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CapriReview_30_a.20100708104435.pdf

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[Padri e figli]tutto l’importanza della famiglia che vienesempre prima del lavoro». Gianluigi gestiscei locali Anema e Core, Bye Bye Baby eda quest’anno anche il night Le Clochard.«La cosa che amo del mio lavoro è non avereorari e stare a contatto con la gente. Malavorare in un’azienda di famiglia significasoprattutto confrontarsi di continuo conquanto realizzato in passato. Se devo trovareun aspetto negativo, è proprio la collegialitàdelle decisioni». «Ho iniziato a lavorarecome cameriere a 16 anni, con il grandeCiro “il quartino” e Franco Schiano chemi dissero: “visto che i clienti possonosfuggirti, fatti pagare subito!”. E appeseroal muro un cartellone con la scritta: Gianluigi“piezz’ ‘e sapone”. Un esempio del climasereno e goliardico in cui ci si sente infamiglia. Anche perché da piccolo, rispettoai miei coetanei, quando vedevo mio padrelavorare pensavo sempre che si divertissetanto!».Una vera e propria scuola di imprenditori,cresciuti a pane e bilanci, seguendo gli insegnamentidei padri e qualche volta deinonni. L’anacaprese Mirko Brunetti, primadi conseguire la specializzazione in Enologia,ha trascorso gran parte della sua adolescenzafra le vigne e l’azienda vinicola di famiglia,fondata nel 1909. «Sin da piccoloho avuto il piacere di poter affiancare nellavoro mio nonno e mio padre, prima pergioco e poi per passione. Ricordo con affettole giornate trascorse in azienda: ancheuna vendemmia o un semplice imbottigliamentoerano una festa. Lavorare con miononno e mio padre è stato determinanteper la mia formazione e mi ha permesso didare più valore alla vita e al lavoro stesso,curando il rapporto con la gente e dandoun valore ai soldi. Non c’è cosa più bella diavere genitori in gamba che sappiano motivaree trasmettere il giusto insegnamentosia dal punto di vista etico-sociale che lavorativo.Grazie alla mia passione, sono riuscitoa produrre un vino di qualità nellamia stupenda isola, pur cosciente che sarebbestato difficile confrontarsi con la realtàlocale. Sull’isola, i contadini, non avendoconfronto con la penisola, sono rimasti ancoraad una forma di viticoltura antica che,salvo alcuni casi, non porta ad ottenereun’uva di qualità». Mirko, pur conservandole tradizionali tecniche di produzione dellasua famiglia, è riuscito ad investire in creativitàe professionalità grazie alle esperienzematurate in diverse realtà vitivinicole italiane.«Ho frequentato uno stage in un’aziendadi spumanti astigiana che mi ha permessodi affinare le tecniche del metodo classicoper la produzione dello spumante. Manon potevo immaginare all’epoca che questaesperienza mi sarebbe stata utile per lanciareun nuovo prodotto, fuori dai consueticanoni di produzione: la birra artigianaledi Capri. Le prime produzioni sono nateper passione e per il piacere di rallegrare lefeste fra amici. Poi, grazie all’aiuto dei mieifratelli Paolo e Fabrizio, il prodotto si èevoluto fino ad arrivare nelle location piùesclusive dell’isola e d’Italia».Gli album di famiglia non possono che chiudersicon un brindisi dedicato anche a tuttigli altri giovani isolani che ogni giorno, conpassione e responsabilità, contribuiscono agriffare le proprie aziende semplicementecon un sorriso. Inimitabile logo dei prodottimade in Capri da almeno tre generazioni. ■“From boyhood I had the pleasure of helping mygrandfather and my father with their work, first forfun and then with a real passion. I have fondmemories of the days spent at the winery: a grapeharvest or even simply the bottling of wine becamea celebration. Working with my grandfather andfather was crucial to my training and it has enabledme to value life and work itself more highly throughcultivating relationships with people and givingmoney its true value. There’s nothing better thanhaving parents who are on the ball and know howto motivate their children and transmit the rightvalues from a moral and social standpoint, andalso where work is concerned. Thanks to myenthusiasm, I have been able to produce a qualitywine on my wonderful island, while conscious ofthe fact that there would not be much localfeedback. Having no means of comparison withmainland producers, the vintners on the island stilladopt an early vine-growing method which, exceptin a few cases, does not produce quality grapes.”While maintaining the traditional productiontechniques used by his family, Mirko has alsoinvested in creativity and professionalism, thanksto his experiences with various Italian wineproducers.“I did an internship with an Asticompany that produces sparkling wine, and thisenabled me to refine the techniques used in thetraditional method of producing sparkling wine. Atthe time, I never imagined that this experiencewould be useful when it came to launching a newproduct that departed from the usual productionnorms: craft beer produced on Capri. The firstbatches were produced as a hobby, and for thepleasure of adding a bit of zing to evenings withfriends. Then, with the help of my brothers Paoloand Fabrizio, I developed the product, until wewere able to sell it in the most exclusive locationson the island and in Italy.”We cannot close these family albums without atoast to all the young entrepreneurs on the islandwho brand their businesses daily not only withenthusiasm and responsibility, but also with asmile: the inimitable logo of products made inCapri for at least three generations. ■78

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