«IL SISTEMA PVQ» - Cinque Quotidiano
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martedì 11 dicembre 2012<br />
17<br />
TEMPOLIBERO<br />
Da oggi sui palcoscenici romani sale la comicità<br />
PRENDIAMOLA A RIDERE<br />
Dado in versione “3D” scherza al Dei Satiri sulle manie tecnologiche dell’uomo<br />
moderno. Andrea Perroni è al Golden tra satira politica e vita di coppia. E Paola<br />
Minaccioni è in crisi col marito (Riccardo Fabretti) in “Ma che bell’Ikea” al Cometa<br />
I<br />
n questo dicembre, Roma diventa<br />
un grande palco per la<br />
comicità all’italiana. Gabriele<br />
Pellegrini, in arte Dado, porta al<br />
Teatro dei Satiri (via di Grotta<br />
Pinta 19) il suo esilarante “Dado<br />
in 3D”, da stasera al 16. Autore<br />
sia delle musiche che dei testi<br />
(insieme a Augusto Fornari e Gianluca<br />
Giugliarelli), il poliforme attore<br />
e comico romano si affida al<br />
pianoforte del Maestro Alessandro<br />
Greggia (la regia invece è di Augusto<br />
Fornari) per uno show dalla<br />
formula un po’ speciale. «Facciamo<br />
tutti parte di un social network,<br />
siamo muniti di i-pod, utilizziamo<br />
il pc a lavoro e a casa,<br />
siamo schiavi del nostro cellulare»,<br />
indica lo stesso Dado come<br />
premessa del suo lavoro. Si articolano<br />
monologhi e canzoni a chitarra<br />
in mano per delineare vizi,<br />
virtù e idiosincrasie dell’uomo<br />
moderno. Risate grasse anchè in<br />
“Imperfetto equilibrio”, uno spettacolo<br />
di Andrea Perroni e Stefano<br />
Fabrizi con “La Modesta Orchestra”.<br />
Perroni, romano classe<br />
1980, fin dalle prime imitazioni a<br />
Domenica In si è sempre contraddistinto<br />
per la spiccata capacità<br />
di trascinare il pubblico. Sulle<br />
musiche di Carlo Alberto d’Alatri<br />
(regia di Stefano Fabrizi), si fa<br />
protagonista - al Teatro Golden<br />
(via Taranto 36) - di un viaggio<br />
nella precarietà del mondo attuale.<br />
In scena dall’11 al 31 dicembre,<br />
Perroni costruisce un one man<br />
show con monologhi, imitazioni<br />
e gag che si dipanano tra satira<br />
politica e vita di coppia, mentre<br />
un’orchestra di sette elementi lo<br />
aiuta ad amalgamare le risate con<br />
la riflessione. Da oggi fino al 6<br />
gennaio ci accompagnerà infine<br />
anche il riuscito “Ma che bell’Ikea”,<br />
una brillante commedia<br />
di Gianni Clementi al Teatro della<br />
Cometa di Roma (via del Teatro<br />
Marcello 4). Paola Minaccioni e<br />
Riccardo Fabretti (regia Enrico<br />
Maria Lamanna) mettono in campo<br />
una storia di due coppie che stanno<br />
comprando casa in un condominio<br />
di periferia. La coppia di<br />
borghesi in crisi, lui avvocato e<br />
lei a dieta vegana, si confronta<br />
con l’altra coppia, coatta e aggressiva,<br />
lui venditore ambulante<br />
e lei rumena dai toni di abbigliamento<br />
molto flash. Tra clichéda<br />
superare e momenti di riflessione<br />
sulla natura umana, lo spettacolo<br />
diverte e descrive perfettamente<br />
il nostro mondo contemporaneo.<br />
Daniele Stefanoni<br />
PER ELISA<br />
Se i “panni sporchi”<br />
si lavano in tv<br />
di Elisa Isoardi<br />
U<br />
n ragazzo di vent’anni protesta in piazza e viene fermato.<br />
Il padre chiede che resti in carcere perché impari<br />
che quella della violenza non è la strada giusta. Si tratta<br />
di una vicenda che ha riempito le pagine dei giornali, i salotti<br />
dei talk show televisivi e ha fatto discutere l’Italia intera.<br />
Il tema è quello, secolare, del rapporto padre-figlio. Non<br />
c’è scrittore, da Hemingway a Kafka, che non abbia trattato<br />
e sviscerato ogni aspetto dello scontro generazionale. Nel<br />
caso specifico non sapremo mai cosa c’è davvero dietro uno<br />
scontro di tale portata e nemmeno ci interessa. Sono dell’opinione<br />
che i fatti personali debbano rimanere tali, ma la<br />
domanda che si pone è un’altra: è cambiato qualcosa nella<br />
nostra società che ha trasformato un normale passaggio (obbligato)<br />
della vita di ognuno in un evento mediatico di questa<br />
portata La saggezza popolare ci suggerirebbe che “i<br />
panni sporchi si lavano in casa”. E il problema forse è che la<br />
“casa”, intesa come sinonimo di famiglia tradizionale, sembra<br />
essere quasi del tutto sparita. Manca la “casa” come luogo<br />
di incontro, o di scontro, anche questo necessario alla<br />
crescita di ognuno di noi. E se non c’è la casa sembra quasi<br />
scontato che padri e figli, mogli e mariti, fidanzate e fidanzati,<br />
amici e nemici possano solo raccontare i propri disagi, le<br />
proprie storie davanti a una telecamera e a un microfono facendosi<br />
ognuno le proprie ragioni a colpi di comunicati<br />
stampa e interviste esclusive. Forse bisognerebbe fare un<br />
passo indietro e capire che un urlo, una litigata, un abbraccio,<br />
due accuse e una stretta di mano sono in grado di risolvere<br />
più problemi personali che qualunque prima pagina.