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il modello di Schilling e la proposta di - Economia Aziendale Online

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Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong><strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità o l’integralità). Come si vedrà in seguito, un’elevata intensità competitiva, cosìcome una domanda molto eterogenea o <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse opzioni tecnologiche, nonnecessariamente comportano una spinta favorevole verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità. Ad esempio, incon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> forte concorrenza, lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> un approccio integrale potrebbe risultarepreferib<strong>il</strong>e, in quanto renderebbe <strong>il</strong> prodotto più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente imitab<strong>il</strong>e. Inoltre, non solo unfattore può presentare effetti ambigui (spingere cioè un sistema sia verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità che versol’integralità), ma <strong>la</strong> natura e <strong>il</strong> numero dei fattori e gli effetti <strong>di</strong> questi ultimi sono variab<strong>il</strong>i, acausa del<strong>la</strong> continua evoluzione del sistema, del contesto e del rapporto tra questi ultimi.In secondo luogo, sebbene <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling consenta <strong>di</strong> porre attenzione su alcuni deiprincipali fattori che possono influire sul livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un sistema, alcune variab<strong>il</strong>i oforze non vengono prese in considerazione e non possono nemmeno essere ricomprese all’interno<strong>di</strong> una delle tre “<strong>di</strong>mensioni” proposte da Sch<strong>il</strong>ling. Ad esempio, aspetti chiave quali <strong>il</strong> livello <strong>di</strong>complessità <strong>di</strong> un sistema o <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>ità tra sistemi non vengono presi inconsiderazione o comunque non vengono adeguatamente considerati o contestualizzati.La struttura del <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling presenta quin<strong>di</strong> dei limiti in quanto, da un <strong>la</strong>to, nonpermette <strong>di</strong> considerare e ricomprendere al suo interno alcune importanti forze che influenzano <strong>il</strong>livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un sistema e, dall’altro, non consente <strong>di</strong> evidenziare abbastanzal’ambiguità degli effetti derivante dal<strong>la</strong> quasi totalità dei fattori. La circo<strong>la</strong>rità delle re<strong>la</strong>zionievidenziata 13 da Sch<strong>il</strong>ling non è infatti sufficiente per mettere in evidenza l’ambiguità deglieffetti. Riconoscere, ad esempio, che l’effetto <strong>di</strong> un determinato fattore può aumentare l’intensitàdel fattore stesso, non consente <strong>di</strong> porre abbastanza in r<strong>il</strong>ievo <strong>il</strong> fatto che un determinato fattorepuò, non soltanto comportare spinte sia negative che positive verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, ma ancheesercitare un livello <strong>di</strong> influenza più o meno elevato sugli altri fattori. Vi è pertanto <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong>creare un <strong>modello</strong> che sia caratterizzato da una struttura aperta in grado sia <strong>di</strong> ricomprendere ec<strong>la</strong>ssificare al suo interno tutti i possib<strong>il</strong>i fattori (anche quelli che potrebbero sorgere o esserein<strong>di</strong>viduati in un secondo momento) che possono influire sul<strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> un sistema versouna struttura più modu<strong>la</strong>re o più integrale, sia <strong>di</strong> riconoscere e <strong>di</strong> evidenziare che gran parte deifattori comportano in realtà effetti ambigui.Partendo dalle considerazioni appena svolte, si propone qui <strong>di</strong> seguito un nuovo <strong>modello</strong>, <strong>il</strong>cui scopo non è certamente quello superare i limiti appena esposti, bensì quello <strong>di</strong> fornire deglispunti per andare in tale <strong>di</strong>rezione.13 «The model also yields some operationalization challenges because of the circu<strong>la</strong>rity of the re<strong>la</strong>tionship. A factormight increase the likelihood of modu<strong>la</strong>rity, which, in turn, would increase the intensity of the factor» [Sch<strong>il</strong>ling,2000, 332].- © 2003 p. 20

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