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il modello di Schilling e la proposta di - Economia Aziendale Online

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Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>flessib<strong>il</strong>e alle possib<strong>il</strong>i evoluzioni del contesto. Dall’altro, <strong>la</strong> rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> cambiamento puòrisultare sfavorevole al<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, in quanto l’evoluzione dell’ambiente può richiedere alsistema dei cambiamenti <strong>di</strong> natura talmente ra<strong>di</strong>cale da non poter essere sostenuti da un approcciomodu<strong>la</strong>re. Infatti, se per un sistema caratterizzato da una struttura modu<strong>la</strong>re per far fronte adeterminati cambiamenti creati dall’evoluzione dell’ambiente, non sono sufficienti degliinterventi <strong>di</strong> tipo locale (mo<strong>di</strong>fica o sostituzione dei moduli, ecc.), ma sono necessari anche degliinterventi a livello architetturale tali da mo<strong>di</strong>ficare ra<strong>di</strong>calmente gli schemi <strong>di</strong> interfacciamentotra i componenti, si viene a creare una situazione critica per almeno due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> motivi. In primoluogo, <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare l’architettura <strong>di</strong> prodotto può comportare <strong>la</strong> caduta dei principalibenefici offerti dal<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità. Riprogettare l’architettura, garantendo a quest’ultima unastruttura modu<strong>la</strong>re, significa andare incontro ad un allungamento dei tempi <strong>di</strong> risposta al mercatoe ad un aumento dei costi <strong>di</strong> progettazione, a causa sia delle possib<strong>il</strong>i <strong>di</strong>fficoltà legate al<strong>la</strong>creazione <strong>di</strong> nuovi schemi <strong>di</strong> interfacciamento tra i <strong>di</strong>versi moduli, sia del numero e dei tipi deitest da effettuare sul<strong>la</strong> qualità e sul<strong>la</strong> compatib<strong>il</strong>ità tra i componenti per ogni specifico ut<strong>il</strong>izzo. Insecondo luogo, l’architettura del sistema organizzativo <strong>di</strong> un’impresa è influenzata e in partedeterminata dall’architettura <strong>di</strong> prodotto. I due sistemi, quello tecnico o <strong>di</strong> prodotto e quelloorganizzativo, devono procedere in parallelo e in simbiosi tra loro. Ne consegue che l’esigenza <strong>di</strong>riprogettare <strong>la</strong> struttura del prodotto potrebbe richiedere contestuali interventi organizzativi(mo<strong>di</strong>fica del sistema <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento e <strong>di</strong> comunicazione, creazione <strong>di</strong> nuove figure aziendali,necessità <strong>di</strong> nuove competenze, ecc.) spesso <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente attuab<strong>il</strong>i dalle imprese in modotempestivo. Si crea pertanto un paradosso: <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, che tra i suoi fini principali ha quello <strong>di</strong>rendere un sistema più flessib<strong>il</strong>e, può creare a quest’ultimo delle rigi<strong>di</strong>tà qualora si manifesti <strong>la</strong>necessità <strong>di</strong> cambiamenti strutturali. Può accadere quin<strong>di</strong> che un sistema caratterizzato da unastruttura modu<strong>la</strong>re rimanga “ingabbiato” dagli schemi <strong>di</strong> interfacciamento presenti all’internodel<strong>la</strong> sua architettura.Infine, si vuole porre l’attenzione sul livello <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>ità tra i sistemi all’interno delcontesto. Il concetto <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>ità costituisce uno degli elementi car<strong>di</strong>ne per lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> unapproccio modu<strong>la</strong>re. Infatti, due o più moduli possono essere interfacciati e quin<strong>di</strong> connessi traloro (logicamente o fisicamente) soltanto se sono compatib<strong>il</strong>i. Fondamentale in questo sensorisulta quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> ruolo dell’interfaccia, <strong>la</strong> quale deve definire dei parametri (visible parameters) ingrado <strong>di</strong> rendere i moduli <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e in<strong>di</strong>pendenti e compatib<strong>il</strong>i tra loro. Per quanto riguarda<strong>il</strong> contesto, quanto più quest’ultimo presenta caratteristiche tali da rendere i <strong>di</strong>versi sistemicompatib<strong>il</strong>i tra loro, tanto più è elevata <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità che si <strong>di</strong>ffonda un approccio modu<strong>la</strong>re. Adesempio, nel settore dell’informatica e in quello dell’elettronica, così come in molti altri settori, <strong>il</strong>tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità è aumentato notevolmente da quando i protocolli <strong>di</strong>interfacciamento sono passati dall’essere patrimonio specifico <strong>di</strong> una o <strong>di</strong> poche impreseall’essere degli standard <strong>di</strong>ffusi. È infatti grazie al<strong>la</strong> <strong>di</strong>ffusione degli standard <strong>di</strong> interfaccia che- © 2003 p. 28

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