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Relazione 2011 pdf - Dipartimento di Prevenzione Ulss 20 di Verona

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DIPARTIMENTO DI PREVENZIONEULSS <strong>20</strong> - <strong>Verona</strong><strong><strong>20</strong>11</strong>RELAZIONE SANITARIAh t t p : / / p r e v e n z i o n e . ulss<strong>20</strong>.verona.it


PREMESSA ALLA RELAZIONE SANITARIA <strong><strong>20</strong>11</strong>La congiuntura economica negativa in cui versa tutta l’Europa meri<strong>di</strong>onale si è intensificata nel corsodel <strong><strong>20</strong>11</strong> peggiorando i determinanti socio-sanitari della salute e riducendo le risorse <strong>di</strong>sponibili per il serviziosanitario nazionale e regionale.Restano buoni, nella nostra regione, i principali in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> salute della popolazione.Allo scopo <strong>di</strong> tutelare la parte più debole della popolazione, è stato messo a punto nella nostra ULSS unprogramma <strong>di</strong> contrasto nei confronti delle <strong>di</strong>suguaglianze sanitarie che ha incluso una prima ricognizionecomplessiva <strong>di</strong> quanto viene già fatto (Cap. 2.4).Per migliorare l’efficienza e ridurre i costi del nostro sistema sanitario è necessario riverificare con attenzionequali sono le procedure tecniche ed amministrative in atto che possono essere semplificate odabolite togliendo gravami inutili che pesano sui tempi <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> produzione delle imprese e dei singoli.Da segnalare a questo proposito la conclusione della fase sperimentale <strong>di</strong> trasferire on-line tutta unaserie <strong>di</strong> pratiche burocratiche evitando inutili per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> tempo ai citta<strong>di</strong>ni. (Cap. 6 pag. 90).Restano buone le coperture vaccinali dopo la sospensione dell'obbligo introdotta nella nostra regionenel <strong>20</strong>08 (Cap. 4). La lieve, ma costante, <strong>di</strong>minuzione dei tassi <strong>di</strong> copertura degli scorsi anni ha avuto unapositiva inversione <strong>di</strong> tendenza che attribuisco ad una migliore razionalizzazione delle risorse destinate aquesto settore <strong>di</strong> intervento.Permangono critiche le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sovraffollamento del carcere <strong>di</strong> Montorio dove i nostri servizi operanocon interventi <strong>di</strong> prevenzione e controllo per garantire la massima tutela sanitaria ottenibile.Dato il consueto ritardo con cui riusciamo a rendere <strong>di</strong>sponibili dati ed informazioni relative al <strong><strong>20</strong>11</strong>,sono stati inserite in questo rapporto anche alcuni dati ed eventi relativi alla prima metà del <strong>20</strong>12.Anche per questa e<strong>di</strong>zione, abbiamo utilizzato una forte integrazione fra il testo cartaceo ed i contenutidel sito del <strong>di</strong>partimento in modo da non sacrificare né la leggibilità del testo né la completezza delle informazioni.<strong>Verona</strong>, settembre <strong>20</strong>12


CAPITOLO 5: LE MALATTIE CRONICO DEGENERATIVE PAG. 655.1 Fattori <strong>di</strong> rischio legati agli stili <strong>di</strong> vita Pag. 655.1.1 Alimentazione scorretta Pag. 655.1.2 Alcol Pag. 685.1.3 Sedentarietà Pag. 695.1.4 Tabagismo Pag. 705.1.5 Guadagnare Salute Pag. 715.2 Favorire un’alimentazione sana Pag. 735.3 Promozione dell’attività fisica Pag. 745.4 Screening oncologici Pag. 80CAPITOLO 6: INCIDENTI PAG. 876.1 <strong>Prevenzione</strong> degli incidenti stradali Pag. 876.2 Commissione Me<strong>di</strong>ca Locale Patenti (CML) Pag. 896.3 Incidenti domestici Pag. 94CAPITOLO 7: LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO PAG. 997.1 Infortuni sul lavoro Pag. 997.2 Malattie professionali Pag. 1027.3 Attività <strong>di</strong> prevenzione nell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> Pag. 1047.4 Amianto Pag. 1077.5 Me<strong>di</strong>cina del Lavoro e attività sanitarie Pag. 1087.6 Comunicazione, Informazione, Formazione, Promozione della Salute Pag. 110CAPITOLO 8: IL MONDO ANIMALE PAG. 1118.1 Dimensione produttiva Pag. 1118.2 Vigilanza e ispezioni Pag. 1128.3 Malattie infettive ed infestazioni Pag. 1148.4 Altre malattie infettive Pag. 1188.5 Centro Pet Therapy Pag. 1<strong>20</strong>8.6 Randagismo Pag. 1218.7 Ratti, insetti ed artropo<strong>di</strong> Pag. 124CAPITOLO 9: IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE PAG. 1279.1 Servizi/Uffici del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> Pag. 1279.2 Costi Pag. 1319.3 La <strong>Prevenzione</strong> inutile Pag. 132IIRELAZIONE SANITARIA <strong><strong>20</strong>11</strong>In<strong>di</strong>ce per argomenti


MAPPA DEL TERRITORIO DELL’ULSS <strong>20</strong>


CAPITOLO 1Il campo <strong>di</strong> interventoParole chiave: comuni, imprese, struttura produttiva, popolazione, stranieri, residenti, interruzioni gravidanza,mortalità, mortalità infantile, mortalità evitabile, tumori, aids, invali<strong>di</strong> civili, visite fiscali1.1 CARATTERISTICHE GEOGRAFICHEL’Azienda ULSS n. <strong>20</strong> comprende 36 Comuni: Boscochiesanuova, Buttapietra, Castel d'Azzano, Cerro Veronese,Erbezzo, Grezzana, Roverè, San Martino Buon Albergo, <strong>Verona</strong>, Selva <strong>di</strong> Progno, Velo Veronese,Ba<strong>di</strong>a Calavena, S.Mauro <strong>di</strong> Saline, Vestenanova, S. Giovanni Ilarione, Tregnago, Mezzane, Illasi, Cazzano<strong>di</strong> Tramigna, Montecchia <strong>di</strong> Crosara, Roncà, Monteforte, Soave, Colognola ai Colli, Lavagno, Cal<strong>di</strong>ero, Belfiore,San Bonifacio, Arcole, Albaredo, Cologna Veneta, Pressana, Roveredo <strong>di</strong> Guà, Veronella, Zimella, SanGiovanni Lupatoto. Confina a nord con il Trentino Alto A<strong>di</strong>ge e comprende l'area dei monti Lessini intersecata,da ovest ad est, da quattro vallate: Val Pantena, Val Squaranto, Val D'Illasi, Val D'Alpone, fino al confineorientale con la Provincia <strong>di</strong> Vicenza.Include la fascia pedemontana e collinare e la prima parte <strong>di</strong> pianura, attraversata dal fiume A<strong>di</strong>ge, e-stendendosi a sud, a ridosso del confine con la Provincia <strong>di</strong> Vicenza, finoa comprendere la zona <strong>di</strong> Cologna. L'estensione complessiva è <strong>di</strong>La maggior parte dellaKm 2 . 1.065,61. L'altitu<strong>di</strong>ne varia dai 1.118 metri sul livello del mare del popolazione risiede negliComune <strong>di</strong> Erbezzo ai 38 <strong>di</strong> Buttapietra.agglomerati urbani deitrentasei comuniLa maggior parte della popolazione risiede negli agglomerati urbanidei trentasei comuni costituenti l'ULSS. Di questi, oltre a <strong>Verona</strong>, che conta più <strong>di</strong> 260.000 abitanti, soloSan Bonifacio, Castel D'Azzano, Grezzana, San Martino Buon Albergo e San Giovanni Lupatoto superano lasoglia dei 10.000 residenti.L’Azienda ULSS <strong>20</strong>, con i suoi 475.635 assistiti (rilevazione al 31/12/<strong><strong>20</strong>11</strong>), è la più popolosa della RegioneVeneto.1.2 CONTESTO ECONOMICO/SOCIALENel <strong><strong>20</strong>11</strong>, nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, le imprese registrate dalla Camera <strong>di</strong> Commercio risultavano pari a98.452, con una riduzione dello 0,7% rispetto all’anno precedente(99.230 nel <strong>20</strong>10). Analoga contrazione si registra per le imprese attive, Imprese in lieve riduzioneche sono passate dalle 90.114 del <strong>20</strong>10 alle 89.433 nel <strong><strong>20</strong>11</strong> (-0,7%)(Fonte: CCIAA <strong>Verona</strong>).1


GRAFICO 1.2/1Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>. Imprese registrate alla Camera <strong>di</strong> Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>(CCIAA) al 31.12.<strong><strong>20</strong>11</strong>. Composizione % per settore <strong>di</strong> attività economica (ATECO<strong>20</strong>07).Attività immobiliari;6%Alloggio e <strong>di</strong>ristorazione; 6%Trasporto emagazzinaggio; 3%Servizi; 14%Commercio; 21%Altro; 4%Agricoltura; 18%Attivitàmanifatturiere; 11%Costruzioni; 17%Attivitàprofessionali,scientifiche eTrasporto e tecniche; 3,1%magazzinaggio;3,4%Altre attività <strong>di</strong>servizi; 3,9%Attività immobiliari;5,8%Alloggio e <strong>di</strong>ristorazione; 6,3%Attivitàmanifatturiere;10,9%Altro; 11,6%Commercio ingrossoe dettaglio; <strong>20</strong>,7%Costruzioni; 16,5%Agricoltura,silvicoltura e pesca;17,9%Figura n.1 – Imprese registrate nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> anno <strong>20</strong>10 Figura n.2 – Imprese registrate nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> anno <strong><strong>20</strong>11</strong>Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> l’apertura <strong>di</strong> una procedura <strong>di</strong> crisi ha interessato 2.234 lavoratori (2.296 nel <strong>20</strong>10 e 2.695 nel<strong>20</strong>09). I settori produttivi che registrano maggiore <strong>di</strong>fficoltà sono il metalmeccanico, il commercio, la grafica,l’e<strong>di</strong>toria e le aziende <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni (inferiori a 50 <strong>di</strong>pendenti).Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> i licenziamentiin<strong>di</strong>viduali sono aumentatidel 17%Gli inserimenti nelle liste <strong>di</strong> mobilità a seguito <strong>di</strong> licenziamenti collettivisono stati 1.622 (1.345 nel <strong>20</strong>10), mentre il numero <strong>di</strong> licenziamentiin<strong>di</strong>viduali è passato da 3.310 nel <strong>20</strong>10 a 3.861 nel <strong><strong>20</strong>11</strong>.Un fenomeno sociale recente è il notevole incremento in questi ultimi anni dei suici<strong>di</strong> tra i <strong>di</strong>soccupati,gli impren<strong>di</strong>tori e i lavoratori autonomi: una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> due al giorno su base nazionale, secondo i dati EU-RES (http://www.eures.it/indagini_istituzionali.php).Più in dettaglio nel <strong>20</strong>10, sempre su base nazionale, si contano 192 vittime tra i lavoratori in proprio(artigiani e commercianti) e 144 tra gli impren<strong>di</strong>tori e i liberi professionisti (151 nel <strong>20</strong>09), costituite in oltreil 90% dei casi da uomini. Tra i <strong>di</strong>soccupati la crescita riguarda principalmente coloro che hanno perdutoil lavoro (288 suici<strong>di</strong> nel <strong>20</strong>10, 272 nel <strong>20</strong>09, a fronte dei circa <strong>20</strong>0 degli anni precedenti), mentre menomarcato appare l'incremento tra quanti sono alla ricerca della prima occupazione (74 nel <strong>20</strong>10 e 85 nel<strong>20</strong>09, a fronte delle 67 in me<strong>di</strong>a nel triennio precedente). L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rischio appare strettamente correlatoall’impatto della crisi economica <strong>di</strong> questi ultimi anni.GRAFICO 1.2/2Italia: Disoccupati suici<strong>di</strong> e suici<strong>di</strong> attribuiti a ragioni economiche (fonte: EURES).357 362275 270260198187150115 118<strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10Disoccupati suici<strong>di</strong>Suici<strong>di</strong> per motivi economiciCAPITOLO 12Il campo <strong>di</strong> intervento


TABELLA 1.2/1Italia: Disoccupati suici<strong>di</strong> e suici<strong>di</strong> attribuiti a motivi economici (fonte: EURES).SUICIDI <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10VAR. %<strong>20</strong>08/<strong>20</strong>10Disoccupati suici<strong>di</strong> 275 270 260 357 362 +39%Suici<strong>di</strong> attribuiti a motivi economici 115 118 150 198 187 +25%Totale suici<strong>di</strong> ITALIA 3.061 2.867 2.828 2.986 3.048 +8%Uno sguardo più dettagliato dell’impatto della crisi sulle famiglie italiane si ricava dalle indagini campionariedella Banca D’Italia e dalle ultime pubblicazioni dell’Istat e per finire dall’ultimo Rapporto sullasalute dell’Università Cattolica.Nel <strong>20</strong>10 (ultima rilevazione ISTAT http://www.istat.it/it/archivio/48985) il 18,2% delle persone residentiin Italia è, secondo la definizione Eurostat, a "rischio <strong>di</strong> povertà", il 6,9% si trova in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>"grave deprivazione materiale" e il 10,2% vive in famiglie caratterizzate da una bassa intensità <strong>di</strong> lavoro.Nel biennio <strong>20</strong>09-<strong>20</strong>10 risultano sostanzialmente stabili in Italia sia il "rischio <strong>di</strong> povertà" (dal 18,4% al18,2 %), sia quello <strong>di</strong> "grave deprivazione materiale" (dal 7% al 6,9 %), mentre è aumentata dall'8,8% al10,2 % la quota <strong>di</strong> persone che vivono in famiglie a bassa intensità <strong>di</strong> lavoro, dove cioè le persone <strong>di</strong> 18-59anni <strong>di</strong> età lavorano meno <strong>di</strong> un quinto del tempo.Nel <strong>20</strong>10 il 16% delle famiglie residenti in Italia ha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> arrivare con molta <strong>di</strong>fficoltà alla fine delmese. L'8,9% si è trovato in arretrato con il pagamento delle bollette, l'11,2% con l'affitto o il mutuo,l'11,5% non ha potuto riscaldare adeguatamente l'abitazione. Il dato sulla povertà risulta sostanzialmentestabile rispetto al <strong>20</strong>09: l'11% delle famiglie è relativamente povero e il 4,6% lo è in termini assoluti.Nelle ultime indagini campionarie sui bilanci delle famiglie italiane realizzate dalla Banca d’Italia (fonte:http://www.banca<strong>di</strong>talia.it/statistiche/indcamp/bilfait/boll_stat, Gennaio <strong>20</strong>12), nell’anno <strong>20</strong>10 la quota <strong>di</strong>in<strong>di</strong>vidui poveri, convenzionalmente identificati da un red<strong>di</strong>to equivalente inferiore alla metà della me<strong>di</strong>ana,è risultata pari al 14,4%, in aumento <strong>di</strong> un punto percentuale rispetto al <strong>20</strong>08. Tale quota supera il40% tra i citta<strong>di</strong>ni stranieri. Il 29,8 per cento delle famiglie considera le proprie entrate insufficienti a coprirele spese, il 10,5 per cento le reputa più che sufficienti, mentre il restante 59,7% segnala una situazioneinterme<strong>di</strong>a. Rispetto alle precedenti rilevazioni emerge una tendenza all’aumento dei giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà.La percentuale <strong>di</strong> famiglie indebitate è pari al 27,7%. L’indebitamento, come in passato, risulta più <strong>di</strong>ffusotra le famiglie a red<strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o-alto, con capofamiglia <strong>di</strong> età inferiore ai 55 anni, lavoratore in<strong>di</strong>pendenteo con elevato titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Le passività sono costituite in larga parte da mutui per l’acquisto e perla ristrutturazione <strong>di</strong> immobili.La crisi economica pesa, come rileva l’ultimo Rapporto Osservasalute <strong><strong>20</strong>11</strong>(http://www.osservasalute.it/), anche sulla salute, nel senso che gli italiani investono meno per la cura delproprio corpo, praticano meno sport e mangiano meno frutta e verdura (le porzioni <strong>di</strong> frutta e verduraconsumate in un giorno scendono dal 5,7% al 4,8%). Aumenta invece l’uso <strong>di</strong> psicofarmaci, cresciuto <strong>di</strong>quattro volte negli ultimi <strong>di</strong>eci anni.1.3 LA POPOLAZIONESi conferma la tendenza all’incremento della fascia <strong>di</strong> popolazione anziana, in particolare la percentuale<strong>di</strong> persone <strong>di</strong> età superiore ai 74 anni, che passa dal 10,4 al 10,6% del totale. Si conferma stabile la percentualedella fascia <strong>di</strong> età inferiore ai 15 anni, pari al 14,2% del totale.3CAPITOLO 1Il campo <strong>di</strong> intervento


TABELLA 1.3/1Caratteristiche demografiche della popolazione residente nei comuni della ULSS <strong>20</strong>: nuovi nati, numero decessi,totale iscritti all’anagrafe, iscritti con età inferiore a 15 anni, superiore a 65 e 74 anni e loro percentuale sultotale della popolazione, residenti con età superiore ai 100 anni.NATI DECESSI RESIDENTI < 15 ANNI % > 65 ANNI % > 74 ANNI %<strong>20</strong>07 4.605 3.948 463.312 65.956 14,2 91.295 19,7 47.621 10,3 74<strong>20</strong>08 4.652 4.095 470.877 66.769 14,2 96.123 <strong>20</strong>,4 51.404 10,9 96<strong>20</strong>09 4.428 4.339 472.090 67.014 14,2 97.481 <strong>20</strong>,6 52.729 11,1 100<strong>20</strong>10 4.7<strong>20</strong> 4.267* 474.124 67.433 14,2 97.983 <strong>20</strong>,7 49.374 10,4 128<strong><strong>20</strong>11</strong> 4.474 4.367** 475.635 67.828 14,2 93.881 19,7 50.309 10,6 141* dato non consolidato ** dato ISTAT> 100ANNILa tabella 1.3/2 evidenzia come il numero <strong>di</strong> stranieri residenti nel Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> sia in costanteaumento arrivando a superare il 14% della popolazione.TABELLA 1.3/2Stranieri residenti nel Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>.STRANIERI RESIDENTIPOPOLAZIONE RESIDENTE TO-TALE% DI STRANIERI SULLA POPOLA-ZIONE31.12.<strong>20</strong>07 30.970 264.191 11,731.12.<strong>20</strong>08 34.465 265.368 13,031.12.<strong>20</strong>09 35.263 264.475 13,331.12.<strong>20</strong>10 36.666 263.964 13,831.12.<strong><strong>20</strong>11</strong> 37.972 264.161 14,4Le fasce d’età più rappresentate degli stranieri residenti a <strong>Verona</strong> sono quelle dei giovani-adulti con unprogressivo incremento dei nuovi nati (v. piramide).Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>: <strong>di</strong>stribuzione percentuale della popolazioneresidente per sesso e classe d’età – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>: <strong>di</strong>stribuzione percentuale della popolazione residentestraniera per sesso e classe d’età – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>Il grafico n. 1.3/1 illustra l’andamento dei residenti della sola città <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> con età uguale o superioreai cento anni. È un in<strong>di</strong>catore sintetico che consente <strong>di</strong> apprezzare l’entità del fenomeno <strong>di</strong> allungamentodella speranza <strong>di</strong> vita.CAPITOLO 14Il campo <strong>di</strong> intervento


GRAFICO 1.3/1Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>. Numero <strong>di</strong> residenti con età uguale o superiore ai cento anni.7479♀58634941383840 4034353133 33282635197 8129 1075 667 8 6 78 10 10 10643 446 61990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 <strong>20</strong>00 <strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>MaschiFemmine12♂La tabella seguente evidenzia le interruzioni volontarie <strong>di</strong> gravidanza (IVG) nell’ULSS<strong>20</strong>.TABELLA 1.3/3ULSS <strong>20</strong>. Interruzioni volontarie <strong>di</strong> gravidanza (IVG).N. CASI DI DONNE CONCITTADINANZA ITALIANAN. CASI DI DONNE CONCITTADINANZA STRANIERAN. CASITOTALI<strong>20</strong>07 259 (45%) 314 (55%) 573<strong>20</strong>08 272 (42%) 372 (58%) 644<strong>20</strong>09 278 (43%) 370 (57%) 648<strong>20</strong>10 258 (41%) 373 (59%) 631<strong><strong>20</strong>11</strong> 278 (44%) 355 (56%) 633L'entità del fenomeno è particolarmente accentuata nel caso <strong>di</strong> donne con citta<strong>di</strong>nanza straniera che,nonostante costituiscano una ridotta percentuale della popolazione, danno ragione del 56% <strong>di</strong> tutte leIVG.1.4 LA MORTALITÀ1.4.1 LA MORTALITÀ GENERALEVENETOLa popolazione del Veneto gode <strong>di</strong> buone con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute: nel <strong><strong>20</strong>11</strong> si registra infatti un ulterioreaumento della speranza <strong>di</strong> vita alla nascita; la stima sale infatti a 79,8 anni per gli uomini e a 85 anni per ledonne, superiore ai corrispondenti dati me<strong>di</strong> italiani pari rispettivamente a 79,4 (+0,3 rispetto al <strong>20</strong>10) e84,5 anni (+0,2) (ISTAT In<strong>di</strong>catori Demografici - anno <strong><strong>20</strong>11</strong>). Per quanto riguarda il dato italiano, prosegueanche nel <strong><strong>20</strong>11</strong> il percorso <strong>di</strong> convergenza della sopravvivenza maschile a quella femminile: la <strong>di</strong>fferenzadella vita me<strong>di</strong>a tra uomini e donne scende a 5,1 anni rispetto ai 5,8 <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni prima.5CAPITOLO 1Il campo <strong>di</strong> intervento


Tra i residenti nel Veneto nel corso dell’anno <strong>20</strong>09 si sono registrati 43.990 decessi, <strong>di</strong> cui 21.219(48,2% del totale) in soggetti <strong>di</strong> sesso maschile e 22.771 (51,8%) in persone <strong>di</strong> sesso femminile (fonte: SistemaEpidemiologico Regionale - SER).Il numero complessivo <strong>di</strong> decessi è stabile rispetto al <strong>20</strong>08 ed in lieve aumento rispetto al <strong>20</strong>07. Il tassogrezzo <strong>di</strong> mortalità nel <strong>20</strong>09 è pari a 8,9 per mille nei maschi e a 9,1 per mille nelle femmine, risultandopressoché invariato nell’ultimo triennio; il tasso standar<strong>di</strong>zzato mostra invece una lieve riduzione nel <strong>20</strong>09rispetto ai due anni precedenti.La mortalità nella popolazione del Veneto è lievemente inferiore alla me<strong>di</strong>a nazionale nei maschi emarcatamente più bassa nelle femmine. Nei maschi il trend dell’ultimo ventennio nel Veneto ha seguitol’andamento generale del Nord Italia, dove vi è stata una riduzione della mortalità (che partiva da livellipiù elevati rispetto al Sud) decisamente più accentuata <strong>di</strong> quella osservata nel Centro e nel Sud del Paese.Nelle donne invece la mortalità si è mantenuta inferiore a quella nazionale per tutto il periodo <strong>di</strong> osservazione.La <strong>di</strong>stribuzione proporzionale delle principali cause <strong>di</strong> mortalità non si è mo<strong>di</strong>ficata rispetto al <strong>20</strong>08;esse sono infatti rappresentate dalle malattie del sistema circolatorio e dai tumori che insieme giustificanocirca il 70% dei decessi. Nelle femmine sono nettamente prevalenti le malattie del sistema circolatorio,mentre nei maschi, ormai da alcuni anni, i decessi per tumore hanno superato quelli per malattie circolatorie.Nel <strong>20</strong>09 nei maschi residenti in Veneto i tumori hanno causato il 37% dei decessi, seguiti dalle malattiedel sistema circolatorio (33%), dalle malattie dell’apparato respiratorioDiminuisce la mortalitàper malattie car<strong>di</strong>ovascolari(7%) e dai traumatismi e avvelenamenti (5%). Nelle femmine invece lemalattie del sistema circolatorio hanno causato il 41% dei decessi, itumori il 27%, le malattie respiratorie il 6% e i <strong>di</strong>sturbi psichici il 5%.Rispetto al resto dell’Italia la mortalità per malattie del sistema circolatorionella popolazione del Veneto è in forte riduzione e si è mantenuta lievemente più bassa rispettoalla me<strong>di</strong>a nazionale per tutto il corso delle ultime due deca<strong>di</strong>.GRAFICO 1.4.1/1Regione Veneto. Mortalità per malattie del sistema circolatorio: tasso standar<strong>di</strong>zzato per sesso (per 100.000),anni <strong>20</strong>00-<strong>20</strong>09. Popolazione standard: Veneto, 1° gennaio <strong>20</strong>02.494,3471,0482,1466,2429,0 428,7330,8305,2 297,0 301,5271,7 275,8394,6 394,5 396,9255,5 254,5 254,3378,9♂247,3♀<strong>20</strong>00 <strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09FemmineMaschiNel contesto italiano la mortalità per tumori nei maschi all’inizio degli anni ’90 presentava un rilevantegra<strong>di</strong>ente Nord-Sud, con valori particolarmente elevati in alcune regioni settentrionali tra cui il Veneto;CAPITOLO 16Il campo <strong>di</strong> intervento


nel tempo la mortalità si è ridotta in modo più marcato al Nord (compreso il Veneto) rispetto al Centro,mentre è rimasta stabile al Sud. Nelle femmine invece la mortalità per tumori nel Veneto è sempre rimastain linea con il valore nazionale, ed ha registrato un calo più modesto rispetto a quello osservato neimaschi.GRAFICO 1.4.1/2Regione Veneto. Mortalità per tumori: tasso standar<strong>di</strong>zzato per sesso (per 100.000), anni <strong>20</strong>00-<strong>20</strong>09. Popolazionestandard: Veneto, 1° gennaio <strong>20</strong>02.459,3441,2 436,3425,5414,6401,7 400,2389,7 384,2370,6♂215,0 214,6<strong>20</strong>1,9 <strong>20</strong>7,4 <strong>20</strong>1,8 <strong>20</strong>1,5 198,5 <strong>20</strong>2,3 195,5 198,1♀<strong>20</strong>00 <strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09FemmineMaschiIl tumore maligno del polmone risulta nel <strong>20</strong>09 la principale causa neoplastica <strong>di</strong> morte nei maschi(1.950 decessi) e la seconda nelle femmine (750 decessi, in netto aumento rispetto al <strong>20</strong>08). Il tumore malignodel colon-retto è la seconda causa <strong>di</strong> morte per neoplasia nei maschi e la terza nelle femmine. Il tumoremaligno della mammella è, tra le neoplasie, la principale causa <strong>di</strong> morte nelle femmine: nel <strong>20</strong>09 sisono registrati 987 decessi.AIDSDal 1994, anno in cui si è verificato il maggior numero <strong>di</strong> decessi (281 eventi tra i residenti nel Veneto),la mortalità per AIDS è nettamente e rapidamente <strong>di</strong>minuita: 155 decessi nel 1997, 69 nel 1998, fino adoscillare tra i 40 e i 50 decessi annui dopo l’anno <strong>20</strong>01 (fonte: Registro AIDS - Regione Veneto, dati al 31<strong>di</strong>cembre <strong>20</strong>10).L’analisi della mortalità (grafico 1.4.1/3) mostra infatti un periodo <strong>di</strong> brusco calo - dal 1996 al 1999 - seguitoda un periodo <strong>di</strong> relativa stazionarietà. Tale andamento suggeriscequanto l’introduzione e la <strong>di</strong>ffusione del trattamento con combinazioni<strong>di</strong> farmaci anti-retrovirali a partire dal 1995 abbiano determinato mortalità per AIDSIn netto e rapido calo laanche nella nostra Regione una <strong>di</strong>minuzione della mortalità correlataall’AIDS.Nell’ultimo triennio inoltre il numero dei decessi risulta essere particolarmente contenuto, anche se varicordato che il dato dell’anno <strong>20</strong>10 potrebbe subire variazioni in futuro a causa dei ritar<strong>di</strong> <strong>di</strong> notifica. Ancheil numero <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> AIDS ha seguito negli anni lo stesso andamento mentre il numero dei casi prevalenti(tutti i casi viventi verificatisi dal 1984 al <strong>20</strong>10), che costituisce la principale misura per stimare le necessitàassistenziali dei malati <strong>di</strong> AIDS, continua ad aumentare (2 casi nel 1984, 273 casi nel 1990, 741 nel<strong>20</strong>00, 1.098 nel <strong>20</strong>10).7CAPITOLO 1Il campo <strong>di</strong> intervento


GRAFICO 1.4.1/3Regione Veneto. Numero <strong>di</strong> casi e decessi incidenti per AIDS in residenti per anno <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi, periodo 1984-<strong>20</strong>10 (fonte: Registro AIDS – Regione Veneto, dati al 31.12.<strong>20</strong>10)ULSS <strong>20</strong>Nonostante i dati <strong>20</strong>10 relativi alle cause <strong>di</strong> morte non siano ancora consolidati, si può notare come anchenell’ULSS <strong>20</strong> i tumori e le malattie del sistema circolatorio causino da soli più dei 2/3 delle morti(67,2%). Le cause <strong>di</strong> morte legate al sistema car<strong>di</strong>ocircolatorio restano al primo posto.GRAFICO 1.4.1/4ULSS <strong>20</strong>. Mortalità totale per gruppi <strong>di</strong> cause. Frequenza relativa, anno <strong>20</strong>10*36,9%30,3%7,4%1,9%3,9%3,1%4,1%3,7%1,6%2,4%0,8% 0,8%3,1%Malattie infettivee parassitarieTumoriMal. ghiandoleendocrine,nutriz.emetabolicheDisturbi psichiciMal. del sistemanervosoMal. del sistemacircolatorioMal.dell'apparatorespiratorioMal.dell'apparato<strong>di</strong>gerenteMal. apparatogenitourinarioTraumatismi eavvelenamentiIncidenti stradali Suici<strong>di</strong> Altro* dati non consolidatiCAPITOLO 18Il campo <strong>di</strong> intervento


TABELLA 1.4.1/1ULSS <strong>20</strong>. Tassi grezzi <strong>di</strong> mortalità generale per gran<strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> cause (per 100.000)CAUSEN°DECESSI<strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 *TASSOGREZZON°DECESSITASSOGREZZON°DECESSITASSOGREZZON°DECESSITASSOGREZZON°DECESSII Malattie infettive e parassitarie 26 5,7 26 5,5 49 10,4 72 15,3 81 17,1TASSOGREZZOII Tumori 1.298 282,8 1.265 268,6 1.327 281,8 1.393 295,1 1.295 273,1IIIMal. ghiandole endocrine edella nutrizione1<strong>20</strong> 26,1 137 29,1 173 36,7 178 37,7 166 35,0V Disturbi psichici 123 26,8 131 27,8 127 27,0 148 31,4 131 27,6VI Mal. del sistema nervoso 139 30,3 140 29,7 162 34,4 189 40,0 177 37,3VII Mal. del sistema circolatorio 1.504 327,7 1.507 3<strong>20</strong>,0 1.522 323,2 1.543 326,8 1.574 332,0VIII Mal. dell'apparato respiratorio 252 54,9 265 56,2 244 51,8 315 66,7 314 66,2IX Mal. dell'apparato <strong>di</strong>gerente 179 39,0 152 32,2 138 29,3 132 28,0 156 32,9X Mal. apparato genito-urinario 47 10,2 59 12,5 57 12,1 73 15,5 67 14,1XVII Traumatismi e avvelenamenti 100 21,8 111 23,6 95 <strong>20</strong>,2 113 23,9 101 21,3XVII Incidenti stradali 49 10,7 31 6,6 32 6,8 26 5,5 36 7,6XX Suici<strong>di</strong> 28 6,1 26 5,5 38 8,1 28 5,9 34 7,2Altro 84 18,3 98 <strong>20</strong>,0 131 27,8 129 27,3 135 28,4Totale 3.949 860,5 3.948 838,4 4.095 869,6 4.339 919,1 4.267 899,8* dati non consolidatiCome si può notare dal grafico 1.4.1/5 nel periodo dal 1984 al <strong><strong>20</strong>11</strong> per i residenti italiani nel comune<strong>di</strong> <strong>Verona</strong> l’età me<strong>di</strong>a alla morte è aumentata <strong>di</strong> 10,1 anni (da 71,4 a 81,5). Rispetto al <strong>20</strong>07 l’incremento è<strong>di</strong> 1,5 anni, cioè <strong>di</strong>ciotto mesi <strong>di</strong> vita me<strong>di</strong>a in più.GRAFICO 1.4.1/5Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>. Età me<strong>di</strong>a alla morte dei residenti italiani80,0 80,3 80,880,981,5♀ 83,8♂ 78,676,076,577,077,578,178,5 78,479,078,1 78,174,975,3 75,273,673,875,072,672,472,572,972,973,771,41984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 <strong>20</strong>00 <strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>9CAPITOLO 1Il campo <strong>di</strong> intervento


1.4.2 LA MORTALITÀ INFANTILELa mortalità infantile si mantiene su livelli bassi (graf. 1.4.2/1), tuttavia dalle schede <strong>di</strong> morte emerge lamaggior vulnerabilità dei bambini <strong>di</strong> nazionalità straniera (graf. 1.4.2/2).GRAFICO 1.4.2/1ULSS <strong>20</strong>. Tasso complessivo <strong>di</strong> mortalità infantile in nati da madri iscritte all’anagrafe assistiti dell’ULSS <strong>20</strong> (su1.000 nati)4,43,53,43,73,23,63,63,42,82,82,82,9<strong>20</strong>00 <strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>GRAFICO 1.4.2/2Bambini residenti nell’ULSS <strong>20</strong> morti entro l’anno <strong>di</strong> vita, sud<strong>di</strong>visi tra italiani e stranieri (anni <strong>20</strong>06-<strong><strong>20</strong>11</strong>)96759 6117108 8 9<strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>StranieriItalianiIl 40% dei bambini deceduti nel <strong><strong>20</strong>11</strong> entro il primo anno <strong>di</strong> età è infatti straniero. Non ci è possibile fareun’analisi esatta del dato visto che non si conosce il numero preciso dei nati stranieri nell’ULSS, ma èverosimile supporre che sia inferiore a quello dei nati italiani. Nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, ad esempio, su 2.235 nuovi natinel comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, 643 avevano entrambi i genitori stranieri, con una percentuale pari al 28,8% <strong>di</strong> tuttii nati (dati Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> – Annuario <strong><strong>20</strong>11</strong>).CAPITOLO 110Il campo <strong>di</strong> intervento


1.4.3 MORTALITÀ EVITABILESono considerate evitabili quelle cause <strong>di</strong> morte che si potrebbero ridurre in maniera consistente o ad<strong>di</strong>ritturaeliminare con adeguati interventi <strong>di</strong> prevenzione, cura e riabilitazione.La mortalità evitabile è quin<strong>di</strong> un in<strong>di</strong>catore correlato con le abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita, con lo stato dell’ambientein cui si vive e si lavora, con la stessa efficacia del servizio sanitario.Può essere utilizzato per in<strong>di</strong>viduare le cause che determinano gli eventi consentendo <strong>di</strong> approntareadeguati interventi preventivi.TABELLA 1.4.3/1ULSS <strong>20</strong>. Mortalità evitabile prevenibile con gli screening oncologici (numero assoluto <strong>di</strong> decessi)<strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10*Cancro mammella 97 106 98 99 92Cancro colon 126 115 1<strong>20</strong> 114 94Cancro collo utero 4 2 2 6 3* dati non consolidatiTABELLA 1.4.3/2ULSS <strong>20</strong>. Mortalità evitabile (numero assoluto <strong>di</strong> decessi)<strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>Incidenti stradali 31 32 26 36 *HIV 6 5 4 8** *Overdose 4 3 * * *Intossic. monossido carbonio 0 1 0 0 0Infortuni sul lavoro 6 10 8 6 2* dato non <strong>di</strong>sponibile ** dato non consolidato1.5 INVALIDI CIVILINel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> sono pervenute 17.165 domande e sono state invitate a controllo sanitario 15.143persone.A far data dal 1° gennaio <strong>20</strong>10, con l’entrata in vigore della Legge 102/09, le istanze devono essere presentateall’INPS, non più all’ULSS, ed esclusivamente in modalità informatica. Non è più consentito quin<strong>di</strong>consegnarle in forma cartacea presso le se<strong>di</strong> dei <strong>di</strong>stretti e della nostra segreteria invali<strong>di</strong> civili, modalitàquesta molto apprezzata dall’utenza.La normativa, che rispondeva ad esigenze <strong>di</strong> semplificazione, trasparenza ed accorciamento dei tempi<strong>di</strong> attesa, <strong>di</strong> fatto, almeno a tutt’oggi, non ha raggiunto gli obiettivi prefissati.Per quanto attiene alla semplificazione l’obbligo dell’utilizzo degli strumenti informatici per la presentazionedella domanda ha significativamente complicato l’iter per i citta<strong>di</strong>ni che, nella maggioranza dei casi,devono rivolgersi a terzi (patronati, associazioni <strong>di</strong> categoria, sindacati) per l’avvio della procedura; iverbali rilasciati dall’INPS non contengono tutte le informazioni necessarie per poter usufruire dei benefici11CAPITOLO 1Il campo <strong>di</strong> intervento


non economici costringendo così il citta<strong>di</strong>no a rivolgersi all’ULSS per chiarimenti e per acquisire il verbaleredatto dalla commissione invali<strong>di</strong> civili dell’ULSS.La <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> gestione della procedura informatica dell’INPS e il rilevante aumento delle domandehanno comportato un allungamento dei tempi <strong>di</strong> attesa che attualmente hanno raggiunto gli 85 giorni afronte dei 45 giorni del <strong>20</strong>09.TABELLA 1.5/1ULSS <strong>20</strong>. Visite <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà civile - anno <strong><strong>20</strong>11</strong>.SEDE DI VERONA SEDE DI COLOGNOLA AI COLLI TOTALEInvali<strong>di</strong> civili 5.385 1.949 7.334Legge 104/92 4.770 1.681 6.451Legge 68/99 803 405 1.<strong>20</strong>8Commissione provinciale ciechi 142 - 142Commissione sordomuti 8 - 8Totale 11.108 4.035 15.143GRAFICO 1.5/1ULSS <strong>20</strong>. Invali<strong>di</strong>tà civile: visite effettuate dal <strong>20</strong>01 al <strong><strong>20</strong>11</strong>.16.81915.49015.14315.<strong>20</strong>614.29914.10111.6689.6909.11010.004 10.264<strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>Circa il 71% del campione esaminato è stato riconosciuto invalido civile con percentuale pari o superioreal 74%, il 3% circa è stato riconosciuto non invalido.CAPITOLO 112Il campo <strong>di</strong> intervento


GRAFICO 1.5/2ULSS <strong>20</strong>. Visite invali<strong>di</strong>tà civile: esito dei controlli - anno <strong><strong>20</strong>11</strong>.Inferiore 34%3%Invali<strong>di</strong>tà tra il 34%e il 73%23%IndennitàFrequenza3%IndennitàAccompagnamento32%Invali<strong>di</strong>tà tra il 74%e il 99%21%Invali<strong>di</strong>tà 100%18%Oltre il 65% delle domande presentate è relativo ad utenti con età superiore o pari ai 65 anni. In talefascia <strong>di</strong> età fra le patologie più frequentemente riscontrate come causa d’invali<strong>di</strong>tà, oltre a quelle car<strong>di</strong>ovascolaried osteoarticolari, significativa è la percentuale rappresentata dal deterioramento cognitivo senileche interessa quasi una persona su quattro (23,7%, <strong>di</strong> cui il 14,4%, <strong>di</strong> grado iniziale/me<strong>di</strong>o e il 9,3% <strong>di</strong>grado grave). Se si considera la fascia <strong>di</strong> età superiore o pari ai 75 anni la percentuale è superiore e sovrapponibilea quella riscontrata lo scorso anno (me<strong>di</strong>a 16%, grave 11%).Sempre nella fascia d’età pari o superiore ai 65 anni la percentuale <strong>di</strong> riconoscimento del <strong>di</strong>ritto al beneficiodell’indennità <strong>di</strong> accompagnamento, in<strong>di</strong>cativo della presenza <strong>di</strong> patologie tali da necessitare <strong>di</strong>un’assistenza continua, è pari al 40%.Dei soggetti sottoposti a visita ai sensi della Legge 68/99, il 53,4% è stato riconosciuto collocabile inambito lavorativo, il 14,8% attraverso servizi <strong>di</strong> sostegno e supporto sociale, il 29,2% è stato riconosciutonon idoneo al lavoro ed il 2% è stato riconosciuto non invalido.Continua l’applicazione dell’art.6 comma 3 bis della Legge n. 80 del 9 marzo <strong>20</strong>06, che prevede un iteraccelerato per l’accertamento dell’invali<strong>di</strong>tà civile nei pazienti oncologici, i quali vengono sottoposti a visitain me<strong>di</strong>a entro <strong>20</strong> giorni.VISITE FISCALICon l’entrata in vigore della Legge 15 luglio <strong><strong>20</strong>11</strong> n. 111 sono stateintrodotte delle innovazioni in materia <strong>di</strong> controllo delle assenze permalattia dei pubblici <strong>di</strong>pendenti.La norma prevede una maggiore flessibilità e demanda alla <strong>di</strong>screzionalitàdel <strong>di</strong>rigente responsabile la decisione <strong>di</strong> richiedere la visitafiscale, fermo restando l’obbligatorietà della richiesta del controllo sel’assenza si verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle nonlavorative (festività/ferie).Richieste <strong>di</strong> visita fiscaleancora numerose nonostantela netta <strong>di</strong>minuzionea partire dal secondosemestre <strong><strong>20</strong>11</strong>A partire dal secondo semestre del <strong><strong>20</strong>11</strong> si è osservata una netta <strong>di</strong>minuzione delle richieste <strong>di</strong> visite fiscali(- 50%).13CAPITOLO 1Il campo <strong>di</strong> intervento


In totale le richieste pervenute nel <strong><strong>20</strong>11</strong> sono state 14.243 (5.655 in meno rispetto all’anno precedente).Rispetto al periodo ante legem 133/08 permane comunque un significativo aumento, pari al 269%.Stante l’elevato carico <strong>di</strong> lavoro la percentuale <strong>di</strong> visite effettuate rimane modesta e pari al 6,7%.CAPITOLO 114Il campo <strong>di</strong> intervento


CAPITOLO 2L’Ambiente UrbanoParole chiave: Inquinamento atmosferico, PM10, salute e inquinamento dell’aria, risanamento aria, Pianorisanamento atmosfera, parcheggi urbani, spazi ver<strong>di</strong>, sistema inse<strong>di</strong>ativo, <strong>di</strong>sagio abitativo, scuole, asilinido, carceri, piscinePREMESSALa popolazione che vive nelle città è sempre più numerosa: all’inizio del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo era il5%, nel <strong>20</strong>07 è più del 50%. In Europa circa il 75% della popolazione vive in aggregati urbani <strong>di</strong> una certacomplessità.La salute della popolazione urbanizzata rappresenta, quin<strong>di</strong>, un problemada considerare in modo specifico sia per numero <strong>di</strong> personecoinvolte sia per le ricadute maggiori che hanno i determinanti <strong>di</strong> salutepositivi o negativi.In questa chiave vanno interpretati alcuni argomenti <strong>di</strong> questa relazione che riguardano:3/4 delle persone vivonoin cittàl’ambiente fisico (qualità dell’aria, con<strong>di</strong>zioni climatiche, strumenti urbanistici);l’ambiente costruito (<strong>di</strong>sagio abitativo, traffico, funzioni urbane);l’ambiente sociale (comportamenti in<strong>di</strong>viduali e stili <strong>di</strong> vita collettivi, immigrazione, <strong>di</strong>suguaglianze<strong>di</strong> salute legate a <strong>di</strong>suguaglianze sociali).2.1 INQUINAMENTO ATMOSFERICOL’interesse per questo fattore <strong>di</strong> rischio sanitario ambientale è dovuto alle seguenti circostanzegli inquinanti atmosferici determinano effetti sulla popolazione in<strong>di</strong>pendentemente dalla volontàdel singolo in<strong>di</strong>viduo;la gravità degli effetti sulla salute umana, sia a breve che a lungo periodo, è <strong>di</strong>rettamente proporzionalealla concentrazione degli inquinanti e al tempo e/o modalità <strong>di</strong> esposizione;l’esposizione ad inquinanti atmosferici può potenziare l’azione <strong>di</strong> altri fattori <strong>di</strong> rischio, sia comportamentaliche ambientali (es. fumo <strong>di</strong> sigaretta, radon).All’inquinamento atmosferico è attribuibile una quota rilevante <strong>di</strong> morbosità acuta e cronica e una <strong>di</strong>minuzionedella speranza <strong>di</strong> vita dei citta<strong>di</strong>ni che vivono in aree con livelli <strong>di</strong> inquinamento elevato.In generale le zone maggiormente inquinate sono quelle in prossimità<strong>di</strong> strade trafficate e <strong>di</strong> industrie insalubri.PM10: più del 50% generatodal trafficoNell’area urbana in cui si concentra la popolazione e si verifica unamaggior mobilità autoveicolare, stando ai dati ARPAV, più del 50% delle polveri PM10 è generato dal traffico.15


Nella nostra realtà costituiscono fonti sicuramente rilevanti anche alcune industrie <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni,l’aeroporto V. Catullo <strong>di</strong> Villafranca e le autostrade che attraversanoil territorio, spesso in stretta contiguità con quartieri Industrie e straderesidenziali.Sulla base dei dati <strong>di</strong>ffusi dall’ARPAV, nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> nella città <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> si sono verificati 129 superamentinella postazione <strong>di</strong> Corso Milano (stazione fissa <strong>di</strong> “traffico urbano”) e 68 in quella <strong>di</strong> Cason (stazionefissa <strong>di</strong> “fondo urbano”) del limite giornaliero <strong>di</strong> 50 µg/m 3 <strong>di</strong> PM10, valore che non dovrebbe esseresuperato più <strong>di</strong> 35 volte l’anno.Dal <strong>20</strong>05 al <strong>20</strong>10 sia nella postazione <strong>di</strong> Corso Milano che <strong>di</strong> Cason si era registrata una consistente riduzionedel numero <strong>di</strong> superamenti del limite giornaliero <strong>di</strong> PM10, pari quasi al 70% (rispettivamente da216 a 69 e da 139 a 52); nel <strong><strong>20</strong>11</strong> si è registrato invece un aumento dei superamenti rispetto all’anno precedente(grafico 2.1/1). La concentrazione me<strong>di</strong>a annuale <strong>di</strong> PM10 nella postazione <strong>di</strong> Corso Milano è statapari a 48 µg/m 3 e a 35 µg/m 3 al Cason a fronte <strong>di</strong> un valore limite annuale <strong>di</strong> 40 µg/m 3 . L’anno precedentetale concentrazione era risultata in entrambe le stazioni al <strong>di</strong> sotto del valore limite (rispettivamente36 e 31 µg/m 3 ).Sempre nella postazione <strong>di</strong> Corso Milano si è registrato nel <strong><strong>20</strong>11</strong> un valore me<strong>di</strong>o annuo pari a 1,4µg/m 3 <strong>di</strong> benzene, identico a quello dell’anno precedente (valore limite: 5,0 µg/m 3 e soglia <strong>di</strong> valutazioneinferiore: 2,0 µg/m 3 ); nelle postazioni <strong>di</strong> San Bonifacio e San Martino Buon Albergo i valori riscontrati sonostati rispettivamente <strong>di</strong> 1,7 e 1,4 µg/m 3 .Come riportato nel Rapporto dell’ARPAV sulla Qualità dell’Aria in provincia e nel comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> perl’anno <strong><strong>20</strong>11</strong>, relativamente al parametro PM10, il parametro più critico è il valore limite giornaliero.L’ARPAV attribuisce l’incremento delle concentrazioni <strong>di</strong> PM10 dell’ultimo anno, rispetto agli anni precedenti,all’aumento delle giornate con scarsa <strong>di</strong>spersione degli inquinanti a causa della persistenza <strong>di</strong> stabilitàanticiclonica (-30% della piovosità nel <strong><strong>20</strong>11</strong> rispetto all’anno precedente). Anche nella postazione <strong>di</strong>San Bonifacio, in cui dal <strong>20</strong>10 è iniziata la misura giornaliera delle polveri sottili, si è confermato nel <strong><strong>20</strong>11</strong>l’aumento del numero <strong>di</strong> superamenti del limite giornaliero <strong>di</strong> 50 µg/m 3 <strong>di</strong> PM10, passato a 108 dagli 80dell’anno precedente.È stato, inoltre, superato il valore limite <strong>di</strong> concentrazione me<strong>di</strong>a annuale <strong>di</strong> PM10 che è passata da 37µg/m 3 nel <strong>20</strong>10 a 50 µg/m 3 nel <strong><strong>20</strong>11</strong>. Solo la postazione <strong>di</strong> Bosco Chiesanuova ha mantenuto costante (<strong>20</strong>µg/m 3 ) la concentrazione me<strong>di</strong>a annuale <strong>di</strong> PM10.GRAFICO 2.1/1Numero <strong>di</strong> superamenti del limite giornaliero <strong>di</strong> 50 µg/m3 <strong>di</strong> PM10 nelle postazioni <strong>di</strong> Corso Milano e <strong>di</strong> Cason,<strong>Verona</strong>.216191139131126129122 89 9283 80526968<strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>Limite annuo superamenti: 35 Corso Milano CasonCAPITOLO 216L’Ambiente Urbano


EFFETTI SULLA SALUTE DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICOGli effetti acuti, o a breve termine, (aumento della mortalità giornaliera - escluse le morti accidentali -aumento dei ricoveri in ospedale per malattie respiratorie e car<strong>di</strong>ocircolatorie, aumento degli attacchi <strong>di</strong>asma negli asmatici, aumento dell’uso dei farmaci bronco<strong>di</strong>latatori negli asmatici) si manifestano nellapopolazione in risposta agli incrementi <strong>di</strong> breve periodo (orari o giornalieri) delle concentrazione degli inquinanti.I primi stu<strong>di</strong> sul legame tra eventi sanitari acuti e inquinamento atmosferico sono stati condottia partire dagli anni Trenta.I risultati delle indagini epidemiologiche condotte in varie città negliStati Uniti e in Europa hanno <strong>di</strong>mostrato che ad ogni incremento degliinquinanti atmosferici è associato, nei giorni imme<strong>di</strong>atamente successivi,un incremento <strong>di</strong> eventi negativi per la salute, in misura maggiore <strong>di</strong>tipo respiratorio e car<strong>di</strong>aco.Gli effetti cronici sono la conseguenza <strong>di</strong> un’esposizione <strong>di</strong> lungo periodoe comprendono sintomi respiratori cronici quali tosse e catarro,<strong>di</strong>minuzione della capacità polmonare, aumento della bronchite e dei<strong>di</strong>sturbi respiratori nei bambini, bronchite cronica e tumore polmonare.Bambini, anziani e soggetti malati rappresentano gruppi <strong>di</strong> popolazionead alta vulnerabilità agli effetti dell’inquinamento atmosferico. Inparticolare per le persone con con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute più compromesse,come i malati <strong>di</strong> patologie car<strong>di</strong>ache e respiratorie, l’esposizione ad inquinanti atmosferici peggiora laprognosi e aumenta la probabilità <strong>di</strong> morte. Per quanto riguarda il particolato atmosferico, è stato chiaritoche rischi più elevati sono soprattutto a carico <strong>di</strong> soggetti con insufficienza respiratoria (BPCO) e con pregressepatologie car<strong>di</strong>ovascolari.Un’altra categoria a maggior rischio per gli effetti dell’inquinamento atmosferico è rappresentata daibambini. L’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità (OMS) riporta che lavulnerabilità infantile all’inquinamento atmosferico è associata al fatto Priorità rappresentateche, a <strong>di</strong>fferenza degli adulti, i bambini presentano processi attivi <strong>di</strong> accrescimentopolmonare e <strong>di</strong> sviluppo, incompletezza dei sistemi metabolici,immaturità del sistema immunitario e alto tasso <strong>di</strong> infezioni dapatogeni respiratori. Questi fattori possono verosimilmente portare, adalla necessità <strong>di</strong> tutelarele persone che per varimotivi sono più vulnerabiliparità dei livelli ambientali sperimentati dagli adulti, ad una più elevatasuscettibilità dei bambini agli inquinanti atmosferici.Esistono dati scientifici congruenti che <strong>di</strong>mostrano associazioni trainquinamento atmosferico ed alterazioni dello sviluppo polmonare. Èstato ormai sufficientemente <strong>di</strong>mostrato che i bambini che abitano inprossimità <strong>di</strong> strade trafficate possono presentare sostanziali carenze <strong>di</strong>sviluppo dell’apparato respiratorio che si traducono in deficit della funzionepolmonare misurati al termine dello sviluppo. Questi danni sono significativi in un raggio <strong>di</strong> 500 metridalle se<strong>di</strong> stradali.Secondo l’OMS l’esposizione al particolato fine accorcia in me<strong>di</strong>a la vita <strong>di</strong> ogni persona all’internodell’Unione Europea <strong>di</strong> 8,6 mesi e i valori salgono per l’Italia a 9 mesi <strong>di</strong>vita nel <strong>20</strong>00.Con sempre maggiore evidenza dalla letteratura scientifica emergeun’associazione tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico ed insorgenza<strong>di</strong> malattie dell’apparato car<strong>di</strong>ocircolatorio, tanto chel’American Heart Association identifica tale esposizione come un significativofattore emergente <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare.I risultati delle indaginiepidemiologiche in variecittà negli Stati Uniti e inEuropa hanno <strong>di</strong>mostratoche ad ogni incrementodegli inquinantiatmosferici è associatonei giorni imme<strong>di</strong>atamentesuccessivi unincremento <strong>di</strong> eventi negativiper la saluteDanni significativi in unraggio <strong>di</strong> 500 metri dallese<strong>di</strong> stradaliAssociazione tra esposizioneall’inquinamentoatmosferico ed insorgenza<strong>di</strong> malattie respiratoriee car<strong>di</strong>ovascolari.17CAPITOLO 2L’Ambiente Urbano


