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Difendere la Moratoria che c'è I silenzi del Papa all'Onu

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16VITAINDIPENDENTEUN ROMANOIN AMERICAUN DISABILE A NEW YORKLa grande Me<strong>la</strong> accessibileDiario di viaggio a New York in carrozzel<strong>la</strong> e in autonomia.GUSTAVO FRATICELLIVi racconterò <strong>del</strong><strong>la</strong> mia ultimapuntata tra le strade dritte di Manatthan,così dritte da formareun retico<strong>la</strong>to squadrato di angoliretti, quasi perfetto, ai limiti <strong>del</strong><strong>la</strong>monotonia, se non fosse perquel<strong>la</strong> strada mattacchiona <strong>che</strong> èBroadway <strong>che</strong> sembra divertirsi amettere a soqquadro questo retico<strong>la</strong>toinfrangendone ed infischiandosene<strong>del</strong><strong>la</strong> geometria.Non per nul<strong>la</strong> questa birichina edimpertinente strada è <strong>la</strong> sede dimolti luoghi dedicati all’arte, il<strong>che</strong> è <strong>la</strong> conferma <strong>del</strong> significatometaforico di questa pazza via rispettoal<strong>la</strong> razionalità <strong>del</strong> reticolo.Questa, in partico<strong>la</strong>re, era <strong>la</strong> miaprima volta <strong>che</strong> ritornavo a NewYork da carrozzel<strong>la</strong>to, in quantosolo da poco <strong>la</strong> devo usare, an<strong>che</strong>se sono disabile a seguito di distrofia,quindi questa volta l’adeguatezzadei mezzi di trasportoera dirimente per <strong>la</strong> mia mobilità;certo nelle molte altre volte<strong>che</strong> ero stato lì, da disabile condeambu<strong>la</strong>zione incerta, avevoconstato sia l’adeguatezza <strong>del</strong>lestrutture, vale a dire degli autobus/fermatee dei vagoni/stazioni<strong>del</strong><strong>la</strong> metropolitana, sia quel<strong>la</strong>re<strong>la</strong>tiva al personale deputato,vale a dire <strong>la</strong> preparazione dei re<strong>la</strong>tiviaddetti.A proposito ribadisco <strong>che</strong>, ai finidi garantire <strong>la</strong> mobilità dei disabili,è necessaria <strong>la</strong> compresenzadei detti due elementi <strong>che</strong> giocanoun ruolo completamente paritarioe, <strong>che</strong>, sovente, l’aggiornamento<strong>del</strong> personale richiedeuno sforzo ben maggiore, in terminiorganizzativi e di efficienzadei pubblici poteri competenti,di quello <strong>del</strong>le strutture, il cuiadeguamento al<strong>la</strong> disabilità, viceversa,può essere <strong>del</strong> tutto vanificatodal cattivo servizio rasodal personale, con conseguentesperpero di risorse economi<strong>che</strong>.Dunque l’ora topica, nel quale sivive in prima persona l’efficienzao meno <strong>del</strong>le cose, scoccò dibuon mattino, quando mi recaisul<strong>la</strong> carrozzel<strong>la</strong>, passando sumarciapiedi ampi e lisci con semplicie comode ca<strong>la</strong>te per attraversarele strada, al<strong>la</strong> fermata <strong>del</strong>bus M4, situata sul<strong>la</strong> cara Broadwayall’altezza <strong>del</strong><strong>la</strong> 77th Street.Abituato agli standard nostrani,avevo – lo confesso - il cuore <strong>che</strong>batteva un po’ forte, an<strong>che</strong> se nel<strong>la</strong>peggiore <strong>del</strong>le ipotesi avrei preso,al volo, con un semplice gesto<strong>del</strong> braccio, uno dei tanti ed economiciyellow cab (Taxi) <strong>che</strong> giranoin perpetuo – il liberalismonon è solo una teoria accademica!