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Affari Istituzionali - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria

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URBANISTICA/EDILIZIA<br />

ticolare su dodici cantieri per circa 60 villette<br />

bloccate per abusi”, precisa: “Noi pur avendo votato<br />

la legge sulla semplificazione nel suo complesso,<br />

non abbiamo votato un emendamento<br />

che colpisce pesantemente il nostro ambiente e<br />

favorisce palazzinari a discapito dei nostri boschi.<br />

Riteniamo dunque che l'articolo 124 della legge<br />

sulla semplificazione debba essere abrogato al<br />

più presto, così come previsto dalla proposta di<br />

legge da noi depositata nei giorni scorsi”. Nel<br />

merito della vicenda Cirignoni parla di “imbarazzo<br />

di Giunta e maggioranza, in sede di approvazione<br />

del bilancio di assestamento, quando l'esecutivo<br />

- pur di bloccare una votazione su un nostro<br />

atto presentato in aula per abrogare l'articolo<br />

124 - preferì ritirare un suo emendamento, ed<br />

attaccarsi a tecnicismi rispolverati per l'occorrenza”.<br />

In quella occasione, osserva Cirignoni, la<br />

Giunta fu sostenuta da tutte le forze politiche,<br />

“compresa quell'Italia dei valori che sbandiera<br />

ipocritamente valori e purezza, e poi, pur avendo<br />

il presidente della commissione, il cui voto vale<br />

doppio, non si è opposta all'approvazione di un<br />

emendamento incostituzionale”.<br />

“I BOSCHI DELL’UMBRIA SONO I PIÙ TUTE-<br />

LATI D’ITALIA, TANTO CHE L’INEDIFICABI-<br />

LITÀ È ESTESA ALLE RADURE E ALLE ZONE<br />

LIMITROFE” – L’ASSESSORE ROMETTI SU-<br />

BITO DOPO L’AUDIZIONE DI BARELLI<br />

Perugia, 2 dicembre 2011 – “Difendiamo la linea<br />

della legge regionale sulla semplificazione anche<br />

nei confronti del Governo ed affermiamo che in<br />

<strong>Umbria</strong> i vincoli ambientali sono molto più stretti<br />

che nelle altre regioni italiane, tanto che la non<br />

edificabilità sulle aree boschive viene estesa anche<br />

alle radure e ai terreni circostanti”: lo ha<br />

detto l’assessore all’Ambiente della <strong>Regione</strong> <strong>Umbria</strong><br />

Silvano Rometti ai membri della Seconda<br />

Commissione consiliare di Palazzo Cesaroni, rispondendo<br />

alle domande dei consiglieri subito<br />

dopo l’audizione del presidente regionale di “Italia<br />

nostra”, Urbano Barelli. “I boschi dell’<strong>Umbria</strong><br />

sono i più tutelati d’Italia – ha aggiunto il dirigente<br />

regionale Angelo Pistelli, responsabile del<br />

Servizio urbanistica – e sono non soltanto inedificabili<br />

ma anche impianificabili. Tutti i boschi dell’<strong>Umbria</strong><br />

sono vincolati, ma non sono boschi le<br />

zone classificate come “A” e “B” cui fa riferimento<br />

la legge 431 del 1985, già previste nei piani<br />

regolatori. Per quanto riguarda le costruzioni edificate<br />

in zona lago Trasimeno (oggetto di discussione<br />

nell’audizione precedente, ndr) si tratta –<br />

ha spiegato Pistelli – di lotti di zona B antecedenti<br />

il 1985, tutte costruzioni munite di autorizzazione<br />

paesaggistica. Se poi vi sono problematiche<br />

legali e giudiziarie per le costruzioni edificate,<br />

queste esulano dall’impianto della legge regionale<br />

attuale che, ribadisco, sancisce la totale<br />

inedificabilità delle zone boschive. L’incomprensione<br />

con il Governo (che ha impugnato dieci articoli<br />

della legge regionale ‘8/2011’, ndr) è dovuta<br />

– ha concluso il dirigente - all’utilizzo della<br />

espressione ‘non sono considerati boschi’, ma la<br />

lettura ministeriale sarà presto messa a confronto<br />

con la nostra”.<br />

“ARTICOLO 124 INOPPORTUNO E PRECIPI-<br />

TOSO, PIÙ SAGGIO ELIMINARLO” - NOTA<br />

DEL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO RE-<br />

GIONALE GORACCI SULL’AUDIZIONE DI<br />

ITALIA NOSTRA<br />

Perugia 2 dicembre 2011 – “Da uomo di sinistra<br />

provo profondo fastidio all'idea che il passato Governo,<br />

notoriamente più ‘lassista, condonista,<br />

approvativista’, debba darci lezioncine di salvaguardia<br />

ambientale. La cosa dovrebbe farci riflettere,<br />

anche perché si ripete un po' la storia del<br />

gasdotto Brindisi-Minerbio, sul quale come <strong>Umbria</strong><br />

non abbiamo avuto il coraggio di fare almeno<br />

le stesse cose che fa una <strong>Regione</strong> governata<br />

dal centro destra come l'Abruzzo”. Così il vicepresidente<br />

del <strong>Consiglio</strong> regionale Orfeo Goracci,<br />

commenta l'audizione in seconda Commissione<br />

dell'avvocato Urbano Barelli per conto di Italia<br />

Nostra sui contenuti della petizione per modificare<br />

la legge regionale sulla semplificazione amministrativa<br />

e normativa dell'ordinamento regionale<br />

e degli enti territoriali (“8/2011”). A proposito<br />

delle modalità in cui si è svolta l'audizione, Goracci<br />

precisa, “per coerenza istituzionale”, di aver<br />

comunque “stigmatizzato l'invadenza nell'autonomia<br />

e nel rispetto della sovranità dei livelli istituzionali,<br />

affermando che non ci sono soggetti<br />

che possono definire le opportunità o le sensibilità<br />

dei membri delle Commissioni o il suggerire di<br />

non fidarsi degli uffici”. Nel merito poi dell'articolo<br />

124 della legge umbra impugnato dal Governo,<br />

il vicepresidente conclude: “Ho ribadito in audizione<br />

prima e anche nel confronto con l'assessore,<br />

che si è sviluppato subito dopo in Commissione,<br />

che l'inserimento di quell'articolo è inopportuno<br />

anche per il modo precipitoso e non approfondito<br />

con cui è avvenuto. Anziché difendersi<br />

dal rilievo del governo, sarebbe cosa saggia eliminarlo”.<br />

AREA MONTELUCE: “DOPO LA PESSIMA GE-<br />

STIONE FINANZIARIA, QUALI SONO LE IM-<br />

PRESE UMBRE CHE EFFETTUERANNO I LA-<br />

VORI” - ZAFFINI (FARE ITALIA) INTERRO-<br />

GA LA GIUNTA<br />

Perugia, 2 dicembre 2011 - “Si sarebbe potuto<br />

garantire, almeno, l’inclusione delle piccole e<br />

medie imprese umbre nei lavori di ricostruzione<br />

dell’area di Monteluce (ex Policlinico di Perugia<br />

ndr), anziché optare per criteri di selezione che<br />

hanno avvantaggiato i grandi gruppi di fuori regione.<br />

E questo dopo la pessima gestione finanziaria<br />

del Fondo immobiliare di Monteluce, di cui<br />

ci rimarrà solo un passivo che a pagare saranno i<br />

contribuenti, attraverso gli Enti apportanti del<br />

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