Viceversa i decrementi dei livelli <strong>di</strong> inquinamento atmosferico si traducono in miglioramenti delle con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> salute: una riduzione delle concentrazioni <strong>di</strong> PM2,5 è associata ad un ridotto rischio <strong>di</strong> mortalità(totale, car<strong>di</strong>ovascolare, da cancro del polmone), ad un aumento dell’aspettativa <strong>di</strong> vita e ad una miglioreprognosi a lungo termine dei soggetti affetti da insufficienza car<strong>di</strong>aca.Dai risultati del progetto EpiAir, stu<strong>di</strong>o sugli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico sullamortalità e sui ricoveri ospedalieri condotto in 10 città italiane nel periodo <strong>20</strong>01-<strong>20</strong>05, emerge che il soloPM10 causa un aumento del rischio <strong>di</strong> morte, nella maggioranza per cause car<strong>di</strong>ache e respiratorie, inme<strong>di</strong>a dello 0,69% per ogni incremento <strong>di</strong> concentrazione nell’aria <strong>di</strong> 10 µg/m 3 . Questo significa che perogni 10 µg/m 3 in più <strong>di</strong> PM10 nell’aria, su 1.000 decessi per cause naturali 7 sarebbero dovuti agli aumentatilivelli <strong>di</strong> inquinamento.Inoltre, sempre sulla base dei risultati dello stesso stu<strong>di</strong>o, l’aumento dei livelli degli inquinanti PM10 ebiossido d’azoto (NO2) si riflette quasi subito nell’incremento dei ricoveri per malattie car<strong>di</strong>ache, in particolarescompenso car<strong>di</strong>aco (+ 1,10% per ogni aumento <strong>di</strong> 10 µg/m 3 ) nel caso del PM10, infarto del miocar<strong>di</strong>oe angina instabile (+ 1,23% per ogni aumento <strong>di</strong> 10 µg/m 3 ) per l’NO2. Inoltre i tre inquinanti PM10,NO2 ed ozono provocano un picco dei ricoveri per malattie respiratorie dove particolarmente marcato risultal’effetto dell’NO2 sui ricoveri per asma nei bambini (+ 8,8% tra 2 e 5 giorni dall’aumento <strong>di</strong> concentrazionedell’inquinante).Sulla base <strong>di</strong> queste considerazioni, questo <strong>Dipartimento</strong> ritiene necessaria l’adozione <strong>di</strong> piani organici<strong>di</strong> intervento per ridurre l’esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici, in<strong>di</strong>viduando prioritariamentele zone a maggior rischio.In conformità a quanto evidenziato dall’OMS si richiede non tanto <strong>di</strong> adottare interventi emergenzialiquanto <strong>di</strong> progettare azioni strutturali e permanenti, come in<strong>di</strong>cato dalla Comunità Europea per lo sviluppodei piani <strong>di</strong> azione <strong>di</strong> qualità dell’aria. Gli obiettivi che proponiamo riguardano una riduzione delle concentrazionime<strong>di</strong>e <strong>di</strong> inquinanti atmosferici ma soprattutto l’in<strong>di</strong>viduazione delle aree maggiormente inquinatee la riduzione dell’esposizione della popolazione che vive in queste zone. Spesso in queste areevivono persone che sono svantaggiate anche dal punto <strong>di</strong> vista sociale e questo comporta l’accumulo <strong>di</strong>fattori <strong>di</strong> rischio per la salute che si traducono in un maggior carico <strong>di</strong> malattie.Un’altra priorità è rappresentata dalla necessità <strong>di</strong> tutelare le persone che per vari motivi sono ritenutepiù vulnerabili; per questo si ritiene che particolare attenzione debba essere riservata alle strutture cheaccolgono bambini in tenera età o persone malate. Benché il problema dell’inquinamento sfugga in granparte al controllo degli in<strong>di</strong>vidui e <strong>di</strong>penda prevalentemente da strategie e azioni collettive è molto importanteche tutti i citta<strong>di</strong>ni siano preventivamente informati, coinvolti nelle decisioni e supportati nella scelta<strong>di</strong> tenere comportamenti responsabili.Per una valutazione dell’impatto sulla salute dell’inquinamento atmosferico è necessario conoscerenon solo i livelli me<strong>di</strong> <strong>di</strong> esposizione della popolazione ma anche in<strong>di</strong>viduarele aree più critiche dal punto <strong>di</strong> vista dell’inquinamento (ove ciIn<strong>di</strong>viduare le aree piùcritiche dal punto <strong>di</strong> vista siano fonti emissive particolari o le con<strong>di</strong>zioni locali siano particolarmentefavorevoli al ristagno ed all’accumulo degli inquinanti), tenendodell’inquinamentopresente che queste componenti hot spot sono maggiormente sensibiliad interventi <strong>di</strong> limitazione delle emissioni. Resta comunque il fatto che per le esposizioni a breve terminenon si può escludere che in con<strong>di</strong>zioni particolarmente critiche sia necessario ricorrere all’adozione <strong>di</strong>provve<strong>di</strong>menti d’emergenza. Ci si riferisce in particolare ai gravi picchi d’inquinamento (valori <strong>di</strong> PM10>150 µg/m 3 ) che in genere si verificano in concomitanza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni meteoclimatiche che ostacolano la<strong>di</strong>spersione degli inquinanti.Nel sito del <strong>Dipartimento</strong> sono reperibili ulteriori informazioni sugli effetti sanitari dell’esposizioneall’inquinamento atmosferico e sulle precauzioni comportamentali da adottare nelle situazione criticheconseguenti ad elevate concentrazioni <strong>di</strong> inquinanti invernali (PM10) o estivi (O 3 ).http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/faq_inqatm.htmlCAPITOLO 218L’Ambiente Urbano


PIANO DI AZIONE E RISANAMENTO DELLA QUALITÀ DELL'ARIA (PQA)Una concretizzazione <strong>di</strong> azioni a livello locale è rappresentata dall’accordo tra 18 Comuni appartenentialla Macro Area 2, Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, ARPAV, ULSS e Università <strong>di</strong> Trento al fine <strong>di</strong> definire, con modalitàcoerenti e con<strong>di</strong>vise, obiettivi e azioni finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria. Tale accordo èstato sottoscritto nel <strong>di</strong>cembre <strong>20</strong>08 ed ha portato alla redazione della proposta <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> Azione e Risanamentodella Qualità dell’Aria, adottata il 15 <strong>di</strong>cembre <strong>20</strong>10 dalla Giunta Comunale <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>.I 18 Comuni che hanno siglato l'accordo sono: Bussolengo, Buttapietra, Castel d'Azzano, Castelnuovodel Garda, Grezzana, Lavagno, Negrar, Pescantina, San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo, SanPietro in Cariano, Sant'Ambrogio <strong>di</strong> Valpolicella, Sommacampagna, Sona, Valeggio, <strong>Verona</strong>, Villafranca <strong>di</strong><strong>Verona</strong> e Zevio.Il PQA è uno strumento <strong>di</strong> valutazione e in<strong>di</strong>rizzo volto a garantire, nell'area <strong>di</strong> applicazione, il mantenimentodella qualità dell'aria ambiente o il suo risanamento nei casi in cui si riscontrino elementi <strong>di</strong> criticità,secondo quanto previsto dalla normativa vigente.Il Piano costituisce, assieme a tutti gli altri strumenti previsti dalla normativa per la pianificazione territoriale,uno dei documenti <strong>di</strong> riferimento per lo sviluppo delle lineestrategiche delle politiche nei settori connessi alla qualità dell'aria. La Qualità dell’aria: PQAtutela della qualità dell'aria necessita infatti <strong>di</strong> strumenti trasversali, strumento trasversalerichiedendo il coinvolgimento attivo degli enti pubblici, e in particolaredelle amministrazioni locali, ma anche dei soggetti privati, come le imprese e i citta<strong>di</strong>ni, sia singolarmentesia nelle organizzazioni collettive come, ad esempio, i comitati, i sindacati e le associazioni. Sul sito del <strong>Dipartimento</strong>è possibile consultare il documento completo.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/pqa.htmlÈ proseguita nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> l’attività del Tavolo Tecnico che l’Amministrazione provinciale <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>aveva attivato nel <strong>20</strong>10 in previsione dell’entrata in funzione del nuovo termovalorizzatore AGSM <strong>di</strong>Ca’ del Bue, per la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> monitoraggio ante-operam che consenta <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarei possibili impatti ambientali e sulla salute connessi all’eserciziodell’impianto. Oltre ai Dipartimenti <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> dell’ULSS <strong>20</strong>, sededell’impianto, e dell’ULSS 21, interessata per contiguità territoriale,partecipano al Tavolo l’ARPAV <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, la Provincia ed i Comuni <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, San Martino Buon Albergo,Zevio e San Giovanni Lupatoto.È stato inoltre incaricato l’Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (ISS) con funzioni <strong>di</strong> supporto scientifico e coor<strong>di</strong>namentodella parte tecnica. Il gruppo tecnico, al quale partecipano anche le due ULSS e l’ARPAV, ha redattoil progetto finalizzato al monitoraggio ambientale e sanitario dell’impianto, approvato nel luglio<strong>20</strong>12. Esso prevede il monitoraggio sia ante-operam, per conoscere la situazione ambientale attualenell’area circostante l’impianto, che post-operam, inteso come un programma <strong>di</strong> sorveglianza ambientalecon particolare riguardo ai parametri che possono influire sulla salute umana. Mentre l’attività <strong>di</strong> campionamentoambientale e relative analisi saranno svolte dall’ARPAV, le azioni specifiche delle ULSS prevedono:Inceneritore <strong>di</strong> Cà del Buela definizione <strong>di</strong> un protocollo <strong>di</strong> monitoraggio dell’esposizione della popolazione agli inquinantiemessi dall’impianto, finalizzato a valutare se la dose <strong>di</strong>sponibile nei <strong>di</strong>versi contesti sia capace <strong>di</strong>indurre effetti avversi <strong>di</strong> tipo sanitario;l’identificazione <strong>di</strong> specifici siti sensibili alle deposizioni al suolo <strong>di</strong> composti tossici persistenti (aziendeagricole e/o zootecniche), nei quali monitorare alcuni in<strong>di</strong>catori biologici (verdure, uova,latte, carni, ecc.) per la rilevazione dell’eventuale penetrazione dei contaminanti nella catena alimentare;19CAPITOLO 2L’Ambiente Urbano


un’indagine per la caratterizzazione delle abitu<strong>di</strong>ni alimentari della popolazione, finalizzata a rilevarese l’eventuale presenza <strong>di</strong> detti contaminanti negli alimenti costituisca un rischio reale per gliesposti;la valutazione ante e post-operam degli eventi riproduttivi legati alla gravidanza (basso peso allanascita, nati pretermine, piccoli per epoca gestazionale, rapporto dei sessi, parti gemellari) qualiset <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> salute utilizzabili per valutare possibili effetti nocivi associabili alle emissionidell’impianto <strong>di</strong> incenerimento.http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=30495http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/inceneritori.htmlOTTO PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA DEL COMUNE DI VERONAPREMESSACome abbiamo visto nei paragrafi precedenti, l’inquinamento dell’aria costituisce un reale problemasanitario per la città. Secondo i nostri calcoli la cattiva qualità dell’aria che respiriamo comporta ogni annoa <strong>Verona</strong> la morte prematura <strong>di</strong> circa 10-90 persone per effetti acuti che intervengono entro 4 giorni daipicchi <strong>di</strong> inquinamento. Queste stime sono state elaborate su me<strong>di</strong>e riferite al periodo 1995-1999 <strong>di</strong> redazionedello stu<strong>di</strong>o MISA, in cui verosimilmente la concentrazione me<strong>di</strong>a degli inquinanti era superiore rispettoa quella registrata negli ultimi anni e nel <strong><strong>20</strong>11</strong> e quin<strong>di</strong> allo stato attuale risultano sovrastimate.Lo stu<strong>di</strong>o dell’APAT del <strong>20</strong>06 ha stimato che in Italia il 9% della mortalità totale (per i maggiori <strong>di</strong> 30 anniesclusi gli incidenti) è attribuibile all’inquinamento atmosfericoOtto proposte per la città (concentrazioni <strong>di</strong> PM10 superiori a <strong>20</strong> µg/m 3 ) per effetti a lungo termine.Si tratta, con ogni evidenza, <strong>di</strong> una situazione che caratterizza<strong>di</strong> <strong>Verona</strong>tutta la pianura padana, che è destinata a prolungarsi nel tempo, perla quale non esiste una soluzione miracolosa e, neanche, una serie <strong>di</strong> soluzioni miracolose ma, proprio perquesto, è necessario che vengano messe in atto simultaneamente tutte quelle soluzioni che, assieme,possono contribuire a contrastare questo fenomeno.È da queste premesse e sulla base <strong>di</strong> quanto letto nella letteratura e visto in altre città che già nel <strong>20</strong>07abbiamo in<strong>di</strong>viduato una serie <strong>di</strong> otto proposte per la città <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> che possono contribuire ad un progettoorganico <strong>di</strong> miglioramento dell’aria della città e costituire così una proposta per il Piano Qualitàdell’Aria coor<strong>di</strong>nato della città <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> e dei comuni dell’area limitrofa recentemente messo a punto.PROPOSTELa trattazione dettagliata delle proposte è consultabile nella relazione sanitaria del <strong>20</strong>07http://prevenzione.<strong>Ulss</strong><strong>20</strong>.verona.it/relsan.html.risparmio energetico favorendo l’adozione <strong>di</strong> nuovi standard e<strong>di</strong>lizisfruttamento <strong>di</strong> fonti geotermichemetanizzazione degli automezziallontanamento dal centro <strong>di</strong> alcuni gran<strong>di</strong> attrattori <strong>di</strong> traffico (scuole superiori, fiera, …)realizzazione <strong>di</strong> un grande parco urbano alberato, inserito nell’ambito del parco merci ferroviarioretrostante la stazione <strong>di</strong> Porta Nuovaproposta <strong>di</strong> sperimentazione in un quartiere periferico <strong>di</strong> riorganizzazione della mobilitàuso delle biciclette come mezzo <strong>di</strong> locomozione in cittàattivazione <strong>di</strong> un capace sistema <strong>di</strong> trasporto pubblico <strong>di</strong> massaCAPITOLO 2<strong>20</strong>L’Ambiente Urbano


2.2 ASPETTI TERRITORIALIMOBILITÀUno dei limiti delle proposte <strong>di</strong> pianificazione presentate dai comuni dell’ULSS <strong>20</strong> è la carenza <strong>di</strong> previsione<strong>di</strong> programmi generali ed integrati <strong>di</strong> trasferimento dal trasporto privato al sistema pubblico e allamobilità ciclopedonale.Un secondo limite dei progetti presentati è, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto succede ormai largamente nelle altrerealtà europee, lo scarso coinvolgimento della popolazione interessata nella <strong>di</strong>scussione della definizionedei progetti stessi.Questo comporta una mancanza <strong>di</strong> azioni su basi partecipate che consentano <strong>di</strong> articolare i progettipartendo da un “terreno con<strong>di</strong>viso” tra i vari attori.Potrebbe essere una base <strong>di</strong> partenza significativa, anche nella sede <strong>di</strong> formulazione <strong>di</strong> scenari strategicidella VAS, il concetto <strong>di</strong> trasporto sostenibile secondo un approccio a tre <strong>di</strong>mensioni (WCED 1987, O-ECD 1997, T. Litman <strong>20</strong>08, Isfort <strong>20</strong>06, J.P.Nicolas et al. <strong>20</strong>03) che prende simultaneamente in considerazionegli impatti della mobilità sull'ambiente (in termini <strong>di</strong> inquinamento e <strong>di</strong> uso delle risorse naturali),sull'economia (in termini <strong>di</strong> costi <strong>di</strong>retti e in<strong>di</strong>retti) e sulla società (in termini <strong>di</strong> danni sanitari, <strong>di</strong> sicurezzae <strong>di</strong> equità).Non sono stati rilevati nei documenti presentati per i piani e i progetti del territorio <strong>di</strong> competenzadell’ULSS <strong>20</strong> rapporti, relazioni o analisi che sviluppino tale concetto e un approccio integrato per favorirepolitiche urbane per attivare una mobilità sostenibile.L’unico documento che avvia solo parzialmente e con modalità ancora da “testare sul campo” una possibilein<strong>di</strong>cazione in tal senso è il Piano <strong>di</strong> Azione e Risanamento della Qualità dell’Aria (PQA).Tra i principali riferimenti in tema <strong>di</strong> mobilità sostenibile si possono citare gli orientamenti recenti dellaComunità Europea.L’impegno dell’Unione Europea a seguito del Protocollo <strong>di</strong> Kyoto richiede una riduzione delle emissioni<strong>di</strong> gas a effetto serra e <strong>di</strong> far crescere il movimento <strong>di</strong> passeggeri attraverso il trasporto pubblico urbanodel 24% entro il <strong>20</strong>10.Come in<strong>di</strong>cato da una recente ricerca <strong>di</strong> ICLEI (http://www.iclei.org/) le autorità competenti dovrannopuntare ad un aumento del 30% e oltre del trasporto pubblico.Nel documento Rete Italiana Città Sane (giugno <strong>20</strong>12) sono state raccolte e documentate esperienzeche mostrano come la promozione della mobilità attiva e del trasporto pubblico contribuisca anche allosviluppo del tessuto economico e lavorativo delle comunità.L’OMS ha, a questo proposito, sperimentato uno strumento chiamato HEAT - Health Economic AssessmentTool - che consente, al momento, <strong>di</strong> stimare in termini economici gli effetti della mobilità attiva, attraversola riduzione della mortalità generale associata ad una maggiore attività fisica.Anche nel Veneto le recenti positive esperienze <strong>di</strong> Padova e Mestre prevedono il sistema tramviarioquale asse portante del trasporto pubblico integrato con gli altri mezzi <strong>di</strong> trasporto.21CAPITOLO 2L’Ambiente Urbano


MESTREPADOVAPuntuale grazie al percorso guidato su rotaia centrale a <strong>di</strong>mensioni ridotte e al percorso preferenziale,che garantiscono un servizio estremamente regolare.Silenzioso perché la trazione su gomma annulla l'effettosferragliamento dovuto all'attrito della ruota sulla rotaia, ela trazione è elettrica.Ecologico perché non c'è emissione <strong>di</strong> CO2 <strong>di</strong>retta e vengonoridotte quasi a zero le polveri sottili.Di grande capacità dato che trasporta 250 passeggeri.Di facile accessibilità visto che il pianale è radente al mantostradale e all'interno la modularità delle cabine permette il facile passaggio da un vagone all'altro.Di grande comfort per i passeggeri che possono spostarsi all'interno con facilità e godere delle vetratepanoramiche.Il tram <strong>di</strong> Padova è un sistema <strong>di</strong> trasporto innovativo, a guidavincolata, che attraversa la città <strong>di</strong> Padova da Nord a Sud, per unosviluppo complessivo <strong>di</strong> 10,3 km. Utilizza veicoli del tipo “tram sugomma” i quali viaggiano per buona parte del percorso in sede riservata.Quattor<strong>di</strong>ci veicoli sono in esercizio e 2 <strong>di</strong> riserva. I convoglihanno una lunghezza complessiva <strong>di</strong> circa 25 metri, una larghezza<strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> 2 metri e sono impostati su tre moduli passeggeriin grado <strong>di</strong> trasportare oltre 180 passeggeri.BORDEAUXTra gli innumerevoli esempi europei, il tram <strong>di</strong> Bordeaux è uncaso interessante: la rete, percorsa da tram nuovi bi<strong>di</strong>rezionali, ècomposta da 3 linee che viaggiano quasi completamente in sedepropria (e fuori dal centro su sede inerbita), tagliando la città daovest ad est e da nord a sud con tre punti <strong>di</strong> interscambio. L'arrivodel tram si è inserito in un più ampio progetto <strong>di</strong> riorganizzazionedella città pedonalizzando tutto il centro storico. L'alimentazione èdata dalla linea aerea soltanto fuori dal centro storico mentre alsuo interno avviene me<strong>di</strong>ante terza rotaia per evitare l'impatto visivodei cavi in una città che è stata <strong>di</strong>chiarata patrimonio dell'umanità, come <strong>Verona</strong>.VERONAViene proposta una filovia <strong>di</strong> 18 metri su gomma a trazione <strong>di</strong>esel in centro storico, con linee elettrichein periferia e capacità <strong>di</strong> 140 passeggeri.Per quanto riguarda la ciclabilità la Carta <strong>di</strong> Bruxelles prevede <strong>di</strong>:1. sollecitare Commissione e Parlamento Europeo ad attivare politiche adeguate per portare neiPaesi dell'Unione Europea l’uso della bicicletta come mezzo <strong>di</strong> trasporto abituale dall’attuale5% al 15% entro il <strong>20</strong><strong>20</strong>;2. assumere <strong>di</strong>rettamente iniziative locali finalizzate a far aumentare al 15% il “modal share” (ripartizionemodale) della bicicletta e a ridurre del 50%, entro lo stesso termine, gli incidentimortali che colpiscono i ciclisti migliorando la sicurezza delle strade.CAPITOLO 222L’Ambiente Urbano


Tra le poche città firmatarie italiane spicca Reggio Emilia, che recentemente si è fatta promotrice <strong>di</strong> uninteressante lavoro sugli in<strong>di</strong>catori della mobilità urbana e sul loro monitoraggio con il coinvolgimento anchedei citta<strong>di</strong>ni.Le politiche in atto non evidenziano un’inversione <strong>di</strong> tendenza a favore<strong>di</strong> un piano organico <strong>di</strong> potenziamento del trasporto pubblico,Politiche in attodell’interscambio tra i mezzi e del potenziamento della ciclabilità. Infatti i dati sui flussi <strong>di</strong> traffico in<strong>di</strong>canoun continuo aumento del traffico veicolare, anche <strong>di</strong> mezzi pesanti, con conseguenze negativesull’inquinamento atmosferico/acustico, sul congestionamento e sulla qualità <strong>di</strong> vita.FIGURA 2.2/1Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>. Flussi <strong>di</strong> traffico me<strong>di</strong>o orario degli archi stradali extraurbani del Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namentoProvinciale (PTCP) nei comuni oggetto del Piano <strong>di</strong> Azione e Risanamento della Qualità dell’Aria(PQA).SISTEMA PARCHEGGILa progettazione <strong>di</strong> parcheggi <strong>di</strong> ampie <strong>di</strong>mensioni previsti all’interno del centro storico <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> confliggecon gli obiettivi generali <strong>di</strong> miglioramento della qualità dell’aria e <strong>di</strong> riduzione della mobilità privataa vantaggio dei trasporti collettivi e <strong>di</strong> quelli ciclopedonali. La realizzazione dei parcheggi non può esseresvincolata da scelte generali <strong>di</strong> pianificazione urbanistica (es. Piano Urbano del Traffico e Piano della mobilità)e la progettazione dovrebbe tenere conto del contesto e dell’impatto che tali opere possono determinarenella zona soprattutto relativamente alla situazione viabilistica, alla sicurezza stradale e allaqualità dell’aria.PIANO DEL VERDEUna proposta valida per tutti i comuni del territorio è quella <strong>di</strong> valorizzare il tema della mobilità legandolacon il verde urbano e territoriale attraverso un apposito piano tematico. Il rior<strong>di</strong>no e la riappropriazionecompleta (in termini <strong>di</strong> completa fruibilità) degli spazi pubblici aperti attraverso la definizione <strong>di</strong> unarete verde è una necessità per tutti i centri della provincia ed in particolar modo per la città <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>.23CAPITOLO 2L’Ambiente Urbano


Il verde è un in<strong>di</strong>catore della qualità urbana: è un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> socialità e <strong>di</strong> qualificazione della città pubblica,combatte l’inquinamento e trattiene le polveri sottili, assorbe CO 2 , produce ossigeno e raffrescal’ambiente per garantire una città più sana e vitale. Il sistema del verde è sicuramente un’opportunità perincentivare una forma <strong>di</strong> spazio pubblico orientata alla salute e alla partecipazione. Forme <strong>di</strong> autogestionedelle aree ver<strong>di</strong>, <strong>di</strong> presa in carico dei citta<strong>di</strong>ni gran<strong>di</strong> e piccoli, gli orti urbani, ecc. sono forme <strong>di</strong> governodello spazio pubblico che contribuiscono ad arricchire il capitale sociale <strong>di</strong> una comunità e a ridurre le <strong>di</strong>suguaglianze.Una rete <strong>di</strong> percorsi pedonali e ciclabili che innervi <strong>di</strong> verde l’intero tessuto urbano (o comunque alcunesue <strong>di</strong>rettrici principali) può costituire un formidabile determinante ambientale <strong>di</strong> salute in ambito urbano.In altre parole, per arrivare alle aree parco ma anche per sfruttare gli spostamenti quoti<strong>di</strong>ani serveuna rete <strong>di</strong> mobilità lenta possibilmente attrezzata nel verde. In<strong>di</strong>viduate le principali <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> collegamentofra i parchi più importanti con percorsi ciclopedonali è determinante intercettare le aree parco minori,i parchi gioco e le principali aree <strong>di</strong> socialità o altri luoghi <strong>di</strong> interesse. In questo modo è possibile collegareil verde in un sistema a rete che agevoli l’accessibilità ad un servizio <strong>di</strong> primaria importanza per una“città sana” attraverso spostamenti quoti<strong>di</strong>ani sostenibili.GIAROL GRANDENel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> è stata firmata una seconda convenzione con il <strong>Dipartimento</strong><strong>di</strong> Urbanistica dell’Istituto Universitario <strong>di</strong> Architettura <strong>di</strong> Venezia.Dalla precedente collaborazione tra il nostro <strong>Dipartimento</strong> e il <strong>Dipartimento</strong><strong>di</strong> Urbanistica è scaturito un manuale <strong>di</strong> buone pratiche e <strong>di</strong> suggerimentiper l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> soluzioni urbanistiche che favoriscano stili<strong>di</strong> vita attivi dal titolo “Spazi per camminare. Camminare fa bene alla salute”(Marsilio E<strong>di</strong>tore). Lo stu<strong>di</strong>o concentra l’attenzione sulla connessionetra i miglioramenti strutturali in ambito urbano a favore della ciclopedonalitàe il miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita in termini <strong>di</strong> salute dellapopolazione. L’obiettivo <strong>di</strong> questo manuale è incentivare gli interessi delleamministrazioni locali sulla necessità <strong>di</strong> migliorare e trasformare il territorioin modo da favorire un cambiamento dei comportamenti e degli stili <strong>di</strong>vita in favore <strong>di</strong> una ciclopedonalità <strong>di</strong>ffusa sul territorio.Il manuale è scaricabile al link: http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/inu09.htmlIl programma in corso <strong>di</strong> attuazione, che costituisce una seconda fase della ricerca iniziata nel <strong>20</strong>07, haper tema "Lo spazio aperto e il verde urbano, una risorsa per l'aumento del capitale sociale".La ricerca è finalizzata a sviluppare il tema del ruolo degli spazi ver<strong>di</strong> nell’ambito urbano e periurbanonella promozione della vita attiva e dell’incremento del benessere e della salute.È componente essenziale del progetto sperimentare una modalità <strong>di</strong> partecipazione dei citta<strong>di</strong>ni singolie associati <strong>di</strong> un territorio per incrementare la fruizione degli spazi ver<strong>di</strong>.Nell’ambito <strong>di</strong> tale progetto si è attivata una collaborazione con il Coor<strong>di</strong>namento Ambiente del Comune<strong>di</strong> <strong>Verona</strong> ed è stata in<strong>di</strong>viduata l’area del “Giarol grande” nel parco A<strong>di</strong>ge sud per sperimentare unapartecipazione attiva della popolazione e dei soggetti istituzionali.Il progetto <strong>di</strong> “riqualificazione ambientale all’interno del Parco A<strong>di</strong>ge sud”, con la realizzazione nel <strong>20</strong>13<strong>di</strong> un’area umida, può costituire un importante strumento per elaborare una progettualità partecipatanella fruizione e gestione del parco. Particolarmente interessante risulta la possibilità <strong>di</strong> definire nuovearee attrezzate da de<strong>di</strong>care all’attività motoria, alla socializzazione ed a forme <strong>di</strong> adozione e gestione dellearee ver<strong>di</strong> (orti, campi da coltivare, ecc.) sia per i singoli che per i vari gruppi organizzati.CAPITOLO 224L’Ambiente Urbano


È prevista inoltre la possibilità <strong>di</strong> sperimentare l’utilizzo <strong>di</strong> modalità <strong>di</strong> bio/depurazione: nella nuova a-rea umida verranno creati tre laghetti alimentati dalla fossa Moran<strong>di</strong>na che poi scaricherà in A<strong>di</strong>ge le acque<strong>di</strong> uscita depurate. Questa modalità <strong>di</strong> far partecipare in modo organizzato la popolazione alle <strong>di</strong>scussionie alle scelte <strong>di</strong> pianificazione territoriale che la riguardano è uno standard operativo tanto usuale inalcune regioni del nord Europa quanto poco applicato nel nostro Paese.Solo recentemente in alcune città in Italia (Padova nel Veneto) si cominciano a sperimentare forme <strong>di</strong>socialità ampia attraverso la gestione collettiva degli spazi ver<strong>di</strong> e degli orti urbani. Le esperienze europee<strong>di</strong> maggiore tra<strong>di</strong>zione ed esperienza sono i community gardens per l’area anglosassone, i schreber gärtentedeschi e i recenti jar<strong>di</strong>ns partagés francesi.Per maggiori informazioni ed aggiornamenti sul progetto visitare il sito del <strong>Dipartimento</strong> e la pagina webde<strong>di</strong>cata:http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/giarol.htmlFIGURA 2.2/2L’area del Giarol nel Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>.Giarolarea parco a<strong>di</strong>ge sudBoscoimpianto <strong>20</strong>06/<strong>20</strong>07Fiume A<strong>di</strong>geZona potenziamentorete ecologicaNuova area umidaprogetto dal <strong>20</strong>13area demaniale217.000 mqASPETTI EDILIZI/URBANISTICINel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> sono state 6 le richieste <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> PI (Piano degli Interventi) e 2 per i PAT (Piano<strong>di</strong> Assetto del Territorio).Le <strong>di</strong>mensioni e le peculiarità delle questioni urbane richiedono delle valutazioni <strong>di</strong> carattere strategico.Il territorio si trasforma molto velocemente ed il suo governo risente più che in passato <strong>di</strong> manifestazioni<strong>di</strong> interesse dei privati che influiscono sulle scelte urbanistiche in modo <strong>di</strong>retto. La contrattazione tra pubblicoe privato, la perequazione, gli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programma sono alcuni degli strumenti operativi che facilitanoquesta prassi.La funzione del <strong>Dipartimento</strong> nelle materie <strong>di</strong> pianificazione è finalizzata alla valutazione delle scelteurbanistiche sul territorio sulla base dei determinanti <strong>di</strong> salute: significa esplicitare gli effetti significatividerivanti dall’attuazione del piano ed esprimere delle valutazioni per favorire nelle scelte dei piani quellecomponenti che determinano una migliore qualità urbana e un maggior benessere per i citta<strong>di</strong>ni el’ambiente.25CAPITOLO 2L’Ambiente Urbano


Le gran<strong>di</strong> trasformazioni urbane riguardano quasi esclusivamente il territorio del comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> coninterventi <strong>di</strong> riqualificazione e riconversione, quali ad esempio l’ex Foro Boario, le ex Cartiere, la zona antistantela Fiera nella zona sud <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> o l’area in centro storico delle ex caserme Passalacqua e SantaMarta. Si tratta <strong>di</strong> modalità <strong>di</strong> intervento abbastanza recente, rappresentative delle trasformazioni urbane<strong>di</strong> questi ultimi anni, che mo<strong>di</strong>ficano ampi brani del tessuto urbano consolidato del comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>.Sono trasformazioni rilevanti che inevitabilmente mo<strong>di</strong>ficheranno la vita della città nel prossimo futuro.Nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> sono state circa 950 le richieste <strong>di</strong> parere preventivo finalizzato alla realizzazione <strong>di</strong>opere e<strong>di</strong>lizie o <strong>di</strong> piani urbanistici attuativi. La <strong>di</strong>minuzione è <strong>di</strong> circa il 25% rispetto all’anno precedente.Sicuramente la crisi del settore ha comportato un calo delle richieste, ma forse non è questa la maggiorecausa <strong>di</strong> questo trend, ormai costante dalla promulgazione del Testo Unico del <strong>20</strong>01. Le recenti <strong>di</strong>sposizioninormative infatti favoriscono la pratica della autocertificazione e le valutazioni igienico-sanitarie riguardanoormai solo valutazioni <strong>di</strong>screzionali o pareri in deroga. In particolare la Legge 106/<strong><strong>20</strong>11</strong> stabilisceche la domanda <strong>di</strong> autorizzazione e<strong>di</strong>lizia venga accompagnata da una <strong>di</strong>chiarazione del progettistaabilitato che asseveri la conformità del progetto alle norme igienico sanitarie nel caso in cui la verifica inor<strong>di</strong>ne a tale conformità non comporti valutazioni tecnico-<strong>di</strong>screzionali.In definitiva, si prospetta per i prossimi anni un deciso ri<strong>di</strong>mensionamento della valutazione igienicosanitaria dei progetti e<strong>di</strong>lizi. A fronte <strong>di</strong> tali aspetti, ma anche <strong>di</strong> un riuso degli spazi del territoriourbanizzato, rimangono aperti alcuni no<strong>di</strong> interpretativi tra<strong>di</strong>zionalmente <strong>di</strong> competenza delle ULSS. Inparticolare è necessario approfon<strong>di</strong>re le tematiche riguardanti i nuovi ambienti <strong>di</strong> lavoro e le nuovetecnologie e<strong>di</strong>lizie (pareti tecnologiche ventilate, vani interrati, coibentazioni e salubrità degli ambienti,comfort ambientale, ecc.) in modo da aggiornare le norme <strong>di</strong> riferimento alle nuove emergenti tendenzearchitettoniche e funzionali.ATTIVITÀ COMMISSIONE TECNICA PROVINCIALE PER L’ATTIVITÀ DI CAVA (CTPAC)Nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> il lavoro della Commissione, rispetto alle sedute degli anni precedenti, è stato praticamentecongelato dalla crisi del settore della lavorazione del materiale lapideo. Inoltre, la Giunta Regionaleha avviato la riscrittura del Piano Regionale dell’Attività <strong>di</strong> Cava (PRAC) e contestualmente si dovrebbe,finalmente, pre<strong>di</strong>sporre l’aggiornamento della legge fondamentale per il settore estrattivo risalenteormai al 1982.GRAFICO 2.2/1Cave attive nelle Province della Regione Veneto. Fonte Regione Veneto PTRC - aggiornamento maggio <strong><strong>20</strong>11</strong>25323674402171Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia <strong>Verona</strong> VicenzaCAPITOLO 226L’Ambiente Urbano


La Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> è il territorio con il maggior numero <strong>di</strong> cave attive ed anche con il comune con lapiù alta concentrazione <strong>di</strong> cave attive (Sant’Anna D’Alfaedo – 82 cave). Nel Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> sono ancorapresenti rilevanti porzioni <strong>di</strong> territorio a<strong>di</strong>bite a cave attive (11); sono invece 5 quelle <strong>di</strong>smesse e/o abbandonate.L’attività estrattiva prolungata nel tempo e la <strong>di</strong>fficoltà nella ricomposizione ambientale determinanouna “ferita” con riflessi negativi sulla fruizione del territorio per finalità sociali/ricreative e/oecologiche. La possibilità <strong>di</strong> un recupero <strong>di</strong> queste ampie porzioni <strong>di</strong> territorio attraverso un processo partecipativo,con il coinvolgimento delle istituzioni e della citta<strong>di</strong>nanza, può costituire un’ulteriore possibilità<strong>di</strong> sviluppo sostenibile e <strong>di</strong> aumento del capitale sociale.2.3 COLLETTIVITÀ2.3.1 DISAGIO ABITATIVOINTERVENTI DI CONTRASTO ALL’INSALUBRITÀ DELLE ABITAZIONIGli interventi <strong>di</strong> contrasto all’insalubrità delle abitazioni sono stati effettuati seguendo le modalità concordatecon il Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> e riportate dal “Protocollo d’intesa per il miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio abitativo”. Questo progetto prevede, quando si in<strong>di</strong>viduano nell’ambiente abitato problematicheigienico-sanitarie pregiu<strong>di</strong>zievoli per la salute, una serie <strong>di</strong> azioni finalizzate alla loro eliminazione.TABELLA 2.3.1/1Sopralluoghi nelle abitazioniANNON. ABITAZIONI VISITATEN. ABITAZIONICON FATTORI D’INSALUBRITÀ<strong>20</strong>07 464 77<strong>20</strong>08 662 228<strong>20</strong>09 642 147<strong>20</strong>10 567 184<strong><strong>20</strong>11</strong> 366 137Totale 2.701 773La maggior parte dei sopralluoghi è stata effettuata su richiesta degli interessati (richiesta <strong>di</strong> idoneitàdell’alloggio o <strong>di</strong> antigienicità); in alcuni casi la richiesta <strong>di</strong> intervento èstata effettuata da forze dell’or<strong>di</strong>ne, operatori sanitari, associazioni o L’88,3% delle abitazioniprivati che segnalavano gravi situazioni <strong>di</strong> degrado abitativo o igienico. con fattori d’insalubrità èLa gran parte delle abitazioni con fattori d’insalubrità era abitata da occupato da immigratiimmigrati (88,3%) provenienti soprattutto dal centro-sud dell’Africa edall’Asia.IRREGOLARITÀ RISCONTRATELe abitazioni malsane presentavano problematiche <strong>di</strong> vario tipo spesso coesistenti (strutturali, impiantistiche,carenze igieniche, sovraffollamento). Nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> sono state rilevate due abitazioni che,per lo stato <strong>di</strong> degrado complessivo, sono state giu<strong>di</strong>cate non più abitabili; una era abitata da citta<strong>di</strong>ni italianie l’altra da immigrati. In entrambi i casi si trattava <strong>di</strong> alloggi <strong>di</strong> fortuna (impropri). Nelle rimanenti abitazionierano presenti contemporaneamente uno o più inconvenienti igienico-sanitari come evidenziatonella tab. n. 2.3.1/2.27CAPITOLO 2L’Ambiente Urbano


TABELLA 2.3.1/2Inconvenienti riscontratiTIPO DI INCONVENIENTE <strong><strong>20</strong>11</strong>Alloggio improprio 3StrutturaleCase inabitabili 2Carenze manutentive 27Umi<strong>di</strong>tà muffe 7Impianto <strong>di</strong> riscaldamento assente o pericoloso 21ImpiantiImpianto elettrico pericoloso 12Espulsione fumi e vapori dei fornelli 72Da adeguare per riaffittare 7Sovraffollamento/ Coabitazione 23Per quanto riguarda i problemi strutturali gli inconvenienti riscontrati più frequentemente sono statiquelli relativi a carenze manutentive, servizi igienici inadeguati, infiltrazioni meteoriche, umi<strong>di</strong>tà, muffa; lapresenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà da risalita in genere è stata riscontrata in abitazioni costruite molto tempo fa, viceversaproblemi <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà da condensa, dovuta probabilmente ad un isolamento inadeguato, sono stati rilevatianche in immobili <strong>di</strong> più recente costruzione o ristrutturazione.Per quanto riguarda gli inconvenienti igienici vanno segnalate estese infestazioni domestiche dovute ascarafaggi della specie blattella germanica. In genere queste infestazioni hanno coinvolto interi condominidata l’attitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> questo insetto a spostarsi velocemente anche sulle pareti verticali e a ni<strong>di</strong>ficare confacilità negli ambienti domestici.PROVVEDIMENTII provve<strong>di</strong>menti assunti sono stati graduati in relazione all’entità dei problemi riscontrati:nei casi più gravi si è proposta la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> inabitabilità, con richiesta <strong>di</strong> sgombero imme<strong>di</strong>atoper pericolo per la salute e/o la sicurezza delle persone;nei casi <strong>di</strong> non conformità dal punto <strong>di</strong> vista igienico, e<strong>di</strong>lizio o impiantistico si è dato corso agli interventiprevisti dal protocollo d’intesa sul <strong>di</strong>sagio abitativo. Si è cioè provveduto a contattare ilproprietario dell’abitazione (o l’inquilino) e agli stessi sono state fornite in<strong>di</strong>cazioni preventive erichiesto un impegno per eliminare gli inconvenienti riscontrati. Le irregolarità degli impianti termicied elettrici in qualche caso erano tali da prefigurare un pericolo imme<strong>di</strong>ato per la salute el’incolumità dei presenti, in altri casi si trattava <strong>di</strong> non conformità a scarsa rilevanza sanitaria. Neicasi <strong>di</strong> più grave pericolo dovuto ad irregolarità impiantistiche l’inquilino è stato <strong>di</strong>ffidatodall’utilizzo degli impianti stessi.Nella maggioranza dei casi l’invito ai proprietari <strong>di</strong> sanare le situazioni irregolari riscontrate ha avuto unesito positivo ed ha consentito <strong>di</strong> migliorare le con<strong>di</strong>zioni abitative prevenendo verosimilmente anche unaquota significativa <strong>di</strong> incidenti.CAPITOLO 228L’Ambiente Urbano


TABELLA 2.3.1/3Iter <strong>di</strong> rimozione dei fattori <strong>di</strong> insalubritàTIPOLOGIA <strong><strong>20</strong>11</strong><strong>di</strong>ffide 5convocazioni 7colloqui 1atti notori pervenuti 29note al Sindaco 6verifica lavori 1note al proprietario 77verifica anagrafica 43note alla Prefettura 11PROBLEMI RILEVATI NEL CORSO DELL’ATTIVITÀIn alcuni casi dello scorso anno e degli anni precedenti gli alloggi fatiscenti <strong>di</strong>chiarati inabitabili eranocollegati a fenomeni speculativi nei confronti <strong>di</strong> immigrati, ai quali talvolta tali alloggi erano stati ceduticome garage e cantine.Per quanto riguarda la localizzazione delle abitazioni insalubri si evidenzia la concentrazione in alcuniquartieri della cintura periferica (nell’or<strong>di</strong>ne Golosine, Borgo Roma, Borgo Venezia e Borgo Milano) e nonpiù solo nel quartiere <strong>di</strong> Veronetta caratterizzato da un’alta concentrazione <strong>di</strong> immigrati.2.3.2 SCUOLELe scuole e le collettività costituiscono ambiti particolarmente delicati sotto molti aspetti e per questosono oggetto <strong>di</strong> particolari tutele anche dal punto <strong>di</strong> vista igienicosanitario.Le attività <strong>di</strong> prevenzione svolte all’interno della scuola sonoancora <strong>di</strong>sciplinate dal D.P.R. 1518 del 1967 per quel che riguarda i servizi<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Scolastica. Da allora si sono verificati molti cambiamentidal punto <strong>di</strong> vista normativo e organizzativo (basti citare la Legge 833<strong>di</strong> Riforma Sanitaria) ma anche da quello sociale ed epidemiologico.Scuole e collettività: ambitidelicati che richiedonoparticolari tuteleNonostante il clima <strong>di</strong> buona collaborazione con gli enti locali garantisca nella maggior parte dei casiuna sufficiente attenzione agli e<strong>di</strong>fici scolastici, si sente oggi l’esigenza <strong>di</strong> riaffrontare in modo strutturaleil problema della prevenzione <strong>di</strong> comunità nell’ambito dell’età evolutiva e <strong>di</strong> fare il punto sulla sorveglianzadelle collettività infantili.È in crescita l’impegno richiesto dalla sorveglianza sugli asili nido nel momento in cui, accanto a strutturepubbliche <strong>di</strong> buon livello, hanno cominciato ad espandersi le strutture private, non sempre <strong>di</strong> buonaqualità.Per quanto riguarda la prima infanzia le strutture con maggiori problemi sono quelle che non hannol’obbligo <strong>di</strong> richiedere l’autorizzazione all’esercizio o che volontariamente si sottraggono a questo adempimento.In qualche caso in passato è stato necessario intervenire ad<strong>di</strong>rittura con provve<strong>di</strong>menti drastici,che andavano dalla denuncia alla richiesta <strong>di</strong> chiusura.29CAPITOLO 2L’Ambiente Urbano


I problemi strutturali che sono stati più frequentemente riscontrati riguardano l’area <strong>di</strong> collocazione(che in alcuni casi presenta fattori <strong>di</strong> insalubrità o <strong>di</strong> pericolo) e talvolta l’inadeguatezza degli e<strong>di</strong>fici perl’inadeguata manutenzione, l’assenza <strong>di</strong> spazi ver<strong>di</strong> o palestre. Il problema della <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> spazi ver<strong>di</strong>e adeguate palestre è purtroppo comune a molte scuole anche perché i cortili e gli spazi de<strong>di</strong>cati vengonospesso a<strong>di</strong>biti a parcheggio.Per questi motivi si ritiene necessario intensificare l’attività <strong>di</strong> sorveglianza sulle scuole esistenti me<strong>di</strong>anteil potenziamento della collaborazione tra Ufficio Igiene Urbana ed Ambientale del <strong>Dipartimento</strong>,Distretti Sanitari, pe<strong>di</strong>atri convenzionati, Ufficio Qualità e Comuni.QUALITÀ DELL’ARIA E PROBLEMI IGIENICI NELLE SCUOLEUno stu<strong>di</strong>o promosso dal Ministero dell'Ambiente fotografa la qualità dell'aria nelle scuole elementari eme<strong>di</strong>e italiane; lo stesso evidenzia, tra l’altro, che gli e<strong>di</strong>fici scolastici sono piuttosto anziani (circa il 50% èstato costruito prima del 1960) e che la pulizia non è sempre adeguata (“Qualità dell’aria nelle scuole, undovere <strong>di</strong> tutti, un <strong>di</strong>ritto dei bambini” www.arpat.toscana.it/.../<strong>20</strong>10/075-10-qualità-aria-scuole/).La situazione appare ancora peggiore con riferimento alle concentrazioni <strong>di</strong> alcuni inquinanti. I valori <strong>di</strong>PM10 sono risultati sempre superiori all'interno delle scuole; qui infatti le polveri sottili esterne, derivantiper lo più dal traffico, si aggiungono a quelle generate all'interno, come il gesso delle lavagne. In molti casigli inquinanti trovati non possono essere eliminati con facilità o, meglio, eliminare queste fonti <strong>di</strong> inquinamentosignifica fare scelte ra<strong>di</strong>cali quali il trasferimento <strong>di</strong> una scuola in un’area verde o la completaristrutturazione dell’e<strong>di</strong>ficio secondo i migliori standard.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/sorveglianza_scuole.htmlASILI NIDONegli ultimi anni sono pervenute a questo <strong>Dipartimento</strong> numerose richieste <strong>di</strong> parere igienico-sanitariopreliminare alla realizzazione <strong>di</strong> strutture per la prima infanzia sul territorio dei 36 comuni dell’ULSS <strong>20</strong>(ubicate in e<strong>di</strong>fici preesistenti oppure <strong>di</strong> nuova costruzione). Il fabbisogno <strong>di</strong> tali strutture è andato infattiaumentando nel tempo <strong>di</strong> pari passo con le mo<strong>di</strong>fiche demografiche e sociali, ad esempio l’aumento delnumero <strong>di</strong> donne che lavorano ed il passaggio dalla famiglia allargata ad una <strong>di</strong> tipo nucleare.Per questo motivo molti soggetti pubblici e privati hanno ampliato l’offerta <strong>di</strong> strutture apposite, mentrela Legge Regionale 22/<strong>20</strong>02 e la DGRV 84 del 16.01.<strong>20</strong>07 hanno fissato i requisiti e le modalità <strong>di</strong> realizzazione,autorizzazione e accre<strong>di</strong>tamento <strong>di</strong> tali strutture. Il numero <strong>di</strong> questi servizi è andato via viacrescendo.I progetti presentati nella maggior parte rappresentano una evoluzione favorevole rispetto al passato,grazie anche alla presenza <strong>di</strong> chiari parametri <strong>di</strong> riferimento in seguito alla promulgazione della citatanormativa. Per rendere possibile l’applicazione dei criteri stabiliti dalla LR 22/<strong>20</strong>02 e dalla DGRV 84/<strong>20</strong>07sono state inoltre attivate due commissioni per l’autorizzazione all’esercizio delle strutture per la primainfanzia ai sensi della legge 22/<strong>20</strong>02 (una per il Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> e una per i rimanenti Comunidell’ULSS). Negli ultimi anni si è osservata una tendenza alla riduzione delle strutture scadenti sul territorio,anche grazie agli strumenti <strong>di</strong> regolamentazione che impongono l’ottenimento dell’autorizzazione ancheagli asili nido privati.Esiste comunque un problema generale <strong>di</strong> pianificazione al momento della realizzazione <strong>di</strong> questestrutture, che devono essere in grado <strong>di</strong> garantire l’assenza <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio per la salute nell’età in cuila vulnerabilità è maggiore e quin<strong>di</strong> assicurare il posizionamento in e<strong>di</strong>fici con i necessari requisiti, posti inun’area lontana da fattori <strong>di</strong> pericolo come serbatoi <strong>di</strong> sostanze infiammabili, gas tossici o industrie pericolose,a basso inquinamento e con <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> una zona scoperta (meglio ancora se un giar<strong>di</strong>no o altraarea verde) in quanto il movimento, necessario in tutte le età, nei bambini rappresenta un fattoreCAPITOLO 230L’Ambiente Urbano


fondamentale per la salute, per una crescita armonica e per l’acquisizione <strong>di</strong> corretti stili <strong>di</strong> vita. A questoproposito i Comuni sono stati invitati ad intensificare la vigilanza sulle strutture esistenti e soprattuttoad intervenire preventivamente, prima dell’e<strong>di</strong>ficazione delle strutture, in<strong>di</strong>viduando in accordo con il nostroUfficio Igiene Urbana ed Ambientale le aree idonee a queste attività pubbliche e private, il numero <strong>di</strong>strutture da realizzare nei singoli comuni e nei <strong>di</strong>versi quartieri in base ai bisogni reali della popolazioneed i requisiti e<strong>di</strong>lizi e urbanistici (oltre che gestionali e pedagogici).http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/asili_nido.html2.3.3 POPOLAZIONE CARCERARIACASA CIRCONDARIALE DI MONTORIOIl sovraffollamento del penitenziario <strong>di</strong> Montorio si è ulteriormente aggravato. Il fenomeno, comune anumerose strutture <strong>di</strong> reclusione italiane ed europee, costituisce un problema estremamente serio.Il sovraffollamento deipenitenziari costituisceun problema estremamenteserioIl sovraffollamento <strong>di</strong> un carcere implica la convivenza in spazi ristretti,poco igienici, la costante mancanza <strong>di</strong> privacy, la riduzione delleattività ricreative extra-cella, <strong>di</strong> risocializzazione e rieducazione (a causadella carenza <strong>di</strong> personale), il sovraccarico dei servizi sanitari,l’aumento della tensione e del <strong>di</strong>sagio dei detenuti ed anche del personale.Tutto ciò rende <strong>di</strong>fficilmente applicabili i principi costituzionali sullafinalità della pena, ivi compreso quello <strong>di</strong> assicurare il rispetto della <strong>di</strong>gnità della persona, ed influiscenegativamente sulle motivazioni e sulla professionalità degli operatori; favorisce inoltre il contagio e la<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie infettive, rischio questo aggravato dalla presenza frequente <strong>di</strong> gravi inconvenientiigienico sanitari.Al 31 <strong>di</strong>cembre <strong><strong>20</strong>11</strong> i detenuti presenti nella casa circondariale <strong>di</strong> Montorio erano 894 (839 maschi e55 femmine) a fronte <strong>di</strong> una capienza regolamentare <strong>di</strong>chiarata <strong>di</strong> 564.GRAFICO 2.3.2/1Casa circondariale <strong>di</strong> Montorio. Presenze negli anni e capienza regolamentare*950850750650550450350250Provve<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> indulto<strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>n. detenuti capacità regolamentare* la capienza regolamentare definita dal Ministero della Giustizia è <strong>di</strong> 564 detenuti31CAPITOLO 2L’Ambiente Urbano


Il sovraffollamento riscontrato è sovrapponibile alla me<strong>di</strong>a delle Carceri e delle Case Circondariali dellaRegione Veneto (CC e CR del Veneto- capienza regolamentare: 1.972 – detenuti presenti al 31/12/11:3.156).Va sottolineato come il sovraffollamento, associato alla presenza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni igieniche precarie in alcunicorpi/sezioni della struttura e ad inadeguate con<strong>di</strong>zioni microclimatiche, più volte segnalate nelle relazionidelle ispezioni igienico sanitarie effettuate, configuri in particolare un rischio <strong>di</strong> insorgenza <strong>di</strong> malattiedell’apparato respiratorio e osteoarticolare, trasmissione <strong>di</strong> malattie infettive oltre che aggravamento<strong>di</strong> patologie preesistenti.Di grande utilità, in questa situazione, l’impegno costante della Garante per alleviare gli aspetti più pesanti<strong>di</strong> questa convivenza.Al fine <strong>di</strong> contenere il <strong>di</strong>sagio derivante dalla gravissima situazione <strong>di</strong> sovraffollamento, il Direttore delCarcere, con la collaborazione del personale <strong>di</strong> sorveglianza (peraltro carente <strong>di</strong> circa oltre 100 unità), deglieducatori e per alcune tipologie d’intervento <strong>di</strong> Enti/Organizzazioni esterni, ha attivato una serie <strong>di</strong> interventiatti a consentire ai detenuti attività “extracelle” (compatibilmente con la carenza <strong>di</strong> organico)quali ad esempio: possibilità <strong>di</strong> usufruire degli spazi all’aria aperta per più <strong>di</strong> 4 ore al giorno, attività scolastiche<strong>di</strong> vario grado, corsi <strong>di</strong> lingua per immigrati, attività per l’orientamento professionale, corsi formativiper alimentaristi (tenuti da personale del SIAN del nostro <strong>Dipartimento</strong>).Questi ultimi vengono realizzati dal <strong>20</strong>09 per i detenuti che lavorano presso la cucina interna. Nel <strong><strong>20</strong>11</strong>sono stati realizzati quattro interventi formativi a carattere educativo e <strong>di</strong> responsabilizzazione dei detenutidella sezione maschile, della sezione femminile e della sezione 3 maschile sulle seguenti tematiche:igiene della persona, malattie trasmissibili con gli alimenti, conservazione, manipolazione degli alimenti,sanificazione e procedure <strong>di</strong> autocontrollo. Complessivamente sono state formate circa 70 persone.Vengono effettuati controlli ufficiali sulle derrate alimentari e sui locali in cui vengono conservati e preparatii pasti destinati ai detenuti. Il rifornimento delle materie prime è gestito da una Ditta esterna mentreil servizio <strong>di</strong> preparazione dei pasti è gestito dalla Casa Circondariale attraverso il lavoro dei detenuti.La percentuale <strong>di</strong> detenuti stranieri risulta molto elevata e pari al 63,6%, quasi il doppio della percentualeme<strong>di</strong>a nazionale (36,1%). Più alta del dato regionale (19,8%) e <strong>di</strong> quello nazionale (<strong>20</strong>,7%) la percentuale<strong>di</strong> detenuti in attesa <strong>di</strong> primo giu<strong>di</strong>zio, pari al 22,9%.Con l’entrata in vigore del D.P.C.M. 01.04.08 sono state trasferite all’ULSS le funzioni <strong>di</strong> sanità penitenziaria.Nessun suici<strong>di</strong>o4 casi <strong>di</strong> TBCNel <strong><strong>20</strong>11</strong> non si sono registrati casi <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o. Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> sono statinotificati 4 casi <strong>di</strong> tubercolosi tra i detenuti. Per tutti si è reso necessarioil ricovero presso il Reparto <strong>di</strong> Malattie Infettive dell’Azienda OspedalieraUniversitaria Integrata <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> (cfr. cap. 4.2).2.3.4 CONTROLLI PISCINENel territorio dell’ULSS <strong>20</strong> le piscine aperte al pubblico sono rappresentate da 7 complessi con piscinesolo scoperte, 5 complessi misti, cioè con piscine coperte e scoperte, 3 con sole piscine coperte e uno conpiscine “convertibili”.Anche nel <strong><strong>20</strong>11</strong> sono proseguiti i controlli con i relativi prelievi sulle piscine da parte <strong>di</strong> questo <strong>Dipartimento</strong>,secondo i criteri in<strong>di</strong>cati dalla Direzione Regionale. Le verifiche hanno riguardato l’esistenza delpiano <strong>di</strong> autocontrollo e, soprattutto, la corretta gestione degli impianti; i controlli chimici e microbiologicihanno la funzione <strong>di</strong> verificare se il piano <strong>di</strong> autocontrollo sia adeguato e applicatoCAPITOLO 232L’Ambiente Urbano


correttamente. In effetti la vigilanza sulle piscine richiede soprattutto collaborazione e senso <strong>di</strong> responsabilitàda parte dei gestori, senza i quali la sorveglianza sarebbe <strong>di</strong> limitata efficacia, anche a causa dellamancanza <strong>di</strong> sanzioni concrete e <strong>di</strong> facile applicazione.In totale, nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, sono stati effettuati circa 50 controlli chimici e altrettanti microbiologici su acque <strong>di</strong>piscina, oltre agli abituali controlli sull’acqua <strong>di</strong> alimentazione. Nell’insieme anche quest’anno i controllihanno confermato una bassa frequenza <strong>di</strong> parametri chimici alterati e le anomalie sono sempre risultate<strong>di</strong> entità modesta. Solo alcune piscine scoperte, con parchi acquatici, presentano parametri microbiologicialterati, probabilmente per l’afflusso <strong>di</strong> bagnanti eccessivo e non sufficientemente controllato.2.4 DISUGUAGLIANZE IN SALUTEIl livello <strong>di</strong> salute segue un gra<strong>di</strong>ente sociale: rischio <strong>di</strong> mortalità, obesità, stili <strong>di</strong> vita scorretti aumentanoin ragione inversa alle risorse sociali <strong>di</strong> cui gli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong>spongono. Le <strong>di</strong>suguaglianze sanitarie sonoevidenti non solo a livello socio economico, ma anche <strong>di</strong> sesso, etnia, nella popolazione anziana e nellapopolazione psichiatrica o con <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento. Spesso riguardano gruppi sociali non facilmenteraggiungibili da informazioni e interventi <strong>di</strong> prevenzione; persone che non hanno le risorse per avere stili<strong>di</strong> vita sani o sono sottoposte a determinanti ambientali negativi. Inoltre chi ha una vita <strong>di</strong>fficile si preoccupa<strong>di</strong> problemi più imme<strong>di</strong>ati e non <strong>di</strong> eventuali problemi <strong>di</strong> salute futuri, dovuti ad uno stile <strong>di</strong> vitascorretto.La <strong>di</strong>minuzione delle <strong>di</strong>suguaglianze sanitarie costituisce un elemento cruciale <strong>di</strong> sanità pubblica. L’OMSinvita a valutare il possibile effetto paradosso (allargamento delle <strong>di</strong>suguaglianze) dei programmi <strong>di</strong> prevenzione.In linea con le in<strong>di</strong>cazioni internazionali e sulla base delle esperienze pregresse, il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>dell’ULSS <strong>20</strong> <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> ha presentato nel <strong><strong>20</strong>11</strong> un piano <strong>di</strong> intervento aziendale <strong>di</strong> contrasto delle<strong>di</strong>suguaglianze sanitarie, che comprende anche azioni nell’ambito dell’alimentazione. Il piano <strong>di</strong> interventoè stato esplicato poi nel <strong>20</strong>12 nella Delibera del Direttore Generale dell’Azienda ULSS <strong>20</strong> <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>n. <strong>20</strong>1 del 5 aprile <strong>20</strong>12 con una ricognizione complessiva degli interventi in corso, che fanno capo al <strong>Dipartimento</strong><strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> e che riguardano le <strong>di</strong>suguaglianze <strong>di</strong> salute. L’intento è <strong>di</strong> partire da questoprimo atto e <strong>di</strong> allargare l’indagine a tutti gli altri settori <strong>di</strong> intervento dell’Azienda, per programmare unsuccessivo piano organico <strong>di</strong> contrasto. A questo campo <strong>di</strong> intervento è de<strong>di</strong>cata una sezione del sito del<strong>Dipartimento</strong>.Le <strong>di</strong>suguaglianze in salute qui intese comprendono le situazioni socio economiche e culturali più <strong>di</strong>versee sono quin<strong>di</strong> relative alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> immigrazione, povertà, carcerazione, noma<strong>di</strong>smo, <strong>di</strong>sabilità,appartenenza a particolari categorie sociali e anche <strong>di</strong> genere. Per ogni Unità Operativa vengono elencatile attività ed i progetti rilevati.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/<strong>di</strong>suguaglianze.html.A. VACCINAZIONI E CONTROLLO MALATTIE INFETTIVEATTIVITÀ IN ATTO vaccinazione dei bambini ROM; vaccinazione contro HPV ad adolescenti e giovani donne dei campi noma<strong>di</strong>; sanità penitenziaria/controllo della tubercolosi; controllo della tubercolosi nei centri <strong>di</strong> accoglienza33CAPITOLO 2L’Ambiente Urbano


