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il modello di Schilling e la proposta di - Economia Aziendale Online

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Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>applicazione anche in altri campi quali l’arte, <strong>la</strong> linguistica, le istituzioni sociali, l’ambitoformativo e quello dell’appren<strong>di</strong>mento, <strong>la</strong> robotica, l’intelligenza artificiale, <strong>la</strong> psicologia e lescienze cognitive, <strong>la</strong> matematica 1 , <strong>la</strong> biologia 2 , ecc. (In partico<strong>la</strong>re, con riferimento al<strong>la</strong>modu<strong>la</strong>rità nell’ambito del<strong>la</strong> psicologia e delle scienze cognitive si veda <strong>il</strong> quadro 1).Quadro 1 - La modu<strong>la</strong>rità nel<strong>la</strong> psicologia e <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità del<strong>la</strong> menteIl tema del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità è da lungo tempo al centro del <strong>di</strong>battito nelle scienze cognitive. In partico<strong>la</strong>re, icognitivisti considerano <strong>il</strong> cervello non come un sistema equipotenziale e globalmente coinvolto da qualsiasitipo <strong>di</strong> attività svolta da un in<strong>di</strong>viduo, bensì come un sistema organizzato in aree fortemente specializzate,ognuna delle quali realizza determinate c<strong>la</strong>ssi <strong>di</strong> operazioni richieste da processi più complessi. In altritermini, <strong>la</strong> mente sarebbe organizzata in moduli cognitivi che, caratterizzati da una re<strong>la</strong>tiva in<strong>di</strong>pendenza,sono in grado <strong>di</strong> assemb<strong>la</strong>rsi, combinarsi e model<strong>la</strong>rsi in modo adattivo, in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> realtà ambientale(tecnologica, sociale, ecologica, ecc.) in cui vive l’in<strong>di</strong>viduo. Va comunque r<strong>il</strong>evato che <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità nelcampo delle scienze del<strong>la</strong> psicologia e del<strong>la</strong> mente umana costituisce sicuramente un tema moltocontroverso, in quanto ai cognitivisti, si contrappongono <strong>il</strong> connessionismo e gli empiristi, i qualiconcepiscono <strong>la</strong> mente non come un sistema organizzato in moduli, bensì come un sistema “olistico”caratterizzato da innumerevoli interazioni fisico chimiche. «It is not controversial that important aspects ofperception are modu<strong>la</strong>r; they are subserved by de<strong>di</strong>cated, specialized and perhaps even informationallyautonomous mechanisms. But the suggestion that belief fixation might be modu<strong>la</strong>r is controversial» [Currie eSterelny, 2000, 146].Sebbene l’ipotesi che <strong>il</strong> cervello sia costituito da moduli (più o meno in<strong>di</strong>pendenti tra loro) abbia assuntoun certo r<strong>il</strong>ievo negli ultimi quarant’anni, <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> mente modu<strong>la</strong>re fu proposto già nel<strong>la</strong> prima metàdell’800 dall’anatomista e fisiologo tedesco Franz Joseph Gall (1758-1828), <strong>il</strong> quale affermò che l’organodel<strong>la</strong> mente coincideva con <strong>il</strong> cervello e che quest’ultimo era strutturato in aree specifiche e in<strong>di</strong>pendenti,nelle quali vi era un insieme <strong>di</strong> facoltà localizzate.In seguito, altri stu<strong>di</strong>osi confermarono, perlomeno in parte, <strong>la</strong> teoria <strong>di</strong> Gall. In partico<strong>la</strong>re, <strong>il</strong> neurologo eantropologo francese Pierre-Paul Broca (1824-1880), attraverso un esame autoptico ad un suo pazienteaffetto da problemi <strong>di</strong> afasia, riscontrò alcune lesioni cerebrali localizzate in un’area specifica del lobofrontale sinistro del cervello. Questa ed altre analisi in pazienti che presentavano sim<strong>il</strong>i <strong>di</strong>sturbi dellinguaggio indussero Broca formu<strong>la</strong>re <strong>la</strong> teoria secondo <strong>la</strong> quale quel<strong>la</strong> specifica area del lobo frontale <strong>di</strong>sinistra era <strong>la</strong> “sede” del linguaggio umano. Tale teoria avvalorò <strong>la</strong> tesi secondo <strong>la</strong> quale le funzionicognitive sono localizzate in aree <strong>di</strong>stinte e specifiche del cervello.1 L’adozione del concetto <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità in matematica va attribuito a Carl Friedrich Gauss (1777-1855). Gauss nelsuo trattato “Disquisitiones Arithmeticae”, pubblicato nel 1801, introdusse <strong>la</strong> teoria dei numeri congruenti, teoriadal<strong>la</strong> quale nacque l’aritmetica modu<strong>la</strong>re.2 Nel campo del<strong>la</strong> biologia, <strong>il</strong> termine modu<strong>la</strong>rità è stato concepito e ut<strong>il</strong>izzato in mo<strong>di</strong> molteplici, così come <strong>la</strong>stessa definizione del concetto <strong>di</strong> modulo non è univoca. Per esempio, mentre <strong>la</strong> biologia evoluzionistica canalizza <strong>la</strong>sua attenzione sulle origini evolutive del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità degli organismi, focalizzandosi sui cosiddetti moduli evolutivi,<strong>la</strong> biologia dello sv<strong>il</strong>uppo ha come principale interesse l’analisi dei cosiddetti moduli <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo, concependo questiultimi come una combinazione <strong>di</strong> componenti (geni, ecc.) atti a svolgere un determinato processo e funzione.Alcuni stu<strong>di</strong>osi biologi anziché fornire una definizione <strong>di</strong> modulo, hanno proposto una serie <strong>di</strong> caratteristiche chedovrebbe possedere quest’ultimo. Ad esempio, secondo Rudulf A. Raff (1996), un modulo <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo dovrebbeessere caratterizzato da: una specificazione genetica <strong>di</strong>screta, un’organizzazione gerarchica, dall’interazione con altrimoduli, ecc.In ogni caso, con riferimento al<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, gli aspetti principali sui quali sembra porre r<strong>il</strong>ievo <strong>la</strong> biologiariguardano:- l’origine evolutiva del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, mostrando partico<strong>la</strong>re attenzione ai meccanismi che favoriscono oimpe<strong>di</strong>scono l’emergere evolutivo del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità;- i benefici e gli svantaggi del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità;- <strong>il</strong> ruolo del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità nell’evoluzione biologica.- © 2003 p. 2

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