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PhD_Thesis_Mingoia

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Dante innova attraverso una struttura variabile ma conclusa. I suoi canti non sono solo<br />

un insieme di terzine, ma hanno clausole iniziali e finali.<br />

La formula metrica innovativa conferisce alla materia la molteplicità dei livelli del<br />

ritmo, quello fonico, quello rimico sintattico, semantico, simbolico, che Dante applica<br />

alla canzone:<br />

Inoltre bisogna discutere se venga chiamata canzone la costruzione di parole<br />

armonicamente disposte, o la modulazione metodica in sé. Al che osserviamo che la<br />

modulazione non viene mai chiamata canzone, ma suono, o tono, o nota, o melodia. In<br />

effetti nessun suonatore di strumento a fiato o a tastiera o a corde chiama la sua melodia<br />

canzone, se non in quanto è sposata ad una canzone, mentre i produttori di parole<br />

armonicamente disposte definiscono le loro opere canzoni, e così pure, di fronte a tali<br />

sequenze di parole depositate in foglietti, anche senza nessuno che le reciti, parliamo di<br />

canzoni.<br />

E perciò risulta chiaro che la canzone non è altro che un’azione in sé compiuta di<br />

chi formula parole armonicamente disposte in vista della modulazione metodica: per cui<br />

sia le canzoni, di cui ora ci occupiamo, sia le ballate e i sonetti e tutte le sequenze<br />

verbali, in volgare o in lingua regolare, armonicamente disposte in qualunque metro, le<br />

definiremo canzoni 52 .<br />

Questa osservazione consente di passare all’altro livello di indagine nel quale è<br />

rilevabile la medesima dinamica.<br />

Le ipotesi e le sollecitazioni relative alle logiche trinitarie, presenti nella terzina,<br />

manifestano che lo studio del numero tre non è dissociato da quello del numero due e<br />

uno, proprio perché la terza rima è l’esito di uno stretto rapporto tra l’uno e il due.<br />

Il movimento che le rime disegnano lungo le terzine è definito visivamente da<br />

Freccero come una catena che si spinge in avanti. E la catena è l’intreccio di tre cerchi.<br />

Freccero è del parere che proprio l’acquiescenza del valore trinitario abbia causato la<br />

carenza di interessi, da parte dei critici, per la forma della terza rima. Da parte sua egli<br />

esclude proprio la rappresentazione della Trinità, per il fatto che le due rime rilevate<br />

introducono numerologicamente un altro numero, il due. Ciò gli sembra incompatibile<br />

con l’idea della terza rima quale immagine della Trinità 53 .<br />

52 Dve II, VIII, 5-6: Preterea disserendum est utrum cantio dicatur fabricatio verborum armonizatorum, vel<br />

ipsa modulatio. Ad quod dicimus, quod nunquam modulatio dicitur cantio, sed sonus, vel tonus, vel<br />

nota, vel melos. Nullus enim tibicen, vel organista, vel citharedus, melodiam suam cantionem vocat<br />

nisi in quantum nupta est alicui cantioni; sed armonizantes verba opera sua cantiones vocant; et etiam<br />

talia verba in cartulis absque prolatore iacentia cantiones vocamus; et ideo cantio nil aliud esse<br />

videtur quam actio completa dictantis verba modulationi armonizata. Quapropter, tam cantiones quas<br />

nunc tractamus, quam ballatas et sonitus, et omnia cuiuscunquemodi verba scilicet armonizata<br />

vulgariter et regulariter, cantiones esse dicemus.<br />

53 JOHN FRECCERO, Il significato…, cit., pp. 338-339.<br />

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