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PhD_Thesis_Mingoia

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proveniente da un flusso misterioso, che la precede e di cui è come l’eco, e l’ultima, che<br />

dà l’impressione di protendersi verso un ignoto sempre misterioso 37 .<br />

Se si osserva l’alternanza delle terzine del sonetto (ABA BCB) e le si considera in<br />

una sequenza rimica strutturata in quartine (ABAB CBCD CDED), invece che in terzine,<br />

si osserva che nelle quartine compare sempre una rima nuova (ABAB CBCD CDED), a<br />

costituire l’elemento collante tra una serie e l’altra, ovvero l’anticipazione della rima<br />

della nuova quartina e la ripetizione dell’ultima rima della quartina precedente: ogni<br />

quartina è pertanto, allo stesso tempo, anticipazione e ripetizione.<br />

Il modulo metrico della terzina, indagato come unità tetrastica, consente di<br />

rilevare all’interno della struttura ternaria, sottesa a ogni livello dell’opera, che vi è un<br />

modello binario, drammatico che presuppone una separazione e implica una scelta 38 .<br />

Esso racchiude le terzine e le attraversa nelle due rime rilevate, secondo lo schema<br />

rimico, 2, 3, 3, 3, 3, 3, 3, …2, attraverso la volontà dell’autore che prosegue e<br />

interrompe il flusso infinito delle rime a suo piacimento. Più intrinsecamente, il modulo<br />

binario si inserisce<br />

nella progressione circolare che, secondo il prototipo trinitario appunto, definisce<br />

uno spazio chiuso; vi si inserisce e lo mette in opera, lungo una progressione lineare a<br />

spirale, che ha alla sua origine in un vuoto a cui si cerca di dare un significato, e alla sua<br />

fine un vuoto, che forse verrà colmato altrove: è il vuoto a cui non ci si arrende; è la<br />

disciplina morale, intellettuale e pratica, che trasforma il vuoto e gli dà un significato,<br />

che costruisce la via, il ponte sopra l’abisso della lacerazione, e che dal ponte permette<br />

di guardar giù, senza paura, dritto nell’abisso 39 .<br />

L’analisi dell’invenzione del modulo metrico non si può certo esaurire solo con<br />

l’esame della sua ipotetica genesi. Non può considerarsi la metrica e lo studio del verso<br />

separatamente dalla poesia, poiché l’invenzione della terza rima non è autonoma dalla<br />

Commedia. Essa è appositamente pensata per il poema come il vaso che contiene il<br />

fluido della materia. Lo studio della sua invenzione è certamente connesso all’intero<br />

messaggio dell’opera e trova una connessione con il movimento interno dell’itinerarium<br />

del viator della Commedia; ma per questo motivo occorre comprendere meglio quale sia<br />

il dinamismo della terza rima.<br />

37 L’apertura di cui parla Ferretti Cuomo differisce dall’idea di Beltrami che la intende, piuttosto, nei<br />

termini di sostituzione di rima nel passaggio dal sirventese nel secondo verso della terzina successiva<br />

alla prima. Cfr. PIETRO BELTRAMI, Metrica, poetica, metrica dantesca, Pacini, Pisa 1981, p. 90.<br />

38 Cfr. LUISA FERRETTI CUOMO, Per un modello della terza rima dantesca, «Tenzone», V(2004), p.<br />

12.<br />

39 Ivi, p. 15.<br />

26

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