B. SCREENING ONCOLOGICIATTIVITÀ IN ATTO screening citologico, mammografico e del colon-retto nella popolazione carceraria e nelle donneimmigrateC. RISCHI ABITATIVI ED URBANIATTIVITÀ IN ATTO interventi <strong>di</strong> contrasto all’insalubrità delle abitazioni; intossicazioni da monossido <strong>di</strong> carbonio; alloggi temporanei per lavoratori stagionaliD. ALIMENTAZIONEATTIVITÀ IN ATTO progetto Promozione e Sostegno dell’allattamento materno; Last minute marketE. PROMOZIONE DELLA SALUTE FISICA IN PSICHIATRIAF. PROMOZIONE DELLA SALUTEATTIVITÀ IN ATTO progetto GenitoriPiù; progetto “Pigro è lento, attivo è rock”; progetto “Da 0 a 100: tutti più sani!!”LAST MINUTE MARKETIl progetto Last Minute Market (LMM) prevede la raccolta e il recupero <strong>di</strong> pasti e alimenti invenduti e/onon consumati da destinare a strutture <strong>di</strong> accoglienza sociale per aumentare l’accessibilità a cibi sani <strong>di</strong>gruppi socialmente svantaggiati e ridurre lo spreco <strong>di</strong> alimenti; il LMM è stato promosso dalla Facoltà <strong>di</strong>Agraria dell’Università <strong>di</strong> Bologna, dal SIAN e dal <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> dell’ULSS <strong>20</strong> <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, avviatosperimentalmente nel <strong>20</strong>05 ed è poi proseguito negli anni seguenti gestito dalle ACLI provinciali.Il SIAN dell’ULSS <strong>20</strong> segue linee <strong>di</strong> azione per contrastare le <strong>di</strong>suguaglianze e trasformare lo spreco in risorsa.Il sostegno del progetto LMM si è esplicitato anche in uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sostenibilità igienico sanitariadel recupero, secondo protocolli igienico sanitari validati, <strong>di</strong> eccedenze <strong>di</strong> pasti in mense scolastiche destinatealla <strong>di</strong>stribuzione in strutture <strong>di</strong> accoglienza sociale, promuovendo così un’azione <strong>di</strong> sviluppo (auto)sostenibilelocale, con ricadute positive a livello ambientale, economico e sociale (Tabella 2.4/1). Attualmenteè in fase <strong>di</strong> progettazione un percorso formativo per i volontari che favorisca le buone pratiche<strong>di</strong> preparazione.Attraverso un’indagine <strong>di</strong> carattere igienico sanitario con monitoraggi (campioni e analisi <strong>di</strong> laboratorio<strong>di</strong> alimenti, rilievo temperature, controlli <strong>di</strong> locali, impianti, comportamenti e formazione del personale,verifica gra<strong>di</strong>mento) si è confermata la sostenibilità della iniziativa che si automantiene nel tempo.CAPITOLO 234L’Ambiente Urbano


TABELLA 2.4/1Recupero dei pasti non consumati nelle mense collettive scolastiche del Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>ANNO SCOLASTICO QUANTITÀ RACCOLTA (KG) QUANTITÀ PASTI (N°)<strong>20</strong>07/<strong>20</strong>08 10.253,02 19.226<strong>20</strong>08/<strong>20</strong>09 7.887,32 14.790<strong>20</strong>09/<strong>20</strong>10 12.279,10 23.025<strong>20</strong>10/<strong><strong>20</strong>11</strong> 11.<strong>20</strong>7,77 21.013Totale 41.627,21 78.054Mancato pagamentomensa scolasticaLa crisi economica ha avuto un forte impatto sulle famiglie italiane, visibile anche dal trend in aumentodelle esenzioni del mancato pagamento della ristorazione scolastica. In più occasioni sono infatti pervenuteal SIAN notizie ufficiose riguardo le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> famiglie nei pagamentidelle rette per la ristorazione scolastica con situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagioper i Comuni e le comunità scolastiche nel gestire le particolari situazioni.La rete dei Soggetti istituzionali ha cercato <strong>di</strong> evitare che si creasserosituazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminazione fra bambini appartenenti a famiglie in <strong>di</strong>fficoltà, non appartenenti a nucleifamiliari a protezione sociale.Tale fenomeno è un campanello <strong>di</strong> allarme, non solo <strong>di</strong> carattere sociale ma anche sanitario perchél’aspetto economico si riflette sulle scelte alimentari con mo<strong>di</strong>fiche sulle abitu<strong>di</strong>ni e la composizione nutrizionaledella <strong>di</strong>eta che come è noto è un determinante <strong>di</strong> salute.POPOLAZIONE PSICHIATRICAUn’altra linea <strong>di</strong> intervento del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> contro le <strong>di</strong>suguaglianze, iniziata nel <strong>20</strong>04con un progetto pilota, riguarda la popolazione psichiatrica e si basa su azioni <strong>di</strong> formazione e sensibilizzazionesulle sane scelte alimentari <strong>di</strong> operatori e pazienti dei centri <strong>di</strong> salute mentale, valutazione dei menùproposti presso la mensa interna, in concertazione ad azioni <strong>di</strong> promozione dell’attività motoria.L’intervento prevedeva in particolare una serie <strong>di</strong> azioni in tema <strong>di</strong> formazione degli operatori, educazionedegli utenti, coinvolgimento della <strong>di</strong>tta responsabile della preparazione e somministrazione dei pasti,attivazione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> cammino per i pazienti con partecipazione attiva degli operatori e laboratorisulla preparazione degli alimenti.Successivamente al progetto pilota è stato stilato un nuovo protocollo <strong>di</strong> intervento, il progetto PHYSI-CO, iniziato nel <strong>20</strong>08 e tuttora in corso, nell’ambito del quale sono stati reclutati 193 pazienti del ServizioPsichiatrico <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> Sud. Esso è basato su un approccio complessivo che prevede interventi <strong>di</strong> tipo ambientale,comunitario ed in<strong>di</strong>viduale sulle problematiche dell’attività fisica e dell’alimentazione.In una prima fase è stata stu<strong>di</strong>ata la prevalenza della comorbilità fisica e dei comportamenti a rischionei pazienti psichiatrici e confrontata con quella della popolazione generale. In una seconda fase verrà realizzatoun nuovo programma <strong>di</strong> promozione <strong>di</strong> stili <strong>di</strong> vita sani.Per quanto riguarda l’alimentazione, i momenti formativi ed educativi sono in<strong>di</strong>rizzati all’orientamentoe al controllo della qualità nutrizionale dei pasti proposti nei centri residenziali e semi residenziali. Questopermette <strong>di</strong> migliorare la capacità <strong>di</strong> scelta in ambito alimentare da parte degli ospiti e degli operatori.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/docs/AttivitaMotoriaNazionale/Documenti/Manuali/In<strong>di</strong>rizzi_operativi_psichiatrici.<strong>pdf</strong>35CAPITOLO 2L’Ambiente Urbano


CAPITOLO 3AlimentazioneParole chiave: Acqua potabile, contaminazioni acqua, tossinfezioni alimentari, vigilanza alimenti, ristorazionecollettiva, celiachia, <strong>di</strong>ete speciali, mercato globale, sistema allerta comunitario, fitosanitari, funghi,latte, uova, carne, last minute market, corsi alimentaristi.3.1 APPROVVIGIONAMENTO DELL’ACQUA POTABILESecondo le statistiche dell’Istat “Giornata mon<strong>di</strong>ale dell’acqua”, nel <strong>20</strong>10 il 61,8% delle famiglie italianeha acquistato acqua minerale, percentuale che risulta comunque in calo rispetto agli anni precedenti.Nell’arco degli ultimi cinque anni anche i do<strong>di</strong>ci gran<strong>di</strong> comuni italiani (con popolazione residente superiorea 250 mila abitanti) segnano una complessiva tendenza alla riduzione dei consumi idrici pro capite.Tra i comuni con livelli <strong>di</strong> consumo più elevati nel <strong>20</strong>06, Torino, Napoli, Genova e <strong>Verona</strong> sono quelliche mostrano riduzioni più accentuate con <strong>Verona</strong> che passa da un consumo per uso domestico pari a72,3 metri cubi per abitante nel <strong>20</strong>06 a 63,4 metri cubi per abitante nel <strong>20</strong>10.<strong>Verona</strong> <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> riserve d’acqua, <strong>di</strong> falda e in minor percentuale <strong>di</strong> sorgente, adeguate alla popolazione,con caratteristiche <strong>di</strong> qualità rispetto ad aspetti chimico-fisici, biologici e organolettici, nonché <strong>di</strong>una rete acquedottistica efficiente e controllata.Il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) svolge l’attività <strong>di</strong> controllo sulle acque attraverso la collaborazionecon i Comuni, i gestori degli acquedotti, l’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale (AATO), iprivati non serviti dalla rete acquedottistica.Al <strong><strong>20</strong>11</strong> la rete acquedottistica <strong>di</strong> gran parte dei Comuni veronesi è gestita da Acque Veronesi.Per il restante territorio, la fornitura <strong>di</strong> acqua per il consumo umano è garantita da altri gestori oppureè attinta da pozzi privati, la cui gestione e controllo è in capo ai proprietari con monitoraggio da partedell’ULSS su utenze significative e <strong>di</strong> rilevanza pubblica.La provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> ha la particolarità <strong>di</strong> avere il più elevato numero <strong>di</strong> comuni privi <strong>di</strong> rete idricadella Regione, o con una connessione molto limitata, anche se i comuni non serviti sono concentrati per lopiù nell’area meri<strong>di</strong>onale della provincia. Sul territorio dell’ULSS <strong>20</strong> come in<strong>di</strong>cato nella Tabella 3.1/1 ilComune <strong>di</strong> Belfiore presenta la mancanza assoluta <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> acquedotto pubblico.Generalmente l’acqua, per la città <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, è fornita attraverso larete acquedottistica senza necessità <strong>di</strong> clorazione. Tale pratica è riservatasolamente ai tratti in manutenzione straor<strong>di</strong>naria e solo per iltempo necessario a garantirne la sicurezza batteriologica.Acqua <strong>di</strong> qualità, senzacloroL’attività del SIAN è rivolta a controllare gli Enti Gestori affinché la fornitura <strong>di</strong> acqua avvenga nel rispettodei parametri <strong>di</strong> sicurezza. La programmazione annuale dei controlli secondo criteri <strong>di</strong> legge sisomma a quella degli Enti Gestori. Oltre 6.000 analisi all’anno vengono effettuate a seguito dei controllidell’ULSS <strong>20</strong> (> 3.000) e dell’Ente Gestore.http://www.prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/sian_acque_parametri.html37


TABELLA 3.1/1Fornitura dell’acqua per il consumo umano nei Comuni dell’ULSS<strong>20</strong>*COMUNEGESTORE ACQUEDOTTOPRINCIPALE**GESTORE ACQUEDOTTOSECONDARIOPOPOLAZIONE <strong>20</strong>09(DEMO.ISTAT.IT)STIMA % POPOLAZIONESERVITA DA ACQUEDOTTOAlbaredo d’A<strong>di</strong>ge Acque Veronesi 5.349 67,4%Arcole Acque Veronesi 6.197 56,4%Ba<strong>di</strong>a Calavena Acque Veronesi COVISE 2.636 75,4%Belfiore 2.982 0%B. Chiesanuova Acque Veronesi 3.648 100%Buttapietra Acque Veronesi 6.829 93,7%Cal<strong>di</strong>ero Comune 7.149 100%Castel d’Azzano Molteni SpA 11.679 36,4%C. <strong>di</strong> Tramigna Acque Veronesi 1.497 86,6%Cerro Veronese Acque Veronesi 2.430 95,8%Cologna Veneta Acque Veronesi 8.577 67,8%Colognola ai Colli Comune COVISE 8.183 100%Erbezzo Acque Veronesi 789 99,7%Grezzana Acque Veronesi 10.864 100%Illasi Comune COVISE 5.256 100%Lavagno Acque Veronesi 7.630 100%Mezzane <strong>di</strong> Sotto Comune 2.299 100%Mont. <strong>di</strong> Crosara Acque Veronesi 4.498 94,1%Monteforte d’Alpone Acque Veronesi 8. 365 90%Pressana Acque Veronesi 2.516 69,4%Roncà Acque Veronesi 3.690 91,6%Roveredo <strong>di</strong> Guà Acque Veronesi 1.566 64.3%Roverè Veronese Acque Veronesi 2.170 100%San Bonifacio Acque Veronesi 19.943 77,9%San Giov. Ilarione Acque Veronesi 5.185 84,7%San Giov.Lupatoto Acque Veronesi 23.485 97,1%S. Martino B.A. Acque Veronesi 13.853 95%San Mauro <strong>di</strong> SalineAcque VeronesiAcquedotto del “Buso”560 100%Selva <strong>di</strong> Progno Comune COVISE 969 96,9%Soave Acque Veronesi 6.908 91,4%Tregnago Acque Veronesi COVISE 4.954 97,7%Velo Veronese Acque Veronesi 785 91,1%<strong>Verona</strong> Acque Veronesi 265.368 98,2%Veronella Acque Veronesi 4.475 64,8%Vestenanova Acque Veronesi 2.685 99,7%Zimella Acque Veronesi 4.870 66,6%* I dati percentuali relativi alla popolazione servita da acquedotto sono da considerarsi parziali e comunque stimati.**Gestore secondario = l'acqua viene fornita al Comune e questi gestisce la rete fino alle utenze.In passato alcuni episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> inquinamento hanno evidenziato la vulnerabilità della falda acquifera, inparticolare da contaminazione <strong>di</strong> nitrati e sostanze chimiche utilizzate come <strong>di</strong>serbanti o derivanti da attivitàindustriali (organo alogenati). La presenza <strong>di</strong> nitrati è in generale la principale causa <strong>di</strong> degrado dellarisorsa idrica sotterranea soprattutto nell’alta pianura dove l’acquifero è libero e più vulnerabile,CAPITOLO 338Alimentazione


vengono utilizzate notevoli quantità <strong>di</strong> concimi ed è <strong>di</strong>ffusa la pratica della <strong>di</strong>spersione dei liquami <strong>di</strong> o-rigine zootecnica sui terreni agricoli. Si veda la Figura 3.1/1 per un quadro relativo alla concentrazione <strong>di</strong>nitrati nelle acque <strong>di</strong>stribuite nel Veneto.FIGURA 3.1/1Concentrazione <strong>di</strong> nitrati nelle acque <strong>di</strong>stribuite per consumo umano nei comuni del Veneto nell’anno <strong>20</strong>10(Fonte: ARPAV)Dal <strong>20</strong>09 si è presentato ciclicamente un innalzamento del parametro nitrati in frazione Costeggiola nelcomune <strong>di</strong> Soave, in relazione verosimilmente a fenomeni meteorici <strong>di</strong> eccezionale piovosità, con risoluzionespontanea del problema. Il fenomeno in fase acuta è stato rapidamente affrontato dall’ente gestorecon installazione temporanea <strong>di</strong> un potabilizzatore ad osmosi inversa.La preoccupazione maggiore in situazioni <strong>di</strong> inquinamento della falda è relativa alla popolazione nonservita da acquedotto, che fruisce <strong>di</strong> acqua proveniente da pozzi privati, il cui governo è demandato alsingolo proprietario con minori controlli rispetto a quella erogata dall’acquedotto.Nella tabella 3.1/2 si riportano i risultati complessivi dei prelievi effettuati nel <strong><strong>20</strong>11</strong>. Le irregolarità microbiologichesi riferiscono a presenza <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori quali Enterococchi, Escherichia coli, Coliformi a 37°C,Clostri<strong>di</strong>um perfrigens, Pseudomonas aeruginosa, alghe, funghi, carica batterica elevata, che richiedonoindagini e spesso interventi <strong>di</strong> clorazione o manutenzione e pulizia straor<strong>di</strong>naria.Per quanto riguarda le irregolarità chimiche sono stati evidenziati episo<strong>di</strong> isolati, quali eccesso <strong>di</strong> clorazione,principalmente nella zona est.TABELLA 3.1/2Prelievi acqua potabile per controllo e vigilanza anno <strong><strong>20</strong>11</strong> effettuati dal SIANPRELIEVINUMEROIRREGOLARI ALLA ANALISICHIMICAIRREGOLARI ALLA ANALISI MI-CROBIOLOGICADa acquedotto 919 8 21Da pozzi privati e da stabilimenti e/olaboratori che producono alimenti137 4 3Totale 1.056 12 2439CAPITOLO 3Alimentazione


VULNERABILITÀ DEL TERRITORIONel <strong>20</strong>09 nel comune <strong>di</strong> S. Martino Buon Albergo è stato riscontrato un improvviso inquinamento dellafalda da terbutilazina, erbicida utilizzato in agricoltura. Un analogo inquinamentoè stato rilevato anche in altre zone della provincia <strong>di</strong> Ve-Inquinamento da pestici<strong>di</strong>rona. Non si è verificata alcuna situazione <strong>di</strong> rischio sanitario in quantoil gestore ha garantito i requisiti <strong>di</strong> potabilità in rete attraverso miscelazione e trattamento dell’acqua conun impianto a carboni attivi, ancora installato.Nel <strong>20</strong>08 e nel <strong>20</strong>10 è stata rilevata presenza <strong>di</strong> desetilatrazina (0,24 g/l nel <strong>20</strong>08; 0,15 g/l nel <strong>20</strong>10)oltre i limiti fissati dalla normativa delle acque destinate al consumo umano (0,1 g/l), nelle sorgenti Vasariin località Postuman <strong>di</strong> Mezzane <strong>di</strong> Sotto, che approvvigionavano la rete acquedottistica della contradaPostuman.La desetilatrazina è un metabolita <strong>di</strong> derivazione dall’atrazina, un principio attivo ad azione erbicidamolto usato in passato nelle colture cerealicole ma vietato dal 1992 con Or<strong>di</strong>nanza del Ministero della Salute.La sua presenza nelle acque è segno <strong>di</strong> una persistenza nell'ambiente e/o <strong>di</strong> una commercializzazionee utilizzo illegittimo dell’atrazina.Nella parte orientale del territorio dell’ULSS <strong>20</strong>, in particolare nel sambonifacese, da alcuni anni alcunipozzi che forniscono l’acquedotto presentano composti organoalogenati(tri- e tetracloroetilene) ai limiti dei valori accettabili riferiti allaInquinamento da organoalogenatinormativa. La questione è stata affrontata dal <strong>20</strong>05 con un impianto <strong>di</strong>trattamento dell’acqua.Problematica analoga con presenza a livelli abbastanza costanti <strong>di</strong> tetracloroetilene (30-40 µg/l) con alcunipicchi (l’ultimo nel <strong>20</strong>09) si è riscontrata già dagli anni ‘80 a Poiano. Un nuovo stu<strong>di</strong>o idrogeologicodella situazione è stato avviato nel <strong>20</strong>10 (Figura 3.1/2) con realizzazione <strong>di</strong> 4 nuovi piezometri sui qualiviene effettuato un monitoraggio perio<strong>di</strong>co.FIGURA 3.1/2Piano <strong>di</strong> monitoraggio tetracloroetilene: primi risultati – Poiano (Fonte: stu<strong>di</strong>o Nucci e Associati)CAPITOLO 340Alimentazione


Altre zone del territorio particolarmente vulnerabili vengono monitorate sulla base dei dati storici conattenzione verso determinati parametri chimici: monitoraggio <strong>di</strong> erbici<strong>di</strong> in concomitanza <strong>di</strong> controlli supozzi privati nel territorio <strong>di</strong> Castel d’Azzano e San Martino Buon Albergo; monitoraggio <strong>di</strong> cromo esavalentee organo alogenati nel territorio <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto.TRATTAMENTO DI ACQUE POTABILI PRESSO UTENZE CIVILI E/O ESERCIZI PUBBLICISi trovano In commercio molti apparecchi per il trattamento dell'acqua che si basano su <strong>di</strong>verse tecnologie:il trattamento meccanico (filtri a rete che trattengono le particelle sospese), l'addolcimento su resinea scambio ionico, l'osmosi inversa, il trattamento fisico.Il tipico impianto per l’abbattimento della durezza dell'acqua è l'addolcitore, un’apparecchiatura basatasulla tecnologia delle resine a scambio ionico; nell'acqua in uscita al postodel carbonato <strong>di</strong> calcio c'è carbonato <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o che, essendo solubile, Le “caraffe filtranti”non si deposita e non forma incrostazioni. Per gli elettrodomestici è l'ideale,ma per l'uomo significa aumentare la quantità <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o normalmente ingerita con la <strong>di</strong>eta.L’osmosi inversa è una tecnologia che prevede l'impiego <strong>di</strong> membrane semipermeabili che trattengonomolecole superiori a una certa <strong>di</strong>mensione. Il risultato è un'acqua pressoché <strong>di</strong>stillata.L’utilizzo degli impianti <strong>di</strong> trattamento domestico comporta però una serie <strong>di</strong> problemi sanitari chevanno tenuti in considerazione:contaminazione batteriologica dovuta alla crescita <strong>di</strong> colonie batteriche sulle resine o sulle membranenel caso dell'osmosi inversa a causa del ristagno <strong>di</strong> acqua durante i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> non utilizzo(comprese le ore della notte);rilascio <strong>di</strong> contaminanti assorbiti sulla superficie <strong>di</strong> resine o filtri a carbone attivo;arricchimento <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o, che può avere come effetto cronico l'aumento della pressione sanguigna eil conseguente incremento delle patologie car<strong>di</strong>ovascolari; più in generale si può avereun’eccessiva demineralizzazione dell'acqua con uno sca<strong>di</strong>mento delle caratteristiche nutrizionalidella stessa;smaltimento dei residui (filtri e membrane esauste, soluzioni concentrate provenienti da osmosiinversa).Il Ministero della Salute ha emanato un nuovo regolamento in materia <strong>di</strong> apparecchiature finalizzate altrattamento dell'acqua destinata al consumo umano quali le caraffe filtranti o altri sistemi <strong>di</strong> filtraggio(Decreto Ministeriale 7 febbraio <strong>20</strong>12 n. 25).Il testo prevede <strong>di</strong>sposizioni sul corretto utilizzo e la pubblicità delle apparecchiature e l’obbligo <strong>di</strong> riportarela seguente avvertenza "Attenzione: questa apparecchiatura necessita <strong>di</strong> una regolare manutenzioneperio<strong>di</strong>ca al fine <strong>di</strong> garantire i requisiti <strong>di</strong> potabilità dell'acqua potabile trattata e il mantenimentodei miglioramenti come <strong>di</strong>chiarati dal produttore".http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/sian_acque.html3.2 SICUREZZA ALIMENTARE“La sicurezza alimentare esiste quando tutte le persone in ogni momento, hanno accesso fisico ed economicoa una quantità <strong>di</strong> cibo sufficiente, sicuro e nutriente per sod<strong>di</strong>sfare le loro esigenze <strong>di</strong>etetiche epreferenze alimentari per una vita attiva e sana" (FAO, 1996).Per mantenere la qualità e la sicurezza degli alimenti in tutta la catena alimentare sono necessarie procedureoperative che garantiscano la salubrità dei cibi e sistemi <strong>di</strong> monitoraggio per verificare che le operazionivengano effettuate correttamente.41CAPITOLO 3Alimentazione


3.2.1 TOSSINFEZIONI ALIMENTARILo scenario epidemiologico delle tossinfezioni alimentari ha subito profon<strong>di</strong> cambiamenti, dovuti siaall’emergere <strong>di</strong> nuovi agenti patogeni (quali Escherichia coli produttori <strong>di</strong> verotossina e nuovi sierotipi <strong>di</strong>Salmonella) sia alla descrizione <strong>di</strong> nuovi veicoli <strong>di</strong> trasmissione.In Italia i dati <strong>di</strong> sorveglianza sulle malattie trasmesse dagli alimenti sono raccolti nella banca dati del SistemaNazionale <strong>di</strong> Sorveglianza delle Malattie Infettive e nel sistema <strong>di</strong> sorveglianza “ENTERNET” che facapo alla rete europea <strong>di</strong> sorveglianza per gli enterobatteri patogeni. I dati <strong>di</strong> notifica delle malattie a trasmissionealimentare (<strong>Relazione</strong> sullo stato sanitario del Paese <strong>20</strong>09-<strong>20</strong>10), esaminati per oltre un decennio,dal 1998 al <strong>20</strong>09 (Grafico 3.2/1), mettono in evidenza come l’incidenza, ovvero il numero <strong>di</strong> casi segnalatiogni 100.000 abitanti delle varie malattie osservate, quali brucellosi, epatite A, febbre tifoide esalmonellosi non tifoidee, abbia subito sostanziali <strong>di</strong>minuzioni nel tempo.GRAFICO 3.2/1Incidenza <strong>di</strong> malattie trasmesse da alimenti 1998-<strong>20</strong>09 (Fonte: <strong>Relazione</strong> sullo stato sanitario del Paese <strong>20</strong>09-<strong>20</strong>10)Nel <strong>20</strong>10 sono state riportate 5.262 epidemie <strong>di</strong> origine alimentare nell’Unione Europea (Grafico 3.2/2),la maggior parte delle quali sono state causate da Salmonella (30,5%), anche se il numero <strong>di</strong> epidemie dovutead essa è in <strong>di</strong>minuzione; a seguire virus (15,0%) e Campylobacter (9,8%).Gli alimenti che più spesso provocano outbreaks risultano essere uova e derivati, verdure miste e altripiatti pronti serviti a buffet, succhi <strong>di</strong> frutta e derivati.GRAFICO 3.2/2Cause <strong>di</strong> epidemie <strong>di</strong> origine alimentare nell’Unione Europea nel <strong>20</strong>10 (Fonte: <strong>Relazione</strong> annuale dell’EFSA sullezoonosi e sulle epidemie <strong>di</strong> origine alimentare per il <strong>20</strong>10)E.coli patogenoParassiti2525Tossine battericheCampylobacter470470Virus780SalmonellaCausa sconosciuta16001590CAPITOLO 342Alimentazione


È comunque nell’ambiente domestico che si produce circa la metà degli eventi epidemici <strong>di</strong> tossinfezionialimentari. La maggior parte delle malattie trasmesse da alimenti deriva da <strong>di</strong>sattenzioni e negligenzedegli stessi consumatori nella manipolazione e nella conservazione domestica. Quest’ultima richiedemisure igieniche <strong>di</strong> base quali buone prassi <strong>di</strong> manipolazione dei cibi (lavaggio degli ortaggi, adeguata cottura,evitare contaminazioni crociate fra alimenti cru<strong>di</strong> quali carni, ortaggi e alimenti pronti, adeguatatemperatura <strong>di</strong> conservazione) e degli utensili e attenta pulizia delle mani.FOCOLAIO DI ESCHERICHIA COLI STECTra l’inizio <strong>di</strong> maggio e la fine <strong>di</strong> luglio <strong><strong>20</strong>11</strong> si è verificata in Germania un’epidemia da Escherichia coliproduttore <strong>di</strong> tossine Shiga (STEC) e, a giugno <strong><strong>20</strong>11</strong>, anche in Francia nella regione <strong>di</strong> Bordeaux. Tali focolaisi sono manifestati con numerosi casi <strong>di</strong> <strong>di</strong>arrea emorragica e <strong>di</strong> sindrome emolitico-uremica (SEU).La SEU è la più importante complicanza delle infezioni intestinali da E. coli produttore <strong>di</strong> verocitotossina(VTEC) e colpisce in genere i bambini <strong>di</strong> età inferiore a 5 anni.La valutazione rapida del rischio preparata dall’Autorità per la Sicurezza Alimentare (EFSA) edall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), ha e-videnziato legami tra i focolai <strong>di</strong> Francia e Germania, associandoli al Fieno greco ed intossicazioniconsumo <strong>di</strong> germogli. In entrambi i focolai è stata confermata la presenzadell’O104:H4, un ceppo raro <strong>di</strong> E. coli. Sulla base <strong>di</strong> questa valutazione,i semi <strong>di</strong> fieno greco sono stati in<strong>di</strong>viduati quale probabile collegamento tra i casi registrati inFrancia e il precedente focolaio infettivo in Germania.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/focolaio_epidemico_ecoli.htmlINTOSSICAZIONE DA FUNGHIOgni anno si registrano in Italia almeno una decina <strong>di</strong> decessi per intossicazione da funghi.Inoltre vi sono innumerevoli specie tossiche che, se da un lato non mettono a repentaglio la vita del paziente,sono comunque responsabili <strong>di</strong> intossicazioni i cui sintomi possono coinvolgere il tratto gastrointestinalefino a complicazioni a carico del sistema nervoso centrale. L’unico modo per stabilire la commestibilità<strong>di</strong> un fungo è quello <strong>di</strong> determinarne la specie. I meto<strong>di</strong> empirici non hanno alcun fondamentoscientifico: è opportuno chiarire in forma definitiva che pratiche quali prove con aglio, monete d’argento,prezzemolo, ecc, non hanno alcuna vali<strong>di</strong>tà.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/ispettorato_micologico.html3.3 CONTROLLI UFFICIALI SU ALIMENTI DESTINATI AL CONSUMO UMANOIl controllo ufficiale ha la finalità <strong>di</strong> verificare e garantire la conformità <strong>di</strong> alimenti e bevande alle <strong>di</strong>sposizioni<strong>di</strong>rette a prevenire i rischi per la salute pubblica, a proteggere gli interessi dei consumatori e ad assicurarela lealtà delle transazioni.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/igiene1_controllo.html3.3.1 VIGILANZA E CONTROLLO SU PRODOTTI ALIMENTARIA livello regionale sono stati analizzati 4.922 campioni <strong>di</strong> prodotti alimentari; <strong>di</strong> questi, circa la metà(2.459) è stata sottoposta ad analisi chimiche. Le categorie <strong>di</strong> alimenti maggiormente monitorate sonostate “cereali e prodotti della panetteria” (26%) e “frutta e verdura” (19%), mentre “grassi e olii” si attestanoal 10% e “vino” all’8%.43CAPITOLO 3Alimentazione


Per quanto concerne invece la sorveglianza microbiologica, i campioni analizzati sono stati 2.463 su4.922; la categoria “piatti preparati” costituisce più <strong>di</strong> un quarto dei campioni analizzati, i “prodotti dellapasticceria e biscotti” e la “frutta e verdura” si attestano rispettivamente intorno al 15% e al 10% mentretutte le altre categorie sono <strong>di</strong>stribuite intorno al 5%.Il SIAN dell’ULSS <strong>20</strong> nel <strong><strong>20</strong>11</strong> ha raccolto e analizzato il 12,3% (607) dei campioni analizzati a livello regionale.Per l’ambito locale si riportano i dati relativi ad alcune attività svolte nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> nell’ambito delcontrollo ufficiale (Tabelle 3.3.1/1 e 3.3.1/2).TABELLA 3.3.1/1Attività ispettiva del SIAN ULSS <strong>20</strong> – Anno <strong><strong>20</strong>11</strong>ATTIVITÀTOTALEIspezioni 1.008Provve<strong>di</strong>menti amministrativi(sanzioni, sequestri, <strong>di</strong>ssequestri, or<strong>di</strong>nanze per rimozione inconvenienti igienici o per cessata attività)47Le non conformità riscontrate all’analisi microbiologica hanno riguardato: presenza <strong>di</strong> parassiti in funghiimportati da paesi terzi, elevata carica batterica e B. cereus in prodotti pronti al consumo, elevata caricabatterica in paste fresche, elevata carica batterica e S. aureus e B. cereus in prodotti artigianali <strong>di</strong> pasticceria,parassiti, muffe ed E. coli in frutta secca. Le non conformità sono state oggetto <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>mentiamministrativi o penali come previsto dalla normativa e/o <strong>di</strong> indagini finalizzate a rimuoverne le cause.TABELLA 3.3.1/2Campionamenti <strong>di</strong> alimenti del SIAN ULSS <strong>20</strong> – Anno <strong><strong>20</strong>11</strong>Campionamenti <strong>di</strong> alimenti vari,prodotti <strong>di</strong> gastronomia, <strong>di</strong>etetici,ecc.IRREGOLARIANALISI FISICAIRREGOLARI ANA-LISI CHIMICAIRREGOLARIALL’ETICHETTATURAIRREGOLARI ANA-LISI MICROBIOLO-GICACAMPIONIREGOLARITOTALECAMPIONI1 1 1 33* 584 607* nel numero sono compresi anche campioni regolari dal punto <strong>di</strong> vista normativo ma insod<strong>di</strong>sfacenti sotto il profilo del controllo della filiera.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/igiene1.htmlRADIOATTIVITÀ NELLE MATRICI ALIMENTARIAlcune matrici alimentari sono state analizzate per quanto riguarda la presenza dei ra<strong>di</strong>oisotopi 137 Cs(<strong>di</strong> origine artificiale e caratterizzato da un tempo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzamento <strong>di</strong> circa 30 anni), il 40 K e per i vegetali il7 Be (ra<strong>di</strong>oisotopi <strong>di</strong> origine naturale, riportati a titolo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catore e non <strong>di</strong> contaminante) e, per matrici <strong>di</strong>particolare interesse durante l’allerta per l’incidente alla centrale nucleare <strong>di</strong> Fukushima, lo 131 I (<strong>di</strong> origineartificiale e con un tempo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzamento <strong>di</strong> circa 8 giorni).I rilevamenti (Tabella 3.3.1/3) sono eseguiti ai sensi <strong>di</strong> un programma annuale. La rete <strong>di</strong> sorveglianzadella regione Veneto è costituita dai laboratori <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oattività dei Dipartimenti Provinciali dell’ARPAV ed ècoor<strong>di</strong>nata dal Centro Regionale per la Ra<strong>di</strong>oattività (CRR) <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>.CAPITOLO 344Alimentazione


TABELLA 3.3.1/3Ra<strong>di</strong>oattività matrici alimentari provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> – Anno <strong><strong>20</strong>11</strong> (valori espressi in Bq/Kg)7 Be137 Cs131 I40 KVEGETALI IN FOGLIA (CAVOLO)


Più <strong>di</strong> ¼ degli utenti <strong>di</strong>Internet acquista beni eservizi on lineSecondo l’indagine ISTAT “Citta<strong>di</strong>ni e nuove tecnologie” nel <strong><strong>20</strong>11</strong> sono aumentati al 54,5% gli italianiche hanno una connessione a Internet. Più <strong>di</strong> un quarto degli utenti <strong>di</strong> Internet acquista beni e servizi online.In aumento, anche se ancora contenute, risultano le quote <strong>di</strong> u-tenti che hanno or<strong>di</strong>nato e/o acquistato prodotti alimentari (6,4%).Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento del numero <strong>di</strong> segnalazionicomunitarie su prodotti, in particolare integratori alimentari,commercializzati via Internet.Interventi <strong>di</strong> vigilanza con adozione <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti cautelativi a tutela dei citta<strong>di</strong>ni sono stati realizzatisul nostro territorio per produzione e commercio abusivo on line <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>tivi e integratori alimentari nonnotificati al Ministero della Salute.ALLERTA COMUNITARIAPer notificare in tempo reale i rischi <strong>di</strong>retti o in<strong>di</strong>retti per la salute pubblica connessi al consumo <strong>di</strong> alimentio mangimi è stato istituito il sistema rapido <strong>di</strong> allerta comunitario, sotto forma <strong>di</strong> rete, a cui partecipanola Commissione Europea, l’EFSA (Autorità per la sicurezza alimentare) e gli Stati membri dell'Unione.Le notifiche vengono comunicate e con<strong>di</strong>vise tra gli Stati membri via rete, in tempo reale.L’attività del sistema <strong>di</strong> allerta prevede il ritiro <strong>di</strong> prodotti pericolosi per la salute umana o animale. A livelloComunitario nell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> sono state trasmesse, attraverso il Sistema <strong>di</strong> allerta rapido comunitario(RASFF), 3.721 notifiche. Anche per quest’anno si conferma un aumento delle segnalazioni (nel <strong>20</strong>10 sonostate trattate 3.291 notifiche).In particolare, 3.045 notifiche hanno riguardato l’alimentazione umana, 359 l’alimentazione animale e311 la migrazione <strong>di</strong> materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti.Tra le notifiche ricevute, 617 sono state allerte che riguardavano prodotti <strong>di</strong>stribuiti sul mercato, 1.383sono state informative, mentre 1.817 si riferivano ai respingimenti ai confini.FITOSANITARI – AMBIENTE - SALUTEI prodotti fitosanitari vengono utilizzati in agricoltura per proteggere le produzioni agricole, e il loro usoè regolamentato al fine <strong>di</strong> preservare la salute, l’ambiente e il benessere della popolazione.Il Progetto Regionale FAS "Fitosanitari - Ambiente - Salute" è uno strumento <strong>di</strong> raccordo tra le variestrutture regionali (preposte alla tutela ambientale, della salute e alle attività agricole) e le altre istituzioniterritoriali quali le Aziende Sanitarie, l’ARPAV, gli Ispettorati agrari, le Associazioni <strong>di</strong> categoria. Il ven<strong>di</strong>tore<strong>di</strong> prodotti fitosanitari è tenuto a presentare ogni anno le <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta dei prodotti fitosanitariall’ULSS, per il successivo inoltro alla Regione che, in collaborazione con l’ARPAV, le invia in forma aggregataal Ministero della Salute.TABELLA 3.3.1/4Controlli del SIAN sull’impiego <strong>di</strong> prodotti fitosanitari – Anno <strong><strong>20</strong>11</strong>MANCATA AUTORIZZAZIONEALL’ACQUISTO DI PRODOTTI FI-TOSANITARITOTALE PRESCRIZIONITOTALEISPEZIONI AZIENDE AGRICOLEControllo sull’impiego <strong>di</strong> prodotti fitosanitaria livello <strong>di</strong> utilizzatori2 2 51CAPITOLO 346Alimentazione


I controlli (Tabella 3.3.1/4) hanno evidenziato due infrazioni dovute alla mancanza <strong>di</strong> autorizzazioneall’acquisto prodotti fitosanitari. Sono proseguiti i controlli presso le Riven<strong>di</strong>te Prodotti Fitosanitari conispezioni e verifiche anche <strong>di</strong> conformità <strong>di</strong> etichette, imballaggi e schede <strong>di</strong> sicurezza, con l’ispezione <strong>di</strong>16 riven<strong>di</strong>te e la rilevazione <strong>di</strong> nessuna infrazione. L’attività <strong>di</strong> controllo ha previsto la verifica <strong>di</strong> conformità<strong>di</strong> etichette (16 controlli), imballaggi (16 controlli) e schede <strong>di</strong> sicurezza (16 controlli): non sono stateriscontrate irregolarità. È stato inoltre eseguito un controllo sulla composizione dei prodotti fitosanitarimessi in ven<strong>di</strong>ta che non ha rilevato <strong>di</strong>fformità.L’attività è stata particolarmente mirata al controllo della ven<strong>di</strong>ta e utilizzo dei fitosanitari in relazione aepiso<strong>di</strong> sentinella <strong>di</strong> contaminazione della falda da erbici<strong>di</strong>, emersi negli ultimi anni.FITOSANITARI E SICUREZZA ALIMENTAREIl controllo ufficiale sui residui <strong>di</strong> prodotti fitosanitari negli alimenti rappresenta una delle priorità sanitarienell’ambito della sicurezza alimentare. Il livello <strong>di</strong> irregolarità riscontrato a livello nazionale appareben al <strong>di</strong> sotto della me<strong>di</strong>a delle irregolarità rilevate negli altri Paesi dell’Unione Europea.A livello nazionale, dai dati <strong>di</strong>sponibili (fonte: “<strong>Relazione</strong> annuale al Piano Nazionale Integrato – Anno<strong><strong>20</strong>11</strong>”) ancora in fase <strong>di</strong> elaborazione, si evince che per l’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> il numero <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> ortofrutticolianalizzati è pari a 6.694 <strong>di</strong> cui solo lo 0,3 % è risultato non regolamentare (Tabella 3.3.1/5).Sono stati inoltre analizzati complessivamente 2.433 campioni <strong>di</strong> cereali, olio, vino, baby food e altriprodotti con una percentuale <strong>di</strong> irregolarità molto bassa pari allo 0,2%. Le irregolarità sono state riscontratesolo nella classe dei cereali. Inoltre sono stati analizzati 1.090 <strong>di</strong> campioni non compresi tra quellisopra citati quali (succhi <strong>di</strong> frutta, conserve <strong>di</strong> frutta e <strong>di</strong> verdura, pane, pasta ed altri). In totale, risultache sono stati analizzati 9.127 campioni <strong>di</strong> frutta, ortaggi, cereali, olio, vino, baby food e altri prodotti.TABELLA 3.3.1/5Italia. Controlli ufficiali sui residui <strong>di</strong> prodotti fitosanitari in alimenti <strong>di</strong> origine vegetale – Anno <strong><strong>20</strong>11</strong> (Fonte: <strong>Relazione</strong>annuale al Piano Nazionale Integrato – Anno <strong><strong>20</strong>11</strong>)PRODOTTI ALIMEN-TARITOTALE CAM-PIONICAMPIONICON RESIDUIASSENTICAMPIONI CONRESIDUI ASSEN-TI (%)CAMPIONI CONRESIDUI INFE-RIORI AL LIMITEDI LEGGE(LMR)CAMPIONI CONRESIDUI INFE-RIORI AL LIMITEDI LEGGE (%)CAMPIONI CONRESIDUI SUPE-RIORI AL LIMITEDI LEGGE(LMR)CAMPIONI CONRESIDUI SUPE-RIORI AL LIMITEDI LEGGE (%)Frutta 3.710 1.970 53,1 1.730 46,6 10 0,3Ortaggi 2.984 2.357 79,0 617 <strong>20</strong>,7 10 0,3Cereali 594 463 78,0 126 21,2 5 0,8Olio 214 167 78,0 47 22,0 0 0,0Vino 423 281 66,4 142 33,6 0 0,0Baby food 112 110 98,2 2 1,8 0 0,0Altri prodotti* 1.090 955 87,6 135 12,4 0 0,0Totale 9.127 6.303 69,1 2.799 30,6 25 0,3* succhi <strong>di</strong> frutta, farine, conserve <strong>di</strong> frutta, conserve <strong>di</strong> verdura, pane, pasta, biscotti, spezie, tè, erbe infusionali, legumi da granella e altriA livello locale nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> sono stati effettuati dal SIAN 70 campioni <strong>di</strong> alimenti.Un solo campione <strong>di</strong> verdura è risultato non conforme per la presenza superiore ai limiti <strong>di</strong> legge <strong>di</strong> unfitosanitario revocato dal commercio (tabella 3.3.1/6).47CAPITOLO 3Alimentazione


TABELLA 3.3.1/6Fitosanitari: matrici alimentari campionate dal SIAN ULSS <strong>20</strong> <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> - Anno <strong><strong>20</strong>11</strong>MATRICETOTALECAMPIONICAMPIONI CON RESIDUI SUPE-RIORI AL LIMITE DI LEGGEVino 10 -Riso 2 -Frutta secca o essiccata 1 -Frutta 26 -Bacche 1 -Olio 1 -Ortaggi 18 1Farine <strong>di</strong> frumento, patate, semolino/fiocchi <strong>di</strong> patate 6 -Altri prodotti * 5 -Totale 70 1* prodotti <strong>di</strong>etetici, conserve <strong>di</strong> frutta, spezie, pasta e altrihttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/igiene1_fitosanitari.htmlFUNGHILa legge del 23 agosto 1993 n. 352, integrata dal DPR. 14 luglio 1996 n. 376 ha reso obbligatorial’istituzione all’interno delle ULSS degli Ispettorati Micologici, con funzione <strong>di</strong> vigilanza, controllo e certificazione<strong>di</strong> commestibilità per quanto riguarda i funghi epigei freschispontanei. Anche nel nostro Ispettorato operano ispettori in possesso Ispettorato micologicodell’attestato <strong>di</strong> micologo e iscritti nei registri regionali e nazionali.È attivo, sempre nel periodo in<strong>di</strong>cato, anche un servizio gratuito <strong>di</strong> consulenza micologica per i privatiraccoglitori che chiedono perizie micologiche per verificare che i funghi raccolti non siano commestibili oad<strong>di</strong>rittura tossici e velenosi (Tabella 3.3.1/7). Quest’ultima attività è svolta nei locali messi a <strong>di</strong>sposizioneda <strong>Verona</strong> Mercato, nel periodo giugno-novembre e su richiesta.TABELLA 3.3.1/7Attività <strong>di</strong> consulenza micologicaTIPOLOGIA ATTIVITÀ <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>kg funghi ispezionati 55.594 121.386 95.353 90.948 67.943 54.760 66.102 56.292perizie autoconsumo per privati 518 678 488 215 190 154 210 60Il SIAN viene attivato anche su richiesta degli Ospedali per consulenza micologica in casi <strong>di</strong> sospetta intossicazionealimentare da ingestione <strong>di</strong> funghi.CAPITOLO 348Alimentazione


3.3.2 VIGILANZA E CONTROLLO SU PRODOTTI ALIMENTARI DI ORIGINE ANIMALETutte le carni sono state sottoposte ad ispezione sanitaria prima durante e dopo la macellazione. È continuatal’attività <strong>di</strong> controllo degli esercizi <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta e produzione. L’attività <strong>di</strong> controllo è stata eseguitadurante tutto l’anno dal Servizio Veterinario con attività <strong>di</strong> verifica degli autocontrolli e prelevando alimentiin conformità con il piano <strong>di</strong> Sicurezza Alimentare elaborato dalla Regione Veneto.PIANO NAZIONALE RESIDUI PESTICIDIHa come finalità quella <strong>di</strong> evidenziare i rischi <strong>di</strong> residui pericolosi per il consumatore negli animali e neiprodotti <strong>di</strong> origine animale a livello della filiera produttiva (allevamento, macello, stabilimento <strong>di</strong> lavorazione,conservazione) fino al consumo <strong>di</strong>retto.Tale Piano, elaborato dal Ministero della Salute in ottemperanza a quanto previsto dall’Unione Europeanel “Libro Bianco”, viene applicato dalla Regione secondo la realtà produttiva e zootecnica <strong>di</strong> ogni ULSS.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> sono stati eseguiti dal Servizio Veterinario 25 esami, senza riscontrare positività.LATTEL’attività <strong>di</strong> vigilanza del latte viene svolta me<strong>di</strong>ante il controllo <strong>di</strong> alcuni parametri: valori del latte“conforme” per carica batterica (< 100.000 per ml) e cellule somatiche (< 400.000 per ml): solo il latte cherispetta tali parametri può essere destinato al consumo <strong>di</strong>retto (latte alimentare). Tale attività <strong>di</strong> controlloper ogni produttore (stalla), viene eseguita <strong>di</strong> routine da ogni azienda <strong>di</strong> trasformazione nel proprio piano<strong>di</strong> autocontrollo, avvalendosi <strong>di</strong> laboratori autorizzati.I dati vengono comunicati da questi laboratori all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Veneziecon cadenza quin<strong>di</strong>cinale e riguardano tutti i produttori del Veneto.Il Sevizio Veterinario si è attivato con percorsi <strong>di</strong> formazione e informazione presso gli allevatori, cercando<strong>di</strong> far migliorare le produzioni e portarle entro i parametri previsti dal Pacchetto Igiene.Nel territorio dell’ULSS <strong>20</strong> sono presenti 17 caseifici sui quali sono stati eseguiti 34 interventi con il riscontro<strong>di</strong> due non conformità.Anche nel <strong><strong>20</strong>11</strong> è proseguita l’attività <strong>di</strong> controllo sulle aflatossine, con 44 campioni svolti dal ServizioVeterinario a cui vanno aggiunti i campioni obbligatoriamente eseguiti nel piano <strong>di</strong> autocontrollo delle a-ziende; tutti hanno dato esito negativo.A seguito della D.G.R. n. 2950 del <strong>20</strong>05 si va consolidando la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta da parte dei produttori <strong>di</strong>latte fresco me<strong>di</strong>ante appositi <strong>di</strong>stributori (BANCOLAT) <strong>di</strong>slocati sul territorio che vengono sottoposti adattività <strong>di</strong> vigilanza (22 <strong>di</strong>stributori presenti, sono state registrate 3 non conformità).Notevole è l’attenzione verso questo prodotto e quin<strong>di</strong> anche il legislatore ha provveduto ad in<strong>di</strong>rizzarein maniera più incisiva la ricerca dei patogeni maggiormente rilevanti (O.M. 10 <strong>di</strong>cembre <strong>20</strong>08, obbligo <strong>di</strong>bollitura prima del consumo).UOVA E OVOPRODOTTISul territorio son presenti due industrie per la produzione <strong>di</strong> ovoprodotti sottoposte al controllo costantedel veterinario ufficiale designato. Sono stati lavorati 4<strong>20</strong> milioni <strong>di</strong> uova ed eseguiti 15 campionamentisenza registrare non conformità.49CAPITOLO 3Alimentazione


TRACCIABILITÀDurante la normale attività <strong>di</strong> vigilanza sugli esercizi <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta al dettaglio è stata verificata la tracciabilitàdei prodotti <strong>di</strong> origine animale. Gli operatori sanitari hanno controllato se ogni prodotto riportava correttamentele informazioni al consumatore previste dall’attuale normativa.In particolare le carni bovine ed avicole devono riportare il paese <strong>di</strong> nascita dell’animale, quello dovel’animale è stato allevato e/o ingrassato, dove è stato macellato e sezionato ed infine un numero chepermetta <strong>di</strong> risalire all’animale singolo o al gruppo <strong>di</strong> animali o all’allevamento <strong>di</strong> provenienza. Anche iprodotti ittici devono riportare in<strong>di</strong>cazioni simili: sistema <strong>di</strong> pesca in mare o in acque interne (fiumi, laghi,ecc.), sistema <strong>di</strong> allevamento, zona <strong>di</strong> mare <strong>di</strong> provenienza, paese <strong>di</strong> allevamento o <strong>di</strong> pesca in acque interne,denominazione scientifica che segua il prodotto fino al dettagliante. Si è potuto constatare che gliesercenti si sono prontamente adeguati agli obblighi della normativa, fornendo al consumatore le in<strong>di</strong>cazionipreviste.CAPITOLO 350Alimentazione


CAPITOLO 4Le Malattie InfettiveParole chiave: Vaccinazioni, morbillo, influenza, aviaria, tubercolosi, meningite, legionellosi, vaccinazioniviaggiatori, pandemia4.1 VACCINAZIONIDopo la sospensione dell’obbligo vaccinale, attiva dal 1° gennaio <strong>20</strong>08, una delle principali preoccupazioniriguarda la verifica perio<strong>di</strong>ca delle coperture delle <strong>di</strong>verse vaccinazioni che sono offerte attivamentee gratuitamente dai Servizi vaccinali delle ULSS.(http://www.consiglioveneto.it/crvportal/leggi/<strong>20</strong>07/07lr0007.html). Per le vaccinazioni ex-obbligatorie sicontrolla la copertura per la prima dose ai tre mesi <strong>di</strong> età, per la seconda dose ai nove mesi, per la terzadose ai 15 mesi, età per la quale viene verificata anche la copertura per i vaccini del morbillo e del meningococcoC. Le verifiche sono effettuate secondo una scheda riassuntiva delle attività previste dal piano <strong>di</strong>monitoraggio concordato con il Ministero della Salute (Allegato C, D.G.R. n. 2603 del 7/08/<strong>20</strong>07).Lo scorso anno l’analisi delle coperture semestrali dei nuovi nati, rilevate dai nati nel 1° semestre del<strong>20</strong>08 fino al 2° semestre del <strong>20</strong>10, aveva evidenziato una lieve ma progressiva riduzione da un semestreall’altro. È stato un segnale che ha suggerito <strong>di</strong> riprendere la formazione per il personale dei servizi vaccinalied ha comportato una maggiore attenzione alla verifica e ricerca dei ritardatari.GRAFICO 4.1/1Regione Veneto. Andamento della vaccinazione contro il tetano, prima dose, per coorte <strong>di</strong> nascita dopo la sospensionedell’obbligo [dai rapporti semestrali regionali]95,695,495,295,19594,694,494,61° sem <strong>20</strong>08 2° sem <strong>20</strong>08 1° sem <strong>20</strong>09 2° sem <strong>20</strong>09 1° sem <strong>20</strong>10 2° sem <strong>20</strong>10 1° sem <strong><strong>20</strong>11</strong> 2° sem <strong><strong>20</strong>11</strong>Ad un anno <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, il confronto dello stesso in<strong>di</strong>catore evidenzia una lieve ed incoraggiante risalitadella copertura.Anche l’analisi dei <strong>di</strong>ssensi alle vaccinazioni sembra confermare una sostanziale tenuta dell’adesionecomplessiva alle vaccinazioni (graf. 4.1/2).51


