GRAFICO 1.2/1Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>. Imprese registrate alla Camera <strong>di</strong> Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>(CCIAA) al 31.12.<strong><strong>20</strong>11</strong>. Composizione % per settore <strong>di</strong> attività economica (ATECO<strong>20</strong>07).Attività immobiliari;6%Alloggio e <strong>di</strong>ristorazione; 6%Trasporto emagazzinaggio; 3%Servizi; 14%Commercio; 21%Altro; 4%Agricoltura; 18%Attivitàmanifatturiere; 11%Costruzioni; 17%Attivitàprofessionali,scientifiche eTrasporto e tecniche; 3,1%magazzinaggio;3,4%Altre attività <strong>di</strong>servizi; 3,9%Attività immobiliari;5,8%Alloggio e <strong>di</strong>ristorazione; 6,3%Attivitàmanifatturiere;10,9%Altro; 11,6%Commercio ingrossoe dettaglio; <strong>20</strong>,7%Costruzioni; 16,5%Agricoltura,silvicoltura e pesca;17,9%Figura n.1 – Imprese registrate nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> anno <strong>20</strong>10 Figura n.2 – Imprese registrate nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> anno <strong><strong>20</strong>11</strong>Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> l’apertura <strong>di</strong> una procedura <strong>di</strong> crisi ha interessato 2.234 lavoratori (2.296 nel <strong>20</strong>10 e 2.695 nel<strong>20</strong>09). I settori produttivi che registrano maggiore <strong>di</strong>fficoltà sono il metalmeccanico, il commercio, la grafica,l’e<strong>di</strong>toria e le aziende <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni (inferiori a 50 <strong>di</strong>pendenti).Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> i licenziamentiin<strong>di</strong>viduali sono aumentatidel 17%Gli inserimenti nelle liste <strong>di</strong> mobilità a seguito <strong>di</strong> licenziamenti collettivisono stati 1.622 (1.345 nel <strong>20</strong>10), mentre il numero <strong>di</strong> licenziamentiin<strong>di</strong>viduali è passato da 3.310 nel <strong>20</strong>10 a 3.861 nel <strong><strong>20</strong>11</strong>.Un fenomeno sociale recente è il notevole incremento in questi ultimi anni dei suici<strong>di</strong> tra i <strong>di</strong>soccupati,gli impren<strong>di</strong>tori e i lavoratori autonomi: una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> due al giorno su base nazionale, secondo i dati EU-RES (http://www.eures.it/indagini_istituzionali.php).Più in dettaglio nel <strong>20</strong>10, sempre su base nazionale, si contano 192 vittime tra i lavoratori in proprio(artigiani e commercianti) e 144 tra gli impren<strong>di</strong>tori e i liberi professionisti (151 nel <strong>20</strong>09), costituite in oltreil 90% dei casi da uomini. Tra i <strong>di</strong>soccupati la crescita riguarda principalmente coloro che hanno perdutoil lavoro (288 suici<strong>di</strong> nel <strong>20</strong>10, 272 nel <strong>20</strong>09, a fronte dei circa <strong>20</strong>0 degli anni precedenti), mentre menomarcato appare l'incremento tra quanti sono alla ricerca della prima occupazione (74 nel <strong>20</strong>10 e 85 nel<strong>20</strong>09, a fronte delle 67 in me<strong>di</strong>a nel triennio precedente). L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rischio appare strettamente correlatoall’impatto della crisi economica <strong>di</strong> questi ultimi anni.GRAFICO 1.2/2Italia: Disoccupati suici<strong>di</strong> e suici<strong>di</strong> attribuiti a ragioni economiche (fonte: EURES).357 362275 270260198187150115 118<strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10Disoccupati suici<strong>di</strong>Suici<strong>di</strong> per motivi economiciCAPITOLO 12Il campo <strong>di</strong> intervento
