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te" di confronto presso il Ministero <strong>del</strong> lavoro, rappresentano gli strumenti<br />
per un monitoraggio continuo <strong>del</strong> fenomeno, dal quale potranno scaturire<br />
ulteriori iniziative idonee a combatterlo con efficacia.<br />
2.6 UNA REALTÀ CHE STA MUTANDO<br />
Nonostante le disfunzioni strutturali osservate, nei tempi più recenti -<br />
come appena accennato - si sono potuti osservare in Basilicata cambiamenti<br />
importanti che lasciano ben sperare per uno sviluppo autonomo:<br />
passaggi di commesse durante i picchi produttivi, scambi informali di<br />
informazioni, tentativi di istituzionalizzazione dei rapporti di collaborazione<br />
mediante la creazione di consorzi o misure comuni.<br />
In questo senso la realtà lucana emersa dal questo studio ci illustra un<br />
quadro in "chiaroscuro" <strong>del</strong> nuovo sviluppo industriale. Tre i fattori individuati<br />
come scatenanti di uno sviluppo autonomo in aree che apparivano<br />
condannate all'assistenzialismo e allo sviluppo esogeno. Un primo ordine di<br />
fattori è senza dubbio di natura socio-politica, incarnata quindi dalla<br />
necessità di ridurre il sostegno di Stato alle imprese <strong>del</strong> Sud; in sintesi lo<br />
sviluppo <strong>del</strong> meridione non poteva più essere innescato dalle cosiddette<br />
cattedrali nel deserto. Una motivazione socioeconomica, invece, la si fa<br />
risalire alla più grande questione "globale-locale", che dà l'opportunità di<br />
affacciarsi sul mondo anche a imprese localizzate in tenitori tradizionalmente<br />
chiusi ai rapporti con l'esterno valorizzando le proprie particolarità.<br />
Infine l'ultimo gruppo di fattori è di carattere sociopsicologico: si intravede<br />
una progressiva riduzione <strong>del</strong> provincialismo e <strong>del</strong>la paura di rischiare,<br />
che sta trasformando l'"invidia" per il successo economico di terze persone<br />
in tentativi di imitazione. In questo senso non è più vista come ostacolo<br />
allo sviluppo economico, ma come una "riserva di fiducia" in una<br />
realtà in cui la cooperazione sociale è stata tradizionalmente difficile.<br />
È sicuramente importante insistere su questi aspetti positivi di cambiamento<br />
senza mai sottovalutare quelli negativi: primo fra tutti l'aspetto<br />
problematico <strong>del</strong>la contemporanea presenza di due tipologie di riprese<br />
(grandi e piccole) che hanno una visione molto differente circa le modalità<br />
attraverso le quali lo sviluppo può essere consolidato.<br />
Le politiche per l'emersione in questo senso possono e devono giocare<br />
un ruolo centrale: se ne parlerà diffusamente nel capitolo successivo.<br />
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