GRAFICO 4.1/2Regione Veneto. Andamento dei “<strong>di</strong>ssensi definitivi” e dei “<strong>di</strong>ssensi temporanei” alla vaccinazione antipoliomielite,prima dose, dopo la sospensione dell’obbligo.468452471592397536464 482536243225263189281190333261 269195 <strong>20</strong>3 <strong>20</strong>3 2132762601° sem <strong>20</strong>08 2° sem <strong>20</strong>08 1° sem <strong>20</strong>09 2° sem <strong>20</strong>09 1° sem <strong>20</strong>10 2° sem <strong>20</strong>10 1° sem <strong><strong>20</strong>11</strong> 2° sem <strong><strong>20</strong>11</strong>coorte <strong>di</strong> nascita D. Definitivi D. Temporanei Totale DRestano buone le coperture complessive. Nella nostra ULSS, lo scorso anno era stato evidenziato un calodella copertura vaccinale del vaccino contro il tetano rispetto agli anni precedenti (in particolare al<strong>20</strong>09) <strong>di</strong>fferenziata tra le <strong>di</strong>verse dosi (1 a , 2 a , 3 a ): per tutte e tre le dosi il calo era stato significativo, mantenendosituttavia ad un livello superiore all’obiettivo regionale del 95% per la 1 a e la 2 a dose (rispettivamente96,2% e 95,4%). La flessione si rivelava più significativa per la terza dose, il cui livello scendeva intornoal 90%.Il sistema vaccinale tieneancora, ma comincia ascricchiolareConfrontando i dati relativi ai nati del 1° semestre <strong>20</strong>10 con quellidel 2° semestre <strong><strong>20</strong>11</strong> si evidenzia una modesta flessione <strong>di</strong> 0,13 puntipercentuali sulla copertura per la 1 a dose delle vaccinazioni exobbligatorie(tetano), mentre per la terza dose delle stesse vaccinazioniil calo risulta più evidente ed è del 2,45%.TABELLA 4.1/1Tabella riepilogativa delle coperture vaccinali.VACCINOCOPERTURA RE-GIONALE MEDIAVACCINOCOPERTURAULSS <strong>20</strong>Esavalente (1a dose) nati 1° semestre <strong>20</strong>10 94,4 Esavalente (1a dose) nati 1° semestre <strong><strong>20</strong>11</strong> 95,3Pneumococco nati 1° semestre <strong>20</strong>10 93,2 Pneumococco nati 1° semestre <strong><strong>20</strong>11</strong> 94,2Meningococco C nati 1° semestre <strong>20</strong>09 91,1 Meningococco C nati 1° semestre <strong>20</strong>10 90.6MPR nati 1° semestre <strong>20</strong>09 82,9 MPR nati 1° semestre <strong>20</strong>10 79,9Varicella nati 1° semestre <strong>20</strong>09 79,4 Varicella nati 1° semestre <strong>20</strong>10 77,9HPV nate 1996 80,4 HPV nate 1997 72,5Il calo è ancora più marcato se si valuta la copertura per il morbillo a 18 mesi <strong>di</strong> età: dall’83 % rilevato al30 settembre <strong>20</strong>10, si passa al 74,48 % rilevato alla fine <strong>di</strong> marzo <strong>20</strong>12.A questo, però, va contrapposto il dato che la copertura contro il morbillo, controllata all’età <strong>di</strong> 24-30mesi, è risalita saldamente sopra il 92 % che è il livello che ci consente <strong>di</strong> interrompere la circolazione delvirus morbilloso.CAPITOLO 452Le Malattie Infettive


Questo insieme <strong>di</strong> dati fa ipotizzare che la capacità operativa dei Distretti sia ormai utilizzata “all’osso”e che non sia incrementabile ulteriormente senza l’inserimento <strong>di</strong> forze fresche. Le unità presenti non sono,peraltro, probabilmente stimolate ad impegnarsi ulteriormente data l’impraticabilità <strong>di</strong> un’efficace politica“incentivante”.È ipotizzabile che in futuro, senza interventi <strong>di</strong> rinforzo sul personale addetto alle vaccinazioni, sarannosempre più pesanti i ritar<strong>di</strong> nel raggiungimento degli obiettivi <strong>di</strong> coperture vaccinali adeguate.Di notevole utilità è risultato il nuovo software regionale <strong>di</strong> gestione delle vaccinazioni: si tratta <strong>di</strong> unprogramma gestito con la collaborazione del Servizio Informatico della Regione, che viene progressivamentemigliorato e adattato alle esigenze dei Servizi vaccinali e che richiede, <strong>di</strong> conseguenza, ancheun’adeguata formazione degli operatori. A due anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dall’inizio del suo utilizzo sono state programmateulteriori giornate <strong>di</strong> perfezionamento fino alla sufficiente padronanza del mezzo, che sarà verificatadai tecnici regionali.Allo scopo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare elementi <strong>di</strong> criticità che possano aver favorito le flessioni delle coperture vaccinali,a partire dagli ultimi mesi del <strong><strong>20</strong>11</strong> sono stati programmati perio<strong>di</strong>ci incontri con tutto il personaleaddetto alle vaccinazioni, <strong>di</strong>stretto per <strong>di</strong>stretto.Completata la fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione e <strong>di</strong> confronto tra gli operatori dei <strong>di</strong>versi centri vaccinali, anche persuperare eventuali <strong>di</strong>fformità operative, analoghi incontri saranno effettuati invitando a partecipare i pe<strong>di</strong>atri<strong>di</strong> libera scelta dei singoli <strong>di</strong>stretti.Nel corso dell’anno è proseguita la campagna <strong>di</strong> vaccinazione nei confronti della popolazione ROM, conla collaborazione <strong>di</strong> un’associazione <strong>di</strong> volontariato (Me<strong>di</strong>ci per la Pace) che aveva mantenuto i contatticon gli ospiti del campo noma<strong>di</strong> <strong>di</strong> Boscomantico dopo che si erano trasferitiin parte in alcune zone della periferia della città, in parte in altricomuni periferici.Vaccinati i Rom:piccoli e gran<strong>di</strong>Nel corso dell’anno la collaborazione con la stessa associazione èstata estesa per la vaccinazione degli ospiti <strong>di</strong> un campo noma<strong>di</strong> alla periferia sud della città, con unabuona adesione da parte <strong>di</strong> tutte le fasce <strong>di</strong> età. In questo secondo caso si tratta <strong>di</strong> persone in gran partegià registrate nell’anagrafe sanitaria. Per questa popolazione si è voluto promuovere anche la vaccinazionedelle ragazzine con il vaccino HPV.È proseguita la campagna <strong>di</strong> vaccinazione delle ragazze do<strong>di</strong>cenni contro il virus HPV; negli anni precedentiquesta vaccinazione si era sviluppata con un po’ <strong>di</strong> ritardo rispetto a quanto programmato. L'adesionecomplessiva alla vaccinazione contro il papillomavirus risulta intorno al 75% delle ragazze invitate.Permane una percentuale significativa, intorno al 3%, <strong>di</strong> ragazze che per motivi imprecisati non completanola vaccinazione: questo non comporterebbe una riduzione dell’efficacia del vaccino purché fosse completatoil ciclo vaccinale anche se non sono stati rispettati i tempi raccomandati.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/vaccinazioni.htmlQUALITÀLa Direzione Regionale per la <strong>Prevenzione</strong> da alcuni anni affida al nostro <strong>Dipartimento</strong> il coor<strong>di</strong>namentodel gruppo <strong>di</strong> lavoro che sviluppa un progetto relativo al Miglioramento della qualità dei servizi vaccinali.Dopo aver preparato le proposte <strong>di</strong> procedure per la fase <strong>di</strong> autorizzazione dei servizi vaccinali (LeggeRegionale 22/<strong>20</strong>02), sono stati organizzati due corsi <strong>di</strong> formazione, relativialle medesime procedure, riguardanti particolari aspetti Miglioramento della qualitàdei servizi vaccinalidell’attività vaccinale (gestione dell’anagrafe vaccinale, reclutamentodei nuovi nati, corretta effettuazione e registrazione dell’anamnesi prevaccinale,somministrazione delle vaccinazioni, gestione del magazzino vaccini, gestione e follow up dellereazioni avverse ai vaccini).53CAPITOLO 4Le Malattie Infettive


Corso FAD sulle BuonePratiche VaccinaliDopo aver programmato e realizzato nel <strong>20</strong>10 due corsi in modalità FAD per i referenti aziendali per laprofilassi vaccinale delle 21 ULSS della Regione, nel <strong><strong>20</strong>11</strong> è stato programmato il primo corso sulle cosiddette“Buone Pratiche Vaccinali” in modalità “Formazione sul Campo”.Questa modalità si compone <strong>di</strong> alcuni incontri <strong>di</strong> formazione “frontali”,<strong>di</strong> altri incontri <strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong>scussione tra gli operatori dello stessoservizio, gestiti dai capigruppo delle singole ULSS, e <strong>di</strong> alcune ore <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento “on-line” attraverso l’analisi <strong>di</strong> alcuni casi clinici che simulano le situazioni reali che si possonopresentare nell’attività quoti<strong>di</strong>ana presso gli ambulatori vaccinali.Negli ultimi mesi dell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> è iniziata la sua realizzazione con il primo gruppo <strong>di</strong> Aziende; nei mesisuccessivi tutte le ULSS saranno coinvolte in quattro e<strong>di</strong>zioni complessive. Alla fine del corso tutto il personaleaddetto alle vaccinazioni <strong>di</strong> tutti i servizi vaccinali sarà stato coinvolto nell’analisi o quanto menonella lettura delle procedure; i suggerimenti e le critiche che saranno forniti al gruppo che gestisce il corsoconsentiranno <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre una proposta <strong>di</strong> procedura da affidare alla Direzione Regionale, perl’integrazione con eventuali ulteriori in<strong>di</strong>cazioni operative (es. <strong>di</strong>ssenso informato). Alla fine del percorsoqueste proposte <strong>di</strong> procedure saranno il riferimento per le procedure che tutte le Aziende applicherannociascuna nei propri servizi.INDAGINE SUI DETERMINANTI DEL RIFIUTO DELL'OFFERTA VACCINALE NELLA REGIONE VENETOIn seguito alla sospensione dell'obbligo vaccinale nella Regione Veneto <strong>di</strong>spostodalla Legge Regionale n.7 del 23/3/07, abbiamo programmato un’ “Indagine sui Determinantidel Rifiuto vaccinale nella Regione Veneto” (DGR n. 3664 del25.11.<strong>20</strong>08).Avviata come ricerca sulle motivazione del rifiuto delle vaccinazioni, non praticateo praticate selettivamente da una piccola parte della popolazione, questa indaginesi è trasformata in una preziosa occasione <strong>di</strong> ascolto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con genitori,gruppi, associazioni, operatori. È stato possibile pertanto ripensare mo<strong>di</strong> e strumenti <strong>di</strong> approccio e passarequin<strong>di</strong> dall'analisi della motivazioni al rifiuto alle motivazioni che sostengono le scelte, <strong>di</strong> adesione o <strong>di</strong>rifiuto verso le vaccinazioni.Il progetto è stato completato entro la data prevista (maggio <strong><strong>20</strong>11</strong>). I dati raccolti per quantità e qualitàsono <strong>di</strong> forte interesse e ci stanno fornendo in<strong>di</strong>cazioni per il riorientamento delle strategie nell’offertavaccinale delle singole aziende e della Regione.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/indagine_scelta_vaccinale.html4.2 MALATTIE INFETTIVEMORBILLOVerso la fine del <strong>20</strong>10 erano stati segnalati alcuni casi <strong>di</strong> malattia nelle province confinanti, in particolaretra gli studenti universitari. E puntualmente nel <strong><strong>20</strong>11</strong> anche nella nostra provincia è comparsaun’epidemia, nella quale sono stati segnalati 26 casi <strong>di</strong> malattia accertata e 24 casi <strong>di</strong> malattia sospetta.Dall’analisi dei casi si possono trarre alcune considerazioni.Dei 26 casi <strong>di</strong> malattia solo 5 erano <strong>di</strong> età inferiore a 10 anni, traSi è ammalato chi ha rifiutatola vaccinazionelattia si è presentata in età adulta; per i giovani <strong>di</strong> età inferiore a <strong>20</strong>questi due bambini <strong>di</strong> 1 anno; nella maggioranza delle persone la ma-anni, dalle schede vaccinali risultava che i genitori avevano rifiutato lavaccinazione; non sono stati rari i casi <strong>di</strong> persone che si sono contagiate tra familiari, compreso un bimboCAPITOLO 454Le Malattie Infettive


<strong>di</strong> 1 anno contagiato molto probabilmente dalla madre; alcuni casi si sono manifestati in studenti <strong>di</strong>Me<strong>di</strong>cina e specializzan<strong>di</strong>: uno <strong>di</strong> questi è stato ricoverato per epatite acuta da virus del morbillo. Alcunicasi, segnalati come sospetti, al controllo sierologico sono stati <strong>di</strong>agnosticati come rosolia; questo fa pensareche anche per il personale sanitario la clinica del morbillo sia poco conosciuta, a conferma che ilmorbillo è <strong>di</strong>ventato una malattia piuttosto rara, grazie alla vaccinazione; probabilmente il sospetto <strong>di</strong>agnosticoviene posto in ritardo, non permettendo l’attivazione delle misure preventive da attuare nei possibilicontatti.Nel corso dell’anno in Europa il morbillo ha continuato a <strong>di</strong>ffondersi con la stessa intensità dell’anno<strong>20</strong>10; il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC) ha ricevuto la segnalazione <strong>di</strong> 30.567 casi <strong>di</strong>morbillo nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, sostanzialmente uguali a quelli del <strong>20</strong>10 quando ne erano stati segnalati 30.264, conun’incidenza <strong>di</strong> 6 casi ogni 100.000 abitanti. I principali paesi nei quali si è sviluppata l’epidemia sono statila Francia con 15.<strong>20</strong>6 casi (incidenza 23,4/100.00), la Romania con 4.105 (18,7/100.000), l’Italia con 5.181(8,5/100.000), la Spagna con 1.986 (4,3/100.000) e la Germania con 1.609 casi (2,0/100.000). In tutti questiStati il morbillo si è <strong>di</strong>ffuso in maniera molto più marcata nel <strong><strong>20</strong>11</strong> rispetto all’anno precedente.INFLUENZANell’ULSS <strong>20</strong> nella popolazione <strong>di</strong> età maggiore o uguale a 65 anni negli ultimi anni la vaccinazione antinfluenzalecontinua ad ottenere un’adesione abbastanza elevata seppurein lieve calo, riduzione che però si è accentuata nell’ultimo anno.Nel corso dell’ultima campagna <strong>di</strong> vaccinazione, con la collaborazionedei Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Famiglia, è stata raggiunta una percentuale <strong>di</strong> adesioneinferiore al 70 % delle persone <strong>di</strong> età ≥ 65 anni (graf. 4.2/1).Flessione della coperturadella vaccinazione antinfluenzalenei nuovi65enniA queste vanno aggiunte le persone che tra<strong>di</strong>zionalmente si sottopongono alla vaccinazione al <strong>di</strong> fuoridel servizio pubblico; pertanto, se si aggiunge la quota <strong>di</strong>stribuita dalle farmacie territoriali, la coperturacomplessiva, quasi sicuramente avrà superato il 70%; tuttavia è probabile che, per la prima volta negli ultimi10 anni, non sia stata raggiunta la percentuale del 75% in<strong>di</strong>cata come obiettivo dal Ministero dellaSalute. L’immagine negativa fornita dalla sanità pubblica nella gestione della pandemia, il ricordo dellecontrad<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>atiche durante l’epidemia della SARS, assieme alla complessiva “benignità” della pandemiada H1N1 sembrano essere state le cause del calo <strong>di</strong> adesione alla vaccinazione antinfluenzale dellenuove coorti dei 65enni.GRAFICO 4.2/1ULSS <strong>20</strong>. Vaccinazione antinfluenzale: percentuale <strong>di</strong> persone <strong>di</strong> età ≥65 anni, vaccinate dal servizio pubbliconei <strong>di</strong>stretti sanitari.67,0% 68,0% 74,8%80,1% 78,5% 78,6% 76,1%71,6% 72,1% 73,6% 72,1% 69,3%55,0%32,0%35,7%40,0%1996 1997 1998 1999 <strong>20</strong>00 <strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>55CAPITOLO 4Le Malattie Infettive


incidenzaSe le persone <strong>di</strong> età ≥65 anni hanno aderito alla vaccinazione in misura inferiore rispetto agli anni precedenti,ancor più evidente è stato il calo per altre categorie <strong>di</strong> persone per le quali la vaccinazione è fortementeraccomandata per le possibili conseguenze in caso <strong>di</strong> malattia: nell’arco <strong>di</strong> due anni infatti le personeaffette da patologie croniche hanno aderito in misura inferiore <strong>di</strong> circa il 25% (passando da 19.196nel <strong>20</strong>09 a 14.386 nel <strong><strong>20</strong>11</strong>), i familiari e i contatti <strong>di</strong> soggetti ad alto rischio con una riduzione del 42% (da1.288 nel <strong>20</strong>09 a 736 nel <strong><strong>20</strong>11</strong>).Anche la popolazione senza fattori <strong>di</strong> rischio ha aderito in minor misura con una riduzione vicina all’80%(da 3.848 a 793). Per la prima volta, invece, a dare il buon esempio sono state le persone che operano nellasanità, per le quali si è evidenziato un aumento del <strong>20</strong>% rispetto all’anno precedente (da 1.295, a1.689).GRAFICO 4.2/2Italia. Andamento delle epidemie <strong>di</strong> influenza dal <strong>20</strong>03-04 al <strong>20</strong>09-10: Incidenza/10.000.160,0140,01<strong>20</strong>,0100,080,060,040,0<strong>20</strong>,00,042 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17settimane<strong>20</strong>04-05 <strong>20</strong>05-06 <strong>20</strong>06-07 <strong>20</strong>07-08 <strong>20</strong>08-09<strong>20</strong>09-10 <strong>20</strong>10-11 <strong><strong>20</strong>11</strong>-12[NB: la 1° settimana <strong>di</strong> gennaio <strong>di</strong> ogni anno corrisponde al numero “1” sull’asse delle ascisse].Anche nel corso della stagione <strong><strong>20</strong>11</strong>-12 la malattia ha interessato quasi esclusivamente le fasce più giovanimentre ha risparmiato pressoché completamente sia le persone <strong>di</strong> età superiore a 65 anni, vaccinatein percentuale abbastanza elevata, sia la fascia <strong>di</strong> popolazione adulta, sebbene vaccinata in percentualemolto bassa.Il grafico n. 4.2/3, che rappresenta l’andamento dell’epidemia sud<strong>di</strong>viso per fasce <strong>di</strong> età, mostra moltochiaramente la <strong>di</strong>versa <strong>di</strong>ffusione della malattia nelle <strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong> età; il grafico mette in evidenzal’effetto della chiusura delle scuole nel periodo delle vacanze invernali; come per l’anno precedente, nellefasce <strong>di</strong> età dell’infanzia e della scuola dell’obbligo si manifesta una flessione della curva proprio nella suafase <strong>di</strong> salita, corrispondente alle prime settimane dell’epidemia.Anche quest’anno la letalità dell’influenza è stata piuttosto contenuta, manifestandosi ancora a carico<strong>di</strong> persone con fattori <strong>di</strong> rischio per complicanze, che invece hanno aderito alla vaccinazione in misura minorerispetto ai due anni precedenti.CAPITOLO 456Le Malattie Infettive


settimaneGRAFICO 4.2/3Italia. Andamento dell’epidemia <strong>di</strong> influenza <strong><strong>20</strong>11</strong>-12 nelle <strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong> età: incidenza/10.000.350300250<strong>20</strong>0150100Soglia epidemica50042 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 170 - 4 a 5 - 14 a 15 - 64 a ≥ 65 a[NB: come nel grafico precedente, la 1° settimana <strong>di</strong> gennaio corrisponde al numero “1” sull’asse delle ascisse].Infine, alcuni Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale hanno segnalato un aumento dei casi <strong>di</strong> malattia nelle ultimesettimane dell’epidemia, con la comparsa <strong>di</strong> sintomi classici anche in persone <strong>di</strong> età >65 anni, sottopostea regolare vaccinazione; questo fatto, che si evidenzia anche nel grafico con una lieve risalita della curva,è stato quasi sicuramente causato dalla <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> un ceppo H3N2 mutato rispetto a quello contenutonel vaccino.INFLUENZA AVIARIANel corso degli ultimi anni si è progressivamente ridotta a livello globale l’attenzione verso la malattiacausata dal virus AH5N1; in tutto il mondo sono stati attribuiti a questo virus solo alcune decine <strong>di</strong> casi(nel <strong>20</strong>10: 48 casi accertati e 24 decessi; nel <strong><strong>20</strong>11</strong>: 62 casi, 34 decessi, metà dei quali in Egitto).Tuttavia l’attenzione verso questo virus rimane sempre alta e si continuano a stu<strong>di</strong>are nuovi vaccini: neicasi registrati nel Sud Est asiatico la malattia colpisce soprattutto giovani bambine (età


GRAFICO 4.2/4Regione Veneto. Incidenza della tubercolosi tra i veneti “in<strong>di</strong>geni” e tra gli immigrati – anni 1994-<strong>20</strong>10.598555569497456410 4016182 741011<strong>20</strong>142 146350177324196300235279 277 2732562682162542532812632321902541571994 1995 1996 1997 1998 1999 <strong>20</strong>00 <strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10italianistranieriNell’ULSS <strong>20</strong> tra gli immigrati si registra ancora una frequenza maggiore tra i maschi (24 M e 16 F),mentre tra gli italiani il rapporto è sostanzialmente in parità (11 M e 9 F). L’età me<strong>di</strong>a è nettamente <strong>di</strong>versatra i due gruppi: si mantiene elevata tra gli italiani, superiore a 57 anni, mentre tra gli immigrati l’etàme<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> circa 32 anni per i maschi e <strong>di</strong> 35 anni per le femmine. Infine tra gli in<strong>di</strong>geni la malattia è quasisempre polmonare (18 polmonari, 2 extrapolmonari), tra gli immigrati più <strong>di</strong> un terzo dei casi sono localizzazioniextrapolmonari.Tra gli italiani per la prima volta è stato registrato un caso secondario, comparso in una bimba <strong>di</strong> un anno<strong>di</strong> età, contagiata dalla sorella; è stato inoltre <strong>di</strong>agnosticato un caso <strong>di</strong> malattia in uno specializzando <strong>di</strong>Me<strong>di</strong>cina; questo evento ha riproposto il tema della protezione del personale professionalmente espostoalla TBC.GRAFICO 4.2/5ULSS <strong>20</strong>. Casi <strong>di</strong> tubercolosi tra i veronesi “in<strong>di</strong>geni” e tra gli immigrati, anni <strong>20</strong>01-<strong><strong>20</strong>11</strong>.17343034254517614143 4033 33 31193415 192615 17 <strong>20</strong><strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>In<strong>di</strong>geniImmigratiCAPITOLO 458Le Malattie Infettive


Per quanto riguarda il paese <strong>di</strong> origine, la maggior parte dei casi riguarda immigrati provenienti da tresoli paesi: Romania (12 casi), In<strong>di</strong>a (7 casi) e Marocco (8 casi) che si confermano ancora i paesi <strong>di</strong> originepiù rappresentati negli ultimi anni.La TBC negli immigrati negli anni passati si è confermata una patologia <strong>di</strong>agnosticata spesso in fase a-vanzata, con<strong>di</strong>zione che può favorire la trasmissione ai conviventi e ai contatti. Nel corso dell’anno sonoiniziati gli arrivi <strong>di</strong> profughi e rifugiati provenienti dall’Africa, ospitati presso strutture private e <strong>di</strong> volontariato.Il personale del <strong>Dipartimento</strong> si è recato più volte presso i <strong>di</strong>versi centri <strong>di</strong> accoglienza, proprio persottoporre a controllo precoce i nuovi arrivi e garantire la collaborazione agli operatori dei centri <strong>di</strong> accoglienza.La necessità <strong>di</strong> intercettare i casi sospetti <strong>di</strong> malattia ha suggerito <strong>di</strong> attivare uno specifico ambulatoriopresso l’Ufficio Profilassi Malattie Infettive per controllare ed eventualmenteapprofon<strong>di</strong>re la <strong>di</strong>agnosi nei sospetti evidenziati tra tutti Un nuovo ambulatorioquelli sottoposti a controllo tubercolinico. Infatti, l’attività principale <strong>di</strong> per la TBCquesto ambulatorio si rivolge al controllo dei conviventi e dei contattidei malati e al follow-up <strong>di</strong> coloro che non sono seguiti presso il reparto, dopo la <strong>di</strong>missione.Nei mesi <strong>di</strong> maggio-giugno del <strong><strong>20</strong>11</strong> sono stati <strong>di</strong>agnosticati quattro casi <strong>di</strong> malattia tra detenuti stranieridella Casa Circondariale <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> (cfr. cap. 2.3.3). Questi fatti, tuttavia, hanno creato un comprensibilestato <strong>di</strong> allarme tra gli agenti <strong>di</strong> vigilanza e una certa apprensioneControlli in carcereanche nelle Autorità, a cominciare dal prefetto e dal sindaco della città.Data l’urgenza della situazione, i controlli agli agenti <strong>di</strong> polizia penitenziariasono stati effettuati <strong>di</strong>rettamente da un assistente sanitario del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>, con lacollaborazione <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co pneumologo e un me<strong>di</strong>co in servizio presso il <strong>Dipartimento</strong>.Nello specifico sono state sottoposte pertanto a test tubercolinico le persone che a vario titolo operavanopresso il carcere: in totale 340 agenti <strong>di</strong> Polizia Penitenziaria (309 uomini e 31 donne) oltre a 50 operatoritra insegnanti, educatori, psicologi, volontari, cappellani. Le persone risultate positive sono statesuccessivamente sottoposte ad altri accertamenti e seguite nel tempo.MENINGITI BATTERICHECome nell’anno precedente anche nel <strong><strong>20</strong>11</strong> è stato registrato un numero modesto <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> meningitebatterica.L’epidemia <strong>di</strong> meningite da meningococco C, registrata alla fine del <strong>20</strong>07 nel trevigiano, aveva avutonotevole ripercussione anche nella nostra ULSS. La richiesta <strong>di</strong> vaccinazione era stata elevata in gran partedella popolazione, soprattutto per le fasce più giovani; in effetti l’adesione alla vaccinazione per il meningococcoC tra i nuovi nati è superiore a quella per il morbillo.TABELLA 4.2/1ULSS <strong>20</strong>. Tabella riassuntiva dei casi <strong>di</strong> accertata o sospetta sepsi o meningite batterica - anno <strong><strong>20</strong>11</strong>ETÀ SESSO RESIDENZA DIAGNOSI AG EZIOLOGICO ESITO53 a F <strong>Verona</strong> Meningite batterica Meningococco (n.i.) guarigione1 a M Soave Meningite batterica Pneumococco (*) guarigione71 a F <strong>Verona</strong> Meningite batterica Pneumococco decesso<strong>20</strong> a M Ba<strong>di</strong>a Calavena Meningite batterica HIB (#) guarigione66 a F <strong>Verona</strong> Meningite batterica Pneumococco guarigione74 a M <strong>Verona</strong> Meningite batterica Pneumococco guarigione(*) il bimbo era stato vaccinato con 2 dosi <strong>di</strong> vaccino pneumococcico: la malattia è stata causata da un germe appartenente a un siero -gruppo non presente nel vaccino(#) persona con esiti <strong>di</strong> grave trauma cranico59CAPITOLO 4Le Malattie Infettive


Anche quest’anno come nei due anni precedenti, nessun caso <strong>di</strong> meningite batterica è stato causatodal meningococco <strong>di</strong> tipo C, che aveva provocato l'epidemia nelle altreNessun caso <strong>di</strong> meningite province del Veneto; è quin<strong>di</strong> ipotizzabile che la campagna <strong>di</strong> vaccinazionecontro il meningococco C stia dando concreti risultati, riducendoda meningococco Culteriormente una malattia già <strong>di</strong> per sé poco frequente. Un miglioramentoulteriore sarà possibile già dal prossimo anno, quando probabilmente sarà <strong>di</strong>sponibile il vaccinocontro anche il meningococco <strong>di</strong> tipo B.È inoltre possibile che si riducano anche negli adulti i casi provocati dallo pneumococco contro il qualeda alcuni anni è in atto la vaccinazione nei piccoli, con un’adesione molto elevata.LEGIONELLOSINel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> sono stati segnalati 18 casi <strong>di</strong> legionellosi, 11 maschi e 7 femmine, con un’età me<strong>di</strong>a<strong>di</strong> 63 anni. In gran parte dei casi non sono risultate evidenti esposizioni a sorgenti <strong>di</strong> rischio note per latrasmissione <strong>di</strong> questa malattia; in molti casi erano presenti invece con<strong>di</strong>zioni associate ad immunodepressione.In due casi la malattia è stata associata al soggiorno in una Casa <strong>di</strong> Cura <strong>di</strong> recentissima costruzione; anchequesto elemento ci suggerisce come le conoscenze su questo microrganismo siano ancora incompletee come, pertanto, siano necessari controlli perio<strong>di</strong>ci sulle strutture ricettive.4.3 PROFILASSI INTERNAZIONALEPRESTAZIONINel <strong><strong>20</strong>11</strong> si sono rivolte all’ambulatorio Vaccinazioni Internazionali 4.387 persone per richiedere informazionie/o sottoporsi a vaccinazioni (Graf. n. 4.3/1).GRAFICO 4.3/1ULSS <strong>20</strong>. Numero <strong>di</strong> accessi all’ambulatorio Vaccinazioni Internazionali, anni <strong>20</strong>05-<strong><strong>20</strong>11</strong>6.4025.8405.6165.5984.7624.2284.387<strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>Il numero <strong>di</strong> vaccinazioni (Tab n. 4.3/1) effettuate ha visto un incremento del 16,2% rispetto al <strong>20</strong>10.L’aumento riguarda quasi tutti i vaccini <strong>di</strong>sponibili, in particolare il vaccino antirabbico, proposto prevalentementeai viaggiatori in aree ad elevato rischio (In<strong>di</strong>a, Africa equatoriale) che svolgono attività (missionari,viaggiatori in aree rurali o che praticano trekking, alpinismo, ecc.) che potrebbero portarli a contattocon vettori rabi<strong>di</strong> (cani randagi, pipistrelli, ecc.).CAPITOLO 460Le Malattie Infettive


Oltre ai vaccini tra<strong>di</strong>zionali per i viaggi all’estero (anti-febbre gialla, tifo, epatite A), nel corso dell’anno èstata ampliata l’offerta <strong>di</strong> vaccini per la protezione nei confronti <strong>di</strong> altre importanti malattie infettive.In attuazione delle in<strong>di</strong>cazioni ministeriali sono state vaccinate 191 persone, che risultavano non protette,con il vaccino anti-morbillo-rosolia-parotite (MPR) e <strong>di</strong> queste 23 anche con il vaccino anti-varicella.A 1.198 soggetti è stato somministrato il vaccino anti-tetanico singolo o associato a <strong>di</strong>fterite-pertossepolio.Il vaccino antipolio parenterale (IPV) singolo (122 persone) o associato a <strong>di</strong>fto-tetano-pertosse (804persone) è stato somministrato a 926 soggetti. Molte zone, soprattutto dell’Africa, infatti, sono state interessatenegli ultimi anni da focolai epidemici <strong>di</strong> poliomielite e il Ministero della Salute ha emanato in<strong>di</strong>cazioniper ridurre il rischio <strong>di</strong> infezione da polio virus selvaggio nei viaggiatori <strong>di</strong>retti in Paesi endemici.TABELLA 4.3/1ULSS <strong>20</strong>. Vaccinazioni effettuate per la protezione dalle seguenti malattie, anni <strong>20</strong>07-<strong><strong>20</strong>11</strong>.ANNO F. GIALLA EPATITEA EPATITEB EPA+B TIFO MENINGITE RABBIA ALTRE TOTALE<strong>20</strong>07 1.125 1.878 330 867 1.697 106 952 6.955<strong>20</strong>08 896 1.795 3<strong>20</strong> 793 1.601 254 1.237 6.896<strong>20</strong>09 856 1.710 260 499 1.473 161 150 1.639 6.598<strong>20</strong>10 748 1.511 187 390 1.173 110 168 1.246 5.533<strong><strong>20</strong>11</strong> 888 1.661 222 376 1.217 173 230 1.663 6.430MALARIALa malaria rappresenta ancora un grave problema mon<strong>di</strong>ale, come confermato dal rapporto dell’OMSdel <strong><strong>20</strong>11</strong>; facendo riferimento all’anno <strong>20</strong>10 l’OMS stima che nel mondo si siano verificati 216 milioni <strong>di</strong>casi, 81% dei quali nella Regione Africana. Stima, inoltre, 650.000 decessi dovuti a malaria, 91% dei qualiin Africa. Approssimativamente l’86% del totale dei decessi per malaria si verifica in bambini <strong>di</strong> età inferiorea 5 anni.I programmi <strong>di</strong> controllo della malaria attuati dall’OMS hanno determinato dal <strong>20</strong>00 al <strong>20</strong>10 una riduzionefino al 50% dei casi in 43 dei 99 Paesi endemici. I Programmi sono basati sulla gratuità della terapiacon artemisia, la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> zanzariere impregnate con insettici<strong>di</strong> a lunga durata, l’utilizzo <strong>di</strong> insettici<strong>di</strong>spray negli ambienti.In un numero crescente <strong>di</strong> Paesi del sud-Est Asiatico è stata tuttavia riportata resistenza all’artemisina,farmaco usato nella terapia della malaria da P. falciparum. Inoltre resistenza ai piretroi<strong>di</strong>, insettici<strong>di</strong> usatiper impregnare le zanzariere e per il trattamento degli ambienti, è stata osservata in 27 paesi dell’Africa ein 41 paesi del mondo. Senza una corretta gestione, questi fenomeni potrebbero compromettere in futuroil controllo della malaria.I dati <strong>di</strong> sorveglianza sui casi <strong>di</strong> malaria in Italia nel periodo <strong>20</strong>00- Casi <strong>di</strong> malaria <strong>di</strong>minuiti<strong>20</strong>08 e anche <strong>20</strong>09 (636 casi in Italia), confermano la tendenza verso la negli ultimi anniriduzione dei casi importati, con una percentuale <strong>di</strong> decessi stabile e<strong>di</strong>nferiore alla me<strong>di</strong>a europea (Giornale Italiano <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Tropicale, vol.15 n.1-4 gen-<strong>di</strong>c <strong>20</strong>10: 35-38).Nella nostra ULSS, così come in ambito Regionale, dal 1998, anno in cui si è registrato il picco massimo<strong>di</strong> incidenza in Italia, i casi sono progressivamente <strong>di</strong>minuiti e il decremento dei casi notificati nel <strong><strong>20</strong>11</strong> èstato <strong>di</strong> circa il 43% nel Veneto e <strong>di</strong> circa il 71% nella nostra ULSS (grafico 4.3/2).61CAPITOLO 4Le Malattie Infettive


GRAFICO 4.3/2Veneto e ULSS <strong>20</strong>. Casi <strong>di</strong> malaria notificati nel Veneto e nell’ULSS <strong>20</strong> dal <strong>20</strong>00 al <strong><strong>20</strong>11</strong>.228236170 173155 154169144 146158168154334530 31 27 22 19 18 19 17 16 14<strong>20</strong>00 <strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>Veneto <strong>Ulss</strong> <strong>20</strong>Dall’analisi delle schede <strong>di</strong> notifica dei residenti della nostra ULSS risulta che i casi <strong>di</strong> malaria riguardanoesclusivamente immigrati (10), missionari (3) e volontari (1).Per quanto riguarda gli immigrati si tratta <strong>di</strong> giovani adulti <strong>di</strong> età compresa tra 27 e 32 anni, tranne unsoggetto <strong>di</strong> 43 anni e un bambino <strong>di</strong> 19 mesi. Questo bambino, nato in Italia, ha effettuato un viaggio inNigeria, paese <strong>di</strong> origine dei genitori, soggiornandovi circa 1 mese; i sintomi <strong>di</strong> malaria sono insorti duegiorni dopo il rientro in Italia. I familiari hanno riferito che il bambino ha effettuato la chemioprofilassi conmeflochina, interrotta subito dopo il rientro in Italia.I Paesi visitati dagli immigrati sono stati: Nigeria (5), Ghana (2), Burkina Faso (2) e Senegal (1).Tre suore missionarie al rientro in Italia da un soggiorno all’estero, hanno manifestato i sintomi <strong>di</strong> malaria:una era stata in Mozambico per 3 anni e 4 mesi, una in Costa d’Avorio per 1 anno e 3 mesi e la terzain Madagascar per 2 mesi; il volontario ha soggiornato in Togo per un mese.Il P. Falciparum, maggiormente presente nelle aree visitate, è risultato responsabile <strong>di</strong> tutti i casi <strong>di</strong> malariadella nostra ULSS.TABELLA 4.3/2Casi <strong>di</strong> malaria in residenti/domiciliati della <strong>Ulss</strong> <strong>20</strong> sud<strong>di</strong>visi per tipo <strong>di</strong> viaggiatori, anni <strong>20</strong>05-11.TIPOLOGIE DI VIAGGIATORI* <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>Immigrati-Rientro in Patria14(1 bambino)14 1416(1 bambino)1514(1 bambino)10(1 bambino)Missionari/Volontari 5 4 3 2 1 2 4Lavoratori 1 0 0 1 0 0Turisti 2 1 1 0 1 0Totale 22 19 18 19 17 16 14È importante informare i viaggiatori in zone endemiche sui rischi <strong>di</strong> ammalarsi <strong>di</strong> malaria, specie gliimmigrati che ritornano nei loro paesi <strong>di</strong> origine per visitare i familiari, in particolare se viaggiano con i loroi figli. Infatti i bambini, figli <strong>di</strong> immigrati, nati in Italia, non avendo acquisito alcuna resistenza nei confrontidel Plasmo<strong>di</strong>o, sono a maggior rischio <strong>di</strong> contrarre la malattia in forma grave.CAPITOLO 462Le Malattie Infettive


La maggior parte degli ammalati non ha eseguito la chemioprofilassi antimalarica durante il soggiornoin zone endemiche o l’ha eseguita in modo incompleto (tab. 4.3/3); solo 4 persone hanno riferito <strong>di</strong> averutilizzato saltuariamente i mezzi <strong>di</strong> protezione in<strong>di</strong>viduali (zanzariere, repellenti).TABELLA 4.3/3ULSS <strong>20</strong>. Modalità <strong>di</strong> esecuzione della chemioprofilassi nei soggetti con malaria, anni <strong>20</strong>05-<strong><strong>20</strong>11</strong>.CHEMIOPROFILASSI <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>Corretta 0 0 0 0 0 1 0Nessuna 21 19 16 17 15 12 11Scorretta o incompleta 1 0 2 2 2 3 3Non specificato 0 0 0 0 0 0 0Totale 22 19 18 19 17 16 14Dalla lettura dei dati sopra riportati emerge la necessità <strong>di</strong> una continua collaborazione tra gli ambulatori<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina dei viaggi, i Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale, i Pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> Libera scelta, i Farmacisti, le Associazioni<strong>di</strong> Volontariato e le Agenzie <strong>di</strong> viaggio per evitare che i viaggiatori, specie immigrati, si rechino neiPaesi a rischio senza un’adeguata informazione sulle norme <strong>di</strong> profilassi.PRINCIPALI ATTIVITÀ SVOLTE DAL PROGRAMMA REGIONALE PER I VIAGGIATORI INTERNAZIONALI NEL <strong><strong>20</strong>11</strong>Il Programma Regionale nel <strong><strong>20</strong>11</strong> ha, tra l’altro, realizzato le seguenti attività: prosecuzione della stesura della Newsletter “Una finestra sul mondo” con approfon<strong>di</strong>mento dellepatologie riguardanti le arbovirosi, l’opistorchiasi e la rabbia. Le news, anche quelle degli anniprecedenti, sono reperibili nei siti: http://www.regione.veneto.it/channels;http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/viagnews.html, www.epicentro.iss.it realizzazione del Seminario su “Malattie trasmesse da vettori e sorveglianza delle febbri estive”,svoltosi presso l’Ospedale <strong>di</strong> San Bonifacio nel maggio <strong><strong>20</strong>11</strong>. Hanno partecipato all’evento 87 figureprofessionali tra me<strong>di</strong>ci (igienisti, infettivologi, me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale) e operatori sanitari; aggiornamento e ristampa dell’opuscolo “Viaggiare in Salute”, da <strong>di</strong>stribuire agli ambulatori <strong>di</strong>Me<strong>di</strong>cina dei Viaggi del territorio regionale; traduzione e trasmissione (via e-mail) agli ambulatori regionali <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina dei viaggi, degli aggiornamentisulle epidemie nel mondo (E<strong>di</strong>sanflash, Promed, WHO); interventi informativi alla popolazione attraverso i mezzi <strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> massa; realizzazione, in collaborazione con il Reparto <strong>di</strong> Malattie Tropicali dell’Ospedale “Sacro Cuore” <strong>di</strong>Negrar (VR) e con le società scientifiche SIMET e SIMVIM, della 4a e<strong>di</strong>zione del corso <strong>di</strong> “TravelMe<strong>di</strong>cine” tenutosi a Negrar nel settembre <strong><strong>20</strong>11</strong>. Con il finanziamento del Programma Regionaleè stata pagata l’iscrizione <strong>di</strong> 11 operatori degli ambulatori <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina dei viaggi del territorio Regionale; collaborazione alla stesura del rapporto su “Malaria nella Regione Veneto al 31 <strong>di</strong>cembre <strong>20</strong>10”,<strong>di</strong>sponibile nel sito Regionale:http://www.regione.veneto.it/Servizi+alla+Persona/Sanita/<strong>Prevenzione</strong>/Malattie+Infettive/Malaria.htm63CAPITOLO 4Le Malattie Infettive


pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> una convenzione tra <strong>Ulss</strong> <strong>20</strong> e il Centro <strong>di</strong> Malattie Tropicali dell’Ospedale SacroCuore <strong>di</strong> Negrar per la conduzione delle attività in<strong>di</strong>cate nella Deliberazione del D.G. n. 453del 06.08.<strong>20</strong>09;indagine sul territorio Regionale e richiesta annuale al Ministero della Salute del rilasciodell’autorizzazione a praticare la vaccinazione antifebbre gialla a nuovi Centri Vaccinali. Nel <strong><strong>20</strong>11</strong>è stata autorizzata l’Azienda ULSS 2 <strong>di</strong> Feltre (BL), in quanto rispondente ai requisiti minimi necessariin<strong>di</strong>cati per gli ambulatori viaggiatori internazionali;partecipazione del personale in forma attiva a corsi <strong>di</strong> aggiornamento ed eventi scientifici.Nel sito del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> e in quello regionale è possibile visionare e stampare gli opuscoliinformativi e le relazioni dei convegni relativi alla me<strong>di</strong>cina dei viaggi:http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/vaccinazioni.htmlhttp://www.regione.veneto.it/channelsINFORTUNIContinua la collaborazione, iniziata nel 1999, con il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Stu<strong>di</strong>o Italiano rischio Occupazionaleda HIV dell’Ospedale L. Spallanzani <strong>di</strong> Roma. L’attivitàNessun caso <strong>di</strong> sieroconversioneper i markers <strong>di</strong> infezione (punture da ago o lesioni da altri oggetti taglienti, conta-consiste nella compilazione <strong>di</strong> schede con l’in<strong>di</strong>cazione delle modalitàdell’epatite e per l’HIV in minazioni muco-cutanee con sangue e/o materiali biologici, ecc.), dei11 annimezzi <strong>di</strong> protezione usati, dei dati relativi al follow up, che prevedecontrolli dei markers dell’epatite B e C a 6 settimane, 3 mesi, 6 mesidopo l’infortunio e, per l’HIV, a 12 mesi.Tra i 763 casi <strong>di</strong> operatori seguiti per il follow up in questi 11 anni, non si è registrato nessun caso <strong>di</strong> siero-conversioneper i markers dell’epatite e per l’HIV, a conferma del basso rischio <strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong> questemalattie.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> sono stati inoltre controllati e seguiti per il follow-up 63 soggetti non <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> strutturesanitarie che si sono infortunati con esposizione accidentale a rischio biologico; questi soggetti sono statisottoposti a vaccinazione antitetanica e antiepatite B, se non immuni; il successivo follow up a 6 mesi hadato esito negativo.Si fa presente, infine, che dal <strong>20</strong>04 sono stati seguiti in follow up 1.864 soggetti non <strong>di</strong>pendenti, vittime<strong>di</strong> infortunio a rischio biologico; in nessuno si è verificata siero-conversione.CAPITOLO 464Le Malattie Infettive


CAPITOLO 5Le Malattie Cronico DegenerativeParole chiave: Stili <strong>di</strong> vita, tabagismo, alimentazione corretta, sovrappeso, obesità, sedentarietà, passi,educazione alimentare, promozione dell’attività fisica, gruppi <strong>di</strong> cammino, determinanti ambientali,screening oncologici.5.1 FATTORI DI RISCHIO LEGATI AGLI STILI DI VITALe patologie car<strong>di</strong>ovascolari, il cancro, il <strong>di</strong>abete e i <strong>di</strong>sturbi respiratori cronici rappresentano oggi ilprincipale rischio per la salute. Queste malattie, nel <strong>20</strong>08, hanno provocatonel mondo 36 milioni <strong>di</strong> morti: il 63% dei decessi a livello globale Principali fattori <strong>di</strong> rischio:consumo <strong>di</strong> tabac-e l’80% dei decessi nei Paesi a basso e me<strong>di</strong>o red<strong>di</strong>to. Secondo l’Omscirca l’80% <strong>di</strong> queste malattie potrebbe essere prevenuto eliminando co e alcol, alimentazionealcuni fattori <strong>di</strong> rischio come il consumo <strong>di</strong> tabacco, un’alimentazione scorretta, inattività fisica.scorretta e l’inattività fisica (Rapporto mon<strong>di</strong>ale OMS sulle malattie nontrasmissibili, <strong><strong>20</strong>11</strong>).5.1.1. ALIMENTAZIONE SCORRETTAPer quel che riguarda la corretta alimentazione, il Piano d'Azione OMS <strong>20</strong>08-<strong>20</strong>13 per la strategia globale<strong>di</strong> prevenzione e controllo delle malattie non trasmissibili promuove:l'allattamento al seno esclusivo nei primi sei mesi <strong>di</strong> vita;programmi per assicurare la nutrizione ottimale a tutti i bambini nei primi mesi e anni <strong>di</strong> vita;una politica nazionale e un piano d'azione per una corretta alimentazione, incluso il controllo dellemalattie croniche correlate alla <strong>di</strong>eta;informazioni accurate ed equilibrate ai consumatori per metterli in grado <strong>di</strong> fare scelte sane;la pre<strong>di</strong>sposizione e messa in atto assieme ai principali stakeholders <strong>di</strong> strategie e meccanismi capaci<strong>di</strong> promuovere un marketing alimentare responsabile per quanto riguarda la riduzionedell’impatto <strong>di</strong> alimenti con elevati contenuti <strong>di</strong> grassi saturi, zuccheri e sale.PROMOZIONE DI UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE FIN DA PICCOLI – ALLATTAMENTO AL SENOL’allattamento materno è universalmente riconosciuto come un determinante <strong>di</strong>salute straor<strong>di</strong>nario nel breve e nel lungo periodo, sia per i bambini che per le madri.Evidenze scientifiche consolidate in<strong>di</strong>viduano come strumento <strong>di</strong> provata efficacia ilProgetto internazionale dell'OMS/UNICEF Ospedale Amico dei Bambini (BabyFriendly Hospital Iniziative - BFHI) e Comunità Amica dei Bambini per l'AllattamentoMaterno (Baby Friendly Community Iniziative - BFCI).Il Servizio Promozione ed Educazione alla Salute (SPES) ha guidato l'implementazionedel progetto ed oggi lo sostiene attivamente. L'ULSS <strong>20</strong> è una delle 18 Aziende Italiane che ha aderitoad una sperimentazione per l'attuazione dei 7 passi per la Comunità Amica dei Bambini per l'AllattamentoMaterno, promossa dall'UNICEF e dal Centro <strong>di</strong> riferimento dell'OMS presso l’IRCSS Burlo Garofolo<strong>di</strong> Trieste in collaborazione con l'ASL <strong>di</strong> Milano.65


L’ULSS <strong>20</strong> è, inoltre, capofila nel “Progetto per la promozione ed il sostegno dell’allattamento materno”all’interno del Piano Regionale della <strong>Prevenzione</strong> <strong>20</strong>10-<strong>20</strong>12. Al progetto hanno dato l’adesione formale16 Aziende Sanitarie del Veneto per un totale <strong>di</strong> <strong>20</strong> Punti Nascita coinvolti nel percorso. Il progetto Regionaleè in sinergia con il progetto CCM “La Promozione dell’allattamento al seno nei reparti ospedalieri”che prevede attività <strong>di</strong> formazione e l’istituzione <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> monitoraggio secondo gli standardOMS/UNICEF e della Comunità Europea. A livello aziendale è stata completata la revisione <strong>di</strong> tutti i percorsi<strong>di</strong> Gruppo <strong>di</strong> Accompagnamento alla Nascita e <strong>di</strong> Sostegno Post-nascita, mentre è in atto la revisionedei percorsi in<strong>di</strong>viduali per le gravidanze sia a basso rischio che a rischio.Allattare in farmaciaDal <strong>20</strong>08 il S.P.E.S. coor<strong>di</strong>na e promuove una rete tra ostetriche, pe<strong>di</strong>atri e farmacisti, operatori deipunti nascita, dei <strong>di</strong>stretti e dei consultori familiari, che coinvolge anche gruppi <strong>di</strong> mamme per il sostegno<strong>di</strong> un buon avvio, dell'esclusività e della durata dell'allattamento materno (Progetto "Farmacia Amicadell'Allattamento Materno"). A questo progetto, stimolato da una iniziativa del Melograno <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, denominata“Farmacia Amica dell'Allattamento” patrocinata dall'UNICEFe da IBFAN – Italia, hanno aderito le Farmacie Comunali <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> (A-GEC). I farmacisti, dopo una specifica formazione, forniscono un primoascolto della mamma. Inoltre le farmacie si sono impegnate a non offrire i sostituti del latte materno, seguendoil Co<strong>di</strong>ce OMS ed hanno pre<strong>di</strong>sposto uno spazio de<strong>di</strong>cato e protetto per l'allattamento all'internodelle farmacie.È stata attivata una Rete dei Servizi Aziendali <strong>di</strong> sostegno all'allattamento ed alla genitorialità della Az.ULSS <strong>20</strong> che si inserisce nel più generale progetto <strong>di</strong> riorganizzazione del Percorso Nascita Aziendale.SOVRAPPESO ED OBESITÀCome in<strong>di</strong>cato nell’indagine Passi del <strong><strong>20</strong>11</strong>, il 32% degli adulti risulta in sovrappeso, mentre l’11% è o-beso: complessivamente, quin<strong>di</strong>, più <strong>di</strong> quattro adulti su <strong>di</strong>eci (42%) sono in eccesso ponderale (FiguraObesità: un’epidemia increscita.In sovrappeso 3 adulti su10, obeso un adulto su 105.1.1/1). Questa con<strong>di</strong>zione cresce in modo rilevante con l’età ed è piùfrequente negli uomini, nelle persone con basso livello <strong>di</strong> istruzione ein quelle che <strong>di</strong>chiarano maggiori <strong>di</strong>fficoltà economiche. In Veneto lerilevazioni evidenziano un dato <strong>di</strong> poco inferiore rispetto a quello nazionale,ovvero un eccesso ponderale pari al 40,4% del campione.Nell’indagine multiscopo annuale sulle famiglie “Aspetti <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana,anno <strong>20</strong>09” dell’Istat, la percentuale <strong>di</strong> adulti in sovrappeso e obesi in Veneto sembrerebbe essereancora maggiore, ossia il 45,1% della popolazione con età maggiore <strong>di</strong> 18 anni.FIGURA 5.1.1/1L’eccesso ponderale. Prevalenze per Regione <strong>di</strong> residenza. Passi <strong>20</strong>08-<strong><strong>20</strong>11</strong> – Pool <strong>di</strong> Asl: 42,0%SITUAZIONE NUTRIZIONALEnormopeso/sottopeso sovrappeso obesinei due sessi58% 31,5% 10,5%ECCESSO PONDERALE PER SESSO, ETÀ E CONDIZIONI SOCIALIuomini 51%donne 34%18-34 anni 25%Nelle classi <strong>di</strong> etàIstruzioneNelle <strong>di</strong>verse situazioni economiche35-49 anni 43%50-69 anni 58%nessuna/elementare 65%me<strong>di</strong>a inferiore 52%me<strong>di</strong>a superiore 36%laurea 30%Molte <strong>di</strong>fficoltà 50%Qualche <strong>di</strong>fficoltà 46%Nessuna <strong>di</strong>fficoltà 37%CAPITOLO 566Le Malattie Cronico Degenerative


