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Comunità in ascolto - Coccaglio

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Cultura e notizie - Note di storiacui la si voleva raggiungere.Nel 1861 si possono contare:- 70 vescovi rimossi dalla loro sede oaddirittura <strong>in</strong>carcerati,- cent<strong>in</strong>aia di preti <strong>in</strong> prigione,- 12.000 religiosi e suore che vivevanonel Sud, appena annesso alPiemonte, sbattuti fuori dai conventi,- 64 sacerdoti e 22 frati fucilati, perlo più <strong>in</strong> Meridione.Dopo la presa di Roma (1870) siregistrano ben 9 sedi vescovilivacanti <strong>in</strong> tutta Italia. I vescovi nom<strong>in</strong>atidal Papa non possono prendere possessodelle loro chiese perché Io Statounitario lo impedisce. Esige la più umiliantesottomissione della Chiesa. DaRoma arriva la “scomunica maggiore”(che può essere annullata solo dal Papa)per tutti “gli autori, i fautori, gli esecutoridella legge”. La scomunica andava acolpire un Re che si diceva cattolico. Inseguito Pio IX, nonostante le offese, leumiliazioni e le persecuzioni subite personalmentee dalla Chiesa di cui Lui erapastore, su richiesta dello stesso reVittorio Emanuele, gli accorderà il perdonopieno e senza condizioni. Questogesto ci fa comprendere la grandezza diun Pontefice che la storiografia ha purtroppodenigrato.Agli <strong>in</strong>izi del 1868 alcuni vescovi piemontesichiedevano se era lecitoper i cattolici partecipare alle elezionipolitiche e la Santa Sede rispose con ilNon Expedit, cioè “Non è conveniente”.Si consigliò ai cattolici italiani di nonpartecipare alle elezioni politiche nelPaese e, per estensione, di non parteciparealla vita politica italiana.Il divieto di partecipare alla vita politicadel Paese era motivato dal fatto che,partecipandovi, si riconosceva al nuovoStato italiano una legittimità che iPontefici, almeno f<strong>in</strong>o a Pio X, nonriconoscevano. I pontificati di Pio X, diBenedetto XV e di Pio XI (siamo neiprimi tre decenni del XX secolo) videro<strong>in</strong>vece la distensione ed un gradualeriavvic<strong>in</strong>amento all’impegno politico.Segno di questi mutamenti è l'enciclicadel 1904 Il Fermo Proposito, la quale,se conservava ancora il Non Expedit, nepermetteva tuttavia larghe eccezioni,che poi si moltiplicarono: vari cattolicicosì entrarono <strong>in</strong> parlamento, ma soloa titolo personale.Il 20 settembre 1870 i piemontesientravano <strong>in</strong> Roma dalla celebre brecciadi Porta Pia. Il Papa, ord<strong>in</strong>ando d<strong>in</strong>on resistere, volle evitare <strong>in</strong>utili spargimentidi sangue. Ai primi di ottobrel’ennesimo plebiscito doveva sancirel’approvazione del fatto compiuto daparte dei romani. Invece vi fu un altissimoastensionismo, ad esprimere benaltro stato d’animo dei sudditi delPontefice. Ma, naturalmente, nei giornalidel tempo e nei libri di storia dioggi non se ne fece e non se ne fa menzione.La conquista di Roma, neimesi successivi, si risolse <strong>in</strong> una cont<strong>in</strong>uaviolenta cagnara di squadracce, piùo meno con la connivenza o la passivitàdel governo. Nel giro di poco tempo fuvarata la Legge delle guarentigie, chegarantiva al Papa qualche libertà e risarcimento<strong>in</strong> denaro, <strong>in</strong> cambio però dicondizioni <strong>in</strong>accettabili. Il Papa reagiscecon una dura opposizione: rifiuta ladotazione assegnatagli e si affida all’obolodi san Pietro, costituito dalle offertevolontarie dei cattolici di tutto ilmondo.In quel triste periodo molte delle speranzedi Pio IX sono riposte nel geniopolitico di un grande santo: donGiovanni Bosco. È lui che tenta, acosto di immense fatiche, di umiliantitrattative, di raggiungere un ragionevolecompromesso con il Governo. Inquesto frangente, <strong>in</strong> cui la Chiesasembra dividersi fra i traditori, corsisul carro del v<strong>in</strong>citore a dare manforte al Governo, e gli <strong>in</strong>transigentiche oppongono alla dura realtà unasterile e dottr<strong>in</strong>aria <strong>in</strong>tangibilità deipr<strong>in</strong>cipi, mettendosi così nelle condizionidi far perdere tutto alla Chiesa,don Bosco rappresenta il meglio delrealismo cattolico. Egli si rifiuta di venderel’anima al nemico, ma anche dirassegnarsi a capitolare senz’altro poterfare che lamentarsi. Don GiovanniBosco di fronte alle difficoltà della presenzapubblica dei cattolici dice:«Bisogna avere pazienza, saper sopportaree <strong>in</strong>vece di riempirci l’aria di lamentipiagnucolosi, lavorare perché le coseprocedano avanti bene».Con l’elezione al soglio pontificio diLeone XIII, nel 1878, dopo illungo pontificato di Pio IX, molti,anche fra i cattolici moderati, si attendevanoun cambiamento dell’<strong>in</strong>dirizzopolitico della Santa Sede nei confrontidel nuovo Stato unitario che, dopo ifatti di Porta Pia, aveva scelto comecapitale del regno la città di Roma. Unaffronto <strong>in</strong>sostenibile per i papal<strong>in</strong>iaver privato il Vicario di Cristo delluogo <strong>in</strong> cui f<strong>in</strong> dall’orig<strong>in</strong>e dellaChiesa aveva esercitato la sua autoritàspirituale su tutti i popoli cristiani. Ilprogramma politico che Leone XIII<strong>in</strong>tendeva portare avanti può essere s<strong>in</strong>tetizzato<strong>in</strong> pochi punti: fermezza suipr<strong>in</strong>cipi; attenzione alle nuove emergenzesociali, sulle quali soprattutto illaicato cattolico era chiamato a lavorare;nessuna <strong>in</strong>sistenza su atteggiamentidi ostentata ostilità nei confronti delnuovo Stato italiano. Ciò però nonsignificava che il nuovo Papa volessesemplicemente abbandonare le posizionitradizionali della Santa Sede <strong>in</strong>materia di potere temporale, tantomeno abrogare il Non expedit, come gliera chiesto da più parti. Egli <strong>in</strong>vece pensavadi dare ad esso un contenuto39

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