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Matteo Zezza - Precedente versione del sito - Consiglio Regionale ...

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Le stime ISTAT più recenti parlano di 3.437.000 non regolari, e quindi<br />

di un tasso di irregolarità pari al 14,2% sul totale <strong>del</strong>le unità di lavoro;<br />

poi, un rapido esame dei dati statistici permette di osservare che il lavoro<br />

sommerso è molto più diffuso tra i lavoratori autonomi rispetto ai lavoratori<br />

subordinati; ma, viceversa, i lavoratori subordinati sommersi, al netto<br />

però <strong>del</strong>la componente dei secondi lavori, sono più di quelli autonomi in<br />

termini di posizioni lavorative e, anche considerando i secondi lavori, in<br />

termini di unità di lavoro.<br />

I settori di maggiore estensione <strong>del</strong> lavoro sommerso sono, in ordine<br />

di rilevanza percentuale, l'agricoltura e le costruzioni, dove il carattere<br />

frammentario e stagionale <strong>del</strong>l'attività produttiva consente l'impiego di<br />

lavoratori stranieri non residenti e non regolarizzati.<br />

Nel 2002, il tasso di irregolarità nel settore agricolo è pari al 33,7%,<br />

ed al netto di questo dato il tasso di irregolarità per l'intera economia risulta<br />

di un punto percentuale più basso (13,1%), e ciò senza considerare che,<br />

come già accennato, v'è chi sostiene che l'ISTAT sottostima l'occupazione<br />

non regolare 18 .<br />

L'industria in senso stretto sembra non utilizzare in modo consistente<br />

personale irregolare (5,5%), mentre nel settore <strong>del</strong>le costruzioni l'inciden-<br />

nuto mediante il riproporzionamento <strong>del</strong>le posizioni lavorative a tempo parziale ad un<br />

orario di lavoro standard.<br />

18 Vgs. REYNERI, Sociologia, cit., p. 345 e s., che riporta l'opinione di ROSSI e MELDO-<br />

LESI, per i quali "soprattutto nel Mezzogiorno, parte <strong>del</strong>le persone che lavorano in nero,<br />

quando sono intervistate (spesso da un rilevatore che è un dipendente comunale) si dichiarano<br />

disoccupate o inattive per paura (<strong>del</strong> fisco, <strong>del</strong>la perdita di un'indennità o <strong>del</strong>la pensione)<br />

o per affermare il diritto ad avere un'occupazione regolare.<br />

L'ISTAT ha replicato che la reticenza degli intervistatori non deve essere così rilevante se<br />

un'approfondita ricerca condotta in Sicilia per controllare la diffusione <strong>del</strong> lavoro nero ha<br />

portato ad una valutazione <strong>del</strong>l'occupazione non regolare praticamente identica a quella fornita<br />

dalle consuete stime <strong>del</strong>la contabilità nazionale (vgs. BUSETTA e GIOVANNINI, cit.).<br />

È probabile che gli accorgimenti adottati dall'ISTAT nella complessa metodologia di<br />

misurazione <strong>del</strong>l'economia sommersa riescano a bilanciare in misura adeguata le inevitabili<br />

reticenze di alcuni intervistati. Sicché una correzione al rialzo dei tassi di occupazione<br />

e al ribasso dei tassi di disoccupazione dovrebbe essere contenuta, anche perché<br />

l'impossibilità di compensare gli errori di valutazione nelle stime di contabilità nazionale<br />

implica il rischio di sovrastimare l'occupazione (vgs. ZULIANI, L'economia sommersa,<br />

problemi di misura e possibili effetti sulla finanza pubblica, 1998, in Audizione <strong>del</strong>la<br />

Commissione Bilancio <strong>del</strong>la Camera dei Deputati)".<br />

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