Lo stu<strong>di</strong>o “Okkio alla salute <strong>20</strong>10” conferma a livello nazionale livelli preoccupanti <strong>di</strong> eccesso ponderalein età evolutiva: il 22,9% dei bambini misurati è risultato in sovrappesoe l’11,1% in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> obesità (Figura 5.1.1/2). Si evidenzia, inoltre, Un bambino su 3 presentaeccesso ponderaleuna spiccata variabilità interregionale, con percentuali tendenzialmentepiù basse nell’Italia settentrionale e più alte nel Sud (dal 15% <strong>di</strong> sovrappesoe obesità nella Provincia Autonoma <strong>di</strong> Bolzano al 48% in Campania).FIGURA 5.1.1/2Sovrappeso e obesità per Regione, bambini 8-9 anni della 3° primaria (<strong>20</strong>10, OKkio alla SALUTE)Obesi; 11%Sovrappeso;23%Normopeso;66%I dati della Regione del Veneto nel dettaglio evidenziano che il 7% dei bambini è obeso, il 21,4% è in sovrappeso,il 71,5 % è normopeso o sottopeso. Complessivamente il 28,4% dei bambini presenta un eccessoponderale. Se rapportiamo la prevalenza <strong>di</strong> sovrappeso e obesità riscontrata in questa indagine a tuttoil gruppo <strong>di</strong> bambini <strong>di</strong> età 6-11 anni (276.867), il numero <strong>di</strong> bambini sovrappeso e obesi nella Regione delVeneto sarebbe pari a 78.353, <strong>di</strong> cui obesi 19.381.Anche i dati raccolti sull’attività fisica sono poco confortanti: il 22% dei bambini pratica sport per nonpiù <strong>di</strong> un’ora a settimana e il 18% non ha fatto attività fisica il giorno precedente l’indagine. Inoltre, la metàcirca dei bambini ha la TV in camera, il 38% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi per 3 o più ore algiorno e solo un bambino su 4 si reca a scuola a pie<strong>di</strong> o in bicicletta.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/okkiosalute.htmlLe abitu<strong>di</strong>ni alimentari e l’assunzione <strong>di</strong> alimenti <strong>di</strong>pendono sia dalle scelte in<strong>di</strong>viduali (influenze culturali,preferenze alimentari) che da fattori socioeconomici e ambientali(economicità e <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> alimenti, qualità e sicurezza dei prodotti, Disuguaglianze socialiecc.) con una frequente correlazione fra <strong>di</strong>seguaglianze sociali e scelte Costo del ciboalimentari. Nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, secondo l’indagine Istat “I consumi delle famiglie”,alla spesa per generi alimentari e bevande viene destinato, in leDistribuzione commercia-me<strong>di</strong>a, il 19,2% della spesa totale, quota in leggero aumento rispetto al Pubblicità19,0% del <strong>20</strong>10. Tale aumento si osserva soprattutto nel Mezzogiorno,dove la spesa alimentare arriva a rappresentare il 25,6% della spesa totale (era il 25,0% nel <strong>20</strong>10); in particolare,per la carne la quota sale dal 5,7% al 5,9%. Il 35,8% delle famiglie<strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> aver <strong>di</strong>minuito la quantità e/o la qualità dei prodotti a-limentari acquistati rispetto all’anno precedente: tra <strong>di</strong> esse, il 65,1%<strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> aver ridotto solo la quantità, mentre nel 13,3% dei casi <strong>di</strong>minuisceanche la qualità. Il prezzo elevato e la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> alimentipossono incidere sulle scelte della popolazione a più basso red<strong>di</strong>to elivello socio-culturale.Il 36% delle famiglie italianeha ridotto quantitàe/o qualità dei prodottialimentari67CAPITOLO 5Le Malattie Cronico Degenerative


In tempo <strong>di</strong> recessione le abitu<strong>di</strong>ni alimentari possono cambiare in quanto con<strong>di</strong>zionate dai costi del ciboe tendere a un peggioramento allontanandosi da modelli protettivi.La <strong>di</strong>stribuzione commerciale e il costo contenuto del cibo a basso valore nutrizionale e alto apportocalorico (junk food), costituiscono ulteriori determinanti nelle scelte alimentari della popolazione, cosìcome la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> tali alimenti nell’offerta dei vari canali <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta (negozi, supermercati, <strong>di</strong>stributoriautomatici, ecc).5.1.2. ALCOLIl consumo in eccesso <strong>di</strong> alcol è associato a numerose malattie: cirrosi epatica, malattie car<strong>di</strong>ovascolarie tumori, malattie neuropsichiatriche, problemi <strong>di</strong> salute materno-infantile, ecc. Inoltre, il consumo <strong>di</strong> alcolpuò creare <strong>di</strong>pendenza e provocare alterazioni psicomotorie che espongono ad un aumentato rischio<strong>di</strong> incidenti stradali, infortuni sul lavoro ed episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> violenza.Ogni anno nel mondo almeno 2,3 milioni <strong>di</strong> persone muoiono per una causa alcolcorrelata; in Europa55 milioni <strong>di</strong> persone sono consumatori a rischio, 23 milioni gli alcol <strong>di</strong>pendenti mentre 195.000 personemuoiono a causa dell’alcol. I giovani, più vulnerabili rispetto agli effetti fisici e psichici dell’alcol, sono consideratiparticolarmente a rischio. Un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni, in Europa, muore a causadell’alcol, primo fattore <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà, mortalità prematura e malattia cronica nei giovani. Tali decessisono prevalentemente legati al problema <strong>di</strong> uso e abuso <strong>di</strong> alcol alla guida.Secondo i dati dell’indagine Passi <strong><strong>20</strong>11</strong> la maggioranza della popolazione italiana tra i 18 e i 69 anni nonbeve alcol (44%) o beve moderatamente (39%). Tuttavia si stima che più <strong>di</strong> un adulto su sei abbia abitu<strong>di</strong>ni<strong>di</strong> consumo considerate a maggior rischio per quantità o modalità <strong>di</strong> assunzione. Il consumo a rischio èpiù frequente negli uomini, nelle regioni Settentrionali e tra i giovani <strong>di</strong> età 18-34 (in modo particolare trai 18-24enni). A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> molti altri fattori <strong>di</strong> rischio comportamentali, il consumo <strong>di</strong> alcol è più <strong>di</strong>ffusoanche nelle persone senza problemi economici e con più elevati livelli <strong>di</strong> istruzione. Decisamente elevata èla proporzione <strong>di</strong> persone che assumono alcol, pur avendo una controin<strong>di</strong>cazione assoluta (pazienti conmalattie del fegato e donne in gravidanza).Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> cresce fortemente il consumo <strong>di</strong> alcol fuori pasto dei giovanissimi. La quota <strong>di</strong> 14-17enni checonsuma alcol fuori pasto passa dal 15,5% del <strong>20</strong>01 al 18,8% del <strong><strong>20</strong>11</strong> (fonte: ISTAT “Uso e abuso <strong>di</strong> alcolin Italia”). Sempre secondo i dati ISTAT relativi al <strong><strong>20</strong>11</strong> i comportamenti a rischio (consumo giornalieronon moderato, consumo <strong>di</strong> alcol da parte dei ragazzi <strong>di</strong> 11-15 anni, binge drinking*) riguardano 8 milioni e179 mila persone. Essi sono più <strong>di</strong>ffusi tra gli anziani <strong>di</strong> 65 anni e più (il 43,0% degli uomini contro l'10,9%delle donne), i giovani <strong>di</strong> 18-24 anni (il 22,8% dei maschi e l'8,4% delle femmine) e gli adolescenti <strong>di</strong> 11-17anni (il 14,1% dei maschi e l'8,4% delle femmine).La popolazione maggiormente a rischio <strong>di</strong> binge drinking è quella giovanile (18-24 anni); il 15,1% deigiovani si comporta in questo modo, per lo più durante momenti <strong>di</strong> socializzazione.FIGURA 5.1.2/1Persone <strong>di</strong> 11 anni e più per tipo <strong>di</strong> comportamento a rischio nel consumo <strong>di</strong> bevande alcoliche – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>(ISTAT: Uso e abuso <strong>di</strong> alcol in Italia).Consumo giornalieronon moderatoAlmeno un comportamentoarischioBinge drinking ** abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> consumare eccessive quantità (convenzionalmente 6 o più bicchieri <strong>di</strong> bevande alcoliche) in una singola occasioneCAPITOLO 568Le Malattie Cronico Degenerative


5.1.3. SEDENTARIETÀLa sedentarietà rappresenta uno dei maggiori determinanti <strong>di</strong> malattia e <strong>di</strong> morte per le principali patologiecroniche. D’altro canto, esiste una evidenza irrefutabile riguardo all’efficacia dell’Attività Fisica (AF)nella prevenzione primaria e secondaria <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse malattie croniche (ad esempio car<strong>di</strong>ovascolari) e dellamorte prematura.Numerosi stu<strong>di</strong> hanno, infatti, <strong>di</strong>mostrato un’efficacia dell’AF nella riduzione della mortalità da tutte lecause, quantificabile intorno al 30%. Il semplice camminare ad andaturaspe<strong>di</strong>ta per 30-60 minuti al giorno per più giorni alla settimana è associatoad una significativa riduzione della mortalità per malattie croni-nella riduzione della mor-Efficacia dell’attività fisicache. Il movimento riduce anche la mortalità car<strong>di</strong>ovascolare, almeno talità per <strong>di</strong>verse malattiedel 30% (e del 40-50% le complicanze car<strong>di</strong>ovascolari nei <strong>di</strong>abetici). In cronicheuno stu<strong>di</strong>o da noi pubblicato i <strong>di</strong>abetici che hanno partecipato regolarmenteall’attività motoria hanno migliorato il compenso e hanno ridotto significativamente il consumo <strong>di</strong>farmaci (Diabetes Care <strong>20</strong>10; 33:2333).Per quanto riguarda la morbilità, gli stu<strong>di</strong> evidenziano una riduzione almeno dell’or<strong>di</strong>ne del 30% per lapatologia coronarica, dal 25 al 43% per l’ictus cerebri e <strong>di</strong> poco meno del 60% per la comparsa <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete<strong>di</strong> tipo 2 in soggetti con alterata tolleranza al glucosio. Vi è anche un effetto significativo dell’AF sui valori<strong>di</strong> pressione arteriosa e <strong>di</strong> colesterolo plasmatici.Inoltre, l’AF riduce significativamente il rischio <strong>di</strong> sviluppare il tumore della mammella, dell’endometrioe del colon mentre nei soggetti con tumore della mammella ha un impatto positivo sulla sopravvivenza. Èstato calcolato che la riduzione del rischio globale <strong>di</strong> tumori sia dell’or<strong>di</strong>ne del 30%.Infine, molte altre patologie possono essere prevenute attraverso l’AF, tra cui: l’obesità, i <strong>di</strong>sturbi correlaticon l’invecchiamento, l’ansia, la depressione, la <strong>di</strong>sfunzione erettile, il <strong>di</strong>sagio psicosociale, le cadutee le fratture dell’anziano.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/efficacia_attmot.htmlTABELLA 5.1.3/1Malattie prevenibili me<strong>di</strong>ante attività fisica regolarePATOLOGIE CHE SI POSSONO PREVENIREPatologie car<strong>di</strong>ovascolariIctus cerebriDislipidemieObesitàIpertensioneInsorgenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete e sue complicanzeOsteoporosiDeca<strong>di</strong>mento mentale legato all’invecchiamento, depressione, <strong>di</strong>sfunzione erettileAlcuni tumori: colon, mammella e probabilmente anche prostata, endometrio e polmoneI dati Passi evidenziano che nel Veneto nel <strong>20</strong>10 solo il 31% degli adulti praticava livelli <strong>di</strong> AF sufficienti(anche se il dato rappresenta un miglioramento rispetto al 28% del<strong>20</strong>08) mentre il 23% era sedentario (vs il 25% del <strong>20</strong>08). Per quanto riguardai ragazzi, secondo lo stu<strong>di</strong>o HBSC, nel <strong>20</strong>10 svolgevano almenoUn Paese poco attivoun’ora <strong>di</strong> AF per 5 o più giorni alla settimana il 25% degli 11enni (nel <strong>20</strong>06 erano il 37%), il 29% dei 13enni(34%) e il 21% dei 15enni (28%).69CAPITOLO 5Le Malattie Cronico Degenerative


Tale <strong>di</strong>saffezione all’attività fisica è correlabile anche con l’uso eccessivo del mezzo televisivo e delcomputer (videogiochi, collegamento Internet, social network ed altro).In ogni caso la responsabilità per la scelta <strong>di</strong> stili <strong>di</strong> vita salutari non può essere lasciata esclusivamenteagli in<strong>di</strong>vidui, ma deve <strong>di</strong>ventare una responsabilità con<strong>di</strong>visa da tutta la comunità. La creazione <strong>di</strong> una rete<strong>di</strong> Istituzioni che con<strong>di</strong>vidano obiettivi comuni e definiscano ruoli e modalità <strong>di</strong> azione rappresentaquin<strong>di</strong> un momento fondamentale per sviluppare interventi sostenibili e continuati (coinvolgimento <strong>di</strong> i-stituzioni regionali, amministratori locali, scuola, servizi sanitari e sociali, me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> famiglia e pe<strong>di</strong>atri, associazioni,aziende, produttori e reti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> prodotti alimentari e strutture <strong>di</strong> ristorazione).5.1.4. TABAGISMOIl fumo <strong>di</strong> tabacco provoca più decessi <strong>di</strong> alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali e omici<strong>di</strong> messi insieme.A seconda del metodo usato, si stima che fra i 70 e gli 80 mila decessi all’anno, in Italia, siano attribuibiliIl 29% degli italiani fuma.Il 90% dei tumori ai polmonisono attribuiti alfumoall’abitu<strong>di</strong>ne al fumo con oltre un milione <strong>di</strong> anni <strong>di</strong> vita potenzialmentepersi. ll fumo <strong>di</strong> tabacco è tra i principali fattori <strong>di</strong> rischio perl’insorgenza <strong>di</strong> numerose patologie cronico-degenerative, in particolarea carico dell’apparato respiratorio e car<strong>di</strong>ovascolare ed è il maggiorefattore <strong>di</strong> rischio evitabile <strong>di</strong> morte prematura. Si stima che unaquota tra l’85 e il 90% dei tumori dei polmoni sia causata dal fumo.Negli ultimi 40 anni la percentuale <strong>di</strong> fumatori negli uomini si è progressiva ridotta, mentre è cresciutatra le donne, fino a raggiungere in alcune Regioni valori paragonabili nei due sessi. È inoltre in aumento lapercentuale <strong>di</strong> giovani che fumano.Dall’indagine PASSI <strong><strong>20</strong>11</strong> emerge che in Italia nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, tra gli adulti <strong>di</strong> 18-69 anni, il 29% è fumatore, il18% è classificabile come ex fumatore mentre più della metà degli intervistati si <strong>di</strong>chiara non fumatore.Tra i fumatori, la me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> sigarette fumate al giorno è pari a 13. L’abitu<strong>di</strong>ne al fumo risulta più alta nelleclassi d’età più giovani, tra gli uomini, nelle persone con livello <strong>di</strong> istruzione interme<strong>di</strong>o (me<strong>di</strong>a inferiore eme<strong>di</strong>a superiore) e con maggiori <strong>di</strong>fficoltà economiche.In Veneto, sempre secondo i risultati dell’indagine PASSI, nel quadriennio <strong>20</strong>08-<strong><strong>20</strong>11</strong> l’abitu<strong>di</strong>ne al fumorisulta minore rispetto alla me<strong>di</strong>a italiana (figura 5.1.4/1). Dichiara infatti <strong>di</strong> essere fumatore il 24,75%del campione (rispetto al 27,7% del dato italiano per il periodo <strong>20</strong>08-<strong><strong>20</strong>11</strong>). Anche in Veneto rimane elevatal’abitu<strong>di</strong>ne al fumo nelle classi d’età più giovani. I dati più recenti a <strong>di</strong>sposizione sull’abitu<strong>di</strong>ne al fumodei più giovani sono quelli dell’Indagine Doxa-ISS “Il fumo in Italia” secondo cui in Italia, nel <strong>20</strong>12, il59,4% della popolazione inizia a fumare prima dei 18 anni e il 13,3% comincia prima dei 15 anni.FIGURA 5.1.4/1Percentuale <strong>di</strong> fumatori. Pool PASSI - periodo <strong>20</strong>08-<strong><strong>20</strong>11</strong>Fonte: Ministero del Lavoro, della Salute edelle Politiche Sociali – CCM e Regione delVeneto: Sorveglianza PassiCAPITOLO 570Le Malattie Cronico Degenerative


5.1.5. GUADAGNARE SALUTEPromuovere stili <strong>di</strong> vita sani e agire sui principali fattori <strong>di</strong> rischio delle malattie cronico-degenerative èl’idea che sta alla base del Programma Interministeriale “Guadagnare Salute”. L’obiettivo primario è quello<strong>di</strong> agire in modo integrato e coor<strong>di</strong>nato sui quattro principali fattori <strong>di</strong> rischio mo<strong>di</strong>ficabili (scorretta a-limentazione, alcol, inattività fisica e fumo).Questi fattori <strong>di</strong> rischio risultano essere in gran parte legati a comportamenti in<strong>di</strong>viduali che sono peròfortemente con<strong>di</strong>zionati dal contesto economico, sociale, culturale e ambientale in cui le persone sonoinserite, con la conseguenza che le classi più colpite sono le più svantaggiate. Da qui l’importanza <strong>di</strong> agiretempestivamente e trasversalmente su questi fattori <strong>di</strong> rischio non solo dal punto <strong>di</strong> vista sanitario macome veri e propri fenomeni sociali. La Regione Veneto ha promosso un progetto che ha l’obiettivo <strong>di</strong> creareuna rete <strong>di</strong> azioni integrate per incidere sui principali determinanti attraverso la costruzione <strong>di</strong> rapportistabili con la comunità locale.Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> ha avviato le azioni richieste dal programma attraverso il SPES, al qualesono state inoltre assegnate le attività del progetto HPH&HS (Health Promoting Hospital & Health Services).SISTEMA DI SORVEGLIANZA PASSIIl sistema <strong>di</strong> sorveglianza PASSI (Progressi delle aziende sanitarie perla salute in Italia) si inquadra nell’ambito delle attività <strong>di</strong> prevenzione <strong>di</strong>“Guadagnare salute”. Le informazioni vengono raccolte tramite intervistetelefoniche effettuate da personale dell’ULSS e riguardano la percezionedella salute, gli stili <strong>di</strong> vita ed i comportamenti a rischio nel nostroPaese. Grazie alle risposte dei citta<strong>di</strong>ni, si ottiene così una fotografia aggiornata,capillare e continua degli stili <strong>di</strong> vita della popolazione adultatra i 18 e i 69 anni. Il monitoraggio è partito anche nella nostra ULSS nel maggio <strong>20</strong>08.La partecipazione dell’ULSS allo stu<strong>di</strong>o Passi, consente un utilizzo dei dati <strong>di</strong>rettamente a livello locale<strong>di</strong> ULSS e Regione, <strong>di</strong> monitorare le mo<strong>di</strong>fiche nel tempo dei comportamenti e <strong>di</strong> valutare l’efficacia dellemisure preventive adottate. L’indagine più recente risale al <strong><strong>20</strong>11</strong> e in essa sono stati aggregati i dati relativial quadriennio <strong>20</strong>08-<strong><strong>20</strong>11</strong>.GUADAGNARE SALUTE… COMINCIANDO DA PICCOLI – GENITORIPIÙCi sono sempre maggiori evidenze sull’importanza <strong>di</strong> interventi precoci <strong>di</strong> promozione della salute; giànel periodo preconcezionale, in gravidanza e nei primi anni <strong>di</strong> vita si creano con<strong>di</strong>zioni più o meno favorevoliad un sano sviluppo psicofisico degli adulti del futuro.La tempestività e l’appropriatezza delle azioni rispetto al momento evolutivo sono essenziali come sonofondamentali i quattro determinanti promossi dal progetto Guadagnare Salute: una corretta alimentazionedella mamma prima, e del bambino con l’allattamento materno poi, l’attività fisica e l’astensione dafumo e alcol.All’interno del Piano Regionale della <strong>Prevenzione</strong> <strong>20</strong>10-<strong>20</strong>12 i progetti riconducibili al programma GuadagnareSalute sono:il “Programma <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> precoce – monitoraggio dei comportamenti e delle azioni <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>e Promozione della Salute nei primi anni <strong>di</strong> vita (GenitoriPiù)” che interviene sul contrastoa fumo ed alcol e promuove l’allattamento materno;il “Progetto per la promozione ed il sostegno dell’allattamento materno” che promuovel’allattamento attraverso il raggiungimento degli standard degli Ospedali e Comunità Amiche deiBambini (Baby Friendly Hospital Initiative OMS/UNICEF).71CAPITOLO 5Le Malattie Cronico Degenerative


La Campagna GenitoriPiù, lanciata nel <strong>20</strong>06 dalla Regione Veneto a supporto della sospensionedell’obbligo vaccinale, proseguita nel <strong>20</strong>07 come Progetto ed estesa a livello nazionale in 13 Regioni e 2ASL, aggiunge altri determinanti <strong>di</strong> salute precoci su cui orientare i genitori.Genitori Più: promozione<strong>di</strong> 8 determinanti <strong>di</strong> saluteprecociIn tutto le azioni promosse sono 8: al contrasto del fumo e dell’alcole alla promozione dell’allattamento al seno vanno aggiuntil’assunzione <strong>di</strong> acido folico, la posizione supina nel sonno per proteggeredalla SIDS (morte in culla), la protezione in casa e in auto, le vaccinazionie la lettura precoce ad alta voce.La promozione con i genitori è accompagnata in parallelo dalla formazione degli operatori, coerente neicontenuti e nello stile, orientato al counselling.Come in ogni ULSS a livello locale anche nell’ULSS <strong>20</strong> è stato formalizzato un Gruppo <strong>di</strong> lavoro aziendaleche riunisce la rete degli operatori coinvolti nel promuovere l’insieme degli 8 determinati <strong>di</strong> salute. Ilgruppo <strong>di</strong> lavoro ha progettato una serie <strong>di</strong> iniziative concentrandosi soprattutto sulla lettura ad alta vocee sulla prevenzione degli incidenti domestici e in auto attraverso una serie <strong>di</strong> attività promozionali e formative(ve<strong>di</strong> paragrafo 6.3)Il sito (www.genitoripiu.it) è stato completamente rinnovato ed vi è stata inserita la nuova azione <strong>di</strong> a-stensione dall’alcol in gravidanza e durante l’allattamento1. Prendere l’acido folico2. Non bere bevande alcoliche in gravidanzae in allattamento3. Non fumare in gravidanza e davantial bambino4. Allattarlo al seno5. Metterlo a dormire a pancia in su6. Proteggerlo in auto e in casa7. Fare tutte le vaccinazioni consigliate8. Leggergli un libroCAPITOLO 572Le Malattie Cronico Degenerative


PROMOZIONE DELLA LETTURA PRECOCE AD ALTA VOCE - (HEALTH LITERACY) - PROGETTO “NATI PER LEGGERE”Le evidenze scientifiche sottolineano la connessione tra la lettura precoce ad altavoce e lo sviluppo dell’ “health literacy” che promuove le abilità cognitive e socialiche motivano gli in<strong>di</strong>vidui e li rendono capaci <strong>di</strong> accedere, comprendere e utilizzarele informazioni in modo da promuovere e preservare la propria salute.L’obiettivo del progetto è la promozione della lettura ad alta voce ai bambini findalla più tenera infanzia, per favorire e sostenere una crescita armoniosa ed equilibrata,sia sul piano cognitivo che su quello affettivo-relazionale.Attraverso la costituzione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale, si è avviata l’organizzazione <strong>di</strong> i-niziative comuni volte a coinvolgere altri soggetti pubblici e privati, in particolare pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> famiglia, operatorisanitari, bibliotecari, educatori degli asili nido, insegnanti della scuola dell’infanzia, singoli genitori eassociazioni <strong>di</strong> genitori.5.2 FAVORIRE UN’ALIMENTAZIONE SANARISTORAZIONE COLLETTIVAI cambiamenti dello stile <strong>di</strong> vita portano a consumare spesso un pasto fuori casa utilizzando mense scolastiche,ospedaliere, assistenziali, aziendali, commerciali. Secondo la Federazione Italiana Pubblici Esercizi(FIPE) nel <strong>20</strong>10 oltre 12 milioni <strong>di</strong> italiani hanno pranzato abitualmente fuori dalle mura domestiche e altri3 milioni vi hanno consumano la cena (Grafico 5.2/1).GRAFICO 5.2/1Il pranzo fuori casa. Persone <strong>di</strong> 3 e più anni – valori in migliaia. Anno <strong>20</strong>10 (Fonte: FIPE su dati Istat “La crisi nelpiatto: come cambiano i consumi degli italiani”)4.6913.7791.8661.515Pranzo in mensaPranzo al ristorante o intrattoriaPranzo in un barPranzo sul posto <strong>di</strong> lavoroVista l’elevata frequenza con cui gli italiani mangiano fuori casa, è fondamentale elevare nella ristorazionecollettiva il livello qualitativo dei pasti favorendo scelte alimentari nutrizionalmente corrette.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/ristorazione_lineeguida.htmlNell’ambito dell’attività <strong>di</strong> prevenzione nutrizionale, nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, sono stati verificati e/o pre<strong>di</strong>sposti i menù<strong>di</strong> 375 mense scolastiche sul territorio (pari a circa il 76% <strong>di</strong> quellenote). Una particolare attenzione è rivolta ai regimi <strong>di</strong>etetici speciali per Verificati i menù <strong>di</strong> 375patologie o anche per motivi etico religiosi. Su richiesta vengono valutatie pre<strong>di</strong>sposti menù e tabelle <strong>di</strong>etetiche nell’ambito della ristorazio-mense scolastichene collettiva.73CAPITOLO 5Le Malattie Cronico Degenerative


A scopo esemplificativo si riportano i dati riferiti alle richieste <strong>di</strong> regimi <strong>di</strong>etetici speciali della popolazionein età prescolare e scolare (fino a 14 anni) che fruisce delle mense pubbliche gestite dal Comune <strong>di</strong><strong>Verona</strong> (anno scolastico <strong>20</strong>10/<strong><strong>20</strong>11</strong>): 1.975 richieste <strong>di</strong> <strong>di</strong>ete speciali destinate al 10% degli utenti (su untotale <strong>di</strong> 16.944 utenti).Sono state inoltre effettuate consulenze alle Amministrazioni Comunali sui capitolati d’appalto, commissionimensa, verifiche con sopralluoghi sulla qualità nutrizionale dei pasti nonché pareri e/o realizzazione<strong>di</strong> <strong>di</strong>ete speciali (celiachia, intolleranze e allergie alimentari).Anche nella ristorazione delle strutture residenziali extraospedaliere viene fornita consulenza su aspettinutrizionali della ristorazione sulla base delle Linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo regionali. A ciò si aggiungono i controlli ufficialifinalizzati all’igiene degli alimenti con verifica <strong>di</strong> locali, procedure <strong>di</strong> autocontrollo e campionamento<strong>di</strong> alimenti.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/extraosp_lineeguida.htmlCELIACHIA E DIETE SPECIALILa Legge n. 123 del 4 luglio <strong>20</strong>05 “Norme per la protezione dei soggetti malati <strong>di</strong> celiachia” prevedel’obbligo nelle mense <strong>di</strong> scuole, ospedali e strutture pubbliche <strong>di</strong> somministrazione <strong>di</strong> pasti senza glutinesu richiesta degli interessati, con interventi <strong>di</strong> formazione e informazione degli addetti.La celiachia è un’enteropatia autoimmune permanente scatenata, in soggetti geneticamente pre<strong>di</strong>sposti,dall’ingestione del glutine, frazione proteica contenuta nel grano e in altri cereali, quali segale e orzo.La prevalenza della celiachia è attualmente stimata sia per i bambini sia per gli adulti intorno all’1%. Perogni celiaco <strong>di</strong>agnosticato si stima quin<strong>di</strong> che ce ne siano almeno 10 non consapevoli <strong>di</strong> esserne affetti.Nel Veneto al <strong>20</strong>10 sono stati <strong>di</strong>agnosticati 7.626 celiaci (<strong>Relazione</strong> annuale al Parlamento sulla celiachia –anno <strong>20</strong>10) e a livello nazionale risultano 122.482.È proseguito il progetto regionale “La compagnia del senza glutine” con la campagna <strong>di</strong> informazione eformazione gratuita degli addetti alla ristorazione collettiva, degli operatori dei pubblici esercizi e deglistudenti degli Istituti Alberghieri. Gli interventi mirati sul territorio, organizzati dal SIAN a partire dal <strong>20</strong>07,hanno portato al coinvolgimento e alla formazione <strong>di</strong> oltre 800 operatori del settore.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/celiachia.htmlINFORMAZIONE, EDUCAZIONE ALIMENTARE E PROMOZIONE DELLA SANA ALIMENTAZIONEIl SIAN ha supportato iniziative <strong>di</strong>dattiche a carattere educativo presso le scuole sulla base <strong>di</strong> progettualitàregionali e locali quali il progetto ANSISA e Alimenti in Salute “Cibo intelligente” o europee quali ilprogetto “Healthy food, healthy children - a healthy and strong Europe”.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/igiene2_infoalimentare.html5.3 PROMOZIONE DELL’ATTIVITÀ FISICAPREMESSAIl <strong>Dipartimento</strong> funge da capofila del programma regionale <strong>di</strong> promozione dell’attività motoria, che sirivolge a tutta la popolazione ma con particolare riguardo ai bambini, ai giovani e agli anziani.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> si sono concluse le azioni del progetto nazionale <strong>di</strong> promozione dell’attività motoria (PNPAM).CAPITOLO 574Le Malattie Cronico Degenerative


LE DIVERSE FORME DI ATTIVITÀ FISICAIL CAMMINO, LA BICICLETTA, L'USO DELLE SCALEIl modo più efficace e più semplice per essere attivi è muoversi <strong>di</strong> più nella vita quoti<strong>di</strong>ana. Camminaree andare in bicicletta ha un effetto positivo sul tono dell'umore, aiuta asocializzare e facilita i rapporti interpersonali oltre ad incrementare L’attività fisica può esserel'autostima. L'attività fisica, infatti, è uno dei più potenti stimolanti dellaproduzione <strong>di</strong> endorfine, sostanze prodotte dal cervello per contra-praticarla in gruppo è piùsvolta anche da soli, mastare il dolore e dare una sensazione <strong>di</strong> piacere. Anche fare le scale a piacevolepie<strong>di</strong> abitualmente, invece <strong>di</strong> usare l’ascensore, è un metodo sempliceed economico per muoversi <strong>di</strong> più nella vita <strong>di</strong> tutti i giorni.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/mo<strong>di</strong>_attmot.htmlLE ATTIVITÀ ORGANIZZATE E I LUOGHI DOVE PRATICARE L’ATTIVITÀ FISICAL’attività fisica può essere svolta anche da soli, ma per molti praticarla in gruppo è più piacevole. È importanteperciò conoscere l'esistenza delle principali iniziative organizzate <strong>di</strong> AF presenti sul territorio.Uno degli impegni del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> è quello <strong>di</strong> collaborare all’organizzazione <strong>di</strong> iniziative<strong>di</strong> attività fisica <strong>di</strong> gruppo, a basso costo o gratuite, a <strong>Verona</strong> e negli altri comuni dell’ULSS <strong>20</strong>, destinatesoprattutto agli anziani e ai portatori <strong>di</strong> malattie croniche.Le principali sono attualmente:Gruppi <strong>di</strong> cammino (15 nei <strong>di</strong>versi quartieri della città)Ginnastica per anziani (in tutte le circoscrizioni e in 6 comuni extra <strong>Verona</strong>)Ballo (nei centri anziani, oltre ad eventi citta<strong>di</strong>ni organizzati perio<strong>di</strong>camente dal comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>)Ginnastica e cammino per <strong>di</strong>abetici (v. avanti)Cammino per portatori <strong>di</strong> patologie psichiatriche (presso i servizi <strong>di</strong> psichiatria della città)Le informazioni su strutture, iniziative organizzate ed eventi motori sono state trasmesse alla popolazionee agli operatori sanitari attraverso i principali mass me<strong>di</strong>a locali.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/attmot_territoriovr.htmlLE ETÀ E LE PATOLOGIEI BAMBINI E I GIOVANIPer motivare i bambini all’AF è necessario il sostegno dei genitori, degli altri adulti significativi edell’intera società; inoltre l’intero contesto urbanistico dovrebbe essere rivisto perché le principali forme<strong>di</strong> attività motoria (giocare all’aperto, correre, camminare, usare la bicicletta)sono gravemente ostacolate dal traffico nelle nostre città. Nel<strong><strong>20</strong>11</strong> sono state potenziate le iniziative rivolte ai ragazzi con i progetti“Ragazzi in gamba” (materiali e meto<strong>di</strong> per i ragazzi delle primarie e secondarie<strong>di</strong> I e II grado), “Diamoci una mossa” (laboratori per i ragazzi inorario curricolare con coinvolgimento anche dei genitori e degli insegnanti), “Vado a scuola camminando”(promozione del cammino sul percorso casa-scuola), “Guadagnare Salute in adolescenza” (promozione <strong>di</strong>AF e sana alimentazione nei ragazzi delle scuole secondarie), “Tante Tinte” (laboratori nelle scuole ad altacomponente <strong>di</strong> stranieri, v. avanti) oltre alla realizzazione <strong>di</strong> materiali per i <strong>di</strong>versi or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> scuole el’aggiornamento delle pagine web sui bambini e del blog “Movimentiamoci”. Tutti i materiali sono liberamentescaricabili e possono essere richiesti in formato cartaceo al <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/bambini_attmot.htmlhttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/giovani_attmot.htmlhttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/ragazzingamba_nazionale.htmlUn bambino attivo <strong>di</strong>venteràquasi sicuramente unadulto <strong>di</strong>namico e sano75CAPITOLO 5Le Malattie Cronico Degenerative


GLI ANZIANINon esiste un'età limite oltre alla quale il movimento vada sconsigliato: anche a 90 anni si può iniziaresenza problemi, purché con le dovute precauzioni per quanto riguardaNon esiste un'età limite la gradualità e l’intensità dello sforzo. Per questo molte iniziative sonooltre alla quale il movimentovada sconsigliato Movimento“ è arrivato a coinvolgere circa 1.500 anziani (<strong>di</strong> cui 1.000 arivolte agli ultra sessantenni. Nell’ULSS <strong>20</strong> il programma “La Salute nel<strong>Verona</strong> e 500 negli altri comuni); i principali risultati ottenuti sono riportatinell’opuscolo scaricabile dal web: http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/ginnastica_vr.htmlInoltre sono state censite le principali risorse per l’attività fisica presenti sul territorio: aree ver<strong>di</strong>, percorsidove camminare, correre o andare in bicicletta, strutture al coperto per lo sport e l’AF.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/attmot_territoriovr.htmlhttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/ginnastica_vr.htmlI DIABETICIEsiste una forte evidenza scientifica che <strong>di</strong>mostra come sia possibile mo<strong>di</strong>ficare il rischio <strong>di</strong> comparsadel <strong>di</strong>abete attraverso l’AF, che quin<strong>di</strong> va consigliata soprattutto alle persone ad alto rischio <strong>di</strong> squilibrioglicemico: ad es. coloro che sono in sovrappeso o obesi e chi soffre <strong>di</strong>È possibile mo<strong>di</strong>ficare ilrischio <strong>di</strong> comparsa del<strong>di</strong>abete attraverso l’AF.Nei <strong>di</strong>abetici l’attività fisicaaiuta a prevenire lecomplicazioni tipiche <strong>di</strong>questa malattiasindrome metabolica. Nei soggetti già <strong>di</strong>abetici, inoltre, l’attività fisicaaiuta a prevenire gran parte delle complicazioni (metaboliche e car<strong>di</strong>ovascolari)tipiche <strong>di</strong> questa malattia. I <strong>di</strong>abetici veronesi che hannopartecipato regolarmente al programma <strong>di</strong> attività motoria oltre a migliorareil compenso metabolico hanno potuto ridurre significativamenteil consumo <strong>di</strong> farmaci. I <strong>di</strong>abetici ultrasessantenni possono parteciparea tutte le iniziative organizzate <strong>di</strong> attività fisica per anziani delloro quartiere poiché il tipo <strong>di</strong> attività consigliabile è generalmentemolto simile. Perché il <strong>di</strong>abetico assuma uno stile <strong>di</strong> vita attivo è fondamentaleche egli venga adeguatamente consigliato dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia o dallo specialista che lo segue.Per questo sono state attivate numerose iniziative in questo senso sul territorio dell’ULSS coinvolgendosia i MMG che la <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell’Azienda OspedalieraUniversitaria Integrata <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, che ha inserito nelle proprie attività numerose iniziative <strong>di</strong> prevenzionesecondaria:counseling in<strong>di</strong>viduale e <strong>di</strong> gruppo sui pazienti;formazione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci specializzan<strong>di</strong> e degli infermieri;collaborazione con l’associazione <strong>di</strong>abetici;gruppo <strong>di</strong> cammino permanente che si trova più volte la settimana al percorso della salute delquartiere <strong>di</strong> S. Zeno;iniziative organizzate <strong>di</strong> bicicletta;numerosi gruppi <strong>di</strong> ginnastica in palestra per <strong>di</strong>abetici;eventi e manifestazioni po<strong>di</strong>stiche promozionali.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/prevenz_<strong>di</strong>abete.htmlI PORTATORI DI MALATTIE CARDIOVASCOLARILe malattie car<strong>di</strong>ovascolari sono al primo posto tra le cause <strong>di</strong> morte in Italia, essendo responsabili del44% <strong>di</strong> tutti i decessi; la car<strong>di</strong>opatia ischemica è responsabile del 28%Rischio car<strong>di</strong>ovascolare: <strong>di</strong> tutte le morti e le patologie cerebrovascolari del 13%. Il 23,5% dellaprogramma regionale <strong>di</strong> spesa farmaceutica italiana (pari all'1,34% del Prodotto Interno Lordo)prevenzione primaria e è destinata ai farmaci per il sistema car<strong>di</strong>ovascolare. Gran parte <strong>di</strong>secondariaquesti decessi sono prevenibili con interventi su fattori <strong>di</strong> rischio noti,prima che la malattia compaia ed anche dopo che i primi danni sonostati <strong>di</strong>agnosticati (prevenzione primaria e secondaria).CAPITOLO 576Le Malattie Cronico Degenerative


Dal <strong>20</strong>07 è stato attivato in Veneto un programma sperimentale che attualmente coinvolge 9 ULSS dellaRegione. I due filoni <strong>di</strong> intervento comprendono un piano <strong>di</strong> prevenzione primaria e uno <strong>di</strong> prevenzionesecondaria (destinato ai pazienti in <strong>di</strong>missione dai reparti <strong>di</strong> car<strong>di</strong>ologia dei reparti car<strong>di</strong>ologici).http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/car<strong>di</strong>ovascolare.htmlhttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/docs/Car<strong>di</strong>ovascolare/Progetto_car<strong>di</strong>ovascolare_150607.pptLA PROMOZIONE DELL’ATTIVITÀ FISICA NELLE “FASCE DEBOLI”Molti problemi legati alla salute, compresi quelli legati alla sedentarietà, sono accentuati nelle fasce socialisvantaggiate, nelle quali è maggiore il problema dell’obesità e dell’alimentazione scorretta. Le comunitàpiù a rischio <strong>di</strong> determinate patologie spesso usufruiscono menodella gamma completa <strong>di</strong> servizi preventivi (è la cosiddetta “legge inversa<strong>di</strong> prevenzione <strong>di</strong> Acheson”). Dal Rapporto Marmot (la più recenterevisione in<strong>di</strong>pendente sulle strategie per ridurre le <strong>di</strong>suguaglianze <strong>di</strong>salute in Inghilterra) è risultata una <strong>di</strong>fferenza me<strong>di</strong>a nell’aspettativa <strong>di</strong>Chi è svantaggiato socialmenteè più sedentariovita fra chi è più povero e chi è più benestante <strong>di</strong> ben 7 anni e ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> 17 se si valuta l’attesa <strong>di</strong> vitalibera da <strong>di</strong>sabilità; nel rapporto si calcola che se tutte le persone avessero l’attesa <strong>di</strong> vita dei laureati, inInghilterra vi sarebbero <strong>20</strong>2.000 morti premature in meno ogni anno.Una fascia <strong>di</strong> popolazione particolarmente <strong>di</strong>fficile da raggiungere è rappresentata dalle persone immigrate<strong>di</strong> prima o seconda generazione. Nel <strong>20</strong>10 sono iniziati due progetti <strong>di</strong> promozione dell’AF rivolti aqueste persone (pre-adolescenti, adolescenti e adulti). È stato realizzato un progetto con gruppi <strong>di</strong> alunni/eper la promozione dell’attività fisica, della sana alimentazione e del gioco in alcuni Istituti Comprensivicitta<strong>di</strong>ni in cui è particolarmente forte la presenza <strong>di</strong> immigrati; un altro si è rivolto agli adulti ed ha coinvoltoanche l’ufficio <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione culturale della ULSS <strong>20</strong> ed i me<strong>di</strong>atori culturali delle <strong>di</strong>verse etnie.Sono state realizzate le seguenti attività: sviluppo della rete tra la sanità pubblica e le realtà locali, con il coinvolgimento <strong>di</strong>: <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong>prevenzione, rete Tante Tinte dell’Ufficio Scolastico <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, consultori, numerosi Istituti Comprensivi<strong>di</strong> primo e secondo grado della Provincia, Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, associazioni formali ed informalie gruppi del territorio che lavorano per e con gli adulti migranti (CESTIM Centro Stu<strong>di</strong> perl’Immigrazione, Associazione Le fate, Cooperativa Azalea, Casa <strong>di</strong> Ramia, associazioni delle <strong>di</strong>verseetnie ecc.); progettazione <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong>vulgativo multilingue per informare e sensibilizzare; sono stati messia <strong>di</strong>sposizione della rete anche il sito web, il blog e il database dei centri sportivi <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> e provincia; incontri con i me<strong>di</strong>atori culturali per definire al meglio il passaggio <strong>di</strong> messaggi e conoscere le caratteristichedelle aree culturali maggiormente presenti a <strong>Verona</strong> (cinese, marocchina, rumena,montenegrina, brasiliana) e gli atteggiamenti nei confronti dell’AF e degli stili <strong>di</strong> vita sani; laboratori con gli alunni/e della scuola primaria e secondaria <strong>di</strong> primo grado: nei laboratori è statatrattata la tematica riguardante l’attività fisica, con la proposta inizialmente <strong>di</strong> giochi tipici Italianie quin<strong>di</strong> con la partecipazione dei ragazzi <strong>di</strong> origine straniera per conoscere e mettere in praticagiochi <strong>di</strong> altre nazionalità; inoltre è stata prevista, nel monte ore <strong>di</strong>sponibile, anche l’attività <strong>di</strong>orienteering per i ragazzi più gran<strong>di</strong> (doposcuola estivi della secondaria della rete CESTIM); incontri <strong>di</strong> sensibilizzazione <strong>di</strong> insegnanti <strong>di</strong> scuole <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso or<strong>di</strong>ne e grado (dai ni<strong>di</strong> alle secondarie<strong>di</strong> secondo grado) e dei genitori dei ragazzi coinvolti. valutazione: tra il <strong>20</strong>10 e il <strong><strong>20</strong>11</strong> sono state contattate e sensibilizzate tramite un’informativa 22scuole ed in 14 è stato effettuato l’intervento in forma <strong>di</strong> laboratorio. Si sono pre<strong>di</strong>sposti anchedei questionari <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento per alunni e insegnanti. Il progetto ha coinvolto 287 bambini e ragazzi<strong>di</strong> scuole primarie e secondarie e doposcuola della rete CESTIM, raggiungendo il 39% <strong>di</strong> studentistranieri principalmente srilankesi, nigeriani e rumeni (i laboratori erano naturalmente rivoltiall’intera classe). Nell’anno scolastico <strong><strong>20</strong>11</strong>-<strong>20</strong>12 è proseguita la collaborazione con la rete esono stati raggiunti 16 istituti della provincia per un totale <strong>di</strong> 30 classi e quin<strong>di</strong> all’incirca 1<strong>20</strong> ragazzidelle me<strong>di</strong>e e circa 450 alunni delle scuole primarie.77CAPITOLO 5Le Malattie Cronico Degenerative


Un altro progetto attivo da alcuni anni (<strong>20</strong>05) si rivolge invece ai pazienti psichiatrici. Gli stu<strong>di</strong> epidemiologicihanno infatti evidenziato in queste persone un tasso <strong>di</strong> mortalitàcirca 2 volte maggiore rispetto alla popolazione generale e unGruppo <strong>di</strong> cammino per ilCentro <strong>di</strong> Salute Mentale aumentato tasso <strong>di</strong> prevalenza delle patologie croniche (malattia car<strong>di</strong>ovascolare,ipertensione, ipercolesterolemia, obesità) in grado <strong>di</strong>spiegare circa il 60% delle morti premature non dovute a suici<strong>di</strong>o.Per questo fin dal <strong>20</strong>05 è stata attivata una collaborazione con il Centro <strong>di</strong> Salute Mentale <strong>di</strong> BorgoRoma, con iniziative <strong>di</strong> formazione degli operatori, promozione deglistili <strong>di</strong> vita sani (alimentazione e attività fisica) e realizzazione <strong>di</strong> ungruppo <strong>di</strong> cammino inserito nelle attività del centro <strong>di</strong>urno. Dal <strong>20</strong>09 èstato attivato il protocollo <strong>di</strong> ricerca PHYSICO, che ha reclutato 193 pazientipsichiatrici per effettuare un’indagine epidemiologica approfon<strong>di</strong>tadei fattori <strong>di</strong> rischio seguita da un intervento per migliorare lo stile<strong>di</strong> vita e i livelli <strong>di</strong> AF.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> è poi partito un progetto più ampio che coinvolgerà tutti ipazienti dei 4 servizi psichiatrici della ULSS <strong>20</strong>.Infine per il Progetto Nazionale <strong>di</strong> Promozione dell’Attività Motoria èstato prodotto un opuscolo (scaricabile al linkhttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/docs/AttivitaMotoriaNazionale/Documenti/Manuali/In<strong>di</strong>rizzi_operativi_psichiatrici.<strong>pdf</strong>) in cui viene propostoun set <strong>di</strong> materiali e meto<strong>di</strong> per la promozione degli stili <strong>di</strong> vitasani (AF e sana alimentazione) nei servizi psichiatrici.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/docs/AttivitaMotoria/Dialogo/Dialogo5_08.<strong>pdf</strong>LA FORMAZIONE E LA DIVULGAZIONEDopo la campagna regionale del <strong>20</strong>07/8 per la formazione degli operatori della prevenzione e dei me<strong>di</strong>ci<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale (MMG) nel <strong>20</strong>10/11 è stato realizzato e messo online il corso <strong>di</strong> formazione a <strong>di</strong>stanzaper Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale sulle conoscenze e le abilità essenziali <strong>di</strong> counseling, per facilitarenei pazienti l’adesione ad uno stile <strong>di</strong> vita sano (con particolare focus sulle barriere oggettive e sulle resistenzesoggettive dei pazienti). Oltre 1<strong>20</strong>0 MMG in tutto il Paese sono stati coinvolti nella formazione.Nell’ambito del progetto nazionale sono stati organizzati eventi formativi per gli operatori psichiatrici ei laureati Scienze Motorie mentre la formazione dei tecnici della prevenzione e dei comuni sui determinantiurbanistici dell’AF è stata effettuata nel <strong>20</strong>09/10. Altre iniziative <strong>di</strong> formazione hanno coinvolto ilpersonale dei <strong>di</strong>partimenti <strong>di</strong> prevenzione e altri operatori socio-sanitari, il personale della <strong>di</strong>abetologia, ime<strong>di</strong>ci specialisti ambulatoriali, le assistenti sanitarie che collaborano alla rilevazione Passi, gli insegnantidelle scuole e gli operatori delle associazioni. Infine, anche nel <strong><strong>20</strong>11</strong> sono stati organizzati incontri con anzianipresso l’Università della terza età ed interventi sui mass me<strong>di</strong>a, per informare sui benefici derivantida uno stile <strong>di</strong> vita attivo e su come inserire correttamente l’AF nella vita quoti<strong>di</strong>ana.I MATERIALI INFORMATIVI E IL SITO WEB Nel corso degli anni sono stati realizzati numerosi materiali informativi progettati per gli operatorisanitari che per la popolazione generale, gli anziani, i bambini, i portatori <strong>di</strong> patologia.I materiali prodotti sono liberamente scaricabili dai siti web del progetto regionale e nazionale.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/att_motoria.htmlhttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/medgen_attmot.html (materiali per l’ambulatorio <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale)http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/materiali_attmot.htmlCAPITOLO 578Le Malattie Cronico Degenerative


LA NEWSLETTER E IL BLOGDal <strong>20</strong>08 viene realizzata una newsletter bimestrale (attualmente inviata a oltre 1.300 operatori, sanitarie non) per la promozione degli stili <strong>di</strong> vita orientati al benessere ealla salute, allo scopo <strong>di</strong> dare continuità alla formazione e mantenere Newsletter e blogun contatto nel tempo con i MMG e gli altri operatori formati.Dal <strong>20</strong>09 è attivo anche un blog per la promozione del movimento negli adolescenti, che pubblicizza leiniziative motorie e sportive, da quelle più tra<strong>di</strong>zionali (nuoto, pallone, judo ecc.) ad altre particolarmenteadatte a questa fascia <strong>di</strong> età come skate o breakdance. Il blog è utilizzato anche per raccogliere i commentidegli utenti.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/attmot_news.htmlhttp://movimentiamoci.blog.kataweb.it/I MEDICI DI MEDICINA GENERALEL’importanza del MMG nel motivare i pazienti, attraverso il counseling, ad un corretto stile <strong>di</strong> vita èormai da tutti riconosciuta. Per questo motivo fin dal <strong>20</strong>02 è stata portataavanti una collaborazione con i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> famiglia dell’ULSS <strong>20</strong> e <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia etutta la Regione, con iniziative formative culminate nella campagna regionaledel <strong>20</strong>07/8 che ha coinvolto 962 operatori <strong>di</strong> cui 724counselingMMG.L’attività è poi proseguita con i MMG in formazione della scuola regionale <strong>di</strong> formazione in me<strong>di</strong>cinagenerale e con la progettazione della formazione a <strong>di</strong>stanza (v. sopra). Sono stati inoltre realizzati numerosimateriali cartacei pensati per l’uso in ambulatorio ed alcune pagine web sul tema della promozionedel movimento.Dal <strong>20</strong>08 inoltre è stato costituito nell’ULSS <strong>20</strong> un gruppo pilota <strong>di</strong> MMG per concordare le iniziative locali<strong>di</strong> promozione dell’attività fisica e in particolare alcuni aspetti del progetto <strong>di</strong> ginnastica per anziani“La Salute nel Movimento”; nel <strong>20</strong>10 è iniziata la riorganizzazione delle visite per gli anziani iscritti ai corsiche dal <strong><strong>20</strong>11</strong> saranno effettuate dai MMG stessi, evitando accertamenti inutili e potenziando il rapportocurante-paziente. Dal gruppo pilota è anche scaturita la richiesta che la promozione dell’AF sia inserita neifuturi patti aziendali e nella formazione regionale dei MMG.Nel <strong>20</strong>10 è stato anche realizzato un DVD per la promozione dell’attività fisica pensato per la salad’attesa del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia; visualizzabile all’in<strong>di</strong>rizzohttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/att_motoria_utap.html.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/medgen_attmot.htmlhttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/materiali_attmot.htmlhttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/attmot_territoriovr.htmlI PROGETTI REGIONALE E NAZIONALE DI PROMOZIONE DELL’ATTIVITÀ MOTORIAIL PROGRAMMA REGIONALEL’ULSS <strong>20</strong> attraverso il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> è da molti anni capofila <strong>di</strong> un progetto che è poi <strong>di</strong>venutoprogramma regionale, denominato “Programma per la promozione dell'attività motoria nella popolazione,con particolare riguardo ai bambini/giovani e anziani”.Sono state realizzate molte attività tra cui gli interventi <strong>di</strong> formazione, <strong>di</strong>vulgazione e marketing socialee prevenzione delle malattie croniche illustrati sopra. Con i fon<strong>di</strong> del progetto sono stati inoltre finanziatinel <strong>20</strong>10 numerosi progetti <strong>di</strong> <strong>Ulss</strong>.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/att_motoria.html79CAPITOLO 5Le Malattie Cronico Degenerative


IL PROGETTO NAZIONALENel <strong><strong>20</strong>11</strong> si sono concluse le attività del “Progetto nazionale <strong>di</strong> promozione dell’attività motoria”, con ilVeneto come capofila, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute.Il progetto, che ha coinvolto oltre al Veneto altre 5 regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Marchee Puglia), ha prodotto materiali liberamente scaricabili dalle pagine web de<strong>di</strong>cate.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/attmotoria_nazionale.html5.4 SCREENING ONCOLOGICIGli screening oncologici si inseriscono nel piano più ampio della lotta contro il cancro che deve esserecondotta su più fronti: l’in<strong>di</strong>viduazione della cause dei tumori, l’eliminazione o la riduzionedell’esposizione a fattori <strong>di</strong> rischio noti, l’in<strong>di</strong>viduazione precoce del cancro me<strong>di</strong>ante lo screening, nonchéun miglioramento del trattamento della malattia e delle cure.Gli screening oncologici sono interventi finalizzati all’in<strong>di</strong>viduazione del tumore in una fase precoce datoche, più precoce è la <strong>di</strong>agnosi, tanto più è probabile la possibilità <strong>di</strong> intervenire positivamente.Sul piano generale l’obiettivo principale dello screening è quello <strong>di</strong> ridurre la mortalità causata dallamalattia nella popolazione che si sottopone al test e secondariamente <strong>di</strong> consentire l’applicazione <strong>di</strong> tecnichechirurgiche e me<strong>di</strong>che il più possibile conservative ed accettabili.Sebbene lo screening possa avere effetti benefici ed aumentare i tassi <strong>di</strong> sopravvivenza, esso può ancheavere effetti secondari negativi, tra i quali rientrano effetti psico-sociali (come l’ansia), interventi me<strong>di</strong>ciinutili in caso <strong>di</strong> risultati positivi erronei e ritar<strong>di</strong> nell’in<strong>di</strong>viduazione della malattia.È fondamentale, pertanto, che un programma <strong>di</strong> screening dei tumori venga proposto a persone sanesolo se è stato <strong>di</strong>mostrato che riduce la mortalità specifica connessaTre screening oncologici alla malattia o il manifestarsi della malattia ad uno sta<strong>di</strong>o avanzato, seefficacii vantaggi ed i rischi sono ben noti e se il rapporto costo-beneficio delloscreening è accettabile (ve<strong>di</strong> paragrafo 9.3 per screening inutili).Attualmente i test <strong>di</strong> screening che sod<strong>di</strong>sfano tali criteri sono solo tre:lo screening per in<strong>di</strong>viduare le lesioni del collo dell’utero, tramite Pap test;lo screening per in<strong>di</strong>viduare i tumori del seno, tramite mammografia;lo screening per in<strong>di</strong>viduare i tumori del colon retto, tramite ricerca del sangue occulto nelle fecio indagini endoscopiche del tratto intestinale.Nella nostra ULSS questi tre screening sono attivi già da alcuni anni e molte delle attività relative alla loroorganizzazione e coor<strong>di</strong>namento sono svolte dall’Ufficio <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento degli Screening Oncologici,Ufficio del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> attivato nel <strong>20</strong>05.Nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> tutti i percorsi e le procedure dei tre screening sono stati rivalutati e revisionati secondoil percorso <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento istituzionale promosso dall’Agenzia Regionale Socio Sanitaria con ilsupporto ed il contributo scientifico del Registro Tumori del Veneto - Istituto Oncologico Veneto e dellaDirezione della <strong>Prevenzione</strong>.Il percorso <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento istituzionale si è poi concluso con la visita ispettiva del 31 gennaio <strong>20</strong>12,che ha confermato la rispondenza dei tre programmi <strong>di</strong> screening ai requisiti organizzativi e <strong>di</strong> qualità previstidalla Legge Regionale 22/02.CAPITOLO 580Le Malattie Cronico Degenerative