TABELLA 1.2/1Italia: Disoccupati suici<strong>di</strong> e suici<strong>di</strong> attribuiti a motivi economici (fonte: EURES).SUICIDI <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10VAR. %<strong>20</strong>08/<strong>20</strong>10Disoccupati suici<strong>di</strong> 275 270 260 357 362 +39%Suici<strong>di</strong> attribuiti a motivi economici 115 118 150 198 187 +25%Totale suici<strong>di</strong> ITALIA 3.061 2.867 2.828 2.986 3.048 +8%Uno sguardo più dettagliato dell’impatto della crisi sulle famiglie italiane si ricava dalle indagini campionariedella Banca D’Italia e dalle ultime pubblicazioni dell’Istat e per finire dall’ultimo Rapporto sullasalute dell’Università Cattolica.Nel <strong>20</strong>10 (ultima rilevazione ISTAT http://www.istat.it/it/archivio/48985) il 18,2% delle persone residentiin Italia è, secondo la definizione Eurostat, a "rischio <strong>di</strong> povertà", il 6,9% si trova in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>"grave deprivazione materiale" e il 10,2% vive in famiglie caratterizzate da una bassa intensità <strong>di</strong> lavoro.Nel biennio <strong>20</strong>09-<strong>20</strong>10 risultano sostanzialmente stabili in Italia sia il "rischio <strong>di</strong> povertà" (dal 18,4% al18,2 %), sia quello <strong>di</strong> "grave deprivazione materiale" (dal 7% al 6,9 %), mentre è aumentata dall'8,8% al10,2 % la quota <strong>di</strong> persone che vivono in famiglie a bassa intensità <strong>di</strong> lavoro, dove cioè le persone <strong>di</strong> 18-59anni <strong>di</strong> età lavorano meno <strong>di</strong> un quinto del tempo.Nel <strong>20</strong>10 il 16% delle famiglie residenti in Italia ha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> arrivare con molta <strong>di</strong>fficoltà alla fine delmese. L'8,9% si è trovato in arretrato con il pagamento delle bollette, l'11,2% con l'affitto o il mutuo,l'11,5% non ha potuto riscaldare adeguatamente l'abitazione. Il dato sulla povertà risulta sostanzialmentestabile rispetto al <strong>20</strong>09: l'11% delle famiglie è relativamente povero e il 4,6% lo è in termini assoluti.Nelle ultime indagini campionarie sui bilanci delle famiglie italiane realizzate dalla Banca d’Italia (fonte:http://www.banca<strong>di</strong>talia.it/statistiche/indcamp/bilfait/boll_stat, Gennaio <strong>20</strong>12), nell’anno <strong>20</strong>10 la quota <strong>di</strong>in<strong>di</strong>vidui poveri, convenzionalmente identificati da un red<strong>di</strong>to equivalente inferiore alla metà della me<strong>di</strong>ana,è risultata pari al 14,4%, in aumento <strong>di</strong> un punto percentuale rispetto al <strong>20</strong>08. Tale quota supera il40% tra i citta<strong>di</strong>ni stranieri. Il 29,8 per cento delle famiglie considera le proprie entrate insufficienti a coprirele spese, il 10,5 per cento le reputa più che sufficienti, mentre il restante 59,7% segnala una situazioneinterme<strong>di</strong>a. Rispetto alle precedenti rilevazioni emerge una tendenza all’aumento dei giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà.La percentuale <strong>di</strong> famiglie indebitate è pari al 27,7%. L’indebitamento, come in passato, risulta più <strong>di</strong>ffusotra le famiglie a red<strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o-alto, con capofamiglia <strong>di</strong> età inferiore ai 55 anni, lavoratore in<strong>di</strong>pendenteo con elevato titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Le passività sono costituite in larga parte da mutui per l’acquisto e perla ristrutturazione <strong>di</strong> immobili.La crisi economica pesa, come rileva l’ultimo Rapporto Osservasalute <strong><strong>20</strong>11</strong>(http://www.osservasalute.it/), anche sulla salute, nel senso che gli italiani investono meno per la cura delproprio corpo, praticano meno sport e mangiano meno frutta e verdura (le porzioni <strong>di</strong> frutta e verduraconsumate in un giorno scendono dal 5,7% al 4,8%). Aumenta invece l’uso <strong>di</strong> psicofarmaci, cresciuto <strong>di</strong>quattro volte negli ultimi <strong>di</strong>eci anni.1.3 LA POPOLAZIONESi conferma la tendenza all’incremento della fascia <strong>di</strong> popolazione anziana, in particolare la percentuale<strong>di</strong> persone <strong>di</strong> età superiore ai 74 anni, che passa dal 10,4 al 10,6% del totale. Si conferma stabile la percentualedella fascia <strong>di</strong> età inferiore ai 15 anni, pari al 14,2% del totale.3CAPITOLO 1Il campo <strong>di</strong> intervento