–. Dopo quattro minuti arrivail bus, apre <strong>la</strong> porta anteriore ed ilconducente mi fa segno ok, poifa scendere un po’ <strong>la</strong> parte anteriore<strong>del</strong> mezzo e ca<strong>la</strong> un pedanafino al marciapiede con <strong>la</strong> qualesalgo agevolmente con <strong>la</strong> mia sediaa rotelle in quanto <strong>la</strong> pedanastessa ha solo un’impercettibilependenza, timbrando agevolmente<strong>la</strong> mia “metrocard”, visto<strong>che</strong> l'obliteratore si trova in posizioneadeguata. Mentre fa talimanovre vedo, con mio stupore,<strong>che</strong> il conducente si mette un paiodi guanti da <strong>la</strong>voro di un giallovivo e dopo si alza dal posto diguida e va a sollevare un serie ditre sedili, dove io mi metto con <strong>la</strong>mia sedia <strong>che</strong> lui provvede ad ancorare,poi mi chiede dove devoscendere e ritorna al posto di guida,ritira <strong>la</strong> pedana e fa salire glialtri passeggeri <strong>che</strong> aspettavanotranquil<strong>la</strong>mente in fi<strong>la</strong>. L’operazionedescritta sarà durata menodi tre minuti. La stessa operazionesi svolge quando devo scendere.Mi ricordo <strong>che</strong> quel giorno,prendendo svariati bus, ho potutofare tutto quello <strong>che</strong> avevo programmato.Nel mio soggiorno hopotuto prendere an<strong>che</strong> <strong>la</strong> metropolitana,in quanto circa il 40%<strong>del</strong>le stazioni centrali hanno gliascensori, a seguito di un programma<strong>che</strong> prevede un progressivoadeguamento in tal senso ditutte le stazioni. Inutile descrivere<strong>la</strong> sensazione di profonda libertà<strong>che</strong> ho tratto da questaInutiledescrivere <strong>la</strong>sensazione diprofonda libertà<strong>che</strong> ho tratto daquestaesperienza ed imille pensieri,riflessioni edeprimenticomparazionicon <strong>la</strong> realtà diRoma, città nel<strong>la</strong>quale vivo e mimuovo noncertoavvalendomi<strong>del</strong> trasportopubblico!esperienza ed i mille pensieri, riflessionie deprimenti comparazioneal<strong>la</strong> realtà dei trasporti diRoma, città nel<strong>la</strong> quale vivo e mimuovo non certo avvalendomi<strong>del</strong> pubblico trasporto.Ma <strong>la</strong> cosa strana è <strong>che</strong> tutto questomio frul<strong>la</strong>to di pensieri erasempre accompagnato ossessivamentenel<strong>la</strong> mia testa dal celeberrimobrano di jazz <strong>del</strong> “DaveBrubeck quartet” intito<strong>la</strong>to “Takefive”. La cosa mi ha colpito nonpoco, e, appena tornato a Roma,l’ho riascoltato svariate volte ecredo di averne intuito le profondemotivazioni. Il brano ha unmotivo di sottofondo costante emartel<strong>la</strong>nte di batteria e contrabbasso,ripreso ogni tanto ed al<strong>la</strong>rgatoda splendide incursionicreative di pianoforte e sax <strong>che</strong>vo<strong>la</strong>no alto, pur partendo daquel<strong>la</strong> ossessiva monotonia. Forse<strong>la</strong> ragione di questa associazionementale è da attribuirsi al fatto<strong>che</strong> su taluni problemi basi<strong>la</strong>ri,quali il diritto per i disabili a muoversi,solo dal<strong>la</strong> costante e perseveranteriproposizione <strong>del</strong>le stessipossono scaturire soluzioneadeguate e soddisfacenti! Non mirimane <strong>che</strong> indicare, qui appresso,il sito dove si può ascoltare ilcitato brano:it.youtube.com/watch?v=DDOgYw5-pNsFirmato: L’amerikano :-)foto: Operators Are Standing By (flickr.com)

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