SCREENING DEL CANCRO DELLA CERVICE UTERINA: PAP TESTLo screening del cancro della cervice uterina, tramite Pap test, è quello attivo da più tempo, essendoavviato dal 1997 per le donne nella fascia d’età 25-64 anni.La popolazione bersaglio in questa fascia d’età è costituita da circa131.100 donne che vengono invitate ogni tre anni (quin<strong>di</strong> 43.700/anno)ad eseguire il test presso le se<strong>di</strong> <strong>di</strong>strettuali e ricevono <strong>di</strong>rettamente acasa la risposta, se negativa.In caso <strong>di</strong> positività all’indagine la donna viene contattata telefonicamente a casa dalla segreteria, cheha sede presso l’Ospedale <strong>di</strong> San Bonifacio, e viene invitata ad eseguire gli accertamenti <strong>di</strong> secondo livello.Nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong>, a livello organizzativo, sono stati apportati importanti cambiamenti allo screeningcitologico.Da marzo <strong><strong>20</strong>11</strong> il gestionale <strong>di</strong> screening è stato sostituito dal software fornito dalla regione per tutti etre i programmi <strong>di</strong> screening e per tutte le ULSS del Veneto, garantendocosì omogeneità negli inserimenti e nell’elaborazione dei dati e usufruendodella possibilità <strong>di</strong> un supporto tecnico-informatico specifico aSoftware unico regionalelivello regionale.La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> un gestionale presente sulla rete web e <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> regionali, previsti dal Piano della <strong>Prevenzione</strong>,nell’ambito del progetto “Mantenimento ed estensione dei programmi <strong>di</strong> screening”, ha consentitol’acquisto <strong>di</strong> PC per tutti gli ambulatori e la loro messa in rete, garantendo così l’accettazione deicampioni in tempo reale; il passaggio successivo è stata poi l’integrazione con il software dell’AnatomiaPatologica dell’Ospedale <strong>di</strong> San Bonifacio, che consente <strong>di</strong> gestire i campioni con modalità garantite e intempi più brevi.Da ottobre <strong><strong>20</strong>11</strong> l’anagrafe dello screening è in linea con l’AUR (Anagrafe Unica Regionale), garantendoin tempo reale l’aggiornamento delle variazioni anagrafiche e l’omogeneità <strong>di</strong> dati; inoltre da luglio <strong><strong>20</strong>11</strong> èstato attivato il flusso SPS, che consente l’inserimento delle prestazioni<strong>di</strong> Pap test eseguite dalle donne della nostra ULSS al <strong>di</strong> fuori del programma<strong>di</strong> screening, sia nell’ambito del nostro territorio sia nell’interoScreening per cancro dellacervice uterina:25 – 64 anniAnagrafe unica regionaleterritorio regionale. Ciò consente <strong>di</strong> invitare le donne secondo la corretta programmazione e alla correttascadenza (1 volta ogni 3 anni) e favorisce il processo <strong>di</strong> adesione.In seguito a questo cambiamento sono entrate a far parte della popolazione bersaglio anche tutte ledonne residenti nel territorio dell’ULSS <strong>20</strong> che hanno un’iscrizione a termine e che nel precedente gestionalenon venivano invitate. La popolazione bersaglio è pertanto aumentata <strong>di</strong> alcune migliaia <strong>di</strong> unità;l’ingresso <strong>di</strong> questa popolazione verso la fine dell’anno è stato responsabile della lieve flessionenell’estensione dello screening.Le donne straniere sono, infatti, più <strong>di</strong>fficili da raggiungere per la frequenza <strong>di</strong> cambiamento <strong>di</strong> sede <strong>di</strong>domicilio e verosimilmente anche per il <strong>di</strong>verso approccio alla culturaPiù donne stranieredella prevenzione. Rispetto a quest’ultimo aspetto nel corso del <strong>20</strong>12saranno messi in atto interventi specifici al fine <strong>di</strong> favorire l’adesione consapevole anche in questi gruppi<strong>di</strong> popolazione.Nell’estate del <strong><strong>20</strong>11</strong> si è avviata una nuova modalità d’invito, passando dalla spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> lettered’invito con appuntamento prefissato in una determinata sede <strong>di</strong>strettuale, alla spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> lettere in<strong>di</strong>vidualicontenenti l’in<strong>di</strong>cazione a telefonare al centro per fissare un appuntamento nella sede più favorevoleall’utente.Questa mo<strong>di</strong>fica, resa possibile anche da un incremento della fascia oraria del call center e dalla dotazione<strong>di</strong> un numero verde, ha consentito <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare maggiormente le richieste delle assistite, garantendomaggiore omogeneità nell’allocazione degli appuntamenti e favorendo una riqualificazione e rimodulazionedegli orari <strong>di</strong> apertura dei centri prelievo, che sarà operativa nel corso del <strong>20</strong>12.81CAPITOLO 5Le Malattie Cronico Degenerative


TABELLA 5.4/1ULSS <strong>20</strong>. Pap Test - Inviti e Adesioni, (anni <strong>20</strong>07-<strong><strong>20</strong>11</strong>)DONNE INVITATEDONNE ADERENTITASSO DIADESIONE CORRETTO %DONNE INVITATE ALSECONDO LIVELLO<strong>20</strong>07 38.045 16.704 43,9 2.835*<strong>20</strong>08 34.299 14.521 42,3 2.549*<strong>20</strong>09 31.932 15.677 49,0 2.291*<strong>20</strong>10 34.378 15.578 45,3 2.279*<strong><strong>20</strong>11</strong> 39.993 16.251 48,8 1.432*I dati relativi agli anni <strong>20</strong>07-<strong>20</strong>10 comprendevano anche i follow upTABELLA 5/4.2ULSS <strong>20</strong>. Tumori identificati negli anni <strong>20</strong>07-<strong><strong>20</strong>11</strong> allo screening con Pap test<strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>Cancri 1 / 2 1 3Nota: le donne straniere alle quali è stato <strong>di</strong>agnosticato un cancro della cervice uterina sono state 1 nell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> e 1 nell’anno <strong>20</strong>10.Donne straniere più a rischioComparando la prevalenza delle lesioni <strong>di</strong> tipo CIN3 (“<strong>di</strong>splasia severa/carcinomain situ”) <strong>di</strong>agnosticate negli anni <strong>20</strong>09-<strong>20</strong>10 tra la popolazioneitaliana e quella straniera, si evidenzia che:nell’anno <strong>20</strong>09 su 14.224 donne italiane e 1.080 donne straniere screenate al primo livello i CIN3<strong>di</strong>agnosticati sono stati:donne italiane: 14.224 CIN3: 25 = 1,75 per milledonne straniere: 1.080 CIN3: 9 = 8,33 per millenell’anno <strong>20</strong>10 su 13.643 donne italiane e 1.376 donne straniere screenate al primo livello i CIN3<strong>di</strong>agnosticati sono stati:donne italiane: 13.643 CIN3: 23 = 1,68 per milledonne straniere: 1.376 CIN3: 9 = 6,54 per milleCi troviamo, pertanto, <strong>di</strong> fronte ad un’incidenza <strong>di</strong> lesioni molto elevata nelle donne straniere.SCREENING E DISEGUAGLIANZENell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong>, nell’ambito della promozione della salute all’interno della struttura carceraria, sonostati presi contatti con la Casa Circondariale <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> che già svolge lo screening tramite proprio personale.TRIAL RANDOMIZZATO DEL TEST MOLECOLARE PER LA RICERCA DELL’HPVDal <strong>20</strong>02 la nostra ULSS partecipa al trial HPV (stu<strong>di</strong>o multicentrico italiano nuove tecnologie per loscreening del cervicocarcinoma, coor<strong>di</strong>nato dal CPO <strong>di</strong> Torino).L’arruolamento si è concluso nel <strong>20</strong>07; nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> è proseguita la sorveglianza delle sole donne,aventi biologia molecolare positiva, inserite nel follow up <strong>di</strong> secondo livello.CAPITOLO 582Le Malattie Cronico Degenerative


SCREENING DEL CANCRO DELLA MAMMELLALo screening del cancro della mammella è attivo nella nostra ULSSdal luglio 1999, per le donne in fascia d’età 50 – 69 anni. La popolazionebersaglio in questa fascia d’età è pari a circa 58.560 donne e l’invito alloscreening è previsto ogni due anni; la popolazione da invitare è pari a29.280 donne/anno.Nel novembre del <strong>20</strong>07 i due mammografi del Centro sono stati sostituiti da due mammografi <strong>di</strong>gitaliche hanno il vantaggio, rispetto ai tra<strong>di</strong>zionali, <strong>di</strong> ridurre la dose ra<strong>di</strong>ante e consentono la rielaborazionedelle immagini da parte del ra<strong>di</strong>ologo in post processing, per una più accurata gestione dell’esame.Ciascuna donna riceve ogni due anni una lettera personale che invita ad eseguire la mammografia pressole strutture <strong>di</strong> Marzana, per le donne residenti a <strong>Verona</strong> città, o nella parte ovest del territoriodell’ULSS e San Bonifacio per le donne residenti nell’est veronese. All’invito segue un sollecito per coloroche non hanno aderito.Nel caso in cui all’esame mammografico non si riscontri la presenza <strong>di</strong> tumore (referto negativo), il risultatoviene comunicato all’interessata me<strong>di</strong>ante lettera personale, entro un mese circa dalla data <strong>di</strong> e-secuzione della mammografia. Questo tempo è necessario per la particolare modalità <strong>di</strong> lettura delle ra<strong>di</strong>ografieeffettuate che vengono lette separatamente da due me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>versi (doppia lettura).Nel caso in cui venga confermata la presenza <strong>di</strong> una lesione, la donna viene sottoposta ad accertamentocitologico o istologico e, in caso <strong>di</strong> necessità, viene avviata, attraverso canale preferenziale, a consulenzachirurgica.Un giorno alla settimana è possibile effettuare, presso la sede <strong>di</strong> Marzana, visite senologiche urgenti,con impegnativa del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base.Tutte le donne sottoposte a trattamento chirurgico hanno la possibilità <strong>di</strong> essere seguite nel loro follow-uppost intervento, annualmente, presso la struttura <strong>di</strong> Marzana.Nell’anno <strong>20</strong>10 per la prima volta è stato raggiunto un importanteobiettivo: la totale copertura della popolazione bersaglio. Ciò significache tutte le donne in fascia d’età 50-69 anni, hanno ricevuto almenouna volta l’invito a partecipare allo screening mammografico.Screening per cancro dellamammella:50 – 69 anni<strong>20</strong>10: invitate tutte ledonneAnche lo screening mammografico si avvale del software unico regionale e pertanto da ottobre <strong><strong>20</strong>11</strong>l’anagrafe dello screening è in linea con l’AUR (Anagrafe Unica Regionale), garantendo in tempo realel’aggiornamento delle variazioni anagrafiche e omogeneità <strong>di</strong> dati.In seguito a questo cambiamento anche in questo caso sono entrate a far parte della popolazione bersagliotutte le donne che, residenti nel territorio dell’ULSS <strong>20</strong>, hanno un’iscrizione a termine e che nel precedentegestionale non venivano invitate.La popolazione bersaglio è pertanto aumentata <strong>di</strong> alcune migliaia <strong>di</strong> unità, il che ha provocato una lieveflessione nell’estensione dello screening mentre non ha avuto ripercussioni rilevanti sui tassi <strong>di</strong> adesione,considerato che la popolazione dello screening mammografico è più anziana e numericamente inferiorerispetto a quella dello screening citologico.Comunque, anche nell’ambito dello screening mammografico, nel corso del <strong>20</strong>12, saranno messi in attointerventi specifici al fine <strong>di</strong> favorire l’adesione consapevole anche tra le donne straniere.Da luglio <strong><strong>20</strong>11</strong> anche lo screening mammografico si avvale dell’inserimento nel software gestionale delleprestazioni <strong>di</strong> mammografia eseguite dalle donne della nostra ULSS al <strong>di</strong> fuori del programma <strong>di</strong>screening, sia nel nostro territorio che nell’intero ambito regionale.Ciò consente <strong>di</strong> invitare le donne secondo la corretta programmazione e alla corretta scadenza (1 voltaogni 2 anni) e favorisce il processo <strong>di</strong> adesione.Dall’ottobre del <strong><strong>20</strong>11</strong> nel Centro Senologico <strong>di</strong> Marzana è stata avviata una sperimentazione con Tomosintesial fine <strong>di</strong> valutarne l’efficacia.83CAPITOLO 5Le Malattie Cronico Degenerative


La sperimentazione ha visto coinvolti due centri italiani (<strong>Verona</strong> e Trento). Il confronto è stato fatto tratomosintesi standard (3D) più mammografia standard (2D) e mammografiastandard (2D). I risultati preliminari (circa 4000 donne screenateOttimi i primi risultati <strong>di</strong>una nuova modalità <strong>di</strong> al <strong>20</strong> febbraio <strong>20</strong>12) vedono la tomo sintesi (3D) + mammografia standard(2D) in grado <strong>di</strong> aumentare la detection rate (+33%) e <strong>di</strong> abbassa-<strong>di</strong>agnosi: la tomosintesire il recall rate (-18%). La sperimentazione è terminata il 30 Giugno<strong>20</strong>12. Si è in attesa dei risultati definitivi.TABELLA 5.4/3ULSS <strong>20</strong>. Mammografia - Inviti e Adesioni, anni <strong>20</strong>07 – <strong><strong>20</strong>11</strong>DONNE INVITATE DONNE ESAMINATE TASSO DI ADESIONE CORRETTO<strong>20</strong>07 18.691 13.001 76,1<strong>20</strong>08 21.581 14.080 71,4<strong>20</strong>09 24.172 12.753 54,0<strong>20</strong>10 24.718 14.096 60,2<strong><strong>20</strong>11</strong> 23.152 13.628 68,2TABELLA 5.4/4ULSS <strong>20</strong>. Tumori identificati negli anni <strong>20</strong>07 – <strong><strong>20</strong>11</strong> allo screening mammografico<strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10<strong><strong>20</strong>11</strong>Tumori <strong>di</strong>agnosticati 96 107 94 94 89**dato provvisorioSCREENING E DISEGUAGLIANZENell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong>, nell’ambito della promozione della salute all’interno della struttura carceraria, sonostati presi contatti con la Casa Circondariale <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> e si è dato avvio allo screening mammografico perle donne detenute in fascia d’età 45-69 anni.SCREENING DEL CANCRO DEL COLON-RETTONella nostra ULSS lo screening del colon retto viene eseguito con due <strong>di</strong>verse tecniche <strong>di</strong> indagine: larettosigmoidoscopia (RSS) e la ricerca del sangue occulto fecale (SOF).Lo screening con RSS è stato avviato nell'anno <strong>20</strong>03 e viene proposto per la classe dei sessantenni maschie femmine <strong>di</strong> tutta l'ULSS <strong>20</strong>. La popolazione bersaglio è costituita pertanto <strong>di</strong> anno in anno dal numerodelle persone (maschi e femmine) della classe che compirà i 60 anni nell’anno in corso; la primaScreening per cancro delcolon retto: per i 60enniclasse che è stata invitata è stata quin<strong>di</strong> quella dei nati nel 1943,l’ultima quella dei nati nel 1951. Da agosto del <strong>20</strong>06 è stato avviato loscreening con SOF/FOBT (esame <strong>di</strong> ricerca del sangue occulto fecale).Questo screening ha una perio<strong>di</strong>cità biennale ed è proposto alle personedai 61 ai 69 anni. Non sono invitate, ovviamente, le persone che hanno già aderito all'esame conRSS. Con l’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> è avvenuto l’aggancio tra le coorti dei due bracci <strong>di</strong> screening: RSS e SOF; pertantodall’anno <strong>20</strong>12 saranno invitate al SOF solo coorti <strong>di</strong> nascita precedentemente invitate alla RSS, salvo ovviamenteche persone appartenenti a quelle coorti non siano state invitate all’esame endoscopico perchénuovi entrati in anagrafe o per altri motivi.CAPITOLO 584Le Malattie Cronico Degenerative


Le persone invitate ricevono una lettera a casa, a firma del Responsabile del Progetto e del proprioMMG, con invito a recarsi presso una delle farmacie del proprio comune <strong>di</strong> residenza per ritirare il kit <strong>di</strong>agnosticoe ricevere tutte le informazioni.I comuni collaborano sia nella fase <strong>di</strong> presentazione e promozione dello screening sia nella fase <strong>di</strong> raccoltaed inoltro dei campioni al laboratorio analisi. Inoltre, grazie alla collaborazione <strong>di</strong> Federfarma <strong>Verona</strong>e dell’Agec, tutte le farmacie territoriali, pubbliche e private, partecipano alla <strong>di</strong>stribuzione dei kit <strong>di</strong>agnostici,garantendo così un servizio, oltre che qualificato, anche capillare e comodo per l’utenza.I campioni <strong>di</strong> feci vengono poi riconsegnati presso le se<strong>di</strong> comunali o <strong>di</strong>strettuali, ove presenti. Perquanto riguarda la raccolta dei campioni, nella città <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, la collaborazione dei <strong>di</strong>stretti sanitari <strong>di</strong> baseha permesso <strong>di</strong> rendere <strong>di</strong>sponibili 7 punti territoriali (compresa Marzana) in cui poter depositare apropria scelta il campione, favorendo così la partecipazione e l’adesione della popolazione invitata.Nel caso in cui il campione <strong>di</strong>a esito negativo la persona riceve per posta entro 15 giorni la relativa comunicazione;in caso <strong>di</strong> risultato positivo, l'Ufficio <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> Marzana informa telefonicamenteil curante (salvo eventuale <strong>di</strong>niego espresso dall’interessato) e contatta la persona positiva proponendoleun appuntamento alla colonscopia, esame <strong>di</strong> 2° livello.Le persone risultate positive al sangue occulto e residenti nella città <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> possono eseguirel’approfon<strong>di</strong>mento colonscopico, oltre che presso l’Ospedale <strong>di</strong> San Bonifacio, anche presso una delle treEndoscopie Digestive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> (2 <strong>di</strong> Borgo Trento, 1 <strong>di</strong>Borgo Roma). Questa forma <strong>di</strong> collaborazione tra le due Aziende ha permesso <strong>di</strong> migliorare l’adesione allacolonscopia offrendo un servizio più accessibile all’utenza.Anche lo screening colon retto con esame SOF, collegato all’Anagrafe Unica Regionale (il braccio dellaRSS ha un <strong>di</strong>verso software <strong>di</strong> screening), dall’ottobre <strong><strong>20</strong>11</strong> ha risentito dell’ingresso tra la popolazionebersaglio <strong>di</strong> una quota <strong>di</strong> popolazione, per lo più straniera, residente ma con iscrizione a termine.TABELLA 5.4/5ULSS <strong>20</strong>. Rettosigmoidoscopia. Inviti e Adesioni, anni <strong>20</strong>07 – <strong><strong>20</strong>11</strong>INVITI ADESIONI RSS TASSO DI ADESIONE CORRETTO %<strong>20</strong>07 7.049 2.434 38,4<strong>20</strong>08 6.043 2.192 38,2<strong>20</strong>09 6.069 2.273 39,2<strong>20</strong>10 5.317 2.057 40,7<strong><strong>20</strong>11</strong> 4.767 1.808 38,2TABELLA 5.4/6ULSS <strong>20</strong>. Ricerca del sangue occulto nelle feci. Inviti e Adesioni, anni <strong>20</strong>07-<strong><strong>20</strong>11</strong> (programma iniziato nell’agostodel <strong>20</strong>06)INVITIADESIONITASSO DI ADESIONECORRETTO* %POSITIVI ALLA RICERCA<strong>20</strong>07 17.699 8.776 51,96 572<strong>20</strong>08 14.251 7.037 52,47 416<strong>20</strong>09 15.419 7.992 53,58 408<strong>20</strong>10 15.989 7.251 48,47 438<strong><strong>20</strong>11</strong> 14.194 7.101 52,5 338*Il tasso <strong>di</strong> adesione corretto è stato calcolato su tutte le classi invitate al SOF, quin<strong>di</strong> sia classi invitate solo al SOF che classiinvitate prima alla RSS e non aderenti alla RSS.85CAPITOLO 5Le Malattie Cronico Degenerative


TABELLA 5.4/7ULSS <strong>20</strong>. Lesioni identificate negli anni <strong>20</strong>07-<strong>20</strong>10 con SOF e RSS.<strong>20</strong>07RSS + SOF<strong>20</strong>08RSS + SOF<strong>20</strong>09RSS + SOF<strong>20</strong>10RSS + SOF<strong><strong>20</strong>11</strong>RSS* + SOFCancri 54 42 24 23 19*Adenomi avanzati(>1cm, istologia villosa, <strong>di</strong>splasia <strong>di</strong> alto grado)295 227 171 154 93*Adenomi a basso rischio 352 274 244 259 83** i dati della RSS relativi all’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> sono provvisori e parzialiTABELLA 5.4/8ULSS <strong>20</strong>. Stima* <strong>di</strong> adesione RSS + SOF nella coorte 1951COORTEPOPOLAZIONEBERSAGLIOINVITATIRSSADERENTIRSSNON ADE-RENTI RSSADERENTI SOFNON ADERENTIA RSS *TOTALESCREENATI(RSS O SOF)ADESIONEGREZZA %(RSS O SOF)ADESIONECORRETTA %(RSS O SOF)1951 5.161 4.833 1.794 3.039 1.<strong>20</strong>3 2.997 62,0 64,5*stima: il valore è stato ottenuto applicando la percentuale del 39,6 % (pari all’adesione al SOF nei non aderenti alla RSS,anno <strong><strong>20</strong>11</strong>) ai non aderenti alla RSS, coorte 1951.Classe 1951:adesione totale 64,5%SCREENING E DISEGUAGLIANZENell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong>, nell’ambito della promozione della salute all’interno della struttura carceraria, sonostati presi contatti con la Casa Circondariale <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> e si è proposto lo screening del colon retto tramiteSOF ai detenuti, maschi e femmine in età 50-69 anni.CAPITOLO 586Le Malattie Cronico Degenerative


CAPITOLO 6IncidentiParole chiave: Incidenti stradali, cinture <strong>di</strong> sicurezza, uso del casco in moto, guida con cellulare, commissionepatenti, etilometro, incidenti domestici, intossicazioni da monossido <strong>di</strong> carbonio6.1 PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI STRADALIGli incidenti stradali rappresentano la prima causa <strong>di</strong> morte nelle fasced’età comprese tra i 18 ed i 24 anni. Nell’Unione Europea circa unincidente su quattro è addebitabile all’abuso <strong>di</strong> alcool e sono non meno<strong>di</strong> 10.000 le persone che muoiono ogni anno in incidenti stradali alcolcorrelati.Prima causa <strong>di</strong> morte neigiovaniAnche se non è stato raggiunto l'ambizioso obiettivo fissato dall’Unione Europea (UE) con il Programmad'Azione <strong>20</strong>01-<strong>20</strong>10 sulla sicurezza stradale, quello cioè <strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzareentro il <strong>20</strong>10 il numero <strong>di</strong> incidenti mortali, sono stati comunque realizzatiItalia: <strong>di</strong>minuzione delsensibili progressi; l’Italia ha raggiunto una <strong>di</strong>minuzione del 42,4%del numero dei morti, valore in linea con la me<strong>di</strong>a europea, pari al -42,8%.42,4%stradedei morti sulleNel luglio <strong>20</strong>10 l’UE si è ulteriormente prefissata l’obiettivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzare, entro il <strong>20</strong><strong>20</strong>, il numero deimorti sulle strade europee sollecitando gli Stati membri ad adottareulteriori misure per il raggiungimento <strong>di</strong> tale obiettivo. In Italia il numeroIn Italia ogni giornodelle vittime, nonostante una riduzione del 42,4% della mortalità perincidenti stradali tra il <strong>20</strong>01 e il <strong>20</strong>10, rimane molto elevato (più <strong>di</strong>muoiono 11 persone perincidente stradale4.000 nel <strong>20</strong>10). Il nuovo obiettivo <strong>20</strong><strong>20</strong> è <strong>di</strong> circa 2.000 morti.La stima preliminare ACI-ISTAT evidenzia, per il <strong><strong>20</strong>11</strong>, la tendenza al decremento sia del numero degliincidenti (-3%) che dei feriti (-3,5%) rispetto all’anno <strong>20</strong>10. La riduzione del numero dei morti, pari a3.800, è ancora più consistente (-7%).TABELLA 6.1/1Italia. Incidenti stradali, morti e feriti; anni <strong>20</strong>07-<strong><strong>20</strong>11</strong>, valori assoluti (Fonte: ACI-ISTAT - Incidenti stradali Anno<strong>20</strong>10; Anno <strong><strong>20</strong>11</strong>, stima preliminare).INCIDENTI MORTI FERITI<strong>20</strong>07 230.871 5.131 325.850<strong>20</strong>08 218.963 4.731 310.739<strong>20</strong>09 215.405 4.237 307.258<strong>20</strong>10 211.404 4.090 302.735<strong><strong>20</strong>11</strong>* <strong>20</strong>5.000 3.800 292.000*Valori stimati87


Nel Veneto nel <strong>20</strong>10 si sono verificati 15.651 incidenti stradali che hanno causato 21.860 feriti e 396vittime <strong>di</strong> cui 77 nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, con un netto aumento del numero <strong>di</strong> morti regionale e provinciale.Nel <strong>20</strong>09 infatti il numero <strong>di</strong> morti era rispettivamente 339 per il Veneto e 64 per la provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>.Le prime tre cause <strong>di</strong> incidente sono rappresentate da: mancato rispetto della segnaletica stradale,guida <strong>di</strong>stratta e velocità troppo elevata. L'abuso <strong>di</strong> alcol e droghe, pur non rappresentando una percentualeelevata del totale dei casi (3%), va segnalato per la gravità degli eventi che genera.Nel Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> nel <strong><strong>20</strong>11</strong> si sono verificati 2.041 incidenti con il coinvolgimento <strong>di</strong> 5.393 persone,16 delle quali sono decedute (fonte: Polizia Municipale <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>).A <strong>Verona</strong>: 16 deceduti, Rispetto all’anno precedente risulta <strong>di</strong>minuito sia il numero degli incidentiche quello dei feriti e dei deceduti. Rimane numerosa la quantitàil 25% è un pedone<strong>di</strong> automobilisti coinvolti: sono automobili il 63% dei veicoli coinvoltinegli incidenti. Si segnala tuttavia come siano pedoni e ciclisti a subire le conseguenze peggiori. Su 16morti nel <strong><strong>20</strong>11</strong> quasi la metà sono pedoni o ciclisti, dato in aumento rispetto all’anno precedente (tabella6.1/2), con 4 decessi a fronte <strong>di</strong> 217 pedoni coinvolti e 3 decessi a fronte <strong>di</strong> 238 ciclisti coinvolti contro isette decessi contati tra i 3.594 automobilisti coinvolti. Questo fatto preoccupante rende necessaria la verificadelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza, che devono essere garantite alle persone che scelgono <strong>di</strong> spostarsi apie<strong>di</strong> e in bicicletta, oltre che degli eventuali comportamenti scorretti dei conducenti <strong>di</strong> autoveicoli.TABELLA 6.1/2Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>. Tipologia delle vittime degli incidenti stradali (fonte: Polizia Municipale <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>)CATEGORIA/ANNO <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>Moto-scooter 6 5 8 7 2Automobilisti 5 2 3 10 7Ciclisti 1 5 2 1 3Pedoni 5 3 0 2 4Totale 17 15 13 <strong>20</strong> 16Dai dati sull’incidentalità forniti dalla Polizia Municipale <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> emerge come restino le gran<strong>di</strong> arteriecitta<strong>di</strong>ne le vie a più alta incidentalità: via Unità d’Italia, via Mameli, Tangenziale Nord.TABELLA 6.1/3Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>. Strade più a rischio <strong>di</strong> incidenti (dati P.M. <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>)<strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>Bretella T4 (Tangenziale Nord) 77 Via Unità D'Italia 49Corso Milano 48 Via Mameli 46Via Unità D'Italia 47 Bretella T4 (Tangenziale Nord) 43Via Mameli 39 Corso Milano 36Corso Porta Nuova 36 Corso Porta Nuova 34Viale del Piave 36 Via Albere 33Via Torbido 34 Viale Colombo 33Viale del Lavoro 31 Viale del Lavoro 32Viale Col. Galliano 31 Viale Col. Galliano 32Via Faccio 31 Tangenziale Sud 30CAPITOLO 688Incidenti


Nel 1998 è stato attivato nelle ULSS del Veneto il “Programma <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> dei Traumi da Traffico”.La strategia regionale si è sviluppata in iniziative <strong>di</strong> formazione dei tecnici delle autoscuole, corsi <strong>di</strong> miglioramentodella guida negli autotrasporti, corsi per tecnici delle ULSS incaricati <strong>di</strong> vagliare i Piani RegolatoriGenerali locali, <strong>di</strong>ffusione perio<strong>di</strong>ca dei dati epidemiologici, analisi epidemiologica sui fattori <strong>di</strong> rischio conparticolare riferimento all'uso dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> sicurezza ed iniziative <strong>di</strong> formazione nella scuola.In particolare, nell’ULSS <strong>20</strong> sono stati attivati interventi <strong>di</strong> informazione/educazione rivolti ai giovani incollaborazione con l'Amministrazione Provinciale, il 118 e la Polizia Stradale nelle classi quinte delle scuolesuperiori <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> e provincia. L'obiettivo principale è quello <strong>di</strong> far conoscere ai giovani le <strong>di</strong>mensioni delfenomeno e promuovere la cultura della sicurezza.Nell’ambito dell’indagine svolta a <strong>Verona</strong> per il Progetto Ulisse da parte dei Tecnici della <strong>Prevenzione</strong>del Servizio Igiene e Sanità Pubblica in collaborazione con l’Istituto Superiore<strong>di</strong> Sanità, si è riscontrato che nel <strong><strong>20</strong>11</strong> l’utilizzo del casco da 100% in moto con il cascoparte dei motociclisti rispecchia l’andamento degli anni precedenti, risultandoormai consolidata l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> indossare il casco in motocicletta. Infatti su un totale <strong>di</strong> 2.042veicoli osservati il 100% dei motociclisti indossava il casco.Facendo ancora riferimento ai dati rilevati mensilmente nel <strong><strong>20</strong>11</strong> si evince come la percentuale <strong>di</strong> utilizzodelle cinture <strong>di</strong> sicurezza sui se<strong>di</strong>li anteriori degli autoveicoli abbia subito un incremento pari al 2,8%,arrivando all’87,9% nelle zone urbane periferiche rispetto all’85,1% del<strong>20</strong>10, ed un calo del 3,3% nelle zone extra-urbane con un valore pariall’83,6% rispetto all’86,9% del <strong>20</strong>10 su un totale <strong>di</strong> 23.685 veicoli osservati.Inoltre, dai dati ricavati si deduce che nel periodo estivo persiste l’abitu<strong>di</strong>ne ad un minor utilizzo dellacintura <strong>di</strong> sicurezza; in particolare si evidenzia un calo che oscilla tra il 2% ed il 4% nell’estate del <strong><strong>20</strong>11</strong> rispettoad un andamento pressoché costante durante le restanti stagioni dell’anno.Nonostante sia noto che la stanchezza/<strong>di</strong>strazione rappresenti una delle principali cause <strong>di</strong> incidentestradale, molte persone continuano a telefonare mentre guidano. Dal confronto con i dati del <strong>20</strong>10 (rispettivamente4,1% nelle zone urbane e 9,3% nelle zone extra urbane),anno in cui si è verificato un aumento rispetto al <strong>20</strong>09, si evince comenel <strong><strong>20</strong>11</strong> la percentuale <strong>di</strong> conducenti che utilizzano il telefono cellularealla guida riferita alle zone extra urbane sia passata al 6,5%, con uncalo pari al 2,8%, mentre per le zone urbane il valore si è mantenuto costante.86,9-87,9% in auto con lacintura <strong>di</strong> sicurezza sulse<strong>di</strong>le anterioreTroppe telefonate allaguida dell’auto6.2 COMMISSIONE MEDICA LOCALE PATENTI (CML)La CML sottopone a visita utenti affetti da patologie specificatamente in<strong>di</strong>viduate dalla normativa inmateria, utenti sottoposti a provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> revisione per l’art. 186 (guida sotto l’influenza <strong>di</strong> sostanzealcoliche), per l’art. 187 (guida in stato <strong>di</strong> alterazione psico-fisica per uso <strong>di</strong> sostanze stupefacenti) o perl’art. 128 del Co<strong>di</strong>ce della Strada (segnalazioni per patologie e/o uso <strong>di</strong> sostanze psicoattive da parte delleforze dell’or<strong>di</strong>ne o dei me<strong>di</strong>ci curanti).Con l’entrata in vigore del D.M. 09.09.10 è stato <strong>di</strong>sposto l’obbligoper tutti gli ultraottantenni <strong>di</strong> effettuare la visita per il rinnovo della patentepresso la CML. Tale previsione <strong>di</strong> norma ha determinato un aumentoesorbitante delle domande pervenute che sono risultate esserepari a 16.568 (+ 3.465 rispetto al <strong>20</strong>10).Tutti gli ultraottantenni incommissione per la visita<strong>di</strong> idoneità alla guida89CAPITOLO 6Incidenti


Il numero degli ultraottantenni che ha presentato istanza è stato pari a 4.377 a fronte <strong>di</strong> 1.399 del <strong>20</strong>10e 369 del <strong>20</strong>09. Tale aumento ha determinato significative <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> gestione <strong>di</strong> tutta l’attività della segreteria.Si è registrato un incremento smisurato <strong>di</strong> accessi al frontTempi <strong>di</strong> attesa <strong>di</strong> 6 mesioffice e telefonici, trattandosi <strong>di</strong> una tipologia <strong>di</strong> utenza che necessita<strong>di</strong> continue e dettagliate informazioni oltre a rassicurazionisull’idoneità della documentazione presentata. Quanto sopra si è tradotto in un allungamento dei tempi<strong>di</strong> attesa tra la data <strong>di</strong> presentazione della domanda e l’effettuazione della visita che, dai 45 giorni del<strong>20</strong>09 e dai circa 90 giorni dell’ultimo trimestre del <strong>20</strong>10, sono passati ad oltre 180 giorni nel <strong><strong>20</strong>11</strong>.Al fine <strong>di</strong> ridurre il <strong>di</strong>sagio per l’utenza si è deciso <strong>di</strong> attivare delle se<strong>di</strong> periferiche <strong>di</strong> Commissione oltrea quella <strong>di</strong> Legnago, già in essere da molti anni, più vicine alla residenzadei citta<strong>di</strong>ni dell’Est Veronese (Ospedale <strong>di</strong> San Bonifacio) o più fa-Più se<strong>di</strong> <strong>di</strong> commissionecilmente accessibili (Distretto n.3 - Borgo Venezia) rispetto alla sedecentrale del <strong>Dipartimento</strong>.Il decreto "Semplifica Italia" (decreto legge 9.2.<strong>20</strong>12 n.5, convertito con legge 4.4.<strong>20</strong>12 n. 35), in vigoredal 10 febbraio <strong>20</strong>12, ha eliminato l'obbligo <strong>di</strong> visita <strong>di</strong> idoneità alla guida presso la CML per gli ultraottantenni,fatta eccezione per alcuni casi specifici come previsto dal Co<strong>di</strong>ce della Strada. Questo consentirà,non appena smaltito l’arretrato (6.930 pratiche ad aprile <strong>20</strong>12) delle domande già presentate, <strong>di</strong> rientrarein tempi <strong>di</strong> attesa accettabili.GRAFICO 6.2/1Numero visite effettuate dal <strong>20</strong>06 al <strong><strong>20</strong>11</strong> dalla Commissione Patenti <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>12.61911.8<strong><strong>20</strong>11</strong>.17611.68010.53610.504<strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>La possibilità <strong>di</strong> reperire sul sito del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> tutte le informazioni relative allaCommissione Patenti, <strong>di</strong> scaricare i modelli per inoltrare la domanda <strong>di</strong> visita me<strong>di</strong>ca e <strong>di</strong> contattare via e-mail la segreteria della Commissione permane apprezzata ma ancora poco utilizzata.Per ridurre i <strong>di</strong>sagi per gli utenti che devono prenotare la visita presso la Commissione Patenti, dal mese<strong>di</strong> agosto <strong>20</strong>12 è attiva una nuova modalità <strong>di</strong> prenotazione tramite Internet. Questa nuova modalitàÈ possibile prenotaretramite Internetpermette all’utente <strong>di</strong> ottenere, tramite posta elettronica, una confermaimme<strong>di</strong>ata della avvenuta prenotazione nonché una serie <strong>di</strong> informazioni<strong>di</strong> rimando al sito sui documenti da produrre. La stessa ricevutapuò essere anche utilizzata presso gli uffici della motorizzazioneper ottenere un permesso provvisorio <strong>di</strong> circolazione nel caso in cui il documento scada prima della data<strong>di</strong> effettuazione del controllo sanitario. Sarebbe logico ed utile che anche l’ULSS 22 fornisse ai suoi u-tenti una sede “satellite” <strong>di</strong> Commissione. Si è provveduto anche a richiedere l’intervento della RegioneVeneto che, pur ritenendo auspicabile l’assegnazione alle Regioni della gestione della materia, ha confermatola competenza dello Stato e la conseguente impossibilità <strong>di</strong> apportare variazioni legislative regionalirispondenti alle esigenze delle realtà territoriali.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/patenti_cml.htmlCAPITOLO 690Incidenti


CML: EPIDEMIOLOGIA E PREVENZIONEI soggetti visitati per problemi alcool correlati sono stati 4.187, parial 33,2% del totale.Il numero dei provve<strong>di</strong>menti emessi dalla Prefettura per guida sottol’influenza <strong>di</strong> sostanze alcoliche (art. 186 del CdS) nell’arco dell’anno èsovrapponibile a quello dello scorso anno e pari a 1.364 al 30.11.11.Un terzo dei soggetti visitatiper problemi alcoolcorrelatiGRAFICO 6.2/2Numero utenti visitati in CML per revisioni e rinnovi per art. 186 C.d.S. (guida sotto l’influenza <strong>di</strong> sostanze alcoliche)dal <strong>20</strong>05 al <strong><strong>20</strong>11</strong>.4.0244.1243.532 3.5333.0653.1392.2101.4791.571 1.5191.7671.8991.3081.048<strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>RevisioniRinnoviDei 4.187 soggetti sottoposti a visita per alcool nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, il 75%(3.139) era costituito da utenti visitati per rinnovo della patente equin<strong>di</strong> già visti in precedenza; il restante 25% (1.048) è stato costitutoda utenti sottoposti a revisione (art. 186), fermati o per la prima volta oreci<strong>di</strong>vi o plurireci<strong>di</strong>vi. Dei 1.048 soggetti visitati per revisioni, il 75%effettuava la visita per la prima volta, il 25% per la seconda volta o più,risultando reci<strong>di</strong>vo (fermato dalle Forze dell’Or<strong>di</strong>ne e risultato positivoall’alcool test in più occasioni) (grafico 6.2/3).I reci<strong>di</strong>vi per l’art. 186 delCo<strong>di</strong>ce della Strada (guidain stato <strong>di</strong> ebbrezza alcolica)sono il 25%; l’8% è risultatonon idoneo alla guidaGRAFICO 6.2/3Numero utenti visitati in CML per revisione art. 186 C.d.S. (guida sotto l’influenza <strong>di</strong> sostanze alcoliche) <strong>di</strong>spostedall’Ufficio Territoriale del Governo, sud<strong>di</strong>visi in reci<strong>di</strong>vi/plurireci<strong>di</strong>vi e prima volta, anno <strong><strong>20</strong>11</strong>.91CAPITOLO 6Incidenti


La percentuale dei soggetti sottoposti a visita per revisione per guida in stato <strong>di</strong> ebbrezza alcolica, riconosciutinon idonei per <strong>di</strong>pendenza o abuso in atto <strong>di</strong> sostanze alcoliche, dal 1999 al <strong><strong>20</strong>11</strong> è andata progressivamente<strong>di</strong>minuendo, passando dal 26,8% al 3,9%. Tale percentuale sale all’8% nella categoria deireci<strong>di</strong>vi o plurireci<strong>di</strong>vi ed all’8,7% nel caso <strong>di</strong> plurireci<strong>di</strong>vi che sono stati coinvolti in un incidente stradale.Circa il 90% <strong>di</strong> tali soggetti ad una seconda visita è stato riconosciuto idoneo per avvenuto miglioramentodei rilievi clinici e <strong>di</strong> laboratorio a seguito <strong>di</strong> sospensione o rilevante <strong>di</strong>minuzione dell’assunzione <strong>di</strong>bevande alcoliche e nei controlli successivi ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> mantenere nel tempo adeguati stili <strong>di</strong> vita.Si può ipotizzare che il calo registrato, pur necessitando tale dato <strong>di</strong> ulteriori conferme, possa ascriversial buon risultato prodotto dagli interventi preventivi effettuati a <strong>di</strong>versi livelli.La Commissione Me<strong>di</strong>ca Locale Patenti non si limita all'espressione <strong>di</strong> un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità alla guidama effettua un’opera <strong>di</strong> educazione sanitaria.Ogni utente visitato riceve informazioni dettagliate circa i danni che l’assunzione protratta ed eccessiva<strong>di</strong> alcool produce sull’organismo umano ed i pericoli connessi con la guida in stato <strong>di</strong> ebbrezza. Coloro cheLa guida in stato <strong>di</strong> “ebbrezzaalcolica” non è unacon<strong>di</strong>zione caratteristicasolo dei giovani sotto i 25annirisultano affetti da sindrome da <strong>di</strong>pendenza alcolica o che presentanosegni o sintomi da abuso cronico <strong>di</strong> alcool sono avviati ai Servizi Territoriali<strong>di</strong> Alcologia per un percorso terapeutico–riabilitativo. Inoltretutti i reci<strong>di</strong>vi per l’art. 186 del Co<strong>di</strong>ce della Strada (guida in stato <strong>di</strong>ebbrezza alcolica) devono frequentare un corso educativo <strong>di</strong> 2-3 giornate,pre<strong>di</strong>sposto appositamente dai Servizi Territoriali <strong>di</strong> Alcologia eincentrato sull’argomento alcool e guida. La collaborazione con i ServiziTerritoriali <strong>di</strong> Alcologia si è <strong>di</strong>mostrata proficua e la maggioranza degliutenti, malgrado l’iniziale <strong>di</strong>sappunto, ha giu<strong>di</strong>cato l’esperienza utile.L’analisi dei dati relativi alle revisioni per alcool ha evidenziato che la guida in stato <strong>di</strong> “ebbrezza alcolica”non è una con<strong>di</strong>zione caratteristica solo dei giovani. Infatti la percentuale <strong>di</strong> soggetti sanzionati perl’art. 186 con età inferiore ai 25 anni è pari al 18%, il 33,8% ha un’età compresa tra i 25 ed i 35 anni, il34,5% un’età compresa tra i 36 e 50 anni e il 13,7% è ultracinquantenne.GRAFICO 6.2/4Numero <strong>di</strong> soggetti visitati in CML per revisione art. 186 C.d.S. – fasce <strong>di</strong> età (anno <strong><strong>20</strong>11</strong>)358 365190145< 25 anni 25-35 anni 36-50 anni > 50 anniUn altro dato interessante riguarda il valore <strong>di</strong> etilometro riscontrato. Il 16,3 % dei giovani <strong>di</strong> età inferioreai 25 anni sanzionati per l’art. 186 è risultato avere un tasso <strong>di</strong> etilometro >1,5. Valori superiori ad1,5 sono stati riscontrati più frequentemente nelle fasce <strong>di</strong> età superiori ed in me<strong>di</strong>a nel 34%. Rilevante èla percentuale dei soggetti che hanno rifiutato <strong>di</strong> sottoporsi alla prova dell’etilometro (23,3% in me<strong>di</strong>a).CAPITOLO 692Incidenti


GRAFICO 6.2/5Percentuale <strong>di</strong> soggetti visitati in CML per revisione art. 186 C.d.S. – fasce <strong>di</strong> età e tasso alcolico, anno <strong><strong>20</strong>11</strong>.24,7 23,5 25,819,316,332,734,037,239,529,929,326,919,514,0 11,016,6< 25 anni 25-35 anni 36-50 anni > 50 anniRifiuto > 1,5 0,81 - 1,5 0,5 - 0,8In lieve <strong>di</strong>minuzione, ma comunque sempre alta, la percentuale <strong>di</strong>soggetti visitati per problemi correlati all’uso <strong>di</strong> sostanze stupefacenti ericonosciuti non idonei: 8,4 %. La percentuale sale al 10,2% nei soggettiche accedono alla visita per problematiche correlate all’assunzione sia<strong>di</strong> stupefacenti che <strong>di</strong> alcool (Graf. 6.2/6). Se si prendono in esame isoggetti sottoposti a revisione perché fermati alla guida in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>intossicazione acuta da sostanze stupefacenti, la percentuale <strong>di</strong> nonidonei è del 12%. Il dato assume connotazioni estremamente serie se siconsidera che i controlli sull'uso <strong>di</strong> sostanze stupefacenti effettuati sustrada dalle Forze dell’Or<strong>di</strong>ne, per problemi tecnici, sono estremamenteesigui e <strong>di</strong> gran lunga inferiori rispetto a quelli effettuati per l’alcool.Alta la percentuale <strong>di</strong>soggetti visitati per problemicorrelati all’uso <strong>di</strong>sostanze stupefacenti ericonosciuti non idonei;altissima la percentuale<strong>di</strong> non idonei nella fascia<strong>di</strong> età 36-50 anniGRAFICO 6.2/6Percentuale <strong>di</strong> soggetti visitati in CML riconosciuti non idonei nell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> - confronto % su campione omologo.Deficit visus; 3,6%Altro; 1,8%Alcool; 3,8%Malattie psichiche;3,4%M. sistema nervoso;3,5%Stupefacenti; 8,4%Diabete; 5,3%M. car<strong>di</strong>ovascolari;2,8%Epilessia; 1,8%Alcool+stupefacenti;10,2%Elevata anche la percentuale <strong>di</strong> soggetti affetti da <strong>di</strong>abete mellito riconosciuti non idonei, prevalentementea causa delle complicanze correlate alla patologia.93CAPITOLO 6Incidenti


6.3 INCIDENTI DOMESTICIINTOSSICAZIONI DOMESTICHE DA MONOSSIDO DI CARBONIO (CO)Il monossido <strong>di</strong> carbonio è un gas privo <strong>di</strong> odore, colore e sapore e quin<strong>di</strong> non viene percepito. I primisintomi dell’intossicazione sono: mal <strong>di</strong> testa, nausea e vomito, debolezza,<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> respiro, aumento della frequenza car<strong>di</strong>aca, <strong>di</strong>fficoltàUn’intossicazione <strong>di</strong>fficileda <strong>di</strong>agnosticare<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare i movimenti, confusione mentale. È importante riconoscerlie non confonderli con altre patologie (ad es. un'intossicazionealimentare o l'inizio dell’influenza virale) in quanto si tratta <strong>di</strong> un vero e proprio avvelenamento che puòessere curato se riconosciuto precocemente. In genere le intossicazioni domestiche sono la conseguenza<strong>di</strong> irregolarità gravi dell’installazione degli impianti termici o a carenze <strong>di</strong> manutenzione.Particolarmente pericolosi sono la presenza <strong>di</strong> impianti termici in locali non idonei (camere da letto,bagni) e l’uso <strong>di</strong> bracieri in locali chiusi. L’utilizzo <strong>di</strong> bracieri per il riscaldamento è molto <strong>di</strong>ffuso nelle abitazionidei citta<strong>di</strong>ni immigrati tanto che negli anni scorsi si sono verificate numerose intossicazioni domestichedovute a tale modalità <strong>di</strong> riscaldamento.Tutto questo si collega al problema della <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> case <strong>di</strong> qualità accettabile per queste personee risulta particolarmente critico se si considera che gli stranieri costituiscono a <strong>Verona</strong> il 14,4% della popolazione.Anche la mancanza <strong>di</strong> conoscenza delle problematiche legate all’uso degli impianti rappresentaun fattore <strong>di</strong> rischio per gli stranieri. Per questo motivo della documentazione multilingue sul tema vieneconsegnata anche in occasione <strong>di</strong> accessi nelle abitazioni <strong>di</strong> stranieri per altri fini (es. rilascio <strong>di</strong> certificazioni<strong>di</strong> antigienicità o <strong>di</strong> idoneità dell’alloggio, …).Altra situazione a rischio è la coesistenza in uno stesso locale <strong>di</strong> caldaie a tiraggio naturale e caminetti alegna: la loro contemporanea accensione può far sì che il tiraggio del caminetto crei una depressione nellocale e quin<strong>di</strong> il ritorno dei fumi della caldaia nel locale stesso. Attenzione anche all’uso <strong>di</strong> seconde casein montagna: le canne fumarie, inattive per lunghi perio<strong>di</strong>, possono risultare ostruite per mancanza <strong>di</strong> interventi<strong>di</strong> pulizia o per la presenza <strong>di</strong> foglie secche, ni<strong>di</strong> <strong>di</strong> animali, ecc.Dai dati raccolti nell'ambito dell'Osservatorio Provinciale sulle intossicazioni domestiche da CO, cui partecipanoi Servizi Igiene e Sanità Pubblica delle tre ULSS della Provincia, emerge che ogni anno in Provincia<strong>di</strong> <strong>Verona</strong> un numero non trascurabile <strong>di</strong> persone si avvelena con il CO. Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> nella Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>si sono verificati 6 incidenti che hanno causato l’intossicazione <strong>di</strong> 16 persone, tutte sopravvissute. Quin<strong>di</strong>cisu se<strong>di</strong>ci intossicati sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto Soccorso (graf. 6.3/1).Si fa presente che i dati relativi al <strong><strong>20</strong>11</strong> risultano parziali in quanto dal mese <strong>di</strong> marzo <strong><strong>20</strong>11</strong> si è interrottala procedura <strong>di</strong> segnalazione dato che l’ARPAV non ha potuto sostituire il personale specializzato pensionato.GRAFICO 6.3/1Numero <strong>di</strong> persone intossicate da CO nella Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, anni 1994-<strong><strong>20</strong>11</strong>.86294337 375468565142306254555029322 3 2 030 0 2 3 1 05161 0 1 0 0 01994 1995 1996 1997 1998 1999 <strong>20</strong>00 <strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>*ViviMorti* dato parzialeCAPITOLO 694Incidenti


Il 43,7% degli intossicati è <strong>di</strong> nazionalità straniera, percentuale inaumento rispetto all’anno precedente. Inoltre su 6 incidenti verificatisila metà ha coinvolto degli stranieri; <strong>di</strong> questi, 2 sono stati causati dalmalfunzionamento <strong>di</strong> impianti termici a legna associato a mancanza oscarsità <strong>di</strong> aerazione/ventilazione dei locali. In un caso il foro <strong>di</strong> aerazioneera stato ad<strong>di</strong>rittura volontariamente ostruito.Analizzando le cause dei tre incidenti verificatisi nella nostra provinciaai danni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni italiani, provocati da scarso tiraggio del caminoe da malfunzionamento dei condotti <strong>di</strong> scarico, si rileva tuttavia comela popolazione in genere non abbia ben chiaro che gli impianti termiciIl 43,7% degli intossicati è<strong>di</strong> nazionalità straniera2 su 3 incidenti che hannocoinvolto gli stranierisono stati causati dall’uso<strong>di</strong> impianti termici a legnainstallati nelle nostre abitazioni (caldaie per il riscaldamento, scaldacqua, fornelli a gas, stufe a metano e alegna, camini, gli ormai <strong>di</strong>ffusissimi generatori <strong>di</strong> calore a pellets, …) possono rappresentare un pericoloper la salute se installati in modo scorretto e/o non sottoposti a controlli perio<strong>di</strong>ci da parte <strong>di</strong> tecnici e-sperti. Se i gas prodotti dalla combustione non vengono allontanati dall'ambiente e/o non vi è un costanterinnovo dell'aria nel locale si può verificare la formazione e l'accumulo <strong>di</strong> gas dannosi per la salute dellepersone, in particolare il monossido <strong>di</strong> carbonio.La prima azione preventiva è quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre all'interno delle abitazioni <strong>di</strong> impianti termici sicuri. L'utilizzo<strong>di</strong> installatori e manutentori abilitati per l’installazione degli impianti e per le verifiche degli stessidevono <strong>di</strong>ventare abitu<strong>di</strong>ni consolidate <strong>di</strong> tutti gli utilizzatori degli impianti potenzialmente dannosi. È ancheutile che la popolazione abbia le informazioni adeguate per riconoscere i primi sintomi dell'avvelenamento.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/faq_monossido.htmlVOLANTINI INFORMATIVI MULTILINGUE SUL RISCHIO SANITARIO DA CO95CAPITOLO 6Incidenti


LA PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI DOMESTICIGli incidenti domestici rappresentano un problema <strong>di</strong> sanità pubblica <strong>di</strong> grande rilevanza.Secondo i dati ISTAT in Italia si evidenziano circa 3.500.000 infortuni all’anno con un incrementonell’ultimo decennio pari al <strong>20</strong>%. La più frequente modalità <strong>di</strong> incidente è la caduta (con percentuali dal40 al 45%), seguita da urti (17%) e tagli (16%). Queste tre meccaniche complessivamente comprendonocirca l’80% delle modalità <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento degli incidenti.Le fasce più a rischio per gli incidenti domestici risultano essere i bambini sotto i 10 anni e gli anzianisopra i 65 anni.Gli infortuni accidentali rappresentano la prima causa <strong>di</strong> morte <strong>di</strong> bambini e adolescenti e sono fonte <strong>di</strong><strong>di</strong>sabilità gravi. Il <strong>20</strong>% dei ricoveri in età pe<strong>di</strong>atrica è dovuto ad un incidente domestico: per prime le cadute,poi le ustioni, i soffocamenti, gli avvelenamenti, gli annegamenti, ecc.Negli anziani la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi fattori <strong>di</strong> rischio coinvolti nella genesi degli incidenti domestici qualilo stato <strong>di</strong> salute e l’uso <strong>di</strong> alcuni farmaci, la con<strong>di</strong>zione psicologica (depressione, solitu<strong>di</strong>ne), le abitu<strong>di</strong>ni ei comportamenti (vita sedentaria, deficit nutrizionali..), le con<strong>di</strong>zioni abitative, il mancato o inappropriatoutilizzo <strong>di</strong> ausili per la deambulazione, rende necessaria una maggiore attenzione alla prevenzione degliinfortuni domestici in questa fascia <strong>di</strong> popolazione.In realtà la maggior parte degli incidenti domestici sia nei bambini che negli anziani è preve<strong>di</strong>bile ed e-vitabile me<strong>di</strong>ante l'adozione <strong>di</strong> comportamenti adeguati e <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> sicurezza da parte <strong>di</strong> genitori, educatorie caregiver (familiari, badanti, volontari, operatori socio-sanitari, ecc).A tal fine la Regione Veneto ha approvato all’interno del Piano Regionale <strong>Prevenzione</strong> <strong>20</strong>10–<strong>20</strong>12 il“Programma Regionale per la <strong>Prevenzione</strong> degli incidenti domestici” <strong>di</strong> cui l’ULSS 18 <strong>di</strong> Rovigo è Aziendacapofila. L’ULSS <strong>20</strong> ha aderito a questo programma ed ha affidato al Servizio <strong>di</strong> Promozione ed Educazionealla Salute (SPES) l’espletamento delle attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento previste nel programma.Questo programma prevede 4 linee progettuali:PROGETTOBaby bum. Cambia la vita, cambia la casaAffy FiutapericoloPromozione <strong>di</strong> corretti comportamenti per prevenire le cadute deglianziani attraverso il coinvolgimento dei CaregiverPromozione <strong>di</strong> corretti comportamenti per prevenire le cadute deglianziani attraverso il coinvolgimento dei MMGTARGETBambini 0-3 anniBambini 3-6 anniAnziani >65 anniPROGETTO “BABY BUM. LA VITA CAMBIA, CAMBIA LA CASA”Il progetto “Baby Bum. La vita cambia, cambia la casa” promuove la sicurezzadomestica dei bambini dai 0 ai 3 anni attraverso una informazione/formazione deglioperatori che si rapportano con i genitori dei bambini <strong>di</strong> questa fascia <strong>di</strong> età e accompagnandola <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> materiali informativi con informazioni preventiverelative alla necessità <strong>di</strong> apportare mo<strong>di</strong>fiche nella propria casa e nel proprio comportamentoquando nasce un bambino e man mano che cresce. Per ogni nato sonoprevisti 4 pieghevoli, specifici per le <strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong> età (0-6 mesi, 6-12 mesi, 12-24mesi, oltre 24 mesi), <strong>di</strong>sponibili anche tradotti, atti ad essere inseriti nel libretto pe<strong>di</strong>atrico e destinati aigenitori dei bambini nella fascia 0-3 anni. I canali <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione previsti (punti nascita, ambulatori vaccinali,ambulatori dei Pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> libera scelta), sono stati consolidati a livello aziendale e con<strong>di</strong>visi con il programma“GenitoriPiù”.CAPITOLO 696Incidenti


PROGETTO “PREVENZIONE INCIDENTI DOMESTICI NELLE SCUOLE DELL’INFANZIA”Il progetto “<strong>Prevenzione</strong> incidenti domestici nelle Scuole dell’Infanzia” denominato“Affy Fiutapericolo” ha previsto un’attività sinergica tra Aziende <strong>Ulss</strong> e Scuoledell’Infanzia, con la proposta agli insegnanti <strong>di</strong> partecipare ad un progetto nazionaledel CCM chiamato “AFFY FIUTAPERICOLO”, il quale affronta il problema della sicurezzadomestica mettendo a <strong>di</strong>sposizione degli insegnanti, opportunamente formati,un kit gratuito, “La valigia <strong>di</strong> Affy Fiutapericolo”, finalizzato alla promozione dellasicurezza in casa e negli ambienti dove vivono i bambini, coinvolgendo anche i genitori.Il kit è un semplice strumento lu<strong>di</strong>co pensato per essere usato con gruppi <strong>di</strong> bambini e bambine in etàprescolare (3-6 anni) con l’obiettivo <strong>di</strong> aumentare la loro consapevolezza sulle conseguenze spiacevoli chepossono verificarsi in determinate situazioni e favorire la riflessione sulle azioni da attivare per preveniregli incidenti domestici.Questa progettualità ha permesso l’avvio <strong>di</strong> una collaborazione con l’Azienda ULSS 22, l’Ufficio ScolasticoXII <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, e il Servizio Scuole dell’Infanzia del Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> per proporre agli insegnanti, sensibilialla tematica, <strong>di</strong> tutte le Scuole dell’Infanzia afferenti al territorio delle due Aziende <strong>Ulss</strong>, <strong>di</strong> parteciparead un incontro informativo/formativo con la consegna del materiale <strong>di</strong>dattico, organizzato in sinergiatra le varie istituzioni coinvolte (inizio <strong>20</strong>12).PROGETTO “PROMOZIONE DI CORRETTI COMPORTAMENTI PER PREVENIRE LE CADUTE DEGLI ANZIANI ATTRAVERSOIL COINVOLGIMENTO DEI CAREGIVER”Il “Progetto <strong>di</strong> promozione <strong>di</strong> corretti comportamenti per prevenire le cadute degli anziani attraverso ilcoinvolgimento dei Caregiver” si prefigge <strong>di</strong> raggiungere gli anziani attraverso i canali dell’assistenza sanitaria,sociale e del volontariato.Le azioni mirano a creare un percorso <strong>di</strong> sensibilizzazione sulla problematica ed empowerment dei Caregiverpartendo quest’anno con una indagine per far emergere le iniziative <strong>di</strong> formazione delle figureche, a vario titolo, si occupano della cura degli anziani presenti nel territorio Aziendale, al fine <strong>di</strong> potermappare le proposte territoriali promosse da enti pubblici o privati e da associazioni e realizzare negli annisuccessivi materiale formativo da inserire nei percorsi in<strong>di</strong>viduati, finalizzato ad aumentare le conoscenze,le competenze e le abilità, per promuovere la sicurezza domestica.Ancora in fase <strong>di</strong> progettazione regionale questa linea progettuale per la “promozione <strong>di</strong> corretti comportamentiper prevenire le cadute degli anziani attraverso il coinvolgimento dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale”.97CAPITOLO 6Incidenti


CAPITOLO 7La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoroParole chiave: Infortuni sul lavoro, infortuni mortali, malattie professionali, sorveglianza sanitaria, prevenzioneinfortuni, vigilanza aziende, e<strong>di</strong>lizia, agricoltura, coor<strong>di</strong>namento enti prevenzione, me<strong>di</strong>cina del lavoro,sistema informativo gestionale, formazione, stress lavoro correlato.Il coor<strong>di</strong>namento fra tutti i soggetti sociali e istituzionali preposti alla tutela della salute e sicurezza sullavoro è uno dei punti strategici in<strong>di</strong>viduati anche dalla Commissione parlamentare d’inchiesta per il contrastodegli infortuni sul lavoro. Per la Commissione la collaborazione e il coor<strong>di</strong>namento tra gli enti prepostivanno rafforzati perché accrescono l’efficacia dei controlli, razionalizzano gli interventi e assicuranomodalità operative uniformi.Nella nostra provincia questa metodologia <strong>di</strong> lavoro viene attuata con una pianificazione dell’attività <strong>di</strong>controllo e <strong>di</strong> formazione, realizzata dal Comitato <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale che comprende: INAIL,Direzione Territoriale del Lavoro (DTL) e i Vigili del Fuoco (VVF).7.1 INFORTUNI SUL LAVOROIN ITALIAGli infortuni sul lavoro sono <strong>di</strong>minuiti dell’ 1,9% nel <strong>20</strong>10, rispetto al <strong>20</strong>09 (da 790 mila a 775 mila),mentre il calo occupazionale rilevato dall’ISTAT nel <strong>20</strong>10 è stato dello 0,7%. I morti sul lavoro nel <strong>20</strong>10 calanodel 6,9% e scendono a 980 rispetto ai 1.053 dell’anno precedente.I dati sono significativi se si pensa che seguono un anno <strong>di</strong> calo record,il <strong>20</strong>09 (-9,7%), anche considerando l’effetto della grave crisi economicadel Paese. In controtendenza negativa gli infortuni per incidentistradali, passati da 50.969 casi del <strong>20</strong>09 ai 53.679 del <strong>20</strong>10 (+5,3%). Idecessi per circolazione stradale in ambito lavorativo sono, invece, scesidai 308 del <strong>20</strong>09 ai 296 nel <strong>20</strong>10 (-3,9%) (Fonte: INAIL, giugno <strong><strong>20</strong>11</strong>).Costruzioni:Occupazione - 0,7%Infortuni mortali - 6,1%Nel <strong>20</strong>10 la variazione del numero degli infortuni registrata per settore è stata la seguente:Industria -4,7% Agricoltura -4,8% Servizi +0,4Significativa nel settore delle costruzioni è la riduzione degli infortuni (-12,4%) e del 6,1% dei casi mortalia fronte <strong>di</strong> un calo occupazionale dello 0,7%.Al primo semestre <strong><strong>20</strong>11</strong> (ultimi dati provvisori <strong>di</strong>sponibili) prosegue il trend favorevole. Rispetto allostesso periodo del <strong>20</strong>10 il calo è pari al 4% (dai 387.830 del 1° semestre <strong>20</strong>10 ai 372.<strong>20</strong>0 del 1° semestre<strong><strong>20</strong>11</strong>) su una stima ISTAT <strong>di</strong> crescita degli occupati pari a +0,2%. In calo dello 0,7% anche gli infortuni mortali:da 431 a 428. Nelle cifre descritte non rientrano gli infortuni dei lavoratori “in nero”, che stime ISTATin<strong>di</strong>viduano in quasi 3 milioni <strong>di</strong> unità <strong>di</strong> lavoro (dato <strong>20</strong>09). Secondo l’INAIL ammontano a circa 165milagli infortuni “invisibili”, rientranti, per lo più, in un range <strong>di</strong> gravità me<strong>di</strong>o-lieve (175 mila era statal’analoga stima per il <strong>20</strong>06).http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_SALASTAMPA&nextPage=Prodotti/Dossier_e_Speciali/SPECIALE_RAPPORTO_ANNUALE_<strong>20</strong>10/index.jsphttp://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_STATISTICHE99


IN PROVINCIA DI VERONAIn Veneto, nel <strong>20</strong>10, rispettoal <strong>20</strong>09, gli infortunisono calati dell’1,9%,nella nostra provincia del3,6%.Nel <strong>20</strong>10 gli infortuni denunciati in Veneto sono stati 95.423 con uncalo dell’1,9% sull’anno precedente. In provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, con un totale<strong>di</strong> 19.687 infortuni denunciati, il calo è stato più consistente e parial 3,6% rispetto al <strong>20</strong>09. La nostra provincia è quella che in Veneto,anche per il <strong>20</strong>10, registra il maggior numero <strong>di</strong> denunce per infortunio.L’ULSS <strong>20</strong> nel <strong>20</strong>10 registra un calo degli infortuni denunciati rispetto all’anno <strong>20</strong>09, pari al 3,2% (graf.7.1/1).GRAFICO 7.1/1Infortuni denunciati all’INAIL nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> dal <strong>20</strong>03 al <strong>20</strong>10 <strong>di</strong>stinti per ULSS (Fonte: INAIL)ULSS <strong>20</strong>-3,2%15.08913.63113.16612.41512.004 12.07410.7<strong>20</strong>10.371ULSS 22-3,7%7.889 7.867 7.725 7.6337.343 7.1366.475 6.235ULSS 21-4,5%4.6754.299 4.154 4.111 4.1383.7643.228 3.081<strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10Nella tabella <strong>di</strong> sintesi che segue, si riporta il confronto fra il <strong>20</strong>10 e il dato me<strong>di</strong>o del periodo <strong>20</strong>07-<strong>20</strong>09, sia per il totale degli eventi che per quelli gravi e invalidanti.TABELLA 7.1/1Infortuni totali, gravi, invalidanti e mortali nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>. Valore/anno, me<strong>di</strong>a sul triennio <strong>20</strong>07-<strong>20</strong>09(Fonte: INAIL).<strong>20</strong>10MEDIA<strong>20</strong>07-<strong>20</strong>09Infortuni denunciati 19.687 22.288<strong>di</strong> cui in itinere (percorso casa-lavoro-casa) 2.042 2.335Infortuni riconosciuti (positivi) in occasione <strong>di</strong> lavoro 9.833* 11.518<strong>di</strong> cui infortuni gravi(eventi con prognosi >40 giorni o con esiti permanenti o mortali)<strong>di</strong> cui infortuni invalidanti(eventi con esiti permanenti <strong>di</strong> grado>5%)1.878 2.288355 576<strong>di</strong> cui da circolazione stradale 575 610Infortuni mortali 11 16* dato non definitivoCAPITOLO 7100La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro


I comparti produttivi con il maggior numero d’infortuni si confermano i soliti: Servizi, Costruzioni, Agricolturae Metalmeccanica. Se analizziamo il dato sui casi gravi, si ricava che i primi <strong>di</strong>eci comparti copronol’85% degli infortuni gravi.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, nella nostra provincia, gli infortuni mortali riconosciuti dall’INAIL sono stati 17. Di questi, duedecessi sono avvenuti in ambiente or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> lavoro: il primo in agricoltura per schiacciamento da trattore,il secondo in e<strong>di</strong>lizia per caduta dall’alto. Cinque sono stati causati da incidenti stradali in occasione<strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong>eci si sono verificati in itinere 1 .GRAFICO 7.1/2Infortuni mortali riconosciuti dall’INAIL nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> dal <strong>20</strong>01 al <strong><strong>20</strong>11</strong> (Fonte INAIL)35292921182522 22151617<strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>TABELLA 7.1/2Infortuni mortali riconosciuti dall’INAIL nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> - anno <strong><strong>20</strong>11</strong> (dati non definitivi)SETTOREAgricolturaIndustria e serviziIN AMBIENTE ORDINARIODI LAVORO1Schiacciamento da trattore1Caduta dal tettuccio del furgoneINFORTUNI A TOTALEINCIDENTI INFORTUNI INLAVORATORI INFORTUNISTRADALI ITINERESTRANIERI MORTALI- - - 15 10 - 16Totale 2 5 10 - 17ATTIVITÀ SPISAL PER INFORTUNI GRAVI E MORTALINell’ULSS <strong>20</strong> è attivo un servizio <strong>di</strong> pronto intervento su 24 ore per rispondere alle chiamate <strong>di</strong> 118, Carabinierie Polizia.Dal <strong><strong>20</strong>11</strong> lo SPISAL, tramite l’accesso al sito web dell’INAIL, seleziona <strong>di</strong>rettamente gli infortuni sul lavoroda indagare. I certificati <strong>di</strong> infortunio sono trasmessi dai Pronto Soccorso dell’Ospedale <strong>di</strong> San Bonifacioe dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>.1 Infortuni “in itinere”: si tratta <strong>di</strong> quell’evento accidentale che può colpire il lavoratore mentre si reca o torna dal lavoro (rischio genericocollegato all’attività lavorativa). Infortuni “stradali”: infortuni che avvengono durante la circolazione stradale a lavoratori per i quali la stradarappresenta il normale luogo <strong>di</strong> lavoro (“rischio specifico”, con un nesso eziologico <strong>di</strong> causa/effetto con l’attività lavorativa esercitata,es. camionisti, autisti, tassisti, agenti <strong>di</strong> commercio ecc.).101CAPITOLO 7La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro


Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> le indagini giu<strong>di</strong>ziarie concluse, tra quelle selezionate, sono state 159; in 28 casi (17,6%) essesi sono concluse riconoscendo responsabilità penali per mancanza <strong>di</strong> protezione della macchina odell’impianto o per mancanza <strong>di</strong> formazione o procedure <strong>di</strong> sicurezza.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> lo SPISAL ha effettuato due inchieste <strong>di</strong> infortunio mortale sul lavoro. Il primo infortunio ha interessatoun lavoratore <strong>di</strong> 49 anni nel Comune <strong>di</strong> Illasi; il secondo, in e<strong>di</strong>lizia, ha interessato un lavoratore<strong>di</strong> 59 anni, a <strong>Verona</strong>.In agricoltura e in e<strong>di</strong>lizia le modalità ricorrenti sono ribaltamento del trattore e caduta dall’alto.TABELLA 7.1/3Indagini per infortuni svolte dallo SPISAL - ULSS <strong>20</strong> – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>PRODOTTO SPECIFICA NUMEROIndagini infortuniConcluse 159Con responsabilità 28http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/spisal_infortuni.htmlhttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/spisal_agricoltura.html7.2 MALATTIE PROFESSIONALIIN ITALIANel corso del <strong>20</strong>10 in Italia sono state denunciate all’INAIL 42.327 malattie professionali contro le34.646 del <strong>20</strong>09, con un incremento del 22%. L’aumento è stato particolarmente considerevole in agricoltura(6.380 denunce, il 63% in più del <strong>20</strong>09).La crescita del fenomeno, osservata già da alcuni anni, è riconducibile a <strong>di</strong>versi motivi: aumento dellapopolazione lavorativa sottoposta a sorveglianza sanitaria, maggiore consapevolezza della tutela assicurativa,aggiornamento normativo (nuove tabelle delle patologie professionali con presunzione <strong>di</strong> origine).Il fenomeno è comunque tuttora in larga parte sommerso a causa dei lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> latenza <strong>di</strong> numerosepatologie - con conseguenti <strong>di</strong>fficoltà nell’in<strong>di</strong>viduazione e nell’accertamento del nesso con le con<strong>di</strong>zionilavorative - e per l’ancora significativa sottodenuncia.Prevalgono anche nel <strong>20</strong>10 le patologie osteo-articolari e muscolo-ten<strong>di</strong>nee (25.937 denunce, il 61% <strong>di</strong>tutte le malattie), dovute per la maggior parte a sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e della colonnavertebrale.I tumori denunciati, compresi quelli da amianto, principali cause <strong>di</strong> morte per malattia, continuano asuperare i 2.000 casi l’anno.L'ipoacusia da rumore rimane tra le patologie più denunciate (6.277 denunce).I <strong>di</strong>sturbi psichici lavoro-correlati registrano una modesta contrazione (388 denunce).Nella figura 7.2/1 sono in<strong>di</strong>cate le malattie professionali denunciate all’INAIL nel <strong>20</strong>10 <strong>di</strong>stinte per tipologiarispettivamente nell’Industria e nei Servizi ed in Agricoltura.CAPITOLO 7102La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro


FIGURA 7.2/1Italia. Malattie professionali denunciate all’INAIL - anno <strong>20</strong>10A) Malattie professionali nell’Industria e nei ServiziB) Malattie professionali nell’AgricolturaDisturbipsichici dastress lavorocorrelato; 1,0%Malattiecutanee; 1,9%Tumori; 3,4%Malattierespiratorie;4,6%Malattie daasbesto; 6,5%Ipoacusia darumore; 16,0%Altre; 8,7%Malattieosteo-articolarie muscoloten<strong>di</strong>nee;57,9%Tumori; 0,8%Malattierespiratorie;3,7%Ipoacusia darumore;8,9%Malattiecutanee;0,6%Altre; 5,6%Malattieosteoarticolariemuscoloten<strong>di</strong>nee;80,4%http://www.inail.it/portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pagelabel=page_statisticheIN PROVINCIA DI VERONANel <strong><strong>20</strong>11</strong>, in provincia, le denunce all’INAIL <strong>di</strong> malattie professionali sono rimaste sostanzialmente stabili:298 casi (308 nel <strong>20</strong>10). Ancora prevalenti le malattie osteo-articolari e muscolo-ten<strong>di</strong>nee (156), seguitedalle ipoacusie da rumore (82).Nell’ULSS <strong>20</strong> nel <strong><strong>20</strong>11</strong> le malattie professionali segnalate sono state 118. Le denunce prevalenti hannoriguardato le patologie dell’apparato muscolo-scheletrico (43), le ipoacusieda rumore (38), le patologie dell’apparato respiratorio (10). Sono Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> nell’ULSS <strong>20</strong> sistati segnalatati anche nove casi <strong>di</strong> mesotelioma pleurico (su se<strong>di</strong>ci segnalatinella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>) <strong>di</strong> cui solo due riconosciuti con esposoteliomarilevano nove casi <strong>di</strong> mesizione<strong>di</strong> tipo professionale, sei altri tumori e 4 patologie da <strong>di</strong>sagiolavorativo (grafico 7.2/1).GRAFICO 7.2/1ULSS <strong>20</strong> - Malattie professionali segnalate allo SPISAL nel periodo <strong>20</strong>00 – <strong><strong>20</strong>11</strong>.194126138 13912810995101118806167<strong>20</strong>00 <strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>103CAPITOLO 7La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro


ATTIVITÀ SPISAL PER MALATTIE PROFESSIONALI GRAVI E MORTALINell’ULSS <strong>20</strong> nel <strong><strong>20</strong>11</strong> le indagini concluse su malattie professionali gravi e mortali sono state 76. I casihanno riguardato patologie dell’apparato muscolo scheletrico, ipoacusie da rumore, patologiedell’apparato respiratorio, mesoteliomi, tumori del polmone, ecc.In un solo caso sono state riconosciute responsabilità penali.È da precisare che, dati i lunghi tempi <strong>di</strong> latenza, la documentazione sanitaria e tecnica (dati ambientali,<strong>di</strong> esposizione, ecc.) carente ed i cambiamenti intervenuti nella storia lavorativa del soggetto, spesso nonè possibile determinare con certezza la correlazione esistente tra esposizione e danno biologico.TABELLA 7.2/1ULSS <strong>20</strong>. Indagini per malattie professionali svolte dallo SPISAL - anno <strong><strong>20</strong>11</strong>PRODOTTOIndagini malattie professionaliSPECIFICAULSS <strong>20</strong> VERONANumeroConcluse 76Con responsabilità 17.3 ATTIVITÀ DI PREVENZIONE NELL’ANNO <strong><strong>20</strong>11</strong>L’attività <strong>di</strong> vigilanza effettuata viene determinata annualmente da <strong>di</strong>rettive regionali tramite il Comitato<strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Regionale. Agli SPISAL vengono assegnati obiettivi quantitativi e qualitativi <strong>di</strong> attività,con l’in<strong>di</strong>cazione dei settori prioritari <strong>di</strong> intervento. Parte dell’attività va assicurata in coor<strong>di</strong>namento congli altri Enti istituzionali preposti.Nella nostra ULSS, nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, gli interventi prioritari <strong>di</strong> vigilanza hanno riguardato:aziende a rischio <strong>di</strong> infortuni mortali ed invalidanti <strong>di</strong> tutti i settori produttivi,aziende che operano in ambienti confinati e cooperative <strong>di</strong> lavoro,imprese e<strong>di</strong>li secondo le in<strong>di</strong>cazioni del Piano Nazionale e Regionale E<strong>di</strong>lizia,aziende agricole secondo le in<strong>di</strong>cazioni del Piano Nazionale e Regionale Agricoltura.TABELLA 7.3/1Obiettivo quantitativo assegnato dalla Regione Veneto allo SPISAL dell’ULSS <strong>20</strong> - anno <strong><strong>20</strong>11</strong>Anno <strong><strong>20</strong>11</strong>Obiettivo quantitativo Risultato conseguito %1.100 aziende 1.226 aziende controllate + 11,5http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/vigilanza<strong>20</strong>10.htmlCAPITOLO 7104La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro


7.3.1 INTERVENTI DI VIGILANZA NELLE AZIENDENel <strong><strong>20</strong>11</strong> sono state controllate 1.226 aziende. La percentuale <strong>di</strong> aziende che hanno ricevuto verbali <strong>di</strong>prescrizioni 2 , con sanzioni, è stata del <strong>20</strong>,8% (30% nel <strong>20</strong>10) mentre ilrestante 79,2% al momento del sopralluogo non presentava evidenti Controllate 1.226 aziende:con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> rischio per la salute e la sicurezza. 74 unità locali controllate,con una copertura <strong>di</strong> circa <strong>20</strong>.000 addetti, rientravano nel proget-sanzioni al 21 %to regionale <strong>di</strong> “Contrasto del rischio <strong>di</strong> infortuni mortali ed invalidanti nelle aziende a rischio”.Nelle stesse aziende si è proceduto ad esaminare il Sistema <strong>di</strong> gestione della sicurezza (SGS) e al controllodell’attività del me<strong>di</strong>co competente. La situazione riscontrata risulta essere migliorata rispetto al<strong>20</strong>10 anche se si confermano, sia pure con minore evidenza, le criticità rilevate, che riguardano in or<strong>di</strong>nedecrescente la gestione degli infortuni, degli appalti, dell’informazione, della manutenzione e delle emergenze.Infine nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> sono state controllate dalle tre ULSS 55 aziende <strong>di</strong> cui 12 cantine vitivinicole(23 in sopralluoghi congiunti con INAIL e DTL) per il rischio ambienti confinati 3 , considerato che anchenella nostra provincia si sono verificati infortuni mortali che hanno coinvolto lavoratori impegnati inoperazioni <strong>di</strong> manutenzione o pulizia <strong>di</strong> cisterne o vasche. Si tratta per lo più <strong>di</strong> lavori in appalto o subappalto,in cui sono presenti anche cooperative <strong>di</strong> lavoro, dove le modalità <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento si ripetono e sonoimputabili sempre alle stesse cause: carenza <strong>di</strong> informazione ed addestramento sui rischi presentinell’area <strong>di</strong> lavoro, mancato coor<strong>di</strong>namento tra imprese appaltanti e imprese o lavoratori autonomi appaltatori.TABELLA 7.3.1/1Interventi <strong>di</strong> vigilanza nelle aziende <strong>di</strong> tutti i comparti - ULSS <strong>20</strong> - anno <strong><strong>20</strong>11</strong>PRODOTTOSPECIFICAULSS <strong>20</strong>NUMEROAziende E<strong>di</strong>li 817Aziende Agricole 141Interventi <strong>di</strong>vigilanzaAziende altri comparti 268Totale (Aziende <strong>di</strong> tutti i comparti) 1.226<strong>di</strong> cui con verifica del Sistema <strong>di</strong> Gestione della Sicurezza (S.G.S.) 41<strong>di</strong> cui con verifica dell’attività del Me<strong>di</strong>co Competente 18Sopralluoghi 1.255Verbali redatti Totale verbali <strong>di</strong> prescrizioni 255Pareri (espressi) in merito alla progettazione <strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi* 248* I nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi sono, <strong>di</strong> norma, valutati dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica. Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> si rileva un aumento esponenzialedei pareri ai sensi della D.G.R.V. n. 2774/09 (cadute dall’alto).2 In caso <strong>di</strong> situazioni <strong>di</strong> rischio alle aziende vengono rilasciati verbali sulle misure <strong>di</strong> prevenzione da adottare. Successivamente si verifical’adempimento. Sono elevate contravvenzioni e in alcuni casi si procede a sequestri e sospensioni delle attività.3 Con il termine “ambiente confinato” si intende un luogo/ambiente circoscritto, totalmente o parzialmente chiuso, che non è stato progettatoe costruito per essere occupato da persone, né destinato normalmente ad esserlo, ma che all’occasione può essere impegnato perl’esecuzione <strong>di</strong> interventi lavorativi quali l'ispezione, la manutenzione o la riparazione, la pulizia, l’installazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi tecnologici. Ingenere si tratta <strong>di</strong> ambienti che presentano un rapporto fra volume e <strong>di</strong>mensioni dell’apertura tale per cui gli scambi naturalidell’atmosfera all’interno con l’aria esterna risultano particolarmente ridotti.Ambienti confinati possono essere presenti in quasi tutti i luoghi <strong>di</strong> lavoro, sotto o sopra il suolo, <strong>di</strong> piccole come <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni.Esempi possono essere: cisterne interrate o fuori terra, auto e ferro-cisterne, fognature o condotte sotterranee, cunicoli, pozzi <strong>di</strong> ascensori/montacarichi,recipienti, celle <strong>di</strong> refrigerazione, camere <strong>di</strong> combustione <strong>di</strong> fornaci, magazzini con atmosfera inibitrice del fuoco, arma<strong>di</strong> <strong>di</strong>analizzatori o <strong>di</strong> altri strumenti, piccoli locali accessori.105CAPITOLO 7La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro


7.3.2 INTERVENTI DI VIGILANZA IN EDILIZIALe Costruzioni rappresentano il settore a maggior rischio <strong>di</strong> infortuni mortali ed invalidanti.Tali eventi riguardano in primo luogo le cadute dall’alto dovute a carenze <strong>di</strong> protezioni come parapettie ponteggi adeguati; il 25% avviene durante i lavori <strong>di</strong> manutenzione e montaggio/smontaggio dei ponteggi.Fattori critici in questo comparto sono l’elevato numero <strong>di</strong> lavoratori immigrati, il ricorso a forme <strong>di</strong>appalto e subappalto a cascata, l’utilizzo ai limiti dell’interme<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> manodopera <strong>di</strong> lavoratori autonomi.Il settore delle Costruzioni rappresenta il 16,5% delle imprese registrate alla Camera <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong><strong>Verona</strong>. Le imprese (PAT) risultano essere oltre 15.000 (dato <strong>20</strong>09) e occupano oltre 30.000 addetti. Il61% delle imprese è costituito da lavoratori autonomi. Nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, nell’ULSS <strong>20</strong> le notifiche <strong>di</strong> apertura <strong>di</strong>cantiere pervenute sono state 2.903. I cantieri controllati sono stati 487 (1.056 in tutta la provincia).Viene inoltre garantito il monitoraggio continuo del territorio “a vista” con selezione dei cantieri dacontrollare. Tutti i dati vengono con<strong>di</strong>visi me<strong>di</strong>ante un archivio informatico delle notifiche e delle attività<strong>di</strong> vigilanza che permette un efficace coor<strong>di</strong>namento tra gli Enti ed evita duplicazioni e sovrapposizioni <strong>di</strong>interventi. Infine il Comitato Paritetico Territoriale (CPT) ha fornito assistenza e supporto tecnico a 7<strong>20</strong>cantieri, effettuando 1.170 visite.I verbali <strong>di</strong> prescrizione contestati alle imprese (1.710) per violazione delle norme fondamentali <strong>di</strong> sicurezzasono stati 548, e corrispondono in me<strong>di</strong>a a:1 verbale ogni 2 cantieri controllati;1 verbale ogni 3 imprese (sono comprese sia le imprese esecutrici che le affidatarie per la mancatavigilanza sulle imprese sub-appaltatrici).I verbali hanno riguardato le imprese esecutrici per le carenze <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> prevenzione e le imprese affidatarieappaltatrici per la mancata verifica delle misure <strong>di</strong> prevenzione approntate dalle imprese esecutrici.Per i coor<strong>di</strong>natori della sicurezza (CSE) i provve<strong>di</strong>menti hanno riguardato l’inadeguatezza e la genericitàdei piani <strong>di</strong> sicurezza e coor<strong>di</strong>namento e soprattutto il mancato coor<strong>di</strong>namento delle imprese nella messain opera delle misure <strong>di</strong> prevenzione per il rischio da caduta dall’alto.Per quanto riguarda la regolarità del lavoro, l’INPS, l’INAIL e la DTL, per i profili <strong>di</strong> competenza, hannocontrollato 474 imprese e lavoratori autonomi; in 186 casi (39%) sono state riscontrate delle irregolaritàamministrative. In un solo caso si è proceduto alla sospensione delle attività impren<strong>di</strong>toriale. I lavoratoriin nero accertati sono stati 27 (48 nel <strong>20</strong>10).TABELLA 7.3.2/1ULSS <strong>20</strong> - interventi <strong>di</strong> vigilanza in e<strong>di</strong>lizia, anno <strong><strong>20</strong>11</strong>VIGILANZANUMEROTipo interventoVerbali erogati a:Notifiche apertura cantieri pervenute 2.903Cantieri controllati 487Imprese controllate 817Piani <strong>di</strong> lavoro amianto 658Cantieri ispezionati per amianto 115imprese e lavoratori autonomi 197committenti e/o responsabili dei lavori <strong>20</strong>coor<strong>di</strong>natori per la sicurezza 34Totale verbali con prescrizioni 251http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/lavori_e<strong>di</strong>li.htmlCAPITOLO 7106La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro


7.3.3 OPERAZIONE AGRICOLTURA SICURASul territorio provinciale operano circa 19.000 aziende agricole <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni con una popolazioneattiva <strong>di</strong> circa <strong>20</strong> mila addetti (fonte: Camera <strong>di</strong> Commercio). Inoltre ogni anno si registrano due picchi<strong>di</strong> assunzione (primavera, autunno) a tempo determinato <strong>di</strong> lavoratori stagionali stranieri, che coinvolgono3-4 mila assunti; la metà <strong>di</strong> questi ritrova impiego nell’anno successivo(fonte: Veneto Lavoro, aprile <strong>20</strong>10).Nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> in agricoltura me<strong>di</strong>amente su 100 infortuniriconosciuti dall'INAIL, 25 sono gravi. La gran parte degli infortuni avvienecon la modalità ricorrente <strong>di</strong> ribaltamento del trattore.Diminuiti gli infortunimortali da ribaltamentodel trattorePer assicurare un’adeguata prevenzione sul territorio si è utilizzata la cooperazione con gli enti istituzionalipreposti alla prevenzione e le associazioni datoriali e sindacali compreso il nuovo Ente Bilaterale <strong>di</strong><strong>Verona</strong> (ENBIAV).Nell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> nella provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> si rileva un positivo calo degli infortuni mortali sul lavoro, inparticolare in questo settore; nove casi nel <strong>20</strong>09, sei casi nel <strong>20</strong>10, un caso nel <strong><strong>20</strong>11</strong>.In linea con il Piano Nazionale Agricoltura e quello regionale nella nostra provincia gli interventi <strong>di</strong> vigilanzahanno riguardato i seguenti aspetti essenziali <strong>di</strong> sicurezza e salute:rischio da impiego <strong>di</strong> macchine, attrezzature, con verifica delle protezioni del trattore anche neicentri <strong>di</strong> conferimento e raccolta e nelle cantine vitivinicole ed a vista nelle campagne;lavori con esposizione a rischio chimico con impiego <strong>di</strong> DPI;regolarità del lavoro.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> sono stati effettuati 141 controlli in aziende agricole (247 a livello provinciale), <strong>di</strong> cui una partein coor<strong>di</strong>namento con la DTL per il controllo del lavoro irregolare.Il risultato dei controlli ha evidenziato in generale un miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza delleaziende visitate. Un dato apprezzabile è che la maggior parte dei trattori controllati sono risultati adeguatamenteprotetti, con riferimento al posto <strong>di</strong> guida e per la presenza <strong>di</strong> cinture <strong>di</strong> sicurezza.http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/agricoltura_sicura09.html7.4 AMIANTOL’amianto, materiale largamente utilizzato sino ai primi anni ’90 (L. 257/92 “Norme relative alla cessazionedell’amianto”), può essere causa <strong>di</strong> insorgenza nell’uomo <strong>di</strong> specifiche e gravi patologie a caricodell’apparato respiratorio a <strong>di</strong>stanza anche <strong>di</strong> molti anni dall’inizio dell’esposizione.Si stima che nella Regione Veneto risiedano oltre 30.000 persone che in passato hanno svolto lavorazionicon esposizione all’amianto. Nella nostra Provincia, tra i compartimaggiormente coinvolti, si ricordano l’e<strong>di</strong>lizia, la costruzione e manutenzione<strong>di</strong> rotabili ferroviari, la termoidraulica, la lavorazione a caldo 30.000 ex espostiAmianto:dei metalli, la produzione <strong>di</strong> manufatti contenenti amianto.Il monitoraggio nel tempo dello stato <strong>di</strong> salute <strong>di</strong> questi lavoratori è assicurato attraverso gli Ambulatori<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del Lavoro degli SPISAL.Dal <strong>20</strong>09 sono stati sottoposti ad accertamenti sanitari (valutazione dell’esposizione professionaleall’amianto, visita me<strong>di</strong>ca generale, prove <strong>di</strong> funzionalità respiratoria, indagine ra<strong>di</strong>ologica del torace)complessivamente 312 soggetti.107CAPITOLO 7La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro


Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> lo SPISAL ULSS <strong>20</strong> ha erogato 74 visite a lavoratori ex esposti all’amianto (53 prime visite e 21visite <strong>di</strong> controllo). A seguito delle prime visite effettuate nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> sono stati riscontrati tre casi<strong>di</strong> malattia correlata all’esposizione all’amianto: due casi <strong>di</strong> placche pleuriche, uno caso <strong>di</strong> neoplasia delpolmone. Sono inoltre tuttora in corso <strong>di</strong> monitoraggio 24 soggetti per riscontro ra<strong>di</strong>ologico <strong>di</strong> nodulazionipolmonari da seguire a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo.Nel grafico 7.4/1 si evidenziano le denunce, effettuate agli SPISAL della provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, <strong>di</strong> mesoteliomipleurici in lavoratori per pregresse esposizioni ad amianto nel periodo <strong>20</strong>00-<strong><strong>20</strong>11</strong>.GRAFICO 7.4/1Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>. Casi <strong>di</strong> Mesotelioma segnalati per possibile esposizione professionale dal <strong>20</strong>00 al <strong><strong>20</strong>11</strong>2218166 7117114 265<strong>20</strong>00 <strong>20</strong>01 <strong>20</strong>02 <strong>20</strong>03 <strong>20</strong>04 <strong>20</strong>05 <strong>20</strong>06 <strong>20</strong>07 <strong>20</strong>08 <strong>20</strong>09 <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>Dei se<strong>di</strong>ci casi registrati nel <strong><strong>20</strong>11</strong> nove appartenevano all’ULSS <strong>20</strong> (nel conteggio sono compresi anche 2casi registrati <strong>di</strong> mesotelioma con esito mortale).In tre<strong>di</strong>ci casi <strong>di</strong> mesotelioma pleurico su se<strong>di</strong>ci segnalati, l’esito è stato mortale (tra il <strong>20</strong>09 ed il <strong><strong>20</strong>11</strong>),per alcuni non è stata in<strong>di</strong>viduata l’esposizione lavorativa.Nell’ULSS <strong>20</strong> è stato controllatoil 17,5% dei cantierisoggetti a bonificaamiantoUn’attenzione particolare meritano i lavori <strong>di</strong> bonifica amianto, inquanto al rischio <strong>di</strong> caduta dall’alto si somma quello <strong>di</strong> esposizione apolveri contenenti fibre <strong>di</strong> amianto, soprattutto per lavori <strong>di</strong> bonificadel “friabile”. Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> allo SPISAL ULSS <strong>20</strong> sono stati comunicati 658interventi <strong>di</strong> bonifica su materiali contenenti amianto (1.511 a livelloprovinciale). Di questi 115 sono stati controllati (158 a livello provinciale).In particolare si segnala l’intervento congiunto, nel Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, dei Servizi SPISAL, ARPAV eC.d.R. Ambiente del Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, per garantire la sicurezza dei lavoratori e della popolazione limitrofa,su due siti <strong>di</strong> bonifica <strong>di</strong> particolare rilevanza anche per l’allarme sociale che hanno suscitato nei lavoratorie nella popolazione limitrofa.7.5 MEDICINA DEL LAVORO E ATTIVITÀ SANITARIELe principali attività si riferiscono a:visite me<strong>di</strong>che ed accertamenti strumentali per idoneità a specifiche mansioni lavorative, per sospettemalattie professionali, per consulenze richieste dai me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale e dai me<strong>di</strong>ciospedalieri, ecc.;controlli sulle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> rischio e pareri richiesti dalla Direzione Territoriale del Lavoro ai finidella inter<strong>di</strong>zione anticipata/prolungata dal lavoro delle lavoratrici madri (in stato <strong>di</strong> gravidanza epuerperio) che svolgono attività pregiu<strong>di</strong>zievoli per loro, i nascituri o i neonati;valutazioni e pareri sui ricorsi avverso i giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> idoneità dei me<strong>di</strong>ci competenti;CAPITOLO 7108La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro


vigilanza sulle attività dei me<strong>di</strong>ci competenti; inchieste giu<strong>di</strong>ziarie per malattie professionali (cfr. par. 7.2); sorveglianza sanitaria degli ex esposti all’amianto; sorveglianza sanitaria dei lavoratori autonomi.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> lo SPISAL ULSS <strong>20</strong> ha erogato 771 prestazioni <strong>di</strong> carattere me<strong>di</strong>co sanitario, tra le quali 26 visiteme<strong>di</strong>che a lavoratori autonomi nell’ambito del progetto specifico e 74 a lavoratori ex espostiall’amianto.Sono inoltre pervenuti 18 ricorsi (31 in provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>) avverso il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità alla mansioneespresso dai me<strong>di</strong>ci competenti, tutti presentati da lavoratori. In otto casi si trattava <strong>di</strong> ricorso avverso ilgiu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità con limitazione/prescrizione, in 6 casi <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità, in 4 casi <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> inidoneitàpermanente.In esito agli accertamenti effettuati, in sei casi il giu<strong>di</strong>zio espresso dal me<strong>di</strong>co competente è stato confermato,in <strong>di</strong>eci mo<strong>di</strong>ficato e in due revocato.TABELLA 7.5/1Accertamenti sanitari - SPISAL ULSS <strong>20</strong>, anno <strong><strong>20</strong>11</strong>PRODOTTO SPECIFICA NUMEROAccertamenti sanitari [1] Di cui ad ex esposti ad amianto 74Totali 771Lavoratori autonomi 26Ricorsi avverso i giu<strong>di</strong>zi dei me<strong>di</strong>ci competenti 18Gli interventi a tutela delle lavoratrici madri dal <strong><strong>20</strong>11</strong> sono passati per competenza alla Direzione Territorialedel Lavoro che nell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> ha erogato 3.962 provve<strong>di</strong>menti.TABELLA 7.5/2Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>. Provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> sospensione anticipata dell’attività lavorativa svolta dalla Direzione Territorialedel Lavoro – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>PROVVEDIMENTI DI SOSPENSIONE ANTICIPATA PER LAVORATRICI MADRI ANNO <strong><strong>20</strong>11</strong>Gravidanza a rischio 2.543Lavoro a rischio 1.419Totale 3.962[1] Le visite me<strong>di</strong>che <strong>di</strong> idoneità al lavoro <strong>di</strong> minori nelle ULSS <strong>20</strong> vengono eseguite dai me<strong>di</strong>ci dei Distretti Sanitari. Altre attività sono peresempio il monitoraggio delle con<strong>di</strong>zioni sanitarie dei citta<strong>di</strong>ni italiani che hanno soggiornato/operato nei territori della Bosnia-Herzegovinae del Kosovo a rischio <strong>di</strong> contaminazione da uranio impoverito. Nel conteggio non rientrano gli accertamenti sanitari relativi alle inchiesteper malattie professionali ed alle valutazioni sui ricorsi avverso i giu<strong>di</strong>zi dei me<strong>di</strong>ci competenti.109CAPITOLO 7La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro


7.6 COMUNICAZIONE, INFORMAZIONE, FORMAZIONE, PROMOZIONE DELLA SALUTELo SPISAL promuove l’attività <strong>di</strong> informazione al citta<strong>di</strong>no e alle imprese attraverso:gli sportelli <strong>di</strong> assistenza (telefonico, e-mail, su appuntamento) alle imprese, ai lavoratori e alle loroassociazioni;il portale http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/spisal.html, ricco <strong>di</strong> documentazione, modulistica,video, aggiornamenti normativi, ecc.. L’interesse per la materia si riscontra dalla numerosità degliaccessi nel <strong><strong>20</strong>11</strong>:• visualizzazioni pagine SPISAL: 4<strong>20</strong>.000• visualizzazioni sezione de<strong>di</strong>cata alle lavoratrici madri: 90.000• visualizzazioni sezione de<strong>di</strong>cata allo stress lavoro-correlato: 87.000.• servizi video televisivi (rotocalco “Salute” ed “Educare alla salute”) sui principali rischi <strong>di</strong> infortunigravi e mortali e <strong>di</strong> malattie professionali e sulle misure <strong>di</strong> prevenzione.• Social Network (Facebook, Twitter, YouTube) con l’obiettivo <strong>di</strong> portare i contenuti ed i servizidove le persone <strong>di</strong>scutono, vivono, si frequentano, ed inoltre favorirne la partecipazione e rilevarnela sod<strong>di</strong>sfazione.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> gli interventiformativi <strong>di</strong>rettamenteerogati dallo SPISAL hannointeressato circa 3.000figure professionaliIn materia <strong>di</strong> formazione (in aula e in modalità E-learning) sono staterealizzate varie iniziative anche in collaborazione con altri Enti. Gliinterventi formativi <strong>di</strong>rettamente erogati dallo SPISAL nel <strong><strong>20</strong>11</strong> hannointeressato circa 3.000 figure professionali: datori <strong>di</strong> lavoro, Associazionidatoriali e sindacali, RLS, RSPP, dell’e<strong>di</strong>lizia, agricoltura, industria.In particolare numerose iniziative <strong>di</strong> formazione hanno interessato iltema dello stress lavoro correlato 4 , ed ancora, corsi per lavoratori autonomi,costruttori, riven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> mezzi agricoli, ponteggisti ecc..L’attività erogata dal Comitato Paritetico Territoriale nel settore e<strong>di</strong>le, nel corso dell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong>, ha coinvolto1.913 persone: lavoratori, RLS, RSPP, preposti, Coor<strong>di</strong>natori per la sicurezza. I corsi complessivi sonostati 114 (emergenze, addetti montaggio e smontaggio ponteggi, primo ingresso RLS).http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/spisal.html4 In materia <strong>di</strong> stress lavoro-correlato lo SPISAL - in collaborazione con l’Università <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, attraverso la sperimentazione e il feedback su 800 aziende chehanno redatto la valutazione dello stress lavoro-correlato - ha permesso la revisione critica dello strumento metodologico. Inoltre con le OOSS della provincia el’Università <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> si è proceduto alla redazione <strong>di</strong> una Linea operativa per le imprese con meno <strong>di</strong> 30 lavoratori.CAPITOLO 7110La sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro


CAPITOLO 8Il Mondo AnimaleParole chiave: popolazione animale, macellazioni, vigilanza, ispezioni, stabilimenti produzione alimentare,influenza aviaria, vettori <strong>di</strong> malattie, lingua blu, Leishmaniosi, febbre del Nilo, apicoltura, randagismo, gatti,cani, colombi, ratti, insetti, artropo<strong>di</strong>, zanzara tigre, trattamenti <strong>di</strong>sinfestanti8.1 DIMENSIONE PRODUTTIVAIL CAMPO D’INTERVENTODall’anagrafe informatizzata del Servizio Veterinario, nel territorio dell’ULSS <strong>20</strong> risultano esistere 3.454allevamenti <strong>di</strong> animali <strong>di</strong> tutte le specie da produzione con una popolazione animale così ripartita:TABELLA 8.1/1Popolazione animale ULSS <strong>20</strong>SPECIE ANIMALENUMERO CAPIBovini da riproduzione 31.707Bovini da carne 52.256Ovi-caprini 4.364Equini 2.753Suini 54.536Polli (*) 7.573.559Galline ovaiole (*) 939.764Faraone (*) 308.<strong>20</strong>1Tacchini (*) 2.902.909Anatre (*) 43.726Conigli 17.178Fagiani (*) 29.500Quaglie (*) 1<strong>20</strong>.251Apiari 268Itticolture 23(*) Numero animali presenti per ciclo <strong>di</strong> allevamentoTutti gli animali sottoposti a macellazione vengono visitati prima (visita ante mortem) e dopo le operazioni<strong>di</strong> macellazione (visita post mortem), per verificare l'eventuale presenza <strong>di</strong> patologie trasmissibiliall'uomo o agli animali. Nel caso <strong>di</strong> macellazioni speciali d'urgenza vengono regolarmente eseguiti esamibatteriologici sulle carni e sugli organi, ed analisi per la ricerca <strong>di</strong> sostanze inibenti.Nel corso dell’anno sono state eseguite 53 macellazioni speciali d’urgenza.111


Tutti i bovini macellati, abbattuti o morti ad una età maggiore <strong>di</strong> 48 mesi sono stati sottoposti ad untest rapido per la ricerca dell'encefalite spongiforme bovina (BSE). Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> tutti gli animali controllati sonorisultati negativi.TABELLA 8.1/2ULSS <strong>20</strong>. Statistica macellazioni – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>MACELLAZIONE CARNI ROSSE DIFFERENZA MACELLAZIONI CARNI BIANCHE DIFFERENZACapi <strong><strong>20</strong>11</strong> Capi <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>-<strong>20</strong>10 Capi <strong><strong>20</strong>11</strong> Capi <strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>-<strong>20</strong>1045.939 46.559 -6<strong>20</strong> 53.951.943 51.528.732 +2.423.211I dati riportati in tabella 8.1/2 evidenziano che:il numero capi avicoli macellati presso la nostra ULSS è in linea con il dato nazionale che ha vistoun aumento (4,7%) delle produzioni e dei consumi <strong>di</strong> carni bianche (avicole). Il numero <strong>di</strong> sedute<strong>di</strong> macellazione presso le 3 <strong>di</strong>tte che producono carni bianche è stato <strong>di</strong> 613 con più <strong>di</strong> 9.000 ore<strong>di</strong> attività ispettivala macellazione <strong>di</strong> animali per la produzione <strong>di</strong> carni rosse ha registrato un lieve calo (-1,3%) checonferma il tendenziale trend negativo delle carni bovine, che perdono ogni anno circa un puntopercentuale. Il numero annuale <strong>di</strong> accessi negli 8 macelli per la produzione <strong>di</strong> carni rosse è stato<strong>di</strong> 700 sedute <strong>di</strong> macellazione con un impegno orario <strong>di</strong> 6.684 ore <strong>di</strong> attività ispettiva.8.2 VIGILANZA E ISPEZIONISTABILIMENTI PER LA PRODUZIONE ALIMENTARESISTEMA INFORMATICO PER LE REGISTRAZIONIIl sistema <strong>di</strong> registrazione delle attività produttive tramite presentazione <strong>di</strong> una Segnalazione Certificata<strong>di</strong> Inizio Attività (SCIA) ha sostituito la vecchia autorizzazione sanitaria. Il sistema informatico SIVE, correlatocon GesVet e utilizzato per creare un’anagrafe regionale che <strong>di</strong>aloga con il sistema SIAN NET, permettela gestione informatica delle pratiche <strong>di</strong> registrazione. Attualmente è in fase <strong>di</strong> attuazione l’inserimentonello stesso sistema informatico dell’attività svolta dal personale impegnato nell’attività <strong>di</strong> vigilanza.In fase <strong>di</strong> registrazione la pratica viene in<strong>di</strong>rizzata al Servizio Veterinario o al SIAN, a seconda della prevalenza<strong>di</strong> competenza, valutando quali sono gli alimenti che vengono posti in ven<strong>di</strong>ta o in lavorazione. Lapossibilità dell’Operatore del Settore Alimentare <strong>di</strong> utilizzare una vasta gamma <strong>di</strong> prodotti alimentari siavegetali che animali, fa sì che sempre più spesso certi sopralluoghi debbano essere eseguiti da personaledel Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione congiuntamente a personale del Servizio Veterinario.ALIMENTI E CATEGORIZZAZIONE DEL RISCHIOProsegue l’attività <strong>di</strong> controllo prevista dal D.D.R. 292/<strong>20</strong>07 (linee guida per la valutazione del rischiodelle imprese alimentari ai fini del controllo ufficiale).CAPITOLO 8112Il Mondo Animale


Occorre ricordare che i recenti Regolamenti comunitari, noti come“pacchetto igiene”, hanno previsto l’analisi del rischio come fondamento<strong>di</strong> tutta la nuova legislazione alimentare. In particolare, l’art.3 delregolamento 882 prevede che i controlli ufficiali siano eseguiti perio<strong>di</strong>camentee con una frequenza proporzionata al rischio associato alleaziende del settore e ai relativi alimenti prodotti.Controlli ufficiali eseguitiperio<strong>di</strong>camente e conuna frequenza proporzionataal rischio associatoalle aziende ed agli a-limenti prodottiSi provvede pertanto all’inizio dell’anno solare a “categorizzare” glistabilimenti e a programmare la relativa attività. Il profilo <strong>di</strong> rischio vienedefinito in base criteri riguardanti le caratteristiche dello stabilimento, l’entità produttiva, i prodotti,l’igiene delle produzioni, il sistema <strong>di</strong> autocontrollo ed infine i dati storici intesi come non conformità riscontrate.Nel corso dell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> sono state valutate tutte le aziende in possesso <strong>di</strong> riconoscimentocomunitario e sono state eseguite ispezioni e verifiche utilizzando le schede operative già inserite nel decretoDGR 292/<strong>20</strong>07. Su queste attività il servizio veterinario ha effettuato interventi <strong>di</strong> vigilanza e ispezione,sud<strong>di</strong>visi come specificato nella tabella 8.2/1.TABELLA 8.2/1ULSS <strong>20</strong>. Interventi <strong>di</strong> vigilanza – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>VIGILANZAN. INTERVENTIdepositi riconosciuti C.E. 336impianti <strong>di</strong> produzione e lavorazione carni 507caseifici aziendali 159impianti CE prodotti pesca 48centri imballaggio uova <strong>20</strong>impianti prodotti d'uovo 32Totale 1.102Nel corso dell’attività <strong>di</strong> vigilanza negli stabilimenti <strong>di</strong> cui sopra, sonostate aperte 52 procedure per non conformità (tutte risolte in tempivariabili a seconda della complessità), comminate 26 sanzioni amministrativeed inviata in Procura una notizia <strong>di</strong> reato.Procedure <strong>di</strong> non conformità,sanzioni e reatiTABELLA 8.2/2ULSS <strong>20</strong>. Sedute <strong>di</strong> macellazione e ispezioni durante la lavorazione delle carni - anno <strong><strong>20</strong>11</strong>STRUTTUREN. ISPEZIONImacelli avicoli 613macellazione presso agriturismi 9macelli riconosciuti 700laboratori <strong>di</strong> sezionamento riconosciuti 127carcasse da macellazione speciale 53suini a domicilio 538Totale 2.040Durante l’attività ispettiva sono state sequestrate e <strong>di</strong>strutte 23.1<strong>20</strong>tonnellate <strong>di</strong> carni rosse e 2.246 tonnellate <strong>di</strong> carni bianche giu<strong>di</strong>catenon idonee al consumo.Sequestri e <strong>di</strong>struzioni <strong>di</strong>carne non idonea113CAPITOLO 8Il Mondo Animale


TABELLA 8.2/3ULSS <strong>20</strong>. Campionamenti – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>CAMPIONAMENTIN. INTERVENTIPiano Nazionale residui in allevamento e macello 768Piano Nazionale residui su alimenti 153Campionamenti 1.503Totale 2.424Oltre all’attività <strong>di</strong> ispezione <strong>di</strong> tutti gli animali macellati negli impianti autorizzati anche le industrie a-limentari e gli allevamenti vengono perio<strong>di</strong>camente sottoposti a controlli <strong>di</strong> vario tipo a seconda delle esigenze,come previsto dal “Libro Bianco” e dal regolamento CEE 178/<strong>20</strong>02, che prevedono un controllo <strong>di</strong>filiera <strong>di</strong>stribuito “dal campo alla tavola”, finalizzato alla sicurezza alimentare e alla tracciabilità degli alimenti.Negli allevamenti i controlli mirano all’identificazione degli animali, alla verifica dello stato sanitario, delbenessere, dell’utilizzo dei farmaci, dei mangimi e degli eventuali inquinanti ambientali.Nelle industrie alimentari viene verificato l’aspetto igienico sanitario delle materie prime (compresequelle provenienti da altri Stati sia comunitari che extracomunitari), delle lavorazioni, delle strutture, degliimpianti e dei prodotti finiti.A completamento dell’attività <strong>di</strong> vigilanza vengono effettuati i campionamenti, mirati o casuali, contemplatinel Piano Nazionale Residui e quelli demandati alle ULSS da parte degli uffici periferici del Ministerodella Salute quali UVAC (Ufficio Veterinario Adempimenti CEE) e PIF (Posto <strong>di</strong> Ispezione Frontaliero).Viene inoltre eseguita attività <strong>di</strong> vigilanza sui prodotti oggetto <strong>di</strong> allerta comunitaria, nella fase <strong>di</strong> ritiroo richiamo dal commercio.8.3 MALATTIE INFETTIVE ED INFESTAZIONITutelare il patrimonio zootecnico dalle malattie infettive, con particolare attenzione per quelle <strong>di</strong> interesseantropozoonosico, rappresenta da sempre uno dei più importanti compiti del Servizio Veterinario.INFLUENZA AVIARIAÈ proseguita costantemente l’attività <strong>di</strong> controllo per questa malattia infettiva sulla base dei piani giàmessi in atto negli anni 1999-<strong>20</strong>03, periodo in cui si era verificato un notevole interessamento degli allevamentie l’eliminazione <strong>di</strong> circa un milione e mezzo <strong>di</strong> capi avicoli.A seguito <strong>di</strong> questa emergenza era stato perfezionato da parte del Centro Regionale <strong>di</strong> EpidemiologiaVeterinaria, un sistema <strong>di</strong> geo-referenziazione del territorio che ha comportato l’attribuzione a tutti gli allevamenti<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate geografiche per una precisa identificazione <strong>di</strong> ogni attività produttiva(http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/veterinaria_ac.html). Anche nel <strong><strong>20</strong>11</strong> questo sistema <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica e <strong>di</strong>monitoraggio ha consentito la sospensione della vaccinazione, con l’abbattimento dei relativi costi, ed i-noltre ha permesso la programmazione degli accasamenti (contemplando in alcuni territori anchel’accasamento <strong>di</strong> sessi misti), controllata dal Servizio Veterinario, riducendo la possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione dellamalattia grazie alla sincronia delle varie attività dell’allevamento (carico, pulizie, ecc). Inoltre, in caso <strong>di</strong>focolaio, si riducono enormemente i tempi <strong>di</strong> intervento e l’estinzione dello stesso.CAPITOLO 8114Il Mondo Animale


Nel territorio <strong>di</strong> competenza tutti gli allevamenti avicoli sono statisottoposti ad attività <strong>di</strong> monitoraggio e controllo me<strong>di</strong>ante il prelevamento<strong>di</strong> campioni. In contemporanea è attivo anche un piano <strong>di</strong> sorveglianzadegli allevamenti rurali che permette <strong>di</strong> verificare la presenza<strong>di</strong> virus influenzale nel territorio.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> sono stati eseguiti oltre 3.735 esami.Monitorati tutti gli allevamentiavicoliFIGURA 8.3/1Distribuzione allevamenti avicoli intensivi115CAPITOLO 8Il Mondo Animale


MALATTIE TRASMESSE DA VETTORICon i mutamenti climatici che si sono registrati negli ultimi anni, malattie che erano presenti in zonesubtropicali sono state <strong>di</strong>agnosticate anche nei nostri territori, questo perché la trasmissione si verificame<strong>di</strong>ante insetti vettori, come alcune malattie <strong>di</strong> seguito descritte.MALATTIA DELLA LINGUA BLU (BLUETONGUE)È una malattia virale dannosa per le pecore ma che riconosce il bovino come serbatoio del virus che ètrasmesso da vari tipi <strong>di</strong> zanzare (culicoides). La malattia è presente nelle aree subtropicali e da alcuni anniera presente anche nelle regioni meri<strong>di</strong>onali italiane. Grazie alle azioni <strong>di</strong> controllo e vigilanza non hamai interessato i nostri allevamenti. Nel corso del <strong>20</strong>06 in alcuni paesi del Nord Europa (Paesi Bassi, Francia,ecc.) si sono rilevati alcuni focolai <strong>di</strong> una variante (BTV8) che si è <strong>di</strong>mostrata più aggressiva per il bovino.Nel corso del <strong>20</strong>07 si è assistito ad una grande <strong>di</strong>ffusione nel Nord Europa e conseguentemente, a seguitodelle massicce importazioni <strong>di</strong> animali da ristallo, necessari per i nostri allevamenti, è stata rilevatala presenza <strong>di</strong> soggetti positivi al sierotipo BTV8.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> il piano <strong>di</strong> monitoraggio in alcuni allevamenti sentinella ha permesso <strong>di</strong> escludere la presenzadel virus in bovini autoctoni.LEISHMANIOSILa leishmaniosi canina è oggetto <strong>di</strong> monitoraggio dal 1995. Causata da Leishmania infantum è una parassitosiimportante in campo veterinario ed un problema <strong>di</strong> sanità pubblica.FIGURA 8.3/2ULSS <strong>20</strong>. Sieroprevalenza della leishmaniosi nei cani nell’area <strong>di</strong> monitoraggioTutta l’attività <strong>di</strong> ricerca svolta nel <strong>20</strong>04-<strong>20</strong>05, in collaborazione con le Amministrazioni dei Comunidell’Est veronese, che ha evidenziato la presenza in forma autoctona del parassita, si è concretizzata inazioni <strong>di</strong> educazione sanitaria rivolte alla popolazione, in particolare ai proprietari dei cani, e nel massicciocoinvolgimento dei veterinari liberi professionisti.CAPITOLO 8116Il Mondo Animale


Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> il monitoraggio sierologico della malattia ha evidenziato i seguenti dati:TABELLA 8.3/1Campionamenti per ricerca Leishmania infantum – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>COMUNE DI PRELIEVO NUMERO CAMPIONI NUMERO CAMPIONI POSITIVIArcole 1 0Belfiore 1 0Bosco Chiesanuova 1 0Cal<strong>di</strong>ero 1 0Cazzano <strong>di</strong> Tramigna 1 1Cologna Veneta 1 0Grezzana 4 2Illasi 1 0Lavagno 5 1Mezzane <strong>di</strong> Sotto 3 0San Bonifacio 1 1San Martino Buon Albergo 3 1Soave 2 1Tregnago 1 1<strong>Verona</strong>* 657 64Campioni totali 683 72*occorre sottolineare che 364 i campioni <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> sono effettuati su animali del canile sanitario per cui provenienti da variezone della provincia.Continua inoltre il monitoraggio entomologico dell’insetto vettore del parassita, il Flebotomo, e lo stu<strong>di</strong>odel comportamento biologico e della <strong>di</strong>ffusione nel territorio. È confermata la sua presenza nella Valle<strong>di</strong> Cazzano <strong>di</strong> Tramigna e in Val d’Alpone con un continuo allargamento della zona <strong>di</strong> presenza del vettorecon interessamento anche della pianura.WEST NILE DISEASELa West Nile Disease (WND) o “febbre del Nilo” è una zoonosi virale trasmessa principalmente tramitela puntura <strong>di</strong> Culicoi<strong>di</strong> (zanzare). Nell’uomo sono state accertate vie <strong>di</strong>trasmissione minori, come trasfusioni <strong>di</strong> sangue infetto, trapianti Febbre del Nilo negli animalid’organo e la via transplacentare.La malattia si manifesta nei volatili, equini, altri mammiferi, rettili e nell’uomo e riconosce come serbatoiodel virus gli uccelli selvatici. Ha una sintomatologia variabile a seconda del ceppo virale e dell’ospite,con possibili sindromi febbrili e neurologiche. La prima segnalazione nell’uomo è stata nel 1937 in Uganda,mentre in Europa è avvenuta in Francia nel 1962. Negli ultimi 10 anni sono stati segnalati in Europanumerosi focolai <strong>di</strong> infezione localizzati soprattutto nel bacino del Me<strong>di</strong>terraneo.Una percentuale <strong>di</strong> casi, stimata intorno al 10-<strong>20</strong>%, si manifesta con la West Nile Fever, che si presentacon sintomi aspecifici come febbre, cefalea, dolori muscolari, reattività linfonodale, rash cutanei. In unaminima percentuale <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui, in particolare negli anziani, il virus può provocare gravi forme neurologiche(encefalite, meningite) che possono avere talvolta decorso fatale.In Italia il primo focolaio è toscano (Padule <strong>di</strong> Fucecchio), nel 1998, con 14 casi clinici in cavalli.117CAPITOLO 8Il Mondo Animale


Nel corso del mese <strong>di</strong> agosto <strong>20</strong>08 sono stati confermati numerosi casi <strong>di</strong> WND inizialmente in EmiliaRomagna e successivamente in Veneto e Lombar<strong>di</strong>a. Nel corso del <strong>20</strong>09 la malattia si è ripresentata in E-milia Romagna e Lombar<strong>di</strong>a. Oltre alle positività nei cavalli, uccelli selvatici stanziali e zanzare, sono statisegnalati anche alcuni casi umani: <strong>di</strong> questi, tre hanno avuto esito fatale.Nel corso del <strong>20</strong>08 il piano <strong>di</strong> controllo straor<strong>di</strong>nario pre<strong>di</strong>sposto dalla Regione Veneto ha evidenziatonumerose positività sierologiche in cavalli autoctoni presenti nelle province <strong>di</strong> Rovigo, Venezia e Padova.A seguito del monitoraggio suddetto anche nella nostra <strong>Ulss</strong> è stata evidenziata una positività sierologica,nell’autunno <strong>20</strong>09, in un cavallo autoctono nel comune <strong>di</strong> Buttapietra.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, nell’ambito del piano <strong>di</strong> sorveglianza per questa malattia, sono state pre<strong>di</strong>sposte le trappoleper la cattura delle zanzare (Fig. 8.3/3) che non hanno rilevato la presenza del virus; anche il controllo degliequini sentinella, nel nostro territorio, ha dato risultati negativi.FIGURA 8.3/3WND: mappa della trappole per la cattura delle zanzare.ZECCHENei territori collinari e montani sono sempre più frequenti le segnalazioni da parte <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni dellapresenza <strong>di</strong> questi parassiti. Nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong> sono state rilevate ancora infestazioni in animali al pascolo,sia domestici che selvatici.Il pericolo è rappresentato dalla trasmissione <strong>di</strong> alcune malattie anche gravi all’uomo (Malattia <strong>di</strong> Lyme,Encefaliti Trasmissibili, Babesia, ecc.). Il progetto <strong>di</strong> ricerca, in collaborazionecon l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie,Leucosi Bovina e Brucellosi:Regione Veneto ufficialmenteindennescorsi anni e che prevedeva la raccolta e l’identificazione delle zecchel’Università <strong>di</strong> Padova e il Corpo Forestale dello Stato, conclusosi negliin alcuni siti della Val d’Illasi e delle valli limitrofe con il controllo sierologicodegli animali che pascolano nei siti <strong>di</strong> raccolta, non ha evidenziato la presenza dei virus delle encefaliti,presenti in altri territori del nord est.8.4 ALTRE MALATTIE INFETTIVEIl patrimonio bovino, attualmente, risulta ufficialmente non affetto da Leucosi Bovina e Brucellosi e laRegione Veneto per queste malattie è stata <strong>di</strong>chiarata dalla Unione Europea ufficialmente indenne.Nel corso del <strong><strong>20</strong>11</strong>, a seguito dei controlli effettuati, numerosi allevamenti hanno evidenziato le caratteristicheper l’attribuzione della qualifica <strong>di</strong> allevamento ufficialmente indenne da I.B.R.CAPITOLO 8118Il Mondo Animale


(Rinotracheite Bovina Infettiva), con notevole vantaggio per il patrimonio bovino soprattutto delle zonepedemontane. Su <strong>di</strong>sposizione regionale sono inoltre controllati per numerose infezioni i feti bovini abortitimonitorando ulteriormente lo stato sanitario del patrimonio zootecnico.Come previsto dal Piano regionale tutti i bovini da riproduzione sono stati controllati per tubercolosicon esito negativo, confermando l’indennità del nostro territorio, qualifica riconosciuta ormai da alcunianni.Iniziate nel 1998, in collaborazione con la sezione <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentaledelle Venezie, proseguono le ricerche negli allevamenti e nell’ambiente della zona montana per la valutazionedella prevalenza della paratubercolosi e per specifici piani <strong>di</strong> risanamento.APICOLTURAIl settore apicoltura sta vivendo un momento <strong>di</strong> particolare <strong>di</strong>fficoltà, parecchi apiari registrano lascomparsa <strong>di</strong> alcune famiglie per patologie non ancora ben chiare (cosiddetta sindrome da spopolamento).La Peste Americana e la Varroa sono patologie importanti e la seconda in particolare provoca ingentidanni.BENESSERE ANIMALELa sensibilità verso il mondo animale porta sempre più l’attenzione alle modalità <strong>di</strong> allevamento e trasportovolte ad assicurare un maggior benessere degli animali, in ottemperanza a quanto <strong>di</strong>sposto dalD.Lgs. 146/<strong>20</strong>01.Il D.Lgs. 267/<strong>20</strong>03 e s.m.i. ha imposto nell’allevamento delle galline ovaiole ulteriori standards <strong>di</strong> benesserecon importanti adeguamenti entro il <strong><strong>20</strong>11</strong>.Sono stati sottoposti ad ispezione e vigilanza tutti gli allevamenti <strong>di</strong> vitelli, suini e galline ovaiole presentisul territorio.Inoltre, negli stabilimenti <strong>di</strong> macellazione vengono verificate giornalmente le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> benesseredegli animali durante il trasporto e la macellazione. Il numero totale <strong>di</strong> allevamenti controllati nell’anno<strong><strong>20</strong>11</strong> è stato 110.In applicazione del regolamento CEE 01/<strong>20</strong>05, che regolamenta il trasporto degli animali vivi, il Servizioha proseguito la formazione per i conducenti/guar<strong>di</strong>ani con il rilascio degli appositi attestati ed ha effettuatouna serie <strong>di</strong> interventi con la Polizia Stradale.EDUCAZIONE SANITARIAIl Servizio ha organizzato convegni in<strong>di</strong>rizzati agli allevatori per parlare <strong>di</strong> problematiche relative allamonticazione degli animali e alla profilassi delle malattie infettive. Si è inoltre intervenuti per affrontare laproblematica della produzione primaria del latte bovino nel territorio montano.Particolare riguardo è stato posto nella informazione ed educazione sanitaria degli allevatori perl’applicazione <strong>di</strong> tutte le misure <strong>di</strong> biosicurezza e benessere animale, problematiche su cui la Comunità Europeasta in<strong>di</strong>rizzando con forza.Prosegue l’attività <strong>di</strong> formazione dei Me<strong>di</strong>ci Veterinari in collaborazione con l’Istituto Zooprofilatticodelle Venezie, con il SIVEMP (Sindacato me<strong>di</strong>ci veterinari), con l’Università <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Veterinaria <strong>di</strong> Padovae con l’Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci Veterinari della Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>.Grazie al supporto della Società Italiana Me<strong>di</strong>cina Veterinaria Preventiva e dell'Associazione GiovanniVincenzi si è svolta una rilevante azione formativa in<strong>di</strong>rizzata ai <strong>di</strong>rigenti me<strong>di</strong>ci e al personale tecnico del<strong>Dipartimento</strong>.119CAPITOLO 8Il Mondo Animale


In collaborazione con il SIAN è continuata l’attività <strong>di</strong> formazione del personale addetto alla preparazionee ven<strong>di</strong>ta dei prodotti alimentari prevista dalla normativa regionale in sostituzione del libretto <strong>di</strong> i-doneità sanitaria.Nel <strong><strong>20</strong>11</strong>, a seguito del protocollo <strong>di</strong> intesa sottoscritto con il Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> e l’Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ciVeterinari della Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> per l’organizzazione <strong>di</strong> percorsi formativi per proprietari <strong>di</strong> cani impegnativi,e come previsto dall’Or<strong>di</strong>nanza del Ministero della Salute del 9 marzo <strong>20</strong>09, si sono svolti due corsicon i Comuni <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> e <strong>di</strong> S. Giovanni Lupatoto.8.5 CENTRO PET THERAPYDal <strong>20</strong>05, presso la sede ospedaliera <strong>di</strong> Marzana, è attivo il servizio <strong>di</strong> Pet Therapy che eroga, in conformitàcon le Linee Guida della Regione Veneto in materia <strong>di</strong> interventi assistiti con l’ausilio <strong>di</strong> animali,prestazioni ad utenti interni ed esterni. L’utilizzo della relazione uomo-animale in campo me<strong>di</strong>co e psicologico,per apportare ai pazienti benefici <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne terapeutico ed assistenziale, è una realtà in continua<strong>di</strong>ffusione.Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> Salute Mentale, i Centri Diurni per <strong>di</strong>sabili, le Residenze per anziani, la NeuropsichiatriaInfantile, il Centro Diagnosi Ricerca e Cura per l’Autismo, le Residenze Sanitarie Assistite e le Scuolesono i servizi che, ormai da qualche anno, prevedono l’inserimento degli Interventi Assistiti dagli Animaliall’interno dei programmi educativi e terapeutici.Anche al C.E.R.R.I.S. è attivo da parecchi anni un servizio <strong>di</strong> ippoterapia riservato agli utenti interni che,con progetti trimestrali, coinvolge un cinquantina <strong>di</strong> ospiti.GRAFICO 8.5/1Attività con l’ausilio <strong>di</strong> cani presso l’Ospedale <strong>di</strong> Marzana – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>Patologiepsichiatriche; 3Disabilità; 67Patologiedell'etàgeriatrica; 30Minori; 12Autismo; 12Progetti: 55 Interventi: 680 Utenti: 124CAPITOLO 81<strong>20</strong>Il Mondo Animale


8.6 RANDAGISMORANDAGISMO FELINONei centri urbani e nelle aree ver<strong>di</strong> collegate è frequente la presenza <strong>di</strong> gatti liberi, <strong>di</strong> solito aggregati incolonie con spiccata organizzazione gerarchica.Un articolato impianto legislativo nazionale e regionale vieta il maltrattamento e tutela l’esistenza deigatti liberi sul territorio, prevedendo sanzioni amministrative e penali per i trasgressori (Legge 281/91 –L.R. 60/1993 e Legge 189/<strong>20</strong>04 che mo<strong>di</strong>fica il Co<strong>di</strong>ce Penale). Al Servizio Veterinario Multizonale (SVM) èaffidato il compito <strong>di</strong> tutelare la salute degli animali, controllarli demograficamentecon le sterilizzazioni, conciliare l’igiene dell’ambiente eproteggere la popolazione dalle malattie potenzialmente trasmesse daiGatti liberigatti. Sono sempre più frequenti gli esposti <strong>di</strong> persone che non sopportano la presenza <strong>di</strong> gatti liberi inambito urbano per ataviche superstizioni o talvolta per reali pregiu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> tipo igienico. Il SVM, in collaborazionecon le Amministrazioni Comunali e con le Associazioni Protezionistiche, esercita una me<strong>di</strong>azionetra le posizioni contrapposte, nell’ottica <strong>di</strong> una convivenza accettabile per tutti.CENSIMENTOOgni anno viene aggiornato il censimento, in collaborazione con i gattofili referenti e contestualmentealle catture o agli interventi <strong>di</strong> completamento delle colonie.Il problema randagismo felino, già presente e controllato da un ventennio nel Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, si èpresentato rilevante anche nei Comuni della Provincia. Il numero delle155 colonie felinecolonie a <strong>Verona</strong> si è mantenuto costante; erano 147 nel <strong>20</strong>00 e 155nel <strong>20</strong>09. Il modesto incremento è dovuto all’inserimento <strong>di</strong> piccole coloniepresenti nei cortili condominiali non censite nel <strong>20</strong>00; sono proprio queste microcolonie che hannopiù rilevanza negli esposti e nella gestione dell’igiene delle strutture ad uso collettivo.Il censimento ha interessato, oltre al Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, anche i Comuni <strong>di</strong> San Bonifacio, San MartinoBuon Albergo, San Giovanni Lupatoto, Ba<strong>di</strong>a Calavena, Mezzane, Grezzana, Soave, Buttapietra, Roverè,Lavagno, Arcole, Cal<strong>di</strong>ero, Colognola ai Colli, San Giovanni Ilarione e Castel D’Azzano.CONTROLLO SANITARIO E DEMOGRAFICOLa Legge Regionale 60/93 affida ai Servizi Veterinari delle ULSS il compito <strong>di</strong> limitare le nascite dei gattiche vivono in libertà ed il controllo sanitario delle colonie.Nell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> sono state controllate 100 colonie <strong>di</strong> gatti in 16 comuni dell’ULSS <strong>20</strong>, per un totale <strong>di</strong>370 gatti, dei quali 226 erano femmine e 144 maschi.I gatti sono stati prelevati dalle colonie dagli operatori del SVM in collaborazione con i volontari, trasferitinegli ambulatori del canile sanitario e sottoposti a visita me<strong>di</strong>ca preliminare integrata da prelievo <strong>di</strong>tamponi nasali e <strong>di</strong> pelo inviati al laboratorio <strong>di</strong> Parassitologia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentaledelle Venezie per la ricerca e la tipizzazione <strong>di</strong> micosi: dei <strong>20</strong>4 tamponi nasali inviati, 115 sono risultati positivi(56,3%), con rilevante incidenza del genere alternaria (17%) e cladosporium (23,7%), responsabili <strong>di</strong>sindromi allergiche. In misura minore è stata accertata la positività al genere cryptococcus che può esserezoonosico per in<strong>di</strong>vidui con immunodeficienza da trapianto o da HIV. Dei 178 campioni <strong>di</strong> pelo inviati, 61sono risultati positivi (34,2%) con prevalenza del penicillum e ancora <strong>di</strong> alternaria. Dai dati raccolti si puòsostenere l’evidenza <strong>di</strong> un rischio zoonosico <strong>di</strong> tipo allergizzante.Se le con<strong>di</strong>zioni fisiologiche sono buone i gatti vengono sterilizzati chirurgicamente in anestesia generale,con orchiectomia dei maschi e ovariectomia delle femmine e contestualmente identificati tramite tatuaggionel pa<strong>di</strong>glione auricolare interno; il flusso delle sterilizzazioni si concentra nei perio<strong>di</strong> fertili.121CAPITOLO 8Il Mondo Animale


GRAFICO 8.6/1ULSS <strong>20</strong>. Gatti controllati e sterilizzati – anni <strong>20</strong>10 e <strong><strong>20</strong>11</strong>5735414157515240612223252182293536554849501240Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dicanno <strong>20</strong>10 anno <strong><strong>20</strong>11</strong>Dopo l’intervento tutti gli operati sono posti sotto copertura antibiotica e controllati per 2-3 giorni; se ildecorso è favorevole vengono liberati nella colonia <strong>di</strong> provenienza.RANDAGISMO CANINOIl SVM controlla il randagismo canino tramite la cattura dei cani liberi vaganti sul territorio <strong>di</strong> tutta laProvincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, in attuazione <strong>di</strong> una convenzione tra l’ULSS <strong>20</strong> e le ULSS 21 e 22, con la collaborazionedegli operatori dell’Associazione Protezionistica San Francesco.Anche nel <strong><strong>20</strong>11</strong> si è mantenuta elevata la richiesta <strong>di</strong> cattura cani randagi/vaganti nella Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>;in totale sono stati catturati 1.059 animali, <strong>di</strong> cui 168 nel territorio dell’ULSS 21 e 301 nel territoriodell’ULSS 22. Per 518 animali catturati, pari al 48,9%, è stato possibile il pronto ritorno a casa grazie al sistemainformatizzato <strong>di</strong> anagrafe canina che, se fosse applicato totalmente, risolverebbe in larga misura ilproblema della gestione dei canili rifugio. Tali strutture sarebbero necessarie solo per pochi casi (stato <strong>di</strong>detenzione del proprietario, sequestri e confische, casi particolari <strong>di</strong> ospedalizzazione delle persone) stimabiliin circa il 10% rispetto alle presenze attuali nei canili, con grande risparmio <strong>di</strong> risorse finanziarie oggisostenute dalle ULSS e dai Comuni.Il senso civico dei veronesi ha mantenuto elevato il numero dei cani dati in adozione dal canile sanitarioa titolo gratuito (510, pari al 48,1%), già sterilizzati, microchippati, iscritti in anagrafe canina regionale e<strong>di</strong>mmunizzati contro le principali malattie infettive della specie.GRAFICO 8.6/2Flusso catture cani randagi – anni <strong>20</strong>10 e <strong><strong>20</strong>11</strong>108107107868986959480929989868187959261 707779766348Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic<strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>CAPITOLO 8122Il Mondo Animale


Ogni giorno vengono catturati in me<strong>di</strong>a 4 cani, con notevole impegno per le varie se<strong>di</strong> <strong>di</strong> cattura <strong>di</strong>slocatesu tutti i 98 Comuni della Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>.GRAFICO 8.6/3Attività del canile sanitario – anni <strong>20</strong>10 e <strong><strong>20</strong>11</strong>1.059988500518 51043525326023251<strong><strong>20</strong>11</strong>0Entrati Riscattati Adottati Morti Sterilizzati Presenze al 31/12<strong>20</strong>10 <strong><strong>20</strong>11</strong>L’analisi degli eventi rispetto all’anno precedente non manifesta variazioni significative nel numero <strong>di</strong>riscatti e <strong>di</strong> sterilizzazioni. Purtroppo sono entrati cani molto anziani <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile collocazione in adozione,che hanno mantenuto a 110 il numero <strong>di</strong> cani presenti in canile a fine anno.In parallelo sono aumentati gli interventi terapeutici e <strong>di</strong> prevenzione: 260 sterilizzazioni, 624 applicazioni<strong>di</strong> microchip, 1.308 trattamenti antiparassitari, 1.294 vaccinazioni, 4.<strong>20</strong>3 visite cliniche, 70 certificatiinternazionali, 695 passaporti e 72 verbali <strong>di</strong> contravvenzione. Il risultato nelle adozioni è stato raggiuntocon il supporto <strong>di</strong> personale volontario e con la vetrina <strong>di</strong> cani adottabili visibile sul sitohttp://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/cercocasa.html.I volontari svolgono a titolo gratuito importanti attività per il benessere dei cani, quali la movimentazione,il controllo comportamentale, la guida nelle visite del pubblico e nelle adozioni. L’inserimento deivolontari ha lo scopo <strong>di</strong> addestrare un gruppo <strong>di</strong> persone che possano, a breve, assicurare la gestione delnuovo canile rifugio del Comune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>, in fase <strong>di</strong> realizzazione.È stato programmato un percorso formativo per i me<strong>di</strong>ci veterinari <strong>di</strong>rigenti del Canile Sanitario su argomenti<strong>di</strong> Sanità Pubblica Veterinaria, me<strong>di</strong>cina comportamentalista ed etologia, me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> urgenza,ortope<strong>di</strong>a e traumatologia, ra<strong>di</strong>ologia, clinica me<strong>di</strong>ca e malattie zoonosi che.Con un finanziamento della Regione Veneto sono state acquistate apparecchiature per le analisi ematochimicheed altre attrezzature sanitarie <strong>di</strong> supporto ambulatoriale compreso un apparecchio ra<strong>di</strong>ologico<strong>di</strong>gitalizzato.Nuove attrezzature123CAPITOLO 8Il Mondo Animale


Il Canile Sanitario è un osservatorio epidemiologico che interessa la ricerca scientifica, in particolare ilLaboratorio <strong>di</strong> Parassitologia dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, con il quale vi è una collaborazioneper l’identificazione delle micosi e delle parassitosi trasmissibili.PATOLOGIE DI INTERESSE ZOONOSICOSono stati eseguiti <strong>20</strong>5 controlli ematologici <strong>di</strong> cani catturati nelle zone a rischio della Provincia <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>per la ricerca <strong>di</strong> Dirofilaria imitis, riscontrando 7 positivi. I prelievi per la ricerca <strong>di</strong> Leishmania infantumsono stati 352; un solo soggetto è risultato positivo al test sierologico <strong>di</strong> immunofluorescenza, consintomi <strong>di</strong> malattia cronicizzata e debilitazione generale.Il benessere degli animali è garantito da una <strong>di</strong>eta bilanciata, dalla superficie ampia dei box, dalla <strong>di</strong>sponibilità<strong>di</strong> un’area verde alberata de<strong>di</strong>cata alla sgambatura, dalla pulizia dei box giornaliera domenichecomprese e dal lavaggio dei piazzali e degli stabulari.8.7 RATTI, INSETTI ED ARTROPODIIl personale tecnico assegnato al SVM ha assicurato anche nell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> le <strong>di</strong>sinfezioni, <strong>di</strong>sinfestazionie derattizzazioni in tutte le se<strong>di</strong> ospedaliere, <strong>di</strong>strettuali e amministrative gestite dall’ULSS <strong>20</strong> e nella CasaCircondariale <strong>di</strong> Montorio, in orario or<strong>di</strong>nario ed in pronta <strong>di</strong>sponibilità per eventuali urgenze, con 305 interventitotali così ripartiti:GRAFICO 8.7/1Interventi <strong>di</strong> sanificazione ULSS <strong>20</strong> – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>Altre Se<strong>di</strong>; 58Ospedali; 95Carcere; 7Canile; 14Cerris/Ceod; 60DSSB-SERD; 61Oltre agli interventi nelle strutture aziendali la squadra degli operatori ha effettuato la <strong>di</strong>sinfezione delle123 malghe della Lessinia nel territorio dell’ULSS <strong>20</strong> e 22 prima dell’alpeggio e le <strong>di</strong>sinfezioni ufficialinelle manifestazioni fieristiche <strong>di</strong> Fieracavalli.Al SVM vengono recapitati campioni <strong>di</strong> insetti da identificare, rinvenuti in ambito residenziale; si trattain prevalenza <strong>di</strong> blatte (germanica 80%, orientalis 15%, periplaneta americana 5%).Oltre alla classificazione vengono date informazioni per la prevenzione e sui meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazioneda applicare, in parte pubblicati sul seguente link: http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/svm.html.CAPITOLO 8124Il Mondo Animale


MONITORAGGIO DI AEDES ALBOPICTUSI materiali e meto<strong>di</strong> utilizzati sono quelli in<strong>di</strong>cati dall’Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (Romi e altri - Laboratorio<strong>di</strong> Parassitologia).In contenitori cilindrici <strong>di</strong> colore nero, riempiti con 500 ml <strong>di</strong> acqua, viene posizionata un’asticella <strong>di</strong> legnoparzialmente immersa nell’acqua per richiamare la deposizione delle uova sulla porzione asciutta,imme<strong>di</strong>atamente sopra il livello dell’acqua. Dopo 6-10 giorni l’asticella viene ritirata ed esaminata pressoil SVM tramite microscopio a <strong>20</strong> ingran<strong>di</strong>menti per il conteggio delle uova depositate.FIGURA 8.7/1Uova <strong>di</strong> zanzara tigre e contenitore per il richiamo alla deposizioneDal 23 luglio al 12 ottobre <strong><strong>20</strong>11</strong> sono stati effettuati 7 campionamenti (grafico 8.7/2 – le lettere da A aG sono seguite dal numero che in<strong>di</strong>ca il mese <strong>di</strong> riferimento del campionamento) per un totale <strong>di</strong> 196campioni.GRAFICO 8.7/2Campionamenti per Aedes albopictus – anno <strong><strong>20</strong>11</strong>36033015648101611246521 24 22 27 25 24A/7 B/8 C/8 D/9 E/9 F/9 G/0n° positivi n° uovaIl monitoraggio eseguito nel <strong><strong>20</strong>11</strong> ha confermato nel territorio dell’ULSS <strong>20</strong> aree con <strong>di</strong>verso livello <strong>di</strong>infestazione da Aedes albopictus: nell’area <strong>di</strong> <strong>Verona</strong> e dei Comuni ad essa limitrofi e nell’area compresatra Albaredo d’A<strong>di</strong>ge, Cologna Veneta e Roveredo <strong>di</strong> Guà, l’infestazione è maggiore rispetto ad altre zone.125CAPITOLO 8Il Mondo Animale


IDENTIFICAZIONE DEI PARASSITI E CONSULENZASono sempre più numerosi gli utenti che si rivolgono al SVM per avere in<strong>di</strong>cazioni utili al controllo <strong>di</strong> infestazioniin ambito residenziale (mosche, blatte, vespe, acari, cimici dei letti, processionaria, zecche deipiccioni e degli animali domestici, etc.), in me<strong>di</strong>a con una ventina <strong>di</strong> richieste al mese. I casi vengono trattaticonsiderando il livello <strong>di</strong> infestazione, il tipo <strong>di</strong> parassita, la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> bioci<strong>di</strong> in libera ven<strong>di</strong>ta e lecaratteristiche della struttura residenziale.Vengono inoltre esaminati gratuitamente i campioni consegnati al SVM, specialmente quelli <strong>di</strong> incertaidentificazione, spesso parassiti delle piante ed essenze arboree che occasionalmente invadono le abitazioni.COORDINAMENTO E VIGILANZA IGIENICA DEI TRATTAMENTIÈ proseguita anche nell’anno <strong><strong>20</strong>11</strong> la vigilanza sui trattamenti <strong>di</strong>sinfestanti e derattizzanti eseguiti daEnti e privati, secondo le in<strong>di</strong>cazioni delle Linee Guida Regionali e del Protocollo d’Intesa tra ULSS <strong>20</strong> eComune <strong>di</strong> <strong>Verona</strong>. Sono stati convalidati i Capitolati <strong>di</strong> Appalto e le modalità degli interventi derattizzantie <strong>di</strong>sinfestanti attuati dai Comuni.In particolare siamo stati i precursori delle recenti Or<strong>di</strong>nanze Ministeriali contro i bocconi e le esche avvelenate,avendo da anni obbligato le Amministrazioni Comunali ad abbandonare i trattamenti derattizzantia spaglio, per convertirli in postazioni fisse <strong>di</strong> erogatori accessibili solo ai ratti, come appunto prevedel’Or<strong>di</strong>nanza Ministeriale 18 <strong>di</strong>cembre <strong>20</strong>08.CAPITOLO 8126Il Mondo Animale


CAPITOLO 9Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>Parole chiave: personale, organigramma, uffici, staff, progetti, sito web, costi9.1 SERVIZI/UFFICIIl <strong>Dipartimento</strong> si articola in sei Servizi che operano nelle aree <strong>di</strong> sanità umana ed animale, e in due Uffici<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong>rettamente dalla Direzione del <strong>Dipartimento</strong>:Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP);Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN);Servizio <strong>Prevenzione</strong> Igiene e Sicurezza negli Ambienti <strong>di</strong> Lavoro (SPISAL);Servizio <strong>di</strong> igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasportodegli alimenti <strong>di</strong> origine animale e dei loro derivati (S.VET);Servizio igiene e sanità animale, igiene della produzione degli allevamenti e delle produzioni zootecniche(S.VET);Servizio Veterinario Multizonale (SVM);Ufficio <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento degli screening oncologici;Ufficio Promozione ed educazione alla salute (SPES).FIGURA 9.1/1Organigramma del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong><strong>Dipartimento</strong><strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>(Dott. M. Valsecchi)UFFICIO DI PROMOZIONEDELLA SALUTE(Dott. L. Speri)UFFICIO DICOORDINAMENTO DEGLISCREENING ONCOLOGICI(Dott.ssa M. C. Chioffi)SERVIZIO IGIENE ESANITA’ PUBBLICASISP(Dott. M. Valsecchi)SERVIZIO IGIENEALIMENTI ENUTRIZIONESIAN(Dott.ssa L. Chioffi)SERV. PREVENZIONEIGIENE E SICUREZZAAMBIENTI DI LAVOROSPISAL(Dott. M. Peruzzi)SERVIZIOIGIENE ALIMENTI DIORIGINE ANIMALES.VET. A-C(Dott. F. Cestaro)SERVIZIO IGIENEE SANITÀANIMALES.VET. B(Dott. R. Murari)SERVIZIO VETERINARIOMULTIZONALESVM(Dott. A. Pagan de‘Paganis)UFFICIOPROFILASSIMALATTIE INFETTIVE– Centro RegionaleRiferimento Viaggiatori(Dott. G. Zivelonghi)UFFICIO IGIENEURBANA EAMBIENTALE(Dott.ssa S.Manservisi)UFFICIO DIMEDICINALEGALE(Dott.ssa S.Beltrame)UNITÀFUNZIONALEIGIENEALIMENTIUNITÀFUNZIONALEIGIENE DELLANUTRIZIONEUNITÀOPERATIVA DIVIGILANZA(Dott. M. Gobbi)UNITÀOPERATIVA DIMEDICINA DELLAVORO(Dott. A. Zedde)UNITÀOPERATIVA DIIGIENE DELLAVORO(Dott.ssa C. Fiorini)CANILESANITARIO(Dott. A. Pagan de‘Paganis)127


PERSONALE DEL DIPARTIMENTO:Dipendenti: Albieri Marina, Allegri Davide, Ambrosi Marco, Barotti Patrizia, Benedetti Graziano, BergamascoRita, Bertani Beatrice, Bolcato Ivana, Braga Carla, Burro Paola, Caloini Rosanna, Calovi Carla, CalvettiMaria Grazia, Comin Andrea, D’Agosto Daniele, De Bortoli Graziella, De Togni Flavio, De Vittor Gianluigi,Fantini Stefania, Feltrin Fer<strong>di</strong>nanda, Feltrin Cristina, Gallo Ilaria, Giacomini Lucia, Lecca Valentina,Lucchese Daniela, Marani Giuseppe, Molon Marina, Munari Gaia, Pettenella Massimo, Tacconi Monica,Veronese Pio, Valsecchi Massimo, Zanella Silvana, Zanetti Anna Maria. Totale: 349.1.1 SERVIZIO IGIENE E SANITÀ PUBBLICA (SISP)Compito <strong>di</strong> questo Servizio è in<strong>di</strong>viduare e contrastare i fattori <strong>di</strong> rischio nell'ambito delle malattie infettive,dell'igiene urbana, dell'organizzazione urbanistica degli abitati e degli stili <strong>di</strong> vita pericolosi alla salute.Il Servizio si occupa, inoltre, dei problemi me<strong>di</strong>co-legali relativi ai singoli citta<strong>di</strong>ni ed alle strutture sanitarie.PERSONALE:Dipendenti: Beltrame Silvana, Bonomi Anna Li<strong>di</strong>a, Borasco Stefano, Canipari Annalisa, Corbellari Roberto,Faccioli Daniele, Fasoli Mario, Fedele Federica, Innocenti Giuliano, Lauria Andrea, Liera Chiara, ManservisiSilvana, Marconi Susanna, Martinelli Michela, Mattè Marianna, Morgante Susanna, NapoletanoGiuseppina, Pernigo Antonella, Piccolo Daniela, Polcri Eleonora, Soardo Lorena, Stoppato Ugo, Tognon Lucrezia,Trevisan Laura, Urbani Gigliola, Zanetti Luigi, Zivelonghi Giambattista. Totale: 27A contratto: Alimonti Giandomenico, Cassarino Corrado, Colucci Laura, Conti Emma, Dal Bosco Ilenia,Guastal<strong>di</strong> Maria Rosa, Iannuzzo Maria Luisa, Lucchi Ilaria, Melotti Chiara, Nasso Elena, Nassuato Elena, ZagliaElisabetta. Totale: 129.1.2 SERVIZIO IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE (SIAN)Compito <strong>di</strong> questo Servizio provvedere al controllo sulla qualità e sicurezza degli alimenti, e contrastarei fattori <strong>di</strong> rischio nutrizionale attraverso l'informazione e l'educazione sanitaria della popolazione nel suocomplesso, nonché attraverso la formazione rivolta a tutto il personale preposto alla produzione e <strong>di</strong>stribuzione<strong>di</strong> alimenti e bevande.PERSONALE:Dipendenti: Cannas Luciano, Chioffi Linda, De Paoli Norma, Fantini Valeria, Ferreri Anna Maria, GuardaPietro, Gudenzi Francesca, Milan Pietro, Montoli Monica, Pozzani Laura, Rebonato Valeria, Saracino Giovanni,Stagi Serena, Zambaldo Luigi. Totale: 14A contratto: Melotti Erika9.1.3 SERVIZIO PREVENZIONE IGIENE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO (SPISAL)Allo SPISAL sono attribuite le funzioni <strong>di</strong> controllo, vigilanza negli ambienti <strong>di</strong> lavoro, promozione dellacultura della salute e della sicurezza con l’obiettivo <strong>di</strong> contribuire alla prevenzione delle malattie professionalie degli infortuni sul lavoro.PERSONALE:Dipendenti: Arcamone Patrizia, Bertani Remo, Bonfanti Massimo, Brunetti Loredana, Campagnari Marco,De Togni Giovanni, Ferro Bruno, Fiorini Cristina, Gobbi Mario, Gomitolo Paolo, Lamponi Vittorio, LelliMaria, Marangi Gianluca, Marcolongo Francesco, Marrazzo Patrizia, Mazzoccoli Pietro, Melotti Marika,Menegazzi Maurizio, Navolta Laura, Peruzzi Manuela, Reginato Giorgio, Trotti Marco, Zedde Antonio. Totale:23CAPITOLO 9128Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>


9.1.4 SERVIZIO DI IGIENE DELLA PRODUZIONE, TRASFORMAZIONE, COMMERCIALIZZAZIONE, CONSERVAZIONE ETRASPORTO DEGLI ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE E DEI LORO DERIVATIL'attività del Servizio si espleta nella prevenzione, nei controlli e nelle indagini epidemiologiche dellemalattie infettive degli animali da red<strong>di</strong>to e da affezione, in particolar modo rivolte alle malattie emergentitrasmissibili all'uomo (zoonosi); controllo delle filiere produttive (mangimi, farmaci, contaminanti); benessereanimale ed igiene degli allevamenti da red<strong>di</strong>to.PERSONALE:Dipendenti: Avanzini Eugenio, Barbisio Paola, Camposanpiero Paola, Cavazza Sergio, Dal Forno Arrigo,Dalla Favera Davide, Derna Camillo, Lavagnoli Sonia, Micheloni Anselmo, Milia Francesco, Murari Riccardo,Nonis Stefano, Poggiani Roberto, Rinal<strong>di</strong> Aurelio, Ronconi Franco, Secondo Valentina, Seghetto SilvioSilvano, Speri Marina. Totale: 189.1.5 SERVIZIO IGIENE E SANITÀ ANIMALE, IGIENE DELLA PRODUZIONE DEGLI ALLEVAMENTI E DELLE PRODUZIONIZOOTECNICHEL'attività viene espletata me<strong>di</strong>ante ispezione, vigilanza e controllo degli alimenti <strong>di</strong> origine animale edei suoi derivati nelle fasi <strong>di</strong> macellazione, conservazione, trasformazione, lavorazione, deposito, trasportoe ven<strong>di</strong>ta, in particolar modo rivolti al costante e continuo miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezzaalimentare.PERSONALE:Dipendenti: Antonioli Gabriele, Benini Nicola, Biondaro Flavio, Bonazzi Michela, Cestaro Fabrizio, ComenciniFlavio, Dinetti Silvia, Facchetti Mario, Gardoni Denise, Mari Luca, Mazzi Maurizio, Olivi Fiorella,Rinal<strong>di</strong> Alessandro, Ruggeri Clau<strong>di</strong>o, Toffali Paolo, Vantini Enzo. Totale: 16A contratto: Arena Silvia, Corrà Elena, Ialà Flema, Leovino Micaela, Poffe Ester, Santiago Merces, ZuppiniElena. Totale: 79.1.6 SERVIZIO VETERINARIO MULTIZONALE (SVM)Vengono eseguiti i controlli sui lavori appaltati alle Ditte <strong>di</strong> sanificazione sulle aree pubbliche. Si effettuanointerventi <strong>di</strong> raccolta e smaltimento delle carcasse <strong>di</strong> cani e gatti, <strong>di</strong>sinfezione, <strong>di</strong>sinfestazione, derattizzazione<strong>di</strong> interesse privato, applicando il Tariffario Unico Regionale in vigore. Vengono monitorati ifocolai <strong>di</strong> zanzare e lo stato sanitario dell'avifauna <strong>di</strong> città. Si eseguono interventi <strong>di</strong> igiene urbana veterinariaed il rilascio dei tesserini per l'alimentazione dei gatti liberi. Il personale è attrezzato e formato pergarantire il pronto intervento <strong>di</strong> sanificazione in caso <strong>di</strong> emergenze.PERSONALE:Dipendenti: Ambrosi Marco, Antoniolo Alda, Bonomi Giuseppe, Faggioni Ivo, Ferrarini Francesco, FurnariCarmelo, Imperatore Ronaldo, Pagan dè Paganis Andrea, Panato Clau<strong>di</strong>o, Pighi Giorgio, Rossi Daniela,Sbardellati Flavio, Tolfo Flora, Tosi Alessandra. Totale: 14129CAPITOLO 9Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>


9.1.7 UFFICI DI STAFF9.1.7.1 UFFICIO DI COORDINAMENTO DEGLI SCREENING ONCOLOGICI (ISTITUITO CON DELIBERA AZIENDALEN.618 DEL 6.7.<strong>20</strong>05)Compito <strong>di</strong> questo Ufficio è costituire un riferimento unico per gli aspetti organizzativi, sia per gli utentiche le strutture dell’ULSS, sviluppare azioni coor<strong>di</strong>nate <strong>di</strong> promozione ed informazione alla popolazione,rappresentare un riferimento unico per i programmi <strong>di</strong> collaborazione con i soggetti esterni e le associazioni.La sede operativa è nell’ospedale <strong>di</strong> Marzana.PERSONALE:Dipendenti: Bellorio Daniele, Chioffi Maria Cristina, Cillari Cinzia. Totale: 39.1.7.2 UOS SERVIZIO PROMOZIONE ED EDUCAZIONE ALLA SALUTE (SPES)Compito del Servizio è promuovere stili <strong>di</strong> vita sani affinché il citta<strong>di</strong>no sia sempre più protagonista ecapace <strong>di</strong> intervenire in modo informato sulla salute propria e collettiva, nel segno dei principi generalipromossi dall’OMS in particolare con la Carta <strong>di</strong> Ottawa del 1986 e con i pronunciamenti successivi finoalla Carta <strong>di</strong> Bangkok del <strong>20</strong>05.Gli interventi che richiedono l'assunzione <strong>di</strong> Stili <strong>di</strong> Vita Sani non sono prerogativa assoluta dei soli servizisanitari ma dell'intera comunità e devono essere del tutto sinergici con gli interventi più propriamentepreventivi affidati alle <strong>di</strong>verse articolazioni del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> e ad altre strutture aziendali.Con l'Atto Aziendale del <strong>20</strong>08 il Servizio <strong>di</strong> Promozione ed Educazione alla Salute (S.P.E.S.) è stato inseritoquin<strong>di</strong> all'interno delle Unità Organizzative <strong>di</strong> Staff della Direzione del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>, rafforzandoulteriormente il ruolo <strong>di</strong>:Gestione <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> Promozione della Salute <strong>di</strong> respiro Locale, Regionale e NazionaleConsulenza e supporto alle progettualità del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>, dell'Azienda ULSS <strong>20</strong> edelle istituzioni citta<strong>di</strong>neInformazione e lavoro <strong>di</strong> rete intersettoriale a livello aziendale e regionalePERSONALE:Dipendenti: Brunelli Mara, Campara Paola, Morgante Susanna, Sandrini Monica, Speri Leonardo. Totale:5A contratto: Bosio Chiara, Chiari Carlotta, Cid<strong>di</strong>o Paola, Fiorio Silvia, Mordakhai Mirta, Pastorelli Elisa,Pellegrini Jessica, Simeoni Lara, Soave Diego, Valenari Laura, Yorgos Lazariotis, Zandonai Christian. Totale:12COMUNICAZIONE MEDIATICAStrumento <strong>di</strong> comunicazione me<strong>di</strong>atica è il portale web del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>, aggiornatoperio<strong>di</strong>camente con le notizie relative all’attività dei Servizi e informazioni utili all’utenza.IL SITO WEB DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONEIl portale web del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> si trova all’in<strong>di</strong>rizzo http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it.Dal sito è possibile scaricare la modulistica e le informazioni inerentiVisite prevalentemente l’attività <strong>di</strong>partimentale. Nel <strong><strong>20</strong>11</strong> si sono avute 477.285 visite con undal nord Italiatotale <strong>di</strong> 1.349.462 pagine visualizzate. Le risorse <strong>di</strong> maggior successosono state lo stress lavoro correlato, la vetrina dei cani in adozione (arricchitacon nuove funzionalità e rivista graficamente), la sezione riguardante la Commissione Me<strong>di</strong>ca LocalePatenti <strong>di</strong> Guida e la modulistica. I visitatori sono prevalentemente del Nord Italia. Le prime città <strong>di</strong>provenienza sono nell’or<strong>di</strong>ne: <strong>Verona</strong>, Roma, Milano, Padova, Napoli, Torino, Vicenza. Si sta rivelando positival’integrazione e la <strong>di</strong>ffusione delle notizie tramite social network.CAPITOLO 9130Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>


FIGURA 9.1/2Andamento accessi sito <strong>di</strong>partimentale <strong>20</strong>08 - <strong><strong>20</strong>11</strong>9.2 COSTISERVIZI DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SPESE <strong>20</strong>10 SPESE <strong><strong>20</strong>11</strong>Ufficio Amministrativo Unico 1.025.047,00 980.567,00Servizio Igiene e Sanità Pubblica 5.216.591,00 4.723.435,00Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione 791.092,00 838.616,00Servizio <strong>Prevenzione</strong> e Sicurezza Ambienti <strong>di</strong> Lavoro 1.539.038,00 1.462.724,00U.O.C. Me<strong>di</strong>cina Legale e Necroscopica 1.038.744,00 1.048.233,00Servizio Veterinario - Ufficio Coor<strong>di</strong>namento 2.088,00 1.277,00Servizio Sanità Animale ed Igiene degli Allevamenti 2.178.260,00 2.140.474,00Servizio Controllo Igiene Alimenti <strong>di</strong> Origine Animale 1.804.988,00 1.829.806,00Servizio Veterinario Multizonale 1.005.133,00 1.041.576,00Ufficio Promozione della Salute 218.073,00 221.093,00Ufficio Coor<strong>di</strong>namento screening 197.431,00 196.782,00Totale costi <strong>di</strong>retti <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> 15.016.485,00 14.484.583,00Totale costo della produzione A. ULSS <strong>20</strong> 855.767.592,47 839.847.907,17Incidenza & costi <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> 1,75 1,72GRAFICO 9.2/1Incidenza dei costi del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> sul totale dell’<strong>Ulss</strong> <strong>20</strong> - anno <strong><strong>20</strong>11</strong>1,72%Continua la <strong>di</strong>minuzionedelle risorse destinate allaprevenzione98,28%131CAPITOLO 9Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>


Un <strong>Dipartimento</strong> troppovecchioLa mancata sostituzione del personale pensionato comporta unprogressivo aumento dell’età dei <strong>di</strong>pendenti in servizio. Riporto comeesempio la <strong>di</strong>stribuzione in età dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>pendenti del <strong>Dipartimento</strong><strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>.GRAFICO 9.2/3Età dei Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>pendenti del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong> ULSS <strong>20</strong> al 31.12.<strong><strong>20</strong>11</strong>22211 1 1110 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 000 038 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 639.3 LA PREVENZIONE INUTILEMolte delle procedure e delle norme che regolano le attività <strong>di</strong> prevenzione nel nostro Paese sono stateemanate senza che vi sia stata una verifica (sia prima che dopo la loro attivazione) della loro reale efficacia.Questo dato <strong>di</strong> fatto costringe, quin<strong>di</strong>, la popolazione a subire una lunga serie <strong>di</strong> interventi inutili,costosi (per i servizi sanitari regionali) e, a volte, perfino pericolosi per la salute <strong>di</strong> chi si vorrebbe tutelare.Nel sito (http://prevenzione.ulss<strong>20</strong>.verona.it/evidence.html) è descritto sommariamente il lungo sforzocondotto per rime<strong>di</strong>are a questa situazione con risultati senz’altro positivi ma del tutto parziali.Non è, in altri termini, <strong>di</strong>venuto patrimonio culturale comune la necessità, prima <strong>di</strong> proporre una normativavincolante per tutti, che ne sia accertata l’efficacia.Esempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo <strong>di</strong> questo concetto basilare provengono non solo dal mondo professionale ma ancheda quello della Magistratura e della Politica, a <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> quanto il modello culturale del Paesesia lontano da quello dell’area nord dell’Europa.Fra gli esempi più clamorosi <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>ssociazione:Il Tribunale <strong>di</strong> Rimini è tornato a sostenere che un vaccino può fare <strong>di</strong>ventare autistico un bambino.Lo ha fatto con la sentenza n. <strong>20</strong>10\148, con la quale ha accolto il ricorso presentato da unacoppia <strong>di</strong> genitori contro il Ministero della Salute per chiedere il pagamento dell’indennizzo percomplicanze irreversibili causate da una vaccinazione antimorbillosa.Del tutto privo <strong>di</strong> interesse per quel tribunale (in ossequio al principio che la legge sovrasta ognicosa, persino il reale) che su questo tema si sia espresso senza dubbi il meglio della comunitàscientifica internazionale e che il Lancet, caso unico nella sua storia, abbia deciso <strong>di</strong> togliere dallasua raccolta storica <strong>di</strong> articoli quello fraudolento che sosteneva questa relazione inesistente.CAPITOLO 9132Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>


Nel febbraio <strong>20</strong>12, una nuova sentenza del Tribunale del Lavoro <strong>di</strong> Bari ha obbligato l’ASL del capoluogopugliese all’erogazione “imme<strong>di</strong>ata e gratuita”, ad un uomo malato che ne aveva fattorichiesta, della multiterapia Di Bella così come accadde nel 1997 con il pretore <strong>di</strong> Maglie (Lecce).Che nel frattempo sia stato chiarito oltre ogni ragionevole dubbio che tale "terapia" non curavaalcunché ma illudeva solo i pazienti è considerato un dettaglio irrilevante.E' l'Autorità, con la sua sacralità, che decide cosa è vero e cosa non lo è, non la continua faticosa, fallacericerca scientifica. Tutto ciò porta il nostro Paese sempre più lontano dal novero <strong>di</strong> quelli che consideranocon stupore questi atteggiamenti come un bizzarro residuo <strong>di</strong> epoche tribali afflitte da superstizionireligiose.Non da meno i Ministeri del nostro Paese.Cito come esempio la proposta <strong>di</strong> effettuazione <strong>di</strong> uno screening del carcinoma della prostata caldeggiatadalla Società scientifica nazionale degli urologi, fatta propria dal Ministero della Salute del precedenteGoverno nel maggio <strong>20</strong>10 con la seguente (confusa ed errata) motivazione sul sito del suo Ministero:“Obiettivo primario deve essere quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere fra gli uomini la cultura della prevenzione del tumoredella prostata al pari <strong>di</strong> quanto accade fra le donne con i tumori della mammella e della cervice uterina”.Più correttamente, Lancet commentava, nel <strong>20</strong>09, che “questo test è associato ad un rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosie trattamento eccessivo e uno screening <strong>di</strong> popolazione non può essere raccomandato sulla base <strong>di</strong> questinuovi dati”. Inoltre nel <strong>20</strong>12 confermava che l’US Preventive Services Task Force (USPSTF) aveva effettuatouna revisione del tema concludendo che la riduzione <strong>di</strong> mortalità ottenibile con lo screening del PSAera molto bassa e che i benefici non erano superiori ai danni.PRATICHE INUTILIEsempi locali <strong>di</strong> pratiche inutili riguardano le visite fiscali e il controllo dei funghi freschi spontanei destinatial dettaglio. Simili a queste sono molte altre situazioni che dovrebbero essere affrontate a livellonazionale e regionale per ridurre le pratiche e le spese inutili del settore produttivo.La visita fiscale ha solo effetti deterrenti e, alla fine, l’unico risultato apprezzabile è la verifica della presenzadel lavoratore a casa nelle fasce orarie previste, attività questa che, essendo effettuata da un me<strong>di</strong>co,è da ritenersi inadeguata sia in termini etico/professionali che economici.L’inefficacia <strong>di</strong> tale attività si rileva dall’esigua percentuale <strong>di</strong> “non conferma della prognosi” consideratoche:nella maggior parte dei casi non emergono motivi per mo<strong>di</strong>ficare <strong>di</strong>agnosi e prognosi;i casi dubbi dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>agnostico generalmente si ascrivono a patologie <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile obiettivazione(cefalee, coliche addominali, vertigini, ecc.);i casi dubbi dal punto <strong>di</strong> vista prognostico necessitano dell’effettuazione <strong>di</strong> accertamenti specialisticila cui esecuzione richiede spesso tempi più lunghi della prognosi stessa e va a gravaresull’attività specialistica dell’ULSS.La ven<strong>di</strong>ta dei funghi freschi spontanei destinati al dettaglio è consentita, previa certificazione <strong>di</strong> avvenutocontrollo da parte dell’Azienda USL, attraverso l’Ispettorato Micologico.Nel nostro territorio insistono sia uno dei più importanti mercati ortofrutticoli (<strong>Verona</strong> Mercato: commercializzaortofrutta per circa 600mila tonnellate annue <strong>di</strong> prodotto) che aziende <strong>di</strong> rilevanza nazionaleche operano nel settore del commercio all’ingrosso <strong>di</strong> funghi. Questa situazione rende <strong>di</strong>fficile e costosoper il SIAN fornire il servizio richiesto.Mentre l’utilità <strong>di</strong> un servizio gratuito <strong>di</strong> consulenza per i piccoli raccoglitori è indubbio, per i grossistisarebbe più sensato limitarsi alla verifica che le partite <strong>di</strong> funghi siano state verificate da un micologo professionista.Questa semplificazione, che è già stata adottata da alcune altre regioni, giace inevasa da temponella nostra.133CAPITOLO 9Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>


A cura <strong>di</strong>Massimo Valsecchi, Silvana Manservisi, Ilaria Lucchi, Andrea Comin.Un ringraziamento a tutte le persone che hanno contribuito alla redazione <strong>di</strong> questo testo, in particolarmodo ai Responsabili degli uffici e strutture e a tutte le persone che ogni giorno lavorano nel <strong>Dipartimento</strong><strong>di</strong> <strong>Prevenzione</strong>.

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