servizi su territori svantaggiati.<br />

Ben vengano – aggiunge - azioni serie di riduzione<br />

delle aziende sanitarie, una migliore distribuzione<br />

ed integrazione delle strutture ospedaliere,<br />

comprese quelle di interesse universitario, i tagli<br />

dei costi improduttivi in una sanità che deve assicurare<br />

servizi ai cittadini, ad iniziare da quelli<br />

che non si possono permettere di ricorrere alle<br />

strutture private. Ma – osserva Goracci - sarebbe<br />

fuori da ogni 'grazia di Dio' sopprimere un servizio<br />

così importante quale il punto nascita presso<br />

l'ospedale comprensoriale Gubbio-Gualdo Tadino,<br />

semplicemente perché nell'Alto Chiascio si verificano,<br />

solo di qualche unità, meno nascite, delle<br />

500 richieste per mantenere il servizio. A volte lo<br />

stesso Governo nazionale – fa sapere - ha derogato<br />

con i numeri sulle scuole per le nostre aree<br />

perché di montagna, figuriamoci se la <strong>Regione</strong><br />

non agisse favorevolmente in questo senso sui<br />

punti nascita”. Goracci evidenzia quindi come “la<br />

quantificazione numerica non debba essere un<br />

elemento matematico rigido nell'amministrare,<br />

bensì riferimento strategico. Le donne, con famiglie<br />

al seguito, dell'Alto Chiascio – rimarca Goracci<br />

-, territorio fortemente penalizzato dalla carenza<br />

di vie di comunicazioni, di infrastrutture,<br />

marginale e spesso emarginato per tanti aspetti,<br />

non possono andare a partorire lontano decine di<br />

chilometri dalle proprie residenze perché non si<br />

arriva a quota 500. Sarebbe diverso, in termini<br />

di costi e benefici, se invece di 490 parti se ne<br />

facessero 501” Goracci, per questi motivi, dice<br />

di poter “escludere a priori, vista la serietà di chi<br />

ci amministra in <strong>Regione</strong>, la chiusura del punto<br />

nascita dell'ospedale comprensoriale Gubbio-<br />

Gualdo Tadino. Un tema – conclude l'esponente<br />

di Rifondazione comunista - che posi già all'attenzione<br />

del 'summit' di maggioranza che svolgemmo<br />

circa due mesi fa e che non trovò risposte<br />

ostili da parte di nessuno”.<br />

DROGA: “VENTESIMA OVERDOSE IN UNDICI<br />

MESI ALL'OMBRA DI UNA CITTÀ INERME” -<br />

PER ROSI E MONNI (PDL) NECESSARIO<br />

“USCIRE DA REGIME OSCURANTISTICO CHE<br />

PORTA A SOTTOVALUTARNE LA PERICOLO-<br />

SITÀ”<br />

Perugia, 2 dicembre 2011 - “La tossicodipendenza<br />

è un'emergenza che riguarda tutti e di fronte<br />

alla quale non possono esistere divergenze di<br />

opinioni e volontà di azioni tra gli schieramenti<br />

politici. La guerra va vinta. E' questo quello che<br />

conta”. Lo affermano i consiglieri regionali del Pdl<br />

Maria Rosi e Massimo Monni, facendo riferimento<br />

ad “un'altra vittima della droga a Perugia, la ventesima<br />

overdose in undici mesi all'ombra di una<br />

città inerme di fronte a quel problema che sembra<br />

insormontabile, imbattibile ed invalicabile per<br />

persone comuni. Di fronte alla droga non esiste<br />

età, sesso o ceto sociale”. I consiglieri regionali<br />

definiscono la droga “quel cancro che giorno<br />

dopo giorno corrode l'anima, entra subdola e a<br />

passi felpati nella vita di chi, forse, non ha spalle<br />

abbastanza grandi per camminare o correre a testa<br />

alta, fino ad uccidere un corpo che ormai non<br />

ce la fa più a rialzarsi. Ci vuole coraggio nel combattere<br />

la droga. Un coraggio che troppo spesso<br />

viene vanificato dai fallimenti. La vera vittoria è<br />

ogni singola vita salvata, strappata da un 'rito<br />

del buco', che non lascia scampo”. Rosi e Monni<br />

rivolgono “un pensiero sincero a tutte le famiglie<br />

che vivono il dramma di avere un figlio, un parente<br />

o un amico tossicodipendente, a tutte quelle<br />

famiglie che a volte pensano che meglio una<br />

fine disperata, che una disperazione senza fine.<br />

Le istituzioni esistono, le capacità e gli strumenti<br />

pure. Quindi è ora di uscire da una sorta di regime<br />

oscurantistico che porta a sottovalutare la<br />

grandezza e la pericolosità della droga”.<br />

DROGA: “L'UMBRIA IN TESTA ALLE MORTI<br />

PER DROGA PERCHÉ LA POLITICA NON SI È<br />

MAI SCHIERATA DECISAMENTE CONTRO” -<br />

NOTA DI ROSI (PDL)<br />

Perugia 5 dicembre 2011 – “L'<strong>Umbria</strong> resta in testa<br />

alla classifica delle morti per overdose perché<br />

qui la politica non ha ancora dato un taglio netto<br />

con quello che sopratutto nel passato è stato un<br />

approccio culturale positivo verso il diffondersi<br />

del fenomeno”. Lo afferma Maria Rosi, consigliere<br />

regionale del Pdl, all'indomani “dell'ennesimo<br />

week-end trascorso da alcuni giovani umbri all'insegna<br />

di droghe e alcool”.<br />

L'errore che si fa oggi, argomenta Maria Rosi accusando<br />

la politica regionale di superficialità sui<br />

temi della sicurezza dei cittadini e della tossicodipendenza,<br />

è di “porre al centro del dibattito sulla<br />

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