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Manuale di coltivazione e prima lavorazione del lino ... - LaMMA-Test

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Ramiè5.1 ResaNelle aree sub-tropicali è possibile effettuare fino a 5 raccolti l’anno mentre nellezone temperate si effettuano 2-3 raccolti con produzioni me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> biomassa totalepari a 45-60 t ha –1 per anno, <strong>di</strong> cui il 60% è rappresentato da steli. Nelle zone <strong>di</strong>origine, le produzioni unitarie in ogni singolo taglio sono inferiori a quelle rilevatenelle zone temperate, ma le produzioni stagionali sono simili, in conseguenzaal maggior numero <strong>di</strong> raccolti annui. Complessivamente quin<strong>di</strong>, le produzioniannuali ottenute nelle zone temperate non risultano <strong>di</strong>fferenti da quelle ottenutenelle zone sub-tropicali (Dempsey, 1975; Angelini e Maffei, 2000).La produzione <strong>del</strong> primo anno, senza valore commerciale per impiego tessile(Bally, 1957), viene utilizzata come foraggio e, a seconda <strong>del</strong> numero dei tagli,può andare dalle 25 fino alle 50 t ha -1 <strong>di</strong> biomassa fresca.E’ importante precisare che <strong>di</strong> tutta la biomassa raccolta verde un 10% è scarto(fusti immaturi o eccessivamente corti), un 50% è costituito da fusti ver<strong>di</strong>, la cuiresa in fibra secca decorticata è pari al 6-8%, ed il restante 40% da foglie e dacime che possono avere un uso zootecnico.In Italia il ramié è stato sperimentato negli anni ’20 in Sicilia, ove si realizzavanome<strong>di</strong>amente 3 tagli all’anno (metà giugno, metà agosto, fine ottobre), conproduzioni <strong>di</strong> 60-80 t/ha <strong>di</strong> biomassa verde, pari a 12-16 t/ha <strong>di</strong> steli secchie a 1,3-1,7 t/ha <strong>di</strong> fibra degommata e imbianchita. Dagli inizi degli anni ’90 lacoltura <strong>di</strong> ramié viene sperimentata a Tarquinia (VT) presso i Vivai Marcelli ea sud <strong>di</strong> Pisa presso l’azienda Sperimentale <strong>del</strong> Dipartimento <strong>di</strong> Agronomia eGestione <strong>del</strong>l’Agroecosistema (DAGA). Le prove condotte vicino a Tarquiniasi sono svolte per circa 10 anni a partire dal 1993, su circa 1 ha <strong>di</strong> coltura esi sono rivolte soprattutto alla meccanizzazione <strong>del</strong>la <strong>coltivazione</strong> <strong>del</strong> ramié,con<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>spensabile allo sviluppo <strong>del</strong>la coltura su scala aziendale. Inoltresono state approfon<strong>di</strong>te le conoscenze relative ai possibili usi dei <strong>di</strong>versi prodottiricavabili dalla urticacea e alle operazioni colturali necessarie per il suo sviluppoe l’entrata in produzione <strong>del</strong>la coltura.Le prove condotte dal DAGA su terreni profon<strong>di</strong> e freschi situati nella pianura<strong>del</strong>la bassa valle <strong>del</strong>l’Arno hanno consentito <strong>di</strong> monitorare la <strong>coltivazione</strong> <strong>di</strong>ramié per oltre un decennio. Lo sviluppo <strong>del</strong>la coltura <strong>di</strong> ramié è sempre statatale da permettere l’esecuzione <strong>di</strong> due raccolti, uno estivo ed uno autunnale. Laproduzione epigeica annua nel periodo <strong>di</strong> maturità <strong>del</strong>la coltura (dal secondoanno <strong>di</strong> impianto al settimo) è stata <strong>di</strong> circa 11 t/ha <strong>di</strong> biomassa secca <strong>di</strong> cui circa6 t/ha <strong>di</strong> soli steli corrispondenti a una produzione corticale <strong>di</strong> 1,6 t/ha (Angelinie Maffei, 2000; Toloni, 2002). Questi risultati appaiono molto incoraggiantisoprattutto se si considera che sono stati ottenuti in con<strong>di</strong>zioni colturali <strong>di</strong> bassaintensificazione e senza l’ausilio <strong>del</strong>l’irrigazione (tabella 1).71

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