12.07.2015 Views

CapriReview_30_a.20100708104435.pdf

CapriReview_30_a.20100708104435.pdf

CapriReview_30_a.20100708104435.pdf

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

[Personaggi]DA “OMAGGIO A LUCIO AMELIO” - MAZZOTTA ED.“Capri Batterie (Dopo mille ore cambiarele batterie)” di Joseph Beuys, 1985(Collezione Amelio-Santamaria).Sotto, Beuys e Amelio a Capri nel 1985(foto di Jochen Schmidt).Nella pagina accanto,“La rivoluzione siamo Noi” di Joseph Beuys(Collezione Amelio-Santamaria).“Capri Batterie (After a thousand hourschange the batteries)” by Joseph Beuys, 1985(Collezione Amelio-Santamaria).Below, Beuys and Amelio on Capri in 1985(photo by Jochen Schmidt).On the opposite page, “We are therevolution” by Joseph Beuys(Collezione Amelio-Santamaria).poranea europea, l’artista che meglioavrebbe potuto reggere un dialettico confrontocon i grandi della Pop Art americanache in quel momento dominavano lascena mondiale. Amelio era ancora un galleristaemergente, con tanta voglia di fare ilsalto definitivo nell’élite internazionale.Capì che Beuys poteva rappresentare unpunto di svolta, e da quel momento ne seguìcon appassionata costanza l’evoluzione,già pregustando, forse, il momentoculminante di quel percorso, che sarebbevenuto a Napoli nel 1980, quando, in unclamore critico e mediatico mai visto, riuscìa organizzare l’incontro tra Beuys e AndyWarhol nell’antro della Sibilla Cumana.L’estate del 1971, dunque, Beuys viene aVilla Orlandi, ed è lì, nel corso di una vacanzaoperosa, che nascono i lavori poiesposti nella sua prima grande mostra italiana,“La rivoluzione siamo noi”, nellaquale si fissa l’immagine – divenuta in seguitoquasi proverbiale – dell’artista tedescoche, indossando un giubbotto da pescatoree l’inseparabile feltro ben calcato sulcapo, attraversa per l’appunto l’atrio di VillaOrlandi. Nelle estati successive, il buenretiro anacaprese sarebbe stato ancora moltofertile. Al 1974, in particolare, risalgonoalcuni lavori di notevole rilievo come ilCristo morto, L’asciugamani, e i disegni ispiratial Codice Leicester di Leonardo da Vinci,che ora fanno parte della Collezione Fishera New York.La caratteristica saliente di queste opere stanel loro essere originate dai materiali piùumili (un santino incollato su un foglio, unbrandello di tessuto spugnoso caratterizzatoda strani rammendi, e così via) dietro i qualis’indovina un “metodo” di lavoro che erapoi quello affidato a una continua “scoperta”della semplice realtà quasi campestre legataal giardino di Villa Orlandi, e che in seguitosi sarebbe trasferito con modalità analoghenelle altre case prese in affitto daAmelio sull’isola. Dopo Anacapri, alla metàdegli anni Settanta, fu la volta di Le Pavillon,la villa di Annie Cottrau a Matermania.Qualche anno dopo, toccò a Villa QuattroVenti, ai Due Golfi. Proprio a quest’ultimacasa sono legati alcuni dei più noti exploitdell’ultimo periodo creativo di Beuys.Le giornate, in quella villa dove poco tempoprima aveva già risieduto Sandro Chia, unodei più famosi artisti italiani, trascorrevano62

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!