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Comunità in ascolto - Coccaglio

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Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - Dioccesiqualcosa <strong>in</strong> più di un sempliceappello: “è un dovere, afferma ilVescovo, di cui bisogna prendereconsapevolezza. A noi viene sicuramentepiù facile pensare l’accoglienzadegli immigrati come unatto di amore nei loro confronti.La loro accoglienza, però, rispondeanche a un nostro <strong>in</strong>teresse economico,il lavoro degli stranieri hacontribuito ad arricchire il nostroPaese. Prendere coscienza di questoaspetto significa riconoscere l’esistenzadi un debito morale neiconfronti degli immigrati. Non èpiù possibile usare il loro lavoroper far crescere il Pil nazionale,per dare respiro al benessere erafforzare lo stato sociale. Bisognaassumere precise responsabilità neiconfronti degli immigrati, diversamenteil rapporto si riduce a merosfruttamento”. Qu<strong>in</strong>di la ricchezzacostruita anche col lavoro di tanti immigrati devemodularsi anche come accoglienza giuridica nei loro confronti.In passato il nostro Vescovo ha fatto sentire <strong>in</strong> modochiaro la sua voce sui temi dei diritti dei bamb<strong>in</strong>i, delricongiungimento familiare, della lotta contro ogniforma di discrim<strong>in</strong>azione; nella sua Lettera ribadisce questiconcetti, a partire da quella centralità della famigliache, molte volte proclamata nella vita sociale, “non puòessere rivendicata solo per le famiglie italiane e non per quelleimmigrate; pensare che è bene che ci sia attenzione alle famiglieitaliane mentre ci si possa dis<strong>in</strong>teressare di quelle degli immigratiè un errore perché anche queste entrano a pieno diritto nel tessutodella società. È qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>teresse di tutti favorire il ricongiungimentofamigliare degli immigrati e l’attenzione nei confrontidelle generazioni future, di quei bamb<strong>in</strong>i, figli di immigrati chepure crescono <strong>in</strong> mezzo a noi”.In chiusura di Lettera, il Vescovo ricorda come il suoscopo sia di “aiutare le comunità cristiane ad affrontare conserenità un fenomeno oggettivamentecomplesso”. Secondomons. Monari <strong>in</strong>fatti, la serenitànell’affrontare un temacomplesso come quello dell’immigrazioneè atteggiamentonecessario: “Solo la serenitàconsente di avere delle valutazionecorrette e di prenderesoluzioni sagge. Se ci si lascia portareo da una sp<strong>in</strong>ta ideologica oda una paura psicologica dell’altrosi corre il rischio di imboccareuna strada senza via d’uscita”,assumendo scelte che saranno<strong>in</strong>evitabilmente squilibrate. Asuo parere, “per poter compierescelte corrette è <strong>in</strong>vece necessariotrovare una certa distanza dalproblema <strong>in</strong> sé e quella serenità<strong>in</strong>teriore necessaria per poterloaffrontare correttamente; dispostocioè a pagare anche un prezzo,se richiesto dalla situazione, senza sentirsi impaurito per il futuro<strong>in</strong>certo che si va stagliando. La paura è sempre stata una cattivaconsigliera”.Rimandiamo alla lettura di questa lettera che già neltitolo s<strong>in</strong>tetizza il percorso da compiere: da stranieri,visti più o meno con diffidenza quali <strong>in</strong>trusi, a ospitiaccolti, a cittad<strong>in</strong>i a pieno titolo: concittad<strong>in</strong>i. Tutto questonon significa un buonismo di maniera e <strong>in</strong>genuo: chivuole sentirsi davvero cittad<strong>in</strong>o <strong>in</strong> questa nostra Italia,deve condividerne l’impostazione di fondo, i valori costituzionalifondanti, osservarne appieno le leggi, rispettareidee, sentimenti e fedi degli altri (cfr. il messaggio delPapa per la Giornata delle Migrazioni, riportato sulnumero di gennaio 2011). La Lettera del Vescovo però è<strong>in</strong>dirizzata a noi e parla di atteggiamenti che competonoa noi.Di questo tema, di cui a pag. 36 di questo numero si fariferimento ad un aspetto, ci siamo occupati a più ripresesul nostro bollett<strong>in</strong>o parrocchiale, soprattutto <strong>in</strong> tuttii sei numeri dello scorso